L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 30 aprile 2008

In Perpetua Crisalide

Nel cielo s'affaccia
e guizza
una punta di cipresso
e sbuffa
e si trasforma
e si fa viso e nave
e cima di veliero.
Quasi non sapesse
di quale cielo è figlia
quasi indagasse
della sua natura.
E pure
in perpetua crisalide
l'essenza sua non muta;
e lei lo sa.
Così,
come la nuvola,
dovrei rammentarlo anch'io.


GrimFang

martedì 29 aprile 2008

L'è düra

Alemanno sindaco di Roma.
Detta così, suona come se i lanzichenecchi fossero calati di nuovo. E forse non ci sbaglia di tanto. Devo ammettere che la mia prima reazione è stata di questo genere:
Ma, ahimé, con l'umorismo non si va poi tanto lontano.
Basta infatti un tempo inClemente (per non dire "a cazzo") e un discorsetto di quelli non proprio rigeneranti della solita (ir)responsabile in ufficio...
Stavo per mettermi a piangere, giuro.
Per stress, nervi, stanchezza, amarezza di non vedere mai riconosciuto il proprio lavoro, una volta che sia una.
Eccheccazzo.

In fondo sono giorni che qui sto in trincea da solo!
Poi dici che ti prende la depressione...
Maledetto me e il mio senso di dovere istituzionale...
Ma il problema dev'essere che anch'io sono come la mia responsabile, paro paro. Me la prendo sul personale, e non dovrei farlo. Mi viene da piangere se qualcuno contesta (o non approva) il mio lavoro.
Per chiarire: se tra i vostri innumerevoli compiti c'è anche quello di rispondere al telefono, e dall'altra parte della cornetta uno/a vi fa "Ce l'avete questo film?", voi che fareste?
No. Qua bisogna invitarli a mandare una domanda per iscritto, via email.
E se mi capita una come quella dell'altro giorno, che a) non mi ha voluto dire chi era e b) non capisce un cazzo (affermazione sua) di computer?
Si attacchi al cazzo.
Faccia la domanda via posta.
O ancora, c'è un laureando che fa la tesi su, poniamo, la figura di Casanova?
Non sono autorizzato a fare la ricerca per parole chiave io: si arrangi lui/lei a cercare i titoli e poi me li chieda. Per iscritto.
O se una redazione, come quella della Jolefilm (Marco Paolini, che adoro), vuole sapere se abbiamo dei titoli e me li richiede per iscritto?
Dovrei rispondergli che in videoteca non ce li abbiamo (ma in pellicola sì, solo che non lo posso dire) ed invitarli a rivolgersi al Direttore Conservatore per vedere se esistono in pellicola, e cercare di contrattare con lui per il riversamento, eccetera, eccetera, eccetera.
Che grande archivio, la Cineteca Nazionale.
Tonnellate di roba, e non si può far sapere che ce l'abbiamo. A meno che, ovviamente, non si passi per le vie ufficiali e le corsie preferenziali; e se sei un laureando ti attacchi al cazzo. Anzi, no, laureandi, scrittori, ricercatori, gli stessi autori hanno comunque la possibilità di vederseli, in tempi biblici. Sono i cittadini comuni che si attaccano al cazzo.
Ma è solo uno sfogo, sto esagerando.
Il criterio è abbastanza sano, in fondo: se quei film hanno già avuto una distribuzione commerciale, allora è giusto che se li vadano a cercare altrove e altrimenti. Però così, in fondo, viene meno il concetto di servizio pubblico che, seppure in minima parte, pur sempre rappresentiamo. O no? Non ci ho capito un cazzo? Non dobbiamo considerarci come un'emeroteca, una discoteca, una nastroteca di stato?
Come la biblioteca nazionale?
E che, se un libro è pubblicato lì non lo danno?
Certo, hanno più soldi e personale di noi, chiaro. Qua ci sto solo io...
E le macchine che possiamo usare per i riversamenti sono solo due, per puzza (anche perché una è quasi sempre presa per finalità interne).
Ma io che posso dire?
Sono sempre stato portato ad essere gentile e disponibile con tutti: se a me una persona fa una richiesta via telefono e già so che quello che cerca non c'è, perché dovrei far loro perder tempo a spedirmi una richiesta cui dirò di no? O se invece c'è, è già disponibile e potrebbe direttamente prendere un appuntamento per visionarlo via telefono, perché dovrei metterci di mezzo la carta stampata?
Perché tutto deve lasciar traccia...
A chi?
Come se non sapessi già che poi tutta questa carta dovrà comunque essere informatizzata. Da chi? Da me, ovviamente.
Ma a lei che je frega? Lei se ne sta nel suo bell'ufficietto, a cinquecento metri di distanza.
E "non è possibile sovraccaricare il telecinema".
Perché? Io avevo sentito il tecnico proprio per sapere qual'era il limite del sovraccarico! E l'ho rispettato. Ma no, è perché lui ce la può anche fare, ma
"le pellicole gliele dobbiamo montare noi".
Che vorrebbe dire lasciare il bell'ufficietto e farsi quei 500 metri di distanza...
Bah, mi viene l'acido.


GrimFang

sabato 26 aprile 2008

Amatriciana vista mare

Oggi è una gran bella giornata.
Una di quelle che si passerebbero volentieri a fare una passeggiata, il che - tra le diverse opzioni di cose che dovrei fare in questo momento - mi spingerebbe forse ad andare a prendere la borsa che Erika ha vinto in un negozio vicino casa mia, sulla Boccea. Preferendola allo scrivere questo post o al mettermi a lavorare sul mio romanzo. Se non fosse che ieri sera lei s'è dimenticata di portarmi la stampata della email che certifica il diritto al premio e che quindi, visto che non ho inchiostro nella stampante a casa per poterlo fare io, sarebbe quindi un viaggio a vuoto. Ed eccomi qui a scrivere, dunque!

