"
Io e te siamo sulla stessa lunghezza d'onda..." - le disse lui, sorridendo.
Lei si voltò a guardarlo, con una luce scintillante negli occhi.
"
Quale onda?" - sussurrò.
Lui indicò lo tsunami dietro di lei.
"
Quella."
WRAAAAAAAMMMSHHHSHHHSHHHHHHHHH....^__^
Post.
Post-it.
Ma anche post nel senso di 'dopo'.
E di 'dopo' ce ne sono molti, in questo post.
Post bevuta, ad esempio. Post festa per la consegna dei diplomi al Centro Sperimentale. Post serata finita purtroppo in bianco. Post proiezioni, concerti, annunci, saluti, baci, abbracci... Post narghilé alla mela, post ragazze ubriache, post solitudini sfiorate.
E anche Post-it, promemoria, battute folgoranti, risate a crepapelle per mezz'ora. O imperativo:
post it! Postalo.
Post-it di questo stesso blog, perché a quanto pare, la lista dei vostri post preferiti è profondamente cambiata! Il vecchio classico "
Metti una sera sul 46" cede il passo alle cronache matrimoniali, e la descrizione di una mia 'classica' giornata lavorativa prende il posto del resoconto dello
spot MetRo, che a tutt'ora io manco ho visto.
E a proposito di visioni...
Già lunedì avevo avuto modo di vedermelo su di un televisore, a lavoro.
E anche il giorno dopo, quando alle 14.30 c'era stata una proiezione in anteprima in sala cinema.
Ma è alla festa del centro che hanno proiettato i corti, i saggi di diploma di fine anno, fine triennio, fine scuola. Tra cui anche "Col sangue agli occhi" (
trailer), di
Lorenzo Sportiello.
Credo di non aver mai ricevuto in vita mia così tanti apprezzamenti simili, tutti sullo stesso tono:
"
Oh, complimenti per come muori!"
Sì, è il corto famoso in cui interpreto un videotecaro che viene ammazzato di botte, di cui vi ho scritto fino alla nausea. ^__^
I complimenti erano tutti su quel genere, o del tipo "
ahò, che soddisfazzione vedette massacrato de botte, è quasi catartico!".
Però ci son rimasto di sale quando m'è passato davanti il mio maxi-megadirigente-abissale e mi fa:
"
Complimenti! Hai una carriera d'attore davanti!"
Gh! ^_________^
Il corto è bello. Per me, che sono ipercritico perché ogni volta penso che sia più giusto dire alle persone la verità, o almeno, il mio punto di vista piuttosto che dei complimenti di comodo, è decisamente buono. Valido.
Tanto per cominciare, un perfetto showreel per Lorenzo, perché dentro c'è tutto. Un ottimo biglietto da visita. Poi, me escluso così non si dice che sono di parte, buona la recitazione. C'è un primo piano di Erica che fa nascere un sorriso guardando i suoi amici che è da antologia. Senza parlare della carrellata mentre è distesa e fuma... Un'icona sexy! ^__-
Buona la fotografia, il sonoro... giusto una voce off (Erica) in alcuni momenti con la dizione un po' troppo impostata, che fa poco personaggio. E una battuta 'fantasma' (che in realtà è un pensiero anticipato di un protagonista che poi la dice) che avrei reiterato ancora una volta proprio per evitare di farlo percepire come un errore di montaggio audio (quando invece so che è voluto).
E infine, l'unica vera critica che gli posso fare è che... Lorenzo ha uno stile ironico, che ha reso delizioso un racconto che in fondo è triste, e semplice ai limiti del già visto, del banale. La storia, presa senza regia, è un po' poca.
E invece, con quell'ironia il corto decolla, gli fa prendere vita. Peccato che quest'ironia a un certo punto scompare, quando entra la tragedia. E questo porta ad un lungo (luuungo) finale. Ecco, io l'avrei fatta tornare, in quel momento, l'ironia. L'avrei fatta brillare un ultimo istante (non so come), per lasciare un senso di leggerezza priva di una scontata commozione, che proprio perché è scontata, non c'è.
Quando gliel'ho detto - e dire che una volta c'eravamo piccati proprio per una mia critica sul soggetto di un corto che stava girando, fin quasi a non rivolgerci la parola (poi ci siamo riavvicinati quando abbiamo scoperto un caro amico in comune, Nicola) - lui ha ribattuto che voleva proprio girare la prima parte in un modo e la seconda in un altro. Alla Tarantino e Rodriguez, per capirci.
