L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

venerdì 27 maggio 2011

E' giusto, è molto tempo che non scrivo, col risultato che le cose importanti si accumulano, poi si scoprono non così importanti o comunque si sovrappongono e poi, beh, insomma, ecco uno non sa che scrivere. ^_^

Così, vi dico subito le cose che non vanno: papà non sta molto bene, e fa avanti e indietro dall'ospedale da circa un mese.
Vuoi per una bronchite-polmonite-chissà che cosa che s'è preso eoni fa da Luchino (il nipote più piccolo), vuoi, come adesso, perché un giorno ha cominciato a biascicare e a non riuscire a muoversi. E quindi sono un paio di giorni che sta alla Stroke Unit al Gemelli.
Che poi, queste notizie - ah, me cattivo figliuolo - ti arrivano sempre nelle forme peggiori.
La prima me l'ha scritta direttamente papà via email con un "Sono arrivati i risultati delle lastre, tieniti forte" seguito da quasi una riga di definizione tecnica di quello che c'era. Adesso via telefono da mio fratello che ha parlato di ricovero in seguito a un ictus.
Tutto generalmente seguito da telefonate che ridimensionano un po' l'accaduto - tipo che ho chiamato papà dopo le lastre e mi ha detto che non era poi così grave, spiegandomi il significato di quella riga di termini medici e chiarendo che la cosa più preoccupante non era ai polmoni, ma all'intestino, fastidioso assai alla sua età.
Per quest'altra a dire il vero, è stata la telefonata di oggi a ridarmi un po' di buonumore, perché in quella di ieri l'ho sentito preoccupato. E mio papà preoccupato per la sua salute - lui che è medico - non l'ho sentito mai. Invece oggi quasi se la rideva quando mi raccontava di come mia mamma abbia domandato all'infermiera se lo avrebbero dimesso sabato e quella le rispondeva "Della settimana prossima?".
Comunque, è sotto osservazione, in un buon ospedale. Bene così.

Ma devo giocoforza prepararmi.
Classe 1934, non è eterno.
E, beh, l'unica cosa che si può dire è che quando ci penso seriamente, prende a male. Molto male.

E quindi non ci penso.
Scellerato? Ingrato? Degenere? No, fondamentalmente vigliacco, credo.
Ho l'istinto di dire a mio padre quanto cavolo gli voglia bene, e il terrore di avvicinarmi alla morte, anche solo col pensiero. Anzi, la repulsione. Istinto disperato alla vita, direi.
Di cose per cui buttarmi giù ne ho avute fin troppe.
Ad ogni modo, amici miei che mi leggete, rispolverate i cucchiaini. Perché quando accadrà, ho la vaga impressione che mi comporterò quasi da disturbo bipolare - lunatico come un gatto, irrequieto e schizofrenico, privo di pace.
E per riassestare il timone sulla rotta ce ne vorrà di lotta col temporale.

Ma non sarà quest'anno.
Spero, lo spero forte. Perché questo è il mio anno, l'anno delle mie fatiche e delle mie vittorie. Lo sento, l'ho deciso, è così.
Perché da tre settimane è cominciato il percorso di teatro su "La tempesta", di Guglielmo Scuotilancia. Sempre nell'ambiente protetto del Teatro Ygramul e per la regia di Vania, ma con cinque compagni su sei nuovi, mai visti né conosciuti.
Beh, Vito abbiamo scoperto che è amico di Valentina, per cui un giorno gli ho firmato a buffo il visto d'uscita a lavoro, da me, perché la era venuta a trovare (ma quant'è minuscolo il mondo!), e Alessio, beh, Alessio sono anni che facciamo laboratori assieme o paralleli. Mi ci sono fatto anche una pessima notte in tenda.
Ma le altre quattro...
Eh, sì, sono tutte donne, e una anche assai carina.
Piatta, quasi la retromarcia, ma carina.
Mentre quella con cui sentivo maggiore diffidenza, valutazione, rivalità, snobismo, o che so io, qualcosa di queste quattro immagino, s'è rivelata assai più alla mano di quanto pensavo. E credo di aver intuito, sotto una maglietta sudata in pieno allenamento di gruppo, che ha dei capezzoli enormi.
Suvvia, signorine, non scandalizzatevi: l'ho detto, istinto alla vita.
...ma non voglio darmi obbiettivi, specie sull'accoppiamento.