Ieri sera, appunto.
Il programma, ventilato fin dalla tesi di dottorato del Digia, era quello di fare la seratona Sergio Leone a casa nuova del Deso e Maria, a Ostia. Era per giovedì, poi orientativamente spostata a ieri e poi definitivamente pisciata in favore di una partitona di gioco di ruolo, animata dal sottoscritto, visto che gli altri erano in crisi d'astinenza.
Anche io, sarebbe da dire, visto che - eccezion fatta per una partita masterizzata a due in combo con Lord Rauros sui fantasmi giapponesi (parte del progetto di Gabriele, tra teatro ed Elish) - è veramente un boato che non 'dirigo'. ^__-
E infatti, pur avendo a disposizione due giorni, un bel po' di tempo libero e anche una certa tranquillità d'animo (non ho scadenze in urgenza reale, e grazie al cielo stacco per più di due giorni dal caos di lavoro), non sono riuscito a concludere un beneamato. Tra un attacco di starnuti (mi sa che si sta facendo sotto l'allergia, la vedo male quest'anno), una botta di fiacca, la visione de "Il paziente inglese" preso a lavoro, e l'indecisione cronica su cosa fare e cosa ascoltare, come preparare la vicenda, cosa avevo voglia di giocare... mi son ridotto all'ultima mezz'ora a ripassare una di quelle già pronte. Che poi, riascoltando la sequenza delle tracce, ricostruendo la storia, m'è anche risalito il fomento: però l'hanno molto stroncato i chilometri di macchina, semafori e traffico che mi son dovuto sciroppare fino a Ostia. E come dice il Digia, mio compagno di viaggio, questa sarà una cosa da mettere da conto ogni volta che vorremo andare a giocare là.
Come avrete intuito, non s'è giocato; e non s'è nemmeno giocato ai giochi da tavola, che era il piano alternativo, bensì s'è cominciato a vedere un film, "Lord of war", che è stato quasi unanimamente tolto prima che raggiungesse la metà, e quindi regalato all'istante ad Erika che è stata l'unica a protestare - più per il fastidio di vedere un film a metà che per un qualche recondito merito nascosto dell'opera.
Non ha protestato nemmeno Sara, ma suppongo che questo derivi dal fatto che ci ha conosciuto ieri sera. ^__^
Magari sentiva qualche remora in più nell'esprimersi liberamente, o magari era pienamente d'accordo col cessare di quella tortura. Fatto sta che non l'ho vista con una faccia poi così dispiaciuta quando la parete è tornata verde e la luce s'è riaccesa. Ad ogni modo, conto sul fatto che in capo a qualche altra uscita con noi, sempre che sia interessata a farlo (ieri il Digia, che era seduto vicino a lei, sembrava aver perso il dono della coordinazione motoria e rischiava ogni tre secondi di far danni), si sentirà abbastanza a casa da scialarsi senza problemi. Anche se non ce la vedo a scafarsi di brutto, perché m'è sembrata decisamente una persona educata, specie a confronto con noi barbari! Anche molto carina, a dire il vero, e dai modi delicati. Con quella deliziosa piega vicino alle labbra che hanno le persone che sorridono spesso.
Però non è nemmeno il tipo di ragazza mostruosamente timida che passa la serata arrossendo in disparte: l'ho vista ben disposta ad infilarsi in mezzo a questa gabbia di matti che siamo col sorriso sulle labbra, senza perderlo. E' stata al gioco nelle prese in giro (tipo il liet-motiv della cena del "Ma chi è questa persona così..." seguita dai più disparati attributi che partiva ogni volta che qualcuno se la 'scoattava' in qualche modo) come quando ci siamo tutti affacciati dalla terrazza mentre lei parlava giù con le sorelle (che sono gemelle tra loro: io sono cieco come una talpa e non ho visto niente; ti toccherà presentarmele, Sara).
L'unico momento in cui l'ho vista magari un po' meno rilassata è stato quando cercava di far chiarezza sulla sua affermazione riguardo il lavoro... Purtroppo per lei abbiamo sentito tutti che non farà vacanza e passerà il Ferragosto a studio, consentendo ferie tranquille a tutti i colleghi. Il resto della frase se lo son mangiato le grida di giubilo del Deso. ^__^
Che donna! Che spirito di sacrificio! Quale spregio dell'umana natura, necessitante di periodi di riposo e relax in riva al mare sotto un ombrellone, o sui dolci clivi di una montagna in fiore! Quale stoica resistenza nei confronti del bel Portogallo, terra di sogno, cui lei non ha nascosto una certa propensione! Ma lei non cede: passerà il 15 agosto a lavoro.
Purtroppo, dopo era troppo tardi per chiedere di partire il 16, come voleva. ^__^
Promossa a pieni voti, quindi!
Certo, lei ed Erika devono immediatamente recuperare la mancanza di non aver mai visto "Blade Runner" (scherziamo?!), il che, in una comunità di nerd come la nostra, è certamente qualcosa d'imperdonabile. L'unica chance rimasta, come doverosamente diceva il padrone di casa, è regalare al Deso il cofanetto da 5 (non 2) dvd e poi gustarsi la proiezione su parete nell'amena casetta, con nostro sommo gaudio! =)P

Comunque, forse avremmo fatto meglio a giocare a Bang! (che m'ero comunque portato appresso), o a restare a chiacchierare sul terrazzo. Io stavo già accusando la mia solita pesantezza di stomaco post-cena, come purtroppo mi capita da un po' di tempo a questa parte, e stavo decisamente in uno stato rinco non ornito, per cui mi ero già deciso a tornare a Roma, non essendo tanto per la quale. In fondo, la cena è stata ricca e abbondante: ma sarebbe bastata anche solo una forchettata della spelndida amatriciana di Maria per definirla tale! ^_^
Diciamocelo, se Maria dice che fa l'amatriciana salta via qualsiasi remora a sciropparsi la strada fino ad Ostia. Viva viva l'amatriciana di Maria! Infatti il Digia in cuor suo temeva che fosse vera la minaccia di tenerci a minestrone visto che siamo arrivati con un'ora di ritardo.

Perché?
Beh, a parte i problemi relativi al preparare l'avventura - che non hanno comunque impedito la partenza prevista per le 18.30 - siamo passati al parco Schuster per farmi firmare la richiesta di referendum promossa da Beppe Grillo. C'era una vera e propria festa, piena di gazebo, e c'era un boato di gente. In realtà l'immensa fila che avevo visto in coda ai banchetti delle firme non si è rivelata tale; è che avevo preso per orizzontale quello che andava visto in verticale: invece di essere trenta metri di fila per un banchetto erano trenta banchetti per un metro di fila, nascosti dal muro delle persone.
Così, mi sono sbrigato relativamente in fretta, non fosse che, mentre arrivavo a dare il documento, dall'altro lato di questo gigantesco rettangolo formato da tutte le postazioni di raccolta delle firme (che erano anche divise per luogo di residenza, perché c'era gente che firmava da residente in Sardegna, ad esempio) ti scorgo una faccia familiare: un visino delicato, un caschetto di capelli biondi, un nasino dritto, due occhietti verdi furbi furbi e due labbra sottili sempre pronte per un sorriso.
Erano anni che non rivedevo Nicopius, la mia vicina di posto alle lezioni di sassofono. Una ragazza meravigliosa di cui avevo anche perso il numero di telefono quando s'è rotto il cel, dopo averla ribeccata fortuitamente a S. Lorenzo, mi pare la scorsa estate.
Così, allarmato dal fatto che la vedo già firmare e andar via, guardo la tipa che sta raccogliendo le firme e le faccio
"Posso allontanarmi 30 secondi?"
Lei mi guarda con uno sguardo a metà tra il 'non coglionarmi' e la complicità e mi fa
"Proprio 30 secondi?"
Io annuisco e telo; raggiungo Nico, la saluto mentre è al telefono, le dico dove sto mettendo la firma, lei mi segue, io ritorno al posto e arrivo facendo, lì per lì
"...28, 29 e 30!"
Poi mi giro e recupero Nico che stava tirando dritto.
Così l'ho ribeccata e, dopo che ho messo le firme e lei mi ha presentato il suo ragazzo, si parla un attimo di quello che si fa, del suonare o meno il sassofono - l'abbiamo mollato tutti e due, e di quello che facciamo per campare. A questa domanda ha risposto solo lei che... fa la regista. Da mamma Rai.
^__^
Io ho fatto un ampio sorrisetto e... sapete già cos'ho risposto.
^____^
Il fatto è che già lei mi piaceva un sacco quando suonavamo, poi mi piaceva quando la beccavo in giro d'estate - una persona molto libera, molto allegra, molto alla mano. Scoprire poi che ciascuno, a suo modo, ha imbroccato una strada simile! Dai, sono cose che ti fanno sentire vicine le persone!
Comunque, siccome sapevo che eravamo in ritardo e che avevo lasciato Paolo in divieto di sosta in macchina, l'ho salutata di corsa dopo essermi ripreso il di lei numero di telefono ed email, e sono rientrato in auto che sembravo l'uovo di pasqua.
Devo aver bruciato troppi zuccheri, perché poi, a guidare, m'è preso il down: il traffico sulla Colombo e poi i semafori dell'Ostiense m'hanno bruciato, e quando ho parcheggiato avevo voglia di sdraiarmi su una branda e dormire.
Ma per penitenza sul ritardo ci hanno imposto di andare a comprare il gelato, e dopo un lungo giro sono riuscito a ribeccare la gelateria - ottima - che ricordavo essere da quelle parti. Steccando il costo del gelato con Paolo - il solito 60% e 40%, visto che stiamo pur sempre parlando di Dazio - siamo riusciti ad arrivare alla fine alla meta.