Che abbia fatto bene o abbia fatto male, il corto è bello. E m'è piaciuta un sacco la gestione del colore! E se lo dico io... ^__-
Insomma, Lorenzo ha dimostrato che la stoffa ce l'ha.
...Fatemi fare un corto con una parte più lungaaaa!!! ^_____^
Per quanto riguarda gli altri corti proiettati, li ho visti tutti tranne uno a metà, nel cui finale - solo dopo che si è rimesso gli occhiali - ho riconosciuto uno degli allievi di sceneggiatura, mio omonimo e (ritengo) buon conoscente. Lui ha visto me in quell'altro quindi dopo se semo tajati. Lui apparteneva ai commenti del secondo genere. Del tipo che se faccio un altro corto, lui mi picchia gratis.
Mi sono ammazzato dalle risate quando nei ringraziamenti di uno dei corti, "NonSoStare", nei titoli di coda (a dire il vero molto lunghi e lenti), ho letto "
Il commissario Winchester". Risata immediatamente rafforzata quando ho letto subito dopo "
nessun animale e nessun runner [galoppino del set, che conta come il due di picche]
è stato maltrattato durante le riprese". Grande Sportelli! ^__^
Ma di tutti i corti, giusto questo e quello di Sportiello erano davvero intriganti. Questo aveva dalla sua il fatto che è difficile fare un corto con dei bambini.
Gli altri, direi dimenticabili. "Au pair" era carino lo spunto, ma per il resto niente di che. Quello di De Sica (nipote) era visivamente spettacolare, con un gran casting alle spalle - nel senso che il viso di uno degli attori scelti è credo il più inquietante che abbia visto: una maschera scavata nella carne, cui il trucco aggiungeva quel poco che serviva. Ma la storia... Sinceramente, sembrava un po' una pippa mentale. Sotto acido.
Chissà, forse De Sica lo piglierebbe come un complimento...
La giornata era iniziata davvero bene.
Non capita tutti i giorni di farsi una grassa risata.
In pausa pranzo, con un paio di fonici e Andrea, di sceneggiatura, ce ne stavamo seduti sulle panchine in cortile, a parlare di cinema, supereroi... e mi viene in mente questa cazzata incredibile, da girare in due minuti e mettere su YouTube. Una cosa al pari con la serie di "
Michael Cyclo", che dà consigli alle donne su cosa non è bene fare... in quei periodi. ^__-
La sparo, e siamo rimasti a ridere per mezz'ora come dei cretini.
Si rideva anche solo a ripensarci. ^__^
Sono rientrato in videoteca che ero alle lacrime.
L'idea è idiota e vincente: si tratta di fare dei microcorti di due battute, tutti sotto il titolo de "L'Incredibile Hulk". Però se ve lo scrivo non è così divertente...
Quindi aspetterete di vederlo su YouTube. Tanto basta avere Renato dipinto di verde con la parrucca, e un attimo di tempo...
^__^
A lavoro, era già da un paio di giorni che si respirava l'atmosfera frenetica e frizzante dei preparativi.
Cominciò tutto con la ritinteggiatura dei finestroni sul cortile, che rese subito chiaro che si sarebbe trattato solo di un'operazione di facciata: invece di raschiare via la vernice vecchia e screpolata (lavoro che prenderebbe mesi) ci si limitava a passare una mano di vernice nuova, solo all'esterno. Tanto dentro sarebbe stato buio, quindi...
Poi sono apparse le panchine. Belle, in ferro battuto e legno, di quelle da parco. Speriamo che rimangano... E una bella pedana di legno sopra alla fontana del cortile (che fa cagare) per metterci sopra un pianoforte e fare una piccola zona concerto, per l'esibizione degli studenti ancora in corso. Esibizione che purtroppo mi sono perso perché ero altrove.
Infine, una bella mano di vernice a tutte le pareti per le quali si sarebbe passati. Et voilà, il gioco è fatto.
A parte il restyling dell'edificio, nessun'altra novità: il solito tran-tran (intendo il solito sotto il festival di Venezia: un bucio di culo così, ma grzie al cielo era già quasi alla fine), arricchito dal fatto che era venerdì, e dopo la festa si sarebbe potuto tirar decisamente tardi.