Allenamento, dicevo...
Per darvi l'idea della cosa, in cinque anni di laboratorio teatrale non mi sono mai fatto il mazzo in un singolo incontro come in questi qui. Se si toglie il primo incontro che abbiamo praticamente fatto a tavolino per conoscerci, non sono MAI tornato a casa ILLESO.
L'altra volta era la caviglia - che poi ho scoperto che invece era la gamba, vabbè - che in un esercizio ho mosso in maniera un po' troppo "vivace" e ha deciso di farmi sapere che si sentiva incomodata. Ma l'ho presa bene: in fondo l'esercizio consisteva nel muovere fronte, gomiti, ginocchia e, appunto, caviglie come se fossero dotate di propria volontà e volessero semplicemente schizzare via da noi.
Poi, Vania lo ha declinato in maniera specifica per ogni ruolo. Il mio, guarda un po', era quello in cui le parti volevano scappar via di brutto. ^_^
Beh, una volta a letto ho capito che non era la caviglia a non farmi dormire, ma che la caviglia risentiva del fatto che da lei in su, fino al ginocchio, non avevo muscoli, ma un ciocco di legno. Mezz'ora di massaggi per scioglierla prima di riuscire a dormire. -_-
Stavolta invece, due ore di capriole avanti e indietro sulla mia noce del collo - in salita e in discesa, quasi lo scordavo - più altre simpatiche pratiche quali il trapezio, la capriola lenta partendo da mezzo metro d'altezza fino a terra (all'indietro, ovviamente) e la ruota a due in coppia con Alessio (e chi conosce Alessio immagina di cosa parlo) mi hanno fornito:
- numero uno di collo bloccato
- numero due di spalle bloccate
- numero uno di fastidiosissima spellatura al polso, o ferita poco profonda, ma in un punto in cui tutti i cerotti si staccano o si sollevano dalla carne (rendendo inutile la loro natura di cerotti)
- varie ed eventuali, che accuserò domani mattina, cercando di andare a lavoro.

Nel frattempo, la sceneggiatura versione 4.infinito è pronta e in mano al produttore. Quale, non lo so: mi sono perso nei meandri di chi era intrigato/coinvolto/interessato. Suppongo sia in quelle di Guglielmo, che io mi sono ostinato per mesi a chiamare Angelo.
Forse perché mi veniva in mente Angelo Guglielmi, quello della RAI.
Mah.
Comunque, Marco (il regista) dovrebbe essere partito per una quarantina di giorni, su un cargo battente bandiera liberiana. Scherzo, sta facendo il cammino di Santiago.
Il che è un bene, perché ha smesso di chiamarmi tutti i giorni - il che mi ricordava che a) non ho una fidanzata, ed è molto triste che sia un amico a farne le veci (e neanche il mio tipo!) e b) se avessi una simile fidanzata l'avrei mollata.
Quindi posso con totale tranquillità ripensare alla nuova versione che ho fatto e... farmi assalire dai dubbi di aver fatto una cagata. Di aver rovinato quanto di buono c'era prima. Di essere un fallito. Di avere bisogno di bere una birra. Possibilmente in un pub. Possibilmente vicino a una donna, che mi chieda
"Perché bevi?"
Ed io
"Per dimenticare."
E lei
"Che cosa?"
Ed io
"Che bevo."
Ah ah ah!
Bella. Vecchia, ma sempre gustosa.
Il che si applica anche a un certo quantitativo di donne, sto notando.
O forse è astinenza.