Casa del Deso e Maria è molto carina.
Un ultimo piano con ampio terrazzo diviso in due proprio sul lungomare: traversi la strada ed hai uno stabilimento balneare. E, a detta di Erika che era già là, gran bella vista su godibilissimi tramonti. Quando siamo arrivati c'era ancora luce, ma nel poco tempo a disposizione non ho fatto in tempo a godermi seriamente il panorama prima che fosse buio.
Però, ad esempio, è proprio nella zona dove c'è il pontile - quello dove finimmo a festeggiare il capodanno io ed Erika due o tre anni fa - che probabilmente è uno dei tratti più belli del litorale di Ostia, ed anche più vivi, tra locali e vita notturna. Questa però, a detta del Deso su richiesta di Digia, non rompe i maroni come potrebbe capitare di pensare a Roma: l'ultimo piano e i vetri spessi giocano a favore dell'insonorizzazione e garantiscono sonni tranquilli. Oppure è proprio lui che non lo svegliano manco le cannonate!
^__^
Comunque, quando farà veramente caldo e dovranno dormire coi vetri aperti ne riparleremo. Anche perché, sempre il buon Deso rispondendo a me questa volta, lì ci tira un vento della madonna. Certo, è ponentino se tira dal mare, ma può esser fastidioso e freddo, se ci si mette.
Il resto è molto minuto (più grande del precedente appartamento del Deso e credo anche di quello di Maria a Pomezia), diviso in un cucinino stretto, ma comunque dignitoso, un bagno soppalcato bene e un salotto/soggiorno/spazio notte con divano letto e, a castello, materasso a una piazza e mezza o due piazze sopra.
E' chiaramente un po' costretta per una famiglia, ma per due piccioncini è un bel nido d'amore. Vista mare, per giunta.

Così, ce ne siamo stati in panciolle in terrazza, col continuo sottofondo di Claudio Baglioni (che detesto) che usciva da un qualche stereo di macchina o altoparlante elettorale o del lungomare in festa. A cibarci di paradisiaca amatriciana, a bere il vino del dottorato del Digia nella decantiera dei futuri sposi, sparando stronzate a raffica a beneficio nostro e del novello pubblico, che consisteva in... Sara, appunto.
E seguendo i ragionamenti contorti di Erika, tipicamente femminili, che per scoprire se una certa persona A che passava un weekend a Londra con una certa altra persona B ha architettato un piano 'infallibile' secondo il quale ha prima chiamato A per offrirle un'anteprima al cinema gratis proprio nel periodo in cui sarebbe stata - se era lei la persona che andava con B - a Londra e poi... E poi l'ha richiamata per cambiare data perché aveva scoperto che s'era sbagliata! ^__^
Come giustamente notava Deso, un uomo avrebbe telefonato ad A ed avrebbe esclamato
"Allora te ne vai a Londra con B, eh, vecchio marpione!"
^_____^
Insomma, una gran bella serata, a parte i disturbi di digestione del sottoscritto, sicuramente da rifare, quanto prima.
Sarà forse merito della magnifica amatriciana di Maria?


GrimFang

giovedì 24 aprile 2008

Godo


No, dico, ma quant'è bello?!
Io quando vedo un attore/attrice italiano/a in un film fantasy godo come un riccio. Mi si apre il cuore. M'illudo sempre che alla fin fine un bel colossal fantasy nostrano finiamo per produrlo davvero.
Intendo un filmone che possa permettersi questi effetti speciali


che non sono nemmeno tanto fuori dal comune, ma son fatti con cura!!!
Un filmone che anche visivamente dia una bella atmosfera, come questa


cupa, avvincente.
Senza, ovviamente, essere una grande minchiata come il film da cui provengono queste immagini, che è ovviamente "The Chronicles of Narnia: Prince Caspian". Lo so che è una minchiata perché ero al cinema a vedere il primo con alcuni di voi, e da un simile seme non possono che generarsi ulteriori cazzate.
Visivamente appaganti, ma cazzate.
Il che, è un grande peccato.
Anche "Le cronache di Spiderwick", visivamente anche più appagante di questo - per via dei bozzetti delle creature decisamente 'froudiani' (da Brian Froud) - è ancora nel limite della bella favola.
Va bene che il piatto spinge in quella direzione - nonostante o forse per merito di film come "Il labirinto del fauno" - però... Nessuno riesce a compiere il salto, il distacco.
I segnali, però, sono positivi.
Credo che nessuno voglia ripetere la minchiata di "Dungeons & Dragons".

Eppure, basta riflettere poco; tornare con la memoria a film come "La storia fantastica", "Excalibur", "Krull"... o ancora "Il drago del lago di fuoco", "Labyrinth", "Willow", "Legend"... Scoprire che persino Tom Hanks ne ha fatto uno, per la tv, "Mazes and monsters". Insomma, basta ripensarci un po' e non si può non convenire che stiamo sempre lì.
Ne sono stati prodotti, di film. Ho saltato persino tutti i Conan e "Yado".
Ma si viaggia sempre tra effetti speciali e trame un po' da favola che possano incantare i bambini. Sono ben pochi quelli un po' più, diciamo così, per adulti.
Non sto citando un sacco di titoli, magari fatemeli presenti voi aggiungendo commenti, anche magari di film più recenti (ad esempio un "Dragonheart") o non proprio del tutto fantasy come "Reign of fire".
Però c'è sempre quell'esitazione di fondo...
Quella che dice 'se devo produrre un film fantasy il target che mi può far tornare gli investimenti è quello dei bambini'. Al massimo se la rischiano verso la fascia più adolescenziale.
Ma sarà mica per questo che ci piacciono?
Intendo, sarà mica perché ogni volta che li guardiamo ci sentiamo adolescenti?
Sembra quasi che se uno deve fare un film fantasy un po' più serio - ah, avevo scordato "Navigator - Un'odissea nel tempo" e "Time bandits" e tutto quel genere lì - pensa sia meglio farlo del tutto medievale, allora (tipo "Braveheart").
Una cosa del tipo 'se in questa storia ci metto un drago, però, suona come una cazzata'. Cioè l'idea che il fantasy è poco serio. Ma siamo sicuri che è così?
Non voglio scomodare Tolkien, mi basta una riflessione generica: non è forse possibile, come "Il labirinto del fauno" fa, traslare in forma fantastica quelli che sono accadimenti e riflessioni su problematiche vere? Si può parlare di totalitarismi, ad esempio, parlando dei rapporti che intercorrono tra un tiranno e i ribelli ("Guerre stellari", "V per vendetta")? O di violenze sui minori o in famiglia, parlando delle angherie su un giovane apprendista o una figlia serva ("Cenerentola") o parlando degli intrighi di corte tra consanguinei? Tra Amleto e re Claudio?
Si può parlare della seduzione del Male mostrando la danza di una principessa che balla da sola credendo di essere in due ("Legend")? Si può mostrare ancora il Bene ed il Male?
Io sono uno che sostiene non esistano dicotomie così nette: per me il mondo è a sfumature di grigio. Ma sono anche cosciente che non si può crescere un bambino da subito così: all'inizio deve avere delle categorie etiche ben definite e irremovibili, poi sta a lui riuscire a ammorbidirle. Uno che non abbia principi saldi all'inizio rischia di non farseli venire proprio.
Ma la domanda era retorica: certo che si può.
Allora perché non si fa?
Problema di costi? Mah, i giocattoloni alla "Il Signore degli Anelli" (tutta la trilogia) vengono pur sempre prodotti. E allora, manca la volontà. La volontà e le buone sceneggiature.
Evidentemente, c'è l'idea che una simile operazione non paga, o almeno, non tanto quanto.
Forse, qualcosa pian piano si muove.
Forse il fatto che la forza di una fiaba è rimasta immutata, da che le fiabe esistono. Come dimostra "Cenerentola".