Certo, sapere che i miei ritornavano a casa sabato mattina, e quindi non avrei avuto una dolce tana a disposizione per fare i miei
porci comodi poteva risultare un'idea deprimente. Idea che non è cambiata di una virgola quando ho visto Elena com'era truccata, con pantaloncini dal taglio ginecologico e aria da reduce di Woodstock. E non è cambiata neppure quando, uscendo un'ora prima per andare a docciarmi e cambiarmi a casa, ho incrociato lei e Astrid vestita come se venisse adesso adesso da Central Park negli anni '70.
Mi sono limitato a dire:
"
Oh, se non vi mettete a cantare Hair ci rimango male!"
Ma quando mi sono voltato ed ho visto Camilla vestita come una cowgirl, stile "
Cowgirls - il nuovo sesso", mi son sentito vacillare. In avanti, se mi spiego.
Mi sarei sentito molto, molto peggio quando l'avrei vista la sera, con un abitino di scaglie di madreperla attaccate con degli anelli le une alle altre, o qualsiasi cosa fosse che dava un effetto del genere, molto anni '60-'70. Forse un po' beat. E i capelli raccolti a crocca sulla testa.
Peggio ancora mi sarei sentito quando l'avrei vista con mezzo metro di lingua in bocca a paccare con un tipo in un corridoio.
E pensare che m'ero preso una certa cotta, per lei... che non è affatto una grandissima gnocca.
C'è stato un momento in cui siamo stati molto vicini: non è andata, pace.
Così, mi prendo la metro fino a casa, mi faccio la doccia, la barba e comincio a pensare a come vestirmi.
La soluzione finale per la quale opto è scarpa nera lucida, elegante, alta ma stile mocassino, senza lacci; pantalone leggero lungo di colore grigio; cinta pitonata; camicia di lino leggera color beige quasi avorio, diciamo corda; giacca nera che sembra su misura per quanto mi cade bene; e, per chiudere in bellezza con tono casual in accordo con la cinta, cravattino di cuoio stile texano anche se viene dalla Patagonia, con su stilizzazione del condor come pendaglio.
Oh yeah.
Orario previsto d'inizio: 19 e 30.
Orario di partenza: 18 e 30.
Orario di arrivo: 20 e 30. Appia bloccata e via delle Capannelle idem. Senza contare che mi tocca comprare le sigarette perché mica posso stare a scrocco tutta la sera e non se ne parla di mettermi a rollare tutto il tempo (lo sapete che Erica mi chiama Rollino?), e quindi mi fermo al bar a Capannelle, che puzza in maniera indicibile di marcio. Pesce fracico, tipo.
Bleah.
Arrivo in sede e mi fermo al gabbiotto dei vigili.
Quando ero uscito il pmeriggio avevano detto che non m'avrebbero fatto entrare. Io ho risposto che avevo il pass. Sì, perché per entrare serviva (nella realtà pare che si possa dire 'Pinocchio') il pass.
"
Faccelo vedé."
E io "
Seee, così me lo strappate!"
Quindi, quando arrivo - non proprio sicuro si potesse entrare con la macchina, vai a sapé - mi fermo, anche perché ho bisogno di un posto dove caricare il cellulare. Il piano perverso prevedeva di chieder le chiavi della videoteca, così me lo potevo caricare lì (e anche qui 'Pinocchio', visto che l'obiettivo reale era avere un posto per imboscarmi)... Quando arrivo, dicevo, Sergio (uno dei vigilantes, il più simpatico e anziano) grida al collega
"
Se c'ha i pantaloni arancioni nun lo fà entrà!"
Il collega s'avvicina, me vede e fà
"
No! Ah, e mo' devi scenne." - si gira verso il gabbiotto - "
Sergio! Guarda qua!"
Scendo e mi prendo il mio momento di gloria, persino girando su me stesso. Poi chiedo per ricaricare il cellulare e... loro acconsentono a farmelo caricare là, mannaggia! ^__^
Entro e parcheggio.
Faccio neanche in tempo a percorrere tutti gli spazi dedicati alla festa che mi dicono che i corti sono già in proiezione di sotto, in sala cinema. Mi fiondo. Detesterei perdermeli.