In più, è uscito il bando di Sfida, già da un po'. [Ostia Peppa, sono citato su Wikipedia! 0_o]
Ho i cinque elementi - difficilini 'sta botta - e un paio di idee, ma non scrivo.
Prima, era anche perché la sceneggiatura, diciamolo, mi ha un po' succhiato la vita. La vita e le energie. E la creatività. C'è stato un momento in cui pensavo che non avrei più avuto un'idea. Poi mi sono accorto che quella era un'idea, e ci ho ripensato.
Geniale.
Il fatto è che la creatività mi è richiesta su più fronti, tipo i giochi di ruolo - ho il gruppo in astinenza, che si droga (come me) a forza di puntate di "Game of Thrones" - o le sceneggiature per fumetti che mio fratello vorrebbe realizzassi per un suo progetto per provare a far soldi nella vita. E visto che potrebbe aiutarlo ad uscire dall'alibi che si è autocostruito - cioè quello di non essere capace a fare un cazzo - e non è nemmeno un'idea del tutto imbecille - come quella di aprire una partita Iva per mettersi a fare e vendere acquari - mi piacerebbe dargli una mano.
Ma senza impegno.
Beh, senza troppo impegno. Non posso e non voglio chiudermi per altri mesi su una sceneggiatura, almeno non prima che questa sia definitivamente finita e in lavorazione: ha la priorità.
E poi, è che proprio non mi piacciono gli impegni.
Non li rispetto. Non rispetto le scadenze, c'è qualcosa di implicito che mi fa rodere il culo, e non c'è verso, non li mando giù. Non so se è perché la gente si aspetta qualcosa da te, e resta delusa se non la fai, e non vuoi che la gente sia delusa da te... e quindi è meglio non fare un cazzo e non prendere impegni.
Ma se non è questo siamo lì.
Lì, in fondo a destra.
Saluta.
"Ciao, Rat-Man!"
[se non l'avete ancora letto, l'ultimo numero - terzo di una quadrilogia - è SPETTACOLARE]

Responsabilità.
Sono come le bollette, quando arrivano ti rode sempre il sedere (culo l'avevo già detto) (alla prossima, deretano) (accidenti, così l'ho già usato).
Ho passato la vita a scansarle.

E invece adesso, voilà! Mi ci butto a piene mani.
C'è quasta cosa da fare, ci sei? No!
Ah ah ah!!! E' che non mi resta più troppo tempo!
Già il lavoro in ufficio mi stramazza, come certe signorine che ci girano ogni tanto, che ci sono giorni che voglio solo tornare a casa e mettermi a letto... e a seconda dei casi non da solo.
E a volte lo faccio! ...sempre da solo.
La pennica poimeridiana sta diventando un vizio. Operazione Recupero Forze Fisiche. ORFF. Suona bene.
[Eh? Eh? Col doppio senso! No, dico! Fuochi d'artificio, stasera!]
Ma è anche che, quando sto a casa, deovrrooei (esce cosi quando stai per scrivere devo, poi t'accorgi che è una cazzata perché finisce che non lo fai mai e quindi cerchi di correggere in dovrei) lavorare sui copioni, sui testi. Studiare, provare, scrivere e riscrivere.
E appuntare le idee geniali che ti vengono, tipo un corto in cui un tizio ascolta notizie terribili alla tv, e sembra interessato, ma non toccato affatto. Poi va in balcone, vede che è spuntata una rosa ed è terrorizzato, schifato, manco stesse guardando un omicidio; quindi rientra in casa raccoglie un bastone e colpisce il fiore selvaggiamente. Inspira a fondo, si calma e guarda la rosa maciullata. Solo allora si sorprende, addolcisce lo sguardo e mormora "Bellissima...".
Se non s'è capito ho approfittato proprio per appuntarmi l'idea. ^_^

E non da ultimo, ci sono una fracca di cose che aspettano da mesi di esser fatte.
Ad esempio, ho una svranga di foto da ritoccare di una festa di due anni fa. Ho promesso che l'avrei fatto in tempi brevi, figuratevi un po'. E un altro mare di foto da discernere e postare su Facebook. Persino Facebook lo trascuro da un po'. Non faccio nemmeno il giochino che mi piace tanto (quello delle isole coi tesori, non la fattoria) per rilassarmi.
Ecco, non mi rilasso.
Cioè, non molto.
M'ha sconocchiato bene il collega di Alessandro, quando sono andato all'inaugurazione del loro centro di fisoterapia - che se La tempesta continua così prima o poi un salto dovrò farcelo di nuovo - e credo sia l'ultima volta che mi sono in un certo senso coccolato.
Anche perché andare dal barbiere, vera fonte di coccole autorizzate per un uomo - ultimamente una certa ansia economica non me lo fa permettere. Eh, già, l'RC auto ha saputo costringermi a chiedere un mese di affitto ai miei... Dura, dura ammissione del fatto che da solo non riesco proprio bene a campare...
Ma speriamo che i miei sogni diventino tutti realtà.
Per ora volano alti.


GrimFang