E allora, magari, quando andiamo al cinema a goderci una fiaba fantasy come, appunto, "Le Cronache di Narnia", potremmo anche smetterla di storcere il naso a priori; e al massimo spendere una lacrima se l'occasione è sprecata.
Buone fiabe a tutti,


GrimFang

martedì 22 aprile 2008

Chat session

paolodiggia: bella
me: bella
paolodiggia: ma chi era la bassina popputa?
me: ...allora sei scemo
paolodiggia: ????
me: non ti ricordi la bassina popputa?
paolodiggia: no!
me: quella che hai beccato per le scale?
paolodiggia: NO
com'era fatta?
me: oh, la studentessa che t'ha seguito in aula professori!!!
che tu l'avevi incontrata per caso
paolodiggia: (a parte l'altezza e le tette?)
me: mentre spostavi la roba di... Maria Teresa?
la borsa rosa
paolodiggia: i capelli di che colore erano?
me: neri
o castano scuri
...cazzo eri proprio nel pallone, allora...
paolodiggia: lunghi o corti?
me: medi
sul lungo
paolodiggia: lisci o ricci?
me: lisci
oh, che te devo fà l'identikit???
paolodiggia: si!
me: ecchecc...
con gli occhiali
mi pare
paolodiggia: ti ricordi se l'ho chiamata per nome?
me: e che ne so, eri in cima alle scale!
lei non aveva capito che eri tu il dottorando
le hai detto del rinfresco
paolodiggia: questo è un mistero
ma c'ero in confidenza?
me: l'hai invitata a passare, ma lei t'ha detto che aveva da fare
e me sembrava!!
paolodiggia: età ?
me: ...'a Pà... te ce manno adesso o aspetto 'n poco?
paolodiggia: madonna c'ho un vuoto enorme!
me: ma dopo che hai fatto, te sei scolato 'na cisterna de Chianti?
paolodiggia: cioè, che non i ricordi questa cosa è grave...
me: assai
paolodiggia: forse hai ragione, ho gli occhi foderati...
me: no, no, a 'sto punto c'hai 'na trapunta pe' palpebra
^__^
paolodiggia: fa parte anche questo del fascino del giusto mix...
Inviato alle 15.27 di martedì
me: sì, il giusto mix tra una talpa, un allocco e lo smemorato di Collegno
o sarà forse perché due secondi dopo ti sei messo a chiacchierare con miss stampella?
paolodiggia: guarda ciccio
me: questo te lo ricordi, sì?
paolodiggia: che miss stampella
è praticamente la mia direttrice di tesi officiosa
me: meglio, no? Più piccante!
paolodiggia: comunque mi devo assolutamente ricordare chi era quella ragazzetta...
me: ah, svicoli?
paolodiggia: si ciccio
perché non ce nulla da dire
me: allora te piace!
paolodiggia: sull'altro punto
me: ^__^
paolodiggia: non farti film
se vuoi te la presento...
me: na, grazie. Culo troppo basso e largo. ^_-
paolodiggia: okay
devo rintracciare la mora allora
me: ma se l'hai rimossa dalla corteccia cerebrale, come cavolo fai?
paolodiggia: magari la ribecco
e mi si accende il neurone
e magari non solo quello...
me: beh, ad essere carina era decisamente carina
quella se me la presenti mi fai un piacere
paolodiggia: ho bisogno di piu dati però
me: senti, t'ho fatto l'identikit, mica posso dirti se aveva una fibrocisti uterina!!!
...almeno, non ancora...
paolodiggia: vestita come era?
dammi qualche indizio, senno è persa in partenza!
Inviato alle 15.37 di martedì
me: non so
mi pare casual
mi verrebbe da dire un maglione o una felpa verde scuro e scarpe da ginnastica
ma è come se me lo fossi inventato, non me lo ricordo affatto
mi pare di ricordare che teneva i libri in braccio
stile cartone animato giapponese, se hai presente
Inviato alle 15.42 di martedì
paolodiggia: gghhhhhhhhhhh!
me: era un rantolo di piacere?
paolodiggia: si
l'idea "donnina giapponese con i libri in mano"
mi fa quest'effetto
me: ah beh...
tu lo sai che questa conversazione inter nos sarà il mio prossimo post, vé?
paolodiggia: chiaro
cosi mi puoi smerdare un po!
Inviato alle 15.53 di martedì
me: naturel!
Inviato alle 15.54 di martedì
me: finisce così?
Inviato alle 16.16 di martedì
paolodiggia: finche non scopro l'identità della nostra misteriosa moretta...
Inviato alle 16.17 di martedì
me: allora stiamo freschi
confermato giovedì sera dal Deso?
Inviato alle 16.31 di martedì
paolodiggia: ancora no
mo lo sento
Inviato alle 16.40 di martedì
me: vabbuò, allora ci aggiorniamo!
Ciao!

...giusto per rammentarvi che nessuno è mai al sicuro...
^________-


GrimFang

giovedì 17 aprile 2008

Una gita al lago

Capita, dei giorni, quando non te lo aspetti, di farti un regalo, una mattata.
Una cosa improvvisata, come una sorpresa, del tipo trovi la Fontana di Trevi tutta rossa. Tempo fa ho letto questo post, e sono tornato con la memoria a quel giorno, quando qualcuno in un istante fece uno spettacolo shockante.
A me, tornato improvvisamente bambino e privo di qualsiasi rispetto per il monumento d'arte, piacque. Piacque un casino.
E ne capivo completamente il senso futurista, la rottura col passato delle tradizioni, la scossa artistica che ti ricorda che l'arte è vita. E muore nel monumento, fisso, stabile. Non permutabile. Per questo quell'acqua rossa mi sembrò per un istante ridargli sangue, e vita, e non credo che sia un caso se, qualche mese dopo, io mi fermassi lì, e trovassi interessantefargli pure qualche foto.
Così come m'è piaciuto sapere delle palline giù da piazza di Spagna.
Chiariamoci: se quella sostanza avesse rovinato la fontana mi sarei avvelenato a morte, incazzato come una iena. Ma già sapevo che non era così, perché il gesto era troppo bello per... disilludermi così.
E non me fregò - né me ne frega adesso - che l'artista in questione (sarebbe il caso di dire performer) sia un simpatizzante di destra, magari estrema.
Sono tuttora convinto che a me, quello, m'ha fatto un favore.
M'ha ricordato che l'arte è viva, io sono vivo, e la città pure. M'ha regalato una ventata d'aria fresca nel torpore. La coscienza di sapere che siamo addormentati.
E allora, cosa si può fare per svegliarsi?

Vivere.

Il mio gesto non è stato assolutamente eclatante: mi sono limitato ad accorgermi che mi piaceva troppo guidare la macchina con quell'aria deliziosa che c'era ieri pomeriggio, e i Jethro Tull nello stereo. Individuare subito una meta, ricordando che in fondo Anguillara è vicina, ricordando il lago com'è bello in una giornata come quella.
E decidere che niente delle cose che avevo da fare era realmente prioritario.
Magari mi ha dato anche una mano il pensiero di non dover spiegare ai miei come mai arrivavo con un'ora e mezza di anticipo, visto che ignoravano che non fossi andato a lavoro.
Così, m'è bastato tirar dritto e sorridere, sciroppandomi tutto l'inspettato traffico delle 16.15 verso la zona della Trionfale e della Cassia. Ed io che m'ero illuso che solo dopo sarebbe stato tutto bloccato (e infatti tornando ho visto che era molto peggio).
Ho anche chiamato Sergio e Gabriele, per sapere se erano di strada o si trovavano altrove. Ma il primo ha il telefono staccato, per cui sospetto sia andato a trovare il proprio novello nipote (benvenuto ancora nel club degli zii!), e il secondo mi ha richiamato poco dopo. Alla notizia di quanto stavo facendo s'è subito preoccupato che fossi in depressione. Non era affatto così, stavolta.