Eppure lo so che avrò tutto il tempo per rivedermeli in videoteca. Mah!
Così, mi zompo la cerimonia che si sta svolgendo al piano di sopra, di cui - cogliendo al volo un frammento di discorso - so che non sentirò la mancanza.
"
Perché voi studiate cinema e siete studenti di cinema. Voi dovete studiare il cinema. Perché vi è richiesto in quanto studenti..."
Giuro, era molto simile.
Sottosegretario alla cultura.
Vabbè.
In sala cinema un caldo tremendo, afoso. Sudoroso. Insomma, si schiatta.
Con la giacca reggo pochissimo, me la levo al volo. Poi non reggo a stare in piedi e mi cerco un posto.
Visto che dietro alla mia macchina, quando ero entrato, ce n'era una con su Desirée (ex Miss Toscana), Maria Teresa, Giulia e Anna Maria, che in quel momento erano entrate in sala - e dieci secondi dopo tre di loro erano scappate lasciando sola Maria Teresa - opto per sedermi vicino a lei.
Maria Teresa non ti colpisce di primo acchitto per la bellezza, nonostante il suo vestito verde - in particolare la scollatura che sembrava la piana di Maratona per ampiezza - ne esaltasse in certo qual modo le poche forme, ma per il sorriso, la vitalità. Non ho la più pallida idea di quanti anni abbia (propedeutico, in genere vuol dire sulla ventina), ma è sicuramente una persona nella cui compagnia è piacevole stare.
Così, uno dei momenti migliori della serata è stato proprio questo.
Ci siamo visti assieme gli ultimi due corti, Sportelli e Sportiello. Abbiamo riso sui titoli di coda del primo, e m'ha fatto un sacco piacere mi vedesse apparire nel secondo: giocavo a vedere se mi riconosceva, e m'ha tanato subito. Bene così.
A dire il vero non so quanto questa operazione fosse facilitata dal fatto che
anche lì facevo il videotecaro. Comincia a darmi fastidio l'idea che qualcuno possa pensare che quella parte la potevo fare perché lo faccio di mestiere... sono due tipi di lavoro profondamente diversi!
Ma in fondo mi rode anche di più pensare che potrebbe essere proprio per questo che m'hanno scelto...
Ma che me frega? Fatto sta che m'hanno scelto. E dopo questo, chissà...
Si finisce di vedere i corti.
Dopo i corti risalgo, e scopro che la cerimonia è finita da un po' e stanno già saccheggiando il buffet. So che se non mangio adesso, dopo rischio di svenire perché non resterà nulla. Ma l'unica cosa che mi tenta, però, è il prosciutto.
Tagliato a fette spesse. Troppo.
Senza posate.
Vabbè, come l'antichi.
Il primo pezzo della mattonella di prosciutto che ho preso vien via senza problemi. L'altro ha un serio problema con un filo di grasso che non vuole lacerarsi, e davanti alla ragazza che grazie a Dio non mi guarda - ho beccato Lele
Il Cialtrone (ch'era la vera causa del mio trovarmi lì perché si diplomava) e un po' di gente - faccio una scena a metà tra un unno e un cannibale, finendo col ritrovarmi in bocca un'immasticabile palla da tennis di prosciutto. Mastico, o almeno ci provo. I denti rimbalzano in posizione aperta; tra l'altro mi fa difficoltà serrare le labbra, per cui è anche capace che qualcosa si veda. Sembro Silvestro dopo essersi infilato Titti nel cavo orale; Fantozzi quando gli dicono "
Tu mangcia!".
Opterei per farlo discretamente sparire in un tovagliolo, ma quando procedo scopro con orrore che il grasso mi s'è incastrato tra i denti. Combatto, mi sento nauseare, levo la palla di bocca con un getto di lingua e cerco di staccare quel maledetto filo di lipidi dalle mie fauci. Sembro Mr. Bean.
Alla fine ho ragione della terribile palletta, e la lascio a morire o trasformarsi in un alieno dentro a un piatto. M'hanno indicato dove si prende da bere, e poi c'è un sacco di gente da salutare quindi mi avvio verso un altro tavolo.
Ehm, più tardi m'avrebbero offerto un pezzo di torta che trasudava cacao: e col prosciutto questo è tutto quello che ho mangiato. ^_^
Bevuto, invece... Volevo partire col vino rosso, ma sono stato dirottato sul bianco, dietro saggio consiglio di alzare e basta la gradazione alcoolica. Infatti dopo una parentesi di succo d'ananas m'avrebbero offerto un prosecchino, che non so se ho rifiutato, ma il vino rosso me lo sarei scordato, passando direttamente a cose un po' più pesanti. Capirai, a fine serata stavo sul vodka lemon, ma ero preoccupato di star male, quindi ho bevuto poco. E forse avrei rimpianto di non essere alticcio.
Del resto, a una certa gli alcoolici eran finiti, con tutte quelle cavallette con la cirrosi epatica. Qualcuno qualche bottiglia se l'è anche infrattata, e qualcun altro se l'è portata da casa: i fonici avevano un paio di bottiglie di limoncello appena fuori il portone.
Dopo aver mangiucchiato e vagato un po' per il cortile, salutando le facce conosciute e salutando con più calore i diplomati di fresco - di cui alcuni, tipo Laura, non li vedevo da dicembre - mi fermo a chiacchierare proprio con alcuni di loro. Valeria, detta Trotti, è sempre più in forma. A fine serata si sarebbe anche tolta le scarpe coi tacchi e sarebbe stata anche meglio. Comunque, è in quell'occasione che De Sica passa e chiama tutti per la seconda tornata di proiezione di corti.
Ora, 1) se l'avessi saputo che ce n'era un'altra, mi sarei sciroppato la consegna dei diplomi e avrei almeno fatto onore al buffet, 2) pur se sceso alla prima, ce n'erano ancora tre che mi mancavano, tra cui il suo, quindi sono sceso.
Mi sono perso, ovviamente, quanto accadeva sopra; con Elena che cantava vestita da Marilyn, e tutte le altre cose preparate dagli studenti ancora in corso. Tra l'altro, proprio lì dove c'è il bar, c'era tutta una serie di luci e di gente che stava... girando. Ho guardato, riprendevano uno spazio delimitato con un tavolino. Ho visto chi c'era ed immediatamente ho capito.
Ho capito non solo cosa giravano, ma cosa! E non solo, ho anche capito perché Elena, Astrid e Camilla fossero vestite a quel modo, nel pomeriggio, e perché ci fosse anche Bianca, ch'è uscita due anni fa.
Giravano StraCult, di cui vi ho detto... Quel programma della Rai per cui lavora Sarcinelli! Dai!
Ecco: le ragazze prese alla fine erano proprio loro tre (Astrid è l'unica di quelle che avevo consigliato io) più una quarta di cui all'inizio non avevano bisogno ma che li ha convinti al punto di decidere di mettercela (Bianca, che guarda caso faceva parte di uno dei trittici che gli avevo proposto io). Beh, due su quattro non è male per una consulenza casting, no? ^__^
Quando risalgo in superficie, devastato dal caldo e dall'afa umida come se stessi uscendo dalla jungla amazzonica o una foresta tropicale, prendo aria a boccate, come un pesce. Sotto si moriva, un caldo d'inferno, tutti i vestiti appiccicati. Sopra, non ho chances, devo mettermi la giacca che sono sudato da far schifo.
Vago, ritrovando per la terza volta il mio collega Stefano e Raffaella, sua moglie, che vive a Torino dove dovrebbe vivere anche lui se si decidessero a dargli il trasferimento. Un po' di chiacchiera, assistiamo alla fine degli spettacoli sul palchetto e poi parte il concerto sul palco più grande all'esterno. Quindi usciamo, e scopro solo in quel momento che là fuori ci sono altri due tavoli dedicati esclusivamente alla materia alcoolica e all'acqua.
Dopo un po' mi butto nella mischia, provo a ballare. Ma sono ancora quattro gatti, mi sento impacciato, nonostante ci sia Marco (uno dei diplomati) col fratello, le ragazze e gli amici. Così rientro e riesco solo più tardi, trovando dodici volte la gente che c'era prima. Segno che le proiezioni e la roba da mangiare sono finite.
Visto che il post è già un quarto della Bibbia, cerco di chiudere raccontando gli highlights.