Anguillara per me ha tre momenti fondamentali.
Il primo, è ai tempi del liceo quando, innamorato di Viviana che viveva lì, me la facevo in bicicletta da Roma Aurelio e ritorno, per andarla a trovare. Era una bella faticata, ma di quelle che ti compensano con la vitalità e i dolori muscolari (scherzo), e poi si restava a fare quattro chiacchiere in giardino, o mi offriva il gelato fatto in casa...
Adesso Viviana, che io sappia, vive in Inghilterra. Ho persino il suo numero di cellulare, dopo che ci siamo persi di vista da un secolo.
Ieri, ho pagato il pedaggio a questi ricordi. Ho deviato e le sono passato sotto casa.
Forse per dimostrare a me stesso che ancora so ritrovare dove abita(va).
Il secondo, è più pesante (ma anche più leggero) perché è legato a Chiara (e a Gabriele e Martina).
Il giorno in cui io seppi di aver perso la gara per diventare il suo ragazzo (aveva vinto il Deso - che si sarebbe ritirato la sera stessa, perché Chiara stava già male) io rimediai una solenne ubriacatura. Il giorno dopo stavo una chiavica: alito pestilenziale, umore di merda, incollato alla televisione e con il vago sospetto che forse potevo torturarmi meglio o salvarmi la pelle (a seconda) ascoltando l'allora ultimo cd dei Subsonica, Amorematico. Che sapevo essere in possesso di Gabriele.
Forse è stato solo perché stavo vedendo un film su TMC, e c'era una scena in cui due uomini appena mollati dalle donne passavano vicino a due coppie che paccavano in un portone, si fermavano, li guardavano e, velenosi, dicevano "Bastardi!" prima d'andar via... fatto sta che alzai la cornetta per chiedere a Gabriele di portarmi il cd. E lui venne in macchina con Martina - allora stavano insieme - e mi portarono al lago. A mangiare un gelato, e a parlare.
Ed io tornai come nuovo, tanto da passare dal proposito "non voglio vedere Chiara per almeno tre settimane" espresso la sera prima all'andare a trovarla due giorni dopo, riuscendo a confessarle in maniera del tutto candida che ero innamorato di lei. E a prendere sportivamente il due di picche conseguente. E a questo scopo non fu del tutto esente l'ascolto del cd, con tracce come Nuova Ossessione.
Ed anche a questo, ieri, ho pagato il mio pedaggio, prendendo un cono fragola e limone, il primo gelato della stagione, nello stesso bar dove parlai con Gabriele e Martina.
Il terzo, è la gita a Bracciano, con sosta lungo il lago e lancio di sassi sulla superficie dell'acqua, fatto con Erica l'hanno scorso.
Era stata una gita improvvisata, di quelle un po' come quella di ieri. Ti va di andare al lago? E allora via! Un pomeriggio di chiacchiere con un'amica - nonostante il termine allora, almeno per me, fosse ancora in via di definizione - con la macchina che poi non riparte, la messa in moto a spinta, e tante cose divertenti. Una bella cosa da condividere, che a volte un po' mi manca.
Il pedaggio, qui, se non è stato il viaggio stesso (un conto è andarci in due, un altro da soli) è stato forse il fermarsi a guardare il lago. Ma forse è un pedaggio che non ho pagato.
Godermi il sole lontano sullo spechio d'acqua, che poi s'allarga fino ad arrivare a me e poi scompare di nuovo sotto le coltri plumbee... il volo radente dell'anatra che m'è sfrecciata davanti... l'angolino del pontile che mi richiamava così tanto quello scorcio di panorama in Slovenia... E ancora i campi di fiori giallissimi dal mio finestrino, e i due cavalli al pascolo a bordo strada.
Quelli sono stati tutti roba mia.
E quando mi sono fermato a osservare il cavallo, che al mio fischio è venuto fino da me, perché ero improvvisamente memore che si tratta del mio animale-Strassberg, non ho fatto che fare regali a me stesso. Magari non sarò riuscito a staccare completamente dai miei problemi di ogni giorno, non sarò riuscito a sentirmi vivo al 100%, ma di sicuro mi sento più ripulito, più rinnovato.
A che servono le mattate, sennò?

Venivo dalla tesi di dottorato di Digia, accompagnato dal suo clan quasi al completo (assente giustificato solo suo fratello gemello). Lui mi aveva mandato un sms dicendo che era gonfio di gnocca, ma io, a parte il non crederci, ci sarei andato uguale. Come sono andato alla laurea del Degio, che, a proposito, non ce l'ha fatta in primo municipio e si congratula con te per l'avvenimento.
La tesi, ad essere sincero, m'è rimasta del tutto oscura; quello che ricordo è che riguarda delle cose chiamate "Jump", che a me rammentavano canzoni hip-hop o dei Van Halen.
Suppongo fosse teoria matematico-filosoficinformatica.
Lo spasso è stato vedere e SENTIRE Paolo palleggiare dall'italiano al francese all'inglese nel medesimo lasso di tempo della discussione.
Dico lasso, ma ironizzo: io sono arrivato alle 10.45 che già erano dentro da quaranta minuti, mi sono infilato dentro seguendo quella che avrei scoperto essere la successiva dottoranda che erano perlomeno le 11, 11.15. Siamo usciti che era passato da tempo il momento del pranzo, ed io ero ancora senza caffè, colazione e sigaretta mattutina!
Nota sulla successiva dottoranda - che è stata di gran cuore e c'ha regalato delle bottiglie di vino avanzate, che certamente stapperò col buon Digia... Diciamocelo, Paolì: se dovessi tradurre al femminile il concetto di nerd uscirebbe quella lì. ^__^
Dev'essere intelligente, spiritosa, non lo metto in dubbio; ma è quantomeno 'rigidina', e si agghinda come la signorina Rottermeier in un giorno di... festa.
=)P
Il buon Digia aveva comunque il Giusto Mix: anche non capendo che cacchio volessero il francese, l'italiano e l'inglese che lo interrogavano, ha mantenuto calma, classe e savoir faire ed ha borbottato qualcosa arrampicandosi sugli specchi. Io al posto suo, viste le tre nazionalità, avrei pensato di essere in una barzelletta.
Le segretarie della presidenza sembravano quasi in lutto per la sua futura mancanza, e la signora che non esito a definire una splendida femmina sotto i cinquanta gli ha fatto più occhi dolci che una mamma incestuosa al proprio figlio... Ovviamente lui manco se n'è accorto. Dire che quelle donne si strappavano i capelli perché il pupo le abbandonava non è niente.
Tanto più che scommetto che il buon Paolo nemmeno s'è accorto che un'altra bella femmina, chiaramente sua amica, ma che a me dava l'idea di non disdegnare eventualmente qualcosa in più, gli ha proprio messo una mano sul culo e ce l'ha tenuta quando l'ha salutato. Ma il bimbo ha le fette di prosciutto sugli occhi.
E scommetto che, pensando a lei - per la cronaca, era quella con la stampella - il buon Digia si dice anche 'magari ce casca'.
La fata, quella vera, era una studentessa bassina e popputa (come piacciono a me) che lui ha salutato sulle scale, cogliendo la palla al balzo per invitarla al rinfresco al piano di sotto... e che stava per lasciare tranquillamente andar via senza accorgersi che la poverina non aveva capito: è stato necessario il mio intervento a farle capire che il dottorato era il suo, e si era appena laureato. La giovinetta si è ovviamente fiondata all'inseguimento per congratularsi e abbracciarlo.
Mi devi un favore, amico.
;)P