Da quel punto in poi, praticamente la mia serata è rimasta lì, ad ascoltare questo gruppo che faceva tutte canzoni cover, molto varie. Lei aveva una bella voce, e intratteneva il pubblico in romanesco... Insomma, erano bravi sì, ma... faceva tanto concerto estivo di paese. Anzi, mo' che ci penso mi sa che una volta ci son venuti a Ovindoli. ^__-
Ho cercato di scatenarmi, ma non troppo, visto che quanto ho fatto il mio passo incrociato, a inizio serata danzereccia, ho rimediato sì un commento dal palco ("
Ho visto un passo qua sotto che non era niente male..." ha detto la cantante), ma ho anche esaurito le energie. Mi s'è mozzato il fiato, per la precisione.
Ma non si trattava di troppe sigarette. E' che non c'ero. Non ero nell'umore, non mi lasciavo andare. Troppo controllato per far riuscire la serata anche sotto altri aspetti. =)P
Non ho filato di striscio Michela, la collega... beh, è la più bona che ci possa essere. Mora, un paio di tette fenomenali, un sorriso dolce, mora, capelli a caschetto e soprattutto simpatica da morì. Non ho filato troppo Silvia, docente di danza, perché so che fila con uno che conosco. Non ho filato troppo nemmeno Yael e Valeria, quest'ultima proprio preziosa, primo anno di montaggio entrambe, perché entrambe intervenute coi fidanzati...
Ma in quel mare, da obnubilare i sensi, non c'era che da scegliere!
E non ho scelto. Qui ho toppato alla grande. Lo so, lo so, alcuni di voi è una vita che me lo dicono, ma che ci posso fare? Ho cercato un pochino di avvicinare Ilaria, una delle due attrici del mio corto, ma una parte di me sussurrava che rischiavo di pregiudicare il lavoro. Ma non era certo questo a impedirmi di tampinare l'altra.
Anna Maria, vedete, da un paio di giorni
sapevo che s'era lasciata.
Era lei, dunque, l'obiettivo migliore della mia serata. E' deliziosa! Eppure...
...eppure s'è presentata con un vestito verde smeraldo, leggero, trasparente. Doveva avere un intimo dello stesso colore o bianco, perché non si vedeva niente, ma la cosa m'ha un po' inibito. E poi, non l'ho incontrata spesso... e ho un gomito che fa contatto col piede...
Insomma, a fine serata l'ho vista andar via con Gianpaolo, mortacci sua. ^_^
Lo dico in senso buono, perché gli voglio bene maledizione, e quando l'ho ribeccato ieri gliel'ho detto "
Quanto hai svortato, li mortacci tua!". ^___^
Comunque, era pieno, pieno, pieno. Jodi Ann ha fatto le riprese della cerimonia ed è sparita, non l'ho nemmeno vista. Giulia invece sfoggiava un decolleté della madonna, che ho visto per benino quando ho abbassato la testa perché mi voleva dire una cosa all'orecchio sopra al frastuono. E poi c'era Antonella, uscita due anni fa, per la quale avevo cominciato a scrivere una pièce teatrale dal titolo "La Marsina". E ancora Bianca, e Astrid, e - no, Camilla no - Silvia e Silvia, siciliane... Troppa, troppa, troppa.
Ora capisco perché i romani vomitavano e continuavano a mangiare.
Uno dei fonici aveva portato un amico appena tornato dalla Siria. Quando il fonico in questione, detto
Otto, mi ha portato tequila secca invece di vodka lemon, io gliel'ho passata fingendo fosse acqua. Mi fa
"
Ma io l'acqua ce l'ho!" - e mostra una bottiglietta di plastica - "
Facciamo scambio."
Io crepavo di sete, quindi mi scolo mezza bottiglia prima di accorgermi che
a) sa di anice
b) brucia
c) è superalcoolica.
Trattavasi di bevanda siriana. Cerco di mantenerla in bocca, inghiottendola a piccoli sorsi, ma brucia da morire e non va giù; sento che sta per provocarmi un conato di vomito, noto che a mezzo passo di distanza c'è un tombino con griglia, cedo. Sputo in mezzo alle risate dei tre che mi circondano e continuo a sputare per dieci minuti, mentre Otto mi rimedia un po' d'acqua.
Arriva Luigi, ubriaco come una pigna, e gli chiedo, mettendogli quattro dita davanti
"
Quante sono queste?"