Sullo schermo all'esterno dell'aula c'era invece Sky TgNews 24, da cui apprendevo che ad Olbia stava avendo luogo una conferenza stampa tra il nano e l'amico Putin. Nel tentativo di sbirciare il corpo delle segretarie nella stanza a fianco - soprattutto la riccetta con gli occhi azzurri - m'intrattenevo discettando (da nerd) con gli amici (nerd) di Paolo (nerd) se la bionda che appariva in quell'istante fosse una giornalista russa o italiana. Agli onori della cronaca l'avremmo rivista tutti nel telegiornale della sera, per il gesto-mitraglia che Berluska le ha rivolto. Sì, era proprio lei, e c'avevamo preso, era russa. Non sapremo però se quella col maglione coi cuoricini sopra era italiana o meno.
La chiacchiera con gli amici di Paolo è stata gradevole, e c'erano persino un paio di facce conosciute (anche se l'unica a salutarmi per nome è stata sua sorella), di cui mi sfuggivano e mi sono sfuggiti di nuovo i nomi. A parte un altro Paolo, di cui ovviamente ricordo il nome, ma ho difficoltà ad associarlo ad una delle facce.
S'è discusso di donne, di cinema, di viaggi, di gite scolastiche, di donne, di caffè, della Francia, dei festeggiamenti, di donne, eccetera eccetera.
S'è mangiato, festeggiato, chiacchierato e s'è preso il caffè, fumandoci sopra dopo.
Ed è stato lì che Digia mi ha dimostrato il suo stato di grazia.
Stavamo tornando verso le aule dopo l'ultimo caffè, disturbando per la seconda volta due studenti che paccavano sulle scale (e non venirmi a dire di no, che lei era tutta arrossata anche sul collo) quando, passando lungo un corridoio, superiamo un gruppo di tre studenti di cui una... esagerata.
Paolo era esattamente dietro di me, alle mie spalle, guardando la mia nuca.
Io ho fatto tre passi, e appena oltre il gruppo ho solo espresso sulla faccia, nella mimica, aprendo bocca ma senza nemmeno sussurrare, il concetto "madonna mia!"
E Paolo mi RISPONDE
"Te l'avevo detto ch'è gonfio, no?"


GrimFang

Cazziata!

Prossimamente sui vostri schermi!

Che bello, arrivare in ufficio e subirsi un'abissale cazziata della propria superiore isterica perché la videoteca non era aperta all'orario istituzionale, le 9.30.
Per di più, la porta della videoteca era aperta!
Subito aggredito dai miei sensi di colpa, ho buttato là un'ipotesi che sapevo non essere vera, ma che le avrebbe ricordato che il mio collega soffre di un brutto male che gli toglie da un momento all'altro gli zuccheri, e mi sono precipitato verso il bagno dove va lui come se temessi fosse svenuto lì.
Esagerato, sicuramente, ma mi forniva il tempo di pensare a una scappatoia e togliermi dalla sfuriata della responsabile, che è tanto buona e cara, ma quando le prendono i cinque minuti (cioè quando la mia strada e la sua s'incrociano) diventa un'arpia.
Tanto per cominciare, cara la mia imbufalita bestiola, sarà almeno la terza volta che ti scordi che il mio contratto è a progetto, a differenza del tuo, e che quindi io non sono affatto obbligato a rispettare vincoli d'orario. Altrimenti mi fai un bel contrattino a tempo indeterminato o mi butti fuori a calci in culo: nel qual caso, non mi dispiacerà vedrai, ché a lavorare sotto di te proprio non ci tengo.
E, sempre nel caso, potrebbe anche farmi piacere fare causa all'ente che mi ha assunto a progetto per quattro anni, che la vincerei di sicuro e tornerei a lavorare comunque.
In secondo luogo, come mi fa gentilmente notare il collega - che non era affatto svenuto bensì era al corso di formazione - c'è modo e modo di dire le cose: e credo che fare una sfuriata ai tuoi dipendenti davanti all'utente che non era riuscito ad entrare dia dell'ente un'immagine ben peggiore che il semplice disguido di non avere usufruito al meglio della sua prenotazione. E poi, ma che cavolo credi, che non possa mai capitare un disguido, un ritardo, una colica incapacitante?
Cos'è, sei incapace tu ad affrontare gli imprevisti?
E fatti una cura di Lexotan, e un corso di yoga!
Ancora, se nei tuoi sproloqui ci rinfacci che è la seconda volta che accade e che non deve accadere mai più, non fai che rammentarmi le due volte (forse una sola) in cui io ho chiesto a te - che sei la responsabile - di coprirmi l'orario di apertura, e te hai risposto picche. Ed io sono comunque venuto, in uno stato spettrale, occhiaie, tremore per il freddo e umore di merda per tutto il giorno solo perché tu hai detto no. Io che vengo a lavoro anche se la sera prima ho qualche linea di febbre.
Potevo restare a casa e lasciarti nella merda, cara. Ma non l'ho fatto.
Sono a progetto, non devo avvisare nessuno se manco. Non sono tenuto a farlo.
E devi solo che ringraziare Dio se ho un senso del lavoro micidiale, ed ho rispetto dell'utenza che ci frequenta e che da questo buco di logiche assurde vorrebbe un servizio.
Ma tu non ci stai, qui, in trincea, a fare tutte le diecimila cose che ci viene richiesto di fare. No. Per carità, stai nella tua - dove sicuramente avrai altrettanto da fare. Ma non pretendere di sapere tu come funzionano le cose qui dentro, quando nemmeno te te ne sei mai interessata.
Diciamocelo: tu non hai la più pallida idea del perché diavolo ti abbiano fatto responsabile della videoteca. Tu non c'entri un cazzo, non ne sai niente.
Dovevano fare responsabile il mio collega, che sono anni che si fa il mazzo qui dentro. Ma, guarda un po', anche lui è a progetto. Beh, contratto di collaborazione. E il suo contratto è in scadenza.
E allora?
Quando resterò soltanto io, tu che cazzo fai?
Sai una cosa?
Se verrà quel momento io sarò fortemente tentato di dimettermi, solo perché so che sarai tu quella costretta a prendere il posto nostro. E che non saprai dove mettere le mani, e che ti sembrerà un inferno. E che probabilmente piangerai in preda allo stress, come ho fatto io dopo le prime due settimane. E che non avrai più tempo di fare un cazzo, perché anche quando tornerai a casa la notte ti sognerai i codici delle collocazioni, com'è capitato a me.
Perché finché tu te ne stai lontana, laggiù, bella bella, puoi dire quanto vuoi emerite boiate come 'va fatto l'elenco dell'inventario ordinato per autore' o 'va fatto l'inventario di tutti i materiali che escono anche se li presti per cinque minuti'. Verrebbe voglia di risponderti 'inventariati 'sto cazzo'. Perché io c'ho anche provato: ma qua ci sono momenti in cui il telefono squilla quando lo metti giù, ed hai al bancone una decina di persone più un paio alle postazioni che magari hanno finito e dovrebbero pure pagare, momenti in cui se ti perdi una cosa di quello che fai poi la pagherai amaramente perché tutti i responsabili di settore te compresa PRETENDONO che le cose vangano fatte, e le urgenze ti mordono il culo davvero perché se ci si sbaglia chi paga sono io, non certo te, che al massimo ci metti la faccia, e ci sono richieste dall'esterno, dalla RAI, da Mollica per il festival di Venezia, da Sanguineti, da Annecy, da Cannes, da chissàcchiccazzoechissàddove... Abbiamo quattro mani in tutto, qua.
Quelli che da tre mesi aspettano gli armadi perché hanno finito gli spazi ed inventariano negli scatoloni, siamo noi. Quelli che hanno chiesto le custodie nuove per i dvd da febbraio e ancora aspettano, siamo noi. Quelli che da febbraio aspettano il cavetto che gli colleghi i computer a 'sto cazzo di masterizzatore, siamo noi. Quella che ogni tanto, quando glielo ricordiamo, fa 'basta, questa cosa però va affrontata' e poi non cambia un cazzo, quella sei te.
Quindi, non venirmi a rompere il cazzo se arrivo un'ora dopo.
Proprio non puoi, perché può capitare.
E sicuro come la morte ricapiterà.
Vaffanculo, cordialmente


GrimFang

martedì 15 aprile 2008

Visto? E' tornata l'allegria!

Da Zero4Share:

"Tre seggi al Re dei Padani
nella nebbia che risplende
Sette ai Principi di Fiamma
nella sua rocca di Roma
Nove agli Uomini di Silvio
che la Mediaset attende
Uno per l'Oscuro Silvio,
chiuso nella reggia tetra
nella Terra di Arcore,
dove l'Ombra nera scende.
Un seggio per domarli,
un seggio per trovarli
un seggio per ghermirli
e nel buio incatenarli
nella Terra di Arcore,
dove l'Ombra cupa scende
"


Non c'è che dire, dimostriamo sempre un'incredibile capacità di riprenderci...

Viva viva gl'italiani
sempre chini, sempre proni,
sempre pronti i deretani
che sian grulli o sian coglioni!
L'italiano sempre aduso
ad aver su sé un padrone
spiana pronto il suo pertuso,
e cangia ombrel per ombrellone.
Sempre allegri, soddisfatti,
gl'italiani per cinqu'anni
passeran, parole a fatti,
col brucior nei bassi panni.
E pel prossimo quinquennio
sotto l'ala di zio Silvio
perso ormai qualquier ritegno
Mocciaranno a Ponte Milvio.

^__^

Non c'è che dire.
Nove punti sono nove punti e la sinistra 'radicale' è scomparsa. Forse non ci avete pensato, ma da ieri Bertinotti è sinistra extraparlamentare. Roba che Curcio vomita, a saperlo: anni e anni di lotta armata e adesso la storia li paragona a Rifondazione... ^__-
Scherzo, ovviamente, col gusto dell'esagerazione.
Quegli anni sono stati quegli anni, con tutto l'orrore che si portano appresso. Allora la sinistra extraparlamentare girava colla P38, adesso gira col lauden nei salotti bene, tutto qui... Strani scherzi gioca, la politica.
Che ci sia aria di trasformazione, è innegabile; chiedetelo alle mucche transgeniche.
Del resto, come ho detto a un amico, la satira tornerà fortissimamente in auge.
E, come ha detto lui, verrà in quattro e quattr'otto epurata.
Ma è innegabile che sia già sulla cresta dell'onda: è di stamattina la vignetta che, esprimendo il mio pensiero e il mio sentire, mi ha ridato il buonumore. E' Bobo di Staino, ovviamente.

Ma in tutto questo, nulla è cambiato.
Elezioni a parte, la notizia che merita attenzione è questa. La sua rilevanza, è indubbia. E fornisce anche uno sguardo positivo sul nostro paese, dopo decenni in cui si parlava di calo del desiderio e della fantasia. No?


GrimFang

lunedì 14 aprile 2008

Sono Tranquillo...

...e Tranquillo è morto inculato.

Ok, gente, abbiamo davanti un altro quinquennio di Berlusconi.
Stavolta, almeno, ha i numeri per governare: il coniglio fuori dal cilindro, la donna baffuta e la scimmietta hanno già dato il loro assenso.
Verrà istituito il dicastero del Cetriolo, e ci saranno molti nuovi ministri senza portafogli.
Lo potranno ogni volta ritrovare nella stanza degli ex-socialisti.
Sapete com'è, le vecchie tradizioni si rinnovano, è un punto del programma.
Potremo stare sicuri sul ponte sullo stretto: ne parleranno per altri cinque anni. La TAV la faranno, come faranno la TAC milioni di italiani per sovraesposizione all'inquinamento tranne che in Campania: papà Silvio ha promesso, e non sia mai che non mantiene. Infatti a mantenere, manterrà le sue televisioni, i suoi figli, i suoi amici, i suoi affari... e noi dal canto nostro manterremo i nervi saldi, perché chi ce lo fa fare, visto che già ci va tutto di merda, di rovinarci ulteriormente la giornata?
Sorridete: vedremo ancora in sovrabbondanza Bondi e Schifani, e magari riciccerà fuori anche Vito, lo ricordate Vito? ...no, non il comico emiliano... purtroppo... E li vedremo pieni di gioia a straparlare, perché la maggioranza che hanno, quella che il paese gli ha consegnato, non ammette repliche, possono fare quello che vogliono. Sorridete! Nove punti sono anche poco! Un qualsiasi altro medico avrebbe prescritto l'amputazione!
E ancora, finalmente la Rai diventerà una rete davvero pubblica, non più in mano a cospiratori e sobillatori di sinistra: infatti hanno già disposto che venga smantellata e gettata a mare, a strascico. Così i pescatori di Ostia potranno rimediare qualche branzino. Ma siccome papa Silvio - toh, non ho messo l'accento, ma tanto è uguale - è pur sempre un imprenditore magnanimo di cuore, tutti i deportat... ehm, i giornalisti in sovrannumero della Rai troveranno collocazione in una delle sue nuove reti private: TeleGulag. E ciascuno avrà il posto di sua competenza: Santoro, come dice il nome, condurrà gli approfondimenti sulla religione, con collegamenti da Arcore, Biagi quelli sul lavoro (non gli dite che è morto: detesta essere l'ultimo a sapere le cose) mentre i Guzzanti avranno il loro bel da fare nel curare le trasmissioni del circo... da dentro le gabbie.
Infine, attueranno una bella legge che garantisca la possibilità di falso in bilancio sul PIL, e tutti i problemi d'Italia saranno magicamente risolti!
Ma il nan... ehm, sua santità Silvio non si limiterà a questo, sorridete!
Lui che pensa sempre a Voi - anche se, quando lo fate arrabbiare, siete dei grulli - vi fornirà energia atomica per spingere meglio l'acqua privata nei rubinetti delle vostre case; vi fornirà il poliziotto di salotto, da invitare a prendere il té; vi garantirà la salute personalmente, tramite l'imposizione delle Sue mani; abbatterà i costi della vita diminuendo le polizze; ribattezzerà Finale Ligure in Fine Mese e se la prenderà con tutti quelli che si ostinano a non arrivarci; risolverà il problema del precariato incentivando la prevenzione dentistica...
Ma perché limitarsi a questo?
Debellerà la fame nel mondo distribuendo croissant a tutti; garantirà la fine delle ostilità invitando ad Arcore l'amico Bin, l'amico Putin e l'amico Dabliù; andrà personalmente in Iraq ed Afghanistan facendosi precedere da qualche migliaio dei nostri, e lì metterà a posto tutto siglando un contratto per impiantarci ripetitori Mediaset (e io, una volta visto Emilio Fede, il fucile lo metterei giù per ricostruire il paese... prima che capiti in Iraq quello che è successo da noi); debellerà tutte le malattie imponendo il copyright sugli agenti patogeni; abbatterà l'Aids a mani nude; sposerà Carla Bruni in seconde nozze; istituirà le corna, di milanistica genesi, come simbolo del suo successo...
E allora, di che preoccuparsi?
Dunque gioite, popolo, sorridete!
Sorridete adesso, che riuscite ancora a farlo.


GrimFang

sabato 12 aprile 2008

Ancora poche ore, e via ai giochi!

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

Porca paletta, sapevo di essere un anarcodiessino con estrema simpatia per l'Italia dei Valori, ma fino a questo punto!!!

^__^

Fate il test anche voi, e ditemi cos'è uscito. E' carino, e poi ci sono interessanti approfondimenti. Troppo condensati, magari, ma interessanti. Non su tutto, ma interessanti.
Ok, c'è qualcosa d'interessante, però poi approfondire sta a voi.
Grazie a Lele per il link!