Lui risponde correttamente, ma quasi cade all'indietro nel tentativo di mettere a fuoco. Risate.
Solo un altro sta peggio di lui, ma adesso non ricordo chi era.
Chiacchiero un po' con Uliana, montaggio, diplomata quella sera, e finalmente mi faccio un po' di chiacchiere interessanti. Finisce che le racconto il corto che voglio girare, me l'approva. Rientro in cortile, vado giù, recupero il mio cellulare, mi rammarico di non aver portato niente ai vigilanti al gabbiotto. Sergio sorride e risponde "
Male! Dicono tutti così, ma poi nessuno ci porta niente!".
Su in cortile ci sono le due Silvie, Andrea mi chiede come mai non c'è Erica. Sto confondendo momenti diversi della serata, devo dire. Comunque, il pianoforte viene portato dentro da una tredicina di persone al grido di "
Oh, issa!" e Nicola si mette a suonare. Silvia piccola vorrebbe cantare, ma la propria convinzione di essere stonata è più forte, quindi canta e stona. Se ne va, se ne vanno quasi tutti, pian piano.
Resta chi deve sbaraccare e restano gli sbandati.
Il concerto sul palco è finito ed è finito anche il dj set ad opera di Sportiello. Gli alcoolici, quelli son finiti da ore. Son quasi le due, e mentre ci intimano di levarci dalle balle, Giulia di scenografia - ragazzetta carina con cui non ho quasi mai parlato - mi vacilla vicino e si confida
"
Gli ho battuto i pezzi tutta la serata a XXX, perché non me lo dà?"
Sgrano gli occhi. E' ubriaca, è carina, mi si appoggia addosso, solo il contatto da luogo alla reazione: non posso farci niente è chimica. Beh, biologia.
La consolo, le faccio da supporto.
M'avevano proposto poco prima di andare a fumare il narghilé col tabacco alla mela a casa di Otto. Avevo risposto che accettavo, ma prima dovevo vedere se per caso rimediavo altro, nel qual caso... Eran stati giustamente d'accordo.
"
Vuoi vedere che adesso...?" - mi dico.
Giriamo, parliamo, mentre attorno sbaraccano. Ci si organizza. Comunico ad alta voce che ho 4 posti in macchina, ma c'è gente che ancora non si decide. Voglio portare a casa Giulia, voglio portarcela io. Anche se abita vicino, anche se ci sono i coinquilini con lei, anche se dovesse dire muffa. Io ho un debole per le donne forti quando deboli, le trovo adorabili.
Insomma, ci provo. Dice male. Narghilé alla mela.
Prima però porto lei e uno dei coinquilini a casa.
Da Otto siamo in quattro: io, lui, l'amico dalla Siria (italianissimo e archeologo) e Gianmarco, che s'è fatto lasciare sotto al portone convinto che Giulia e Riccardo sarebbero venuti. Altrimenti sarebbe andato anche lui a Testaccio o non so dove, a continuare la serata.
Certo, anche io che me vado a chiude in casa co' tre uomini invece d'annà a Testaccio... vabbè.
Comunque, è stata la parte più piacevole della serata.
Quella dove ti godi la notte, e parli, parli, di tutto, di donne, di vita, di filosofia. Di cultura araba e occidentale, di orizzonti, prospettive... e di scuola. Di come funziona, delle cose che non vanno.
E per un Johnny ubriaco ormai diplomato, seduto sulla sedia che in mezzo al delirio ti parla e tu ti accorgi che non l'hai mai conosciuto, nonostante le chiacchiere intense quando voleva lasciare la scuola dopo il primo e dopo il secondo anno, cosa che non ha fatto anche grazie al tuo piccolo aiuto, per un Johnny che perdi c'è un Gianmarco che acquisti.
E nel cambio, c'hai solo che guadagnato.
Così, tra un tiro di narghilè e un bicchierino di amaro del capo (quattro, per l'esattezza; quant'è bonoooo!) si va avanti fino al momento in cui la coscienza ti richiama all'ordine e ti fa andare a casa. Quando arrivi il sole sta per sorgere, e l'orologio segna le sei del mattino.
Ed ero ancora abbastanza lucido da scrivere un biglietto ai miei
"
Sto andando a dormire alle sei: per carità, FATE PIANO!!!"
GrimFang