Oramai, mancano esattamente 7 ore e 58 minuti in quest'istante all'apertura dei seggi. Col fatto che ho una riunione di Elish alle 18, prima mi vedo con Erika, e poi lunedì al lavoro (con l'ansia di spedire prima tutto il materiale per RiLL - ancora non ho deciso quanti racconti, ma il quarto è finito e mi sembra il più bello), mi perderò la parte che mi piace di più.
Ovvero il televisore perennemente acceso per il costante aggiornamento sui flussi, le tendenze al voto, gli exit poll, i dibattiti e poi, infine, i risultati. E ancora le telefonate, quelle sovraeccitate (se si vince) o funeree (se si perde) con gli amici per i commenti - mai per gli sfottò.
Me le sarei gustate volentieri.
Ma martedì mattina, tra l'altro, qualcuno che non deve avere la passione per i risultati elettorali s'è prenotato una postazione in videoteca, quindi mi tocca fare il mio gettone di presenza. Io, e il mio collega Americo che a queste elezioni è legato più di me, avendo curato la campagna stampa di ben otto candidati.
Tutti e due staremo lì con siti internet e radiolina (no, la radio non c'è) col magone e concentrati sull'esito delle elezioni. E verranno a smartufarci i maroni.
Vabbè, è la vita.

E sarà anche un deserto!
Gli studenti sono andati in vacanza venerdì, fino al cinque maggio! ('cci loro)
Lunedì verrà ancora giusto Anahi, la ragazza brasiliana che mi disegna i cuoricini sui moduli per il prestito, e pochi altri... La maggior parte sarà giustamente a casa per il voto.
Ancora fino a mercoledì mattina, poi il pomeriggio ha l'aereo, ci sarà Natalie, l'inglesina che condivide le nostre giornate da ormai una settimana e passa, immersa nei suoi film. Se ne torna nella perfida Albione, in quel di Nottingham, che a quanto pare è la seconda città inglese per gang giovanili. Mah, se ne andrà a fare roccia col suo ragazzo...
Resteremo solo noi dipendenti, e se farà bel tempo Michela diventerà un vero supplizio di Tantalo... A dire il vero lo è già adesso, come tutto il settore amministrazione...
Mah.
Tutto questo per dire che, a tratti, avrei voglia di...
^___-

Buon voto a tutti!


GrimFang

mercoledì 9 aprile 2008

Ho sbagliato tutto


Dovevo nascere Hugh Hefner.
^__^

I risultati delle lastre di due settimane fa sono confortanti. Non ho il cancro, ed ho esaudito l'unica richiesta che mi abbia fatto mia zia dopo avere scoperto il suo.
Però dalle lastre si vede anche una certa qual scoliosi, che dovrò curarmi con un po' di ginnastica correttiva se non voglio smadonnare in più tarda età.
Dovevo nascere Hugh Hefner, e non mi sarei certo preoccupato della ginnastica.
Siamo alla chiusura della campagna elettorale, dicono.
Dicono, perché già so che il volantinaggio, il passaparola, le pressioni, i colpi bassi della politica continueranno fino a dentro i seggi, fin dentro le urne.
Però, capita alle volte di trovarsi a fare dei bei discorsi, con gli amici.
L'altra sera ne discutevo con Federichino, fuori dal teatro.
L'Italia è un paese da bar, e la politica - come il calcio - è di diffusa competenza. Tutti sanno dirti, soprattutto col senno di poi, che avrebbero tolto Taddei per mettere Aquilani, per fare un esempio. Ed è per questo che per noi risulta geniale l'idea di una tv danese di intervistare la gente nei saloni di bellezza per capire se davvero, e quanto, conta l'immagine nella politica.
Ma la tv danese non è un paese di politica da bar. In Danimarca non si entra dal pizzicagnolo e si sente litigare le persone sull'ultima esternazione di Mastella o chi per lui.
Se da noi una televisione entra nel salone di bellezza, chiede direttamente l'opinione politica del parrucchiere, non un opinione sull'immagine. Che ce ne frega dell'immagine, se sappiamo che al posto di Mastella avremmo fatto entrare Totti? Invece in Danimarca, l'idea è che il cittadino è politicamente povero o modestamente sobrio: in entrambi i casi non gli si va certo a chiedere un'opinione politica.
Da noi, invece, analisi politiche a go-go agli angoli delle strade, che sfociano persino in vere scommesse. Io, ad esempio, accetto di giocarmi un caffè con chi, postando un commento, fornirà stime diverse dalle mie: chi va più vicino, vince.
La mia personale convinzione è che AN avrà una leggera flessione, circa l'1%, a favore de La Destra, ed una più consistente verso Forza Italia - diciamo anche il 3% abbondante. Forza Italia, però, la avrà altrettanto consistente verso Casini, quindi sarà difficile poi giudicare se questa migrazione del voto è avvenuta davvero; ci penseranno i numerosi talk-show successivi a dirimere le questioni dell'analisi del voto, faremo affidamento su di loro. E' uno dei rari casi di 'sciacallaggio' mediatico degli eventi che non mi dà affatto fastidio. E' la differenza tra il termine 'approfondimento' e l'espressione 'sovraesposizione morbosa'.
Eppure, con tutto l'ottimismo di questo mondo, non ce la faccio a sentirmi nelle ossa un PD vincente.
Sarà che noi di sinistra abbiamo questa sorta di sfiducia genetica - l'abbiamo preso in culo troppe volte - o sarà che non vedo le risposte geniali che mi aspetterei.
Saranno forse le belle mosse elettorali di questa campagna strisciante, sottopelle come ci ha abituato il Cavaliere, come ad esempio il volumetto che mi è arrivato a casa - non so se anche a voi - che, solo tramite titoli di giornali soprattutto di sinistra, dipinge l'amministrazione romana di questi anni come un disastro. Un colpo gobbo da maestro, con duplice effetto: comunale, invitando a voltar pagina con Alemanno; nazionale, indicando in Veltroni il malgoverno di una città, figuriamoci di un paese. Geniale. Una mossa di marketing vincente.
Certo, se solo gli italiani facessero un minimo di mente locale, o ricordassero le cose, molti di quei titoli ne richiamerebbero altri di tenore opposto - di come l'amministrazione comunale riuscì a fronteggiare le emergenze, di come gestì il giubileo o altri simili casini - e potrebbe notare come, scientificamente, manchino tante e tante altre cose positive fatte dal comune. Tipo lo 060606, mi pare, ed altre. O anche se si limitassero a tener presente che quel buffo individuo che parla e il giorno dopo nega, accompagnato da quello col fazzoletto verde al collo che parla di fucili e di canaglia romana, è lo stesso che ha scritto quel libercolo, forse gli fischierebbero le orecchie.
In fondo, basterebbe rammentare i significati del termine 'democrazia', laddove riguardano il senso dello stato e il rispetto degli avversari, implicano la coerenza e rimandano al concetto della res publica, per essere naturalmente spinti lontano da quelle sponde politiche. Per essere tratti fuori dalle 'logiche di partito', dal 'voto di appartenenza', dai concetti stessi di 'destra' e 'sinistra'.
Destra e sinistra sono concezioni che mantengono ancora un senso, ma è ineccepibile che - davanti ad un problema - esse cedano il passo.
Una buca per strada non è né di destra né di sinistra. E' una buca e basta. La crisi di Alitalia non è, in sé, né di sinistra né di destra. Poi magari può esistere un approccio di destra o sinistra, ma per Alitalia, non certo per le buche!
Ecco qual'è il senso delle liste di Beppe Grillo. Lui diceva che non aveva senso candidarsi alle nazionali, ed aveva ragione. Cosa si può fare se si resta prigionieri come Franca Rame di un sistema affollato di 'venditori di aria fritta'? I veri problemi, quelli che quando li si affrontano lasciano dietro di sé la prova tangibile dei provvedimenti presi, quelli che riguardano direttamente la vita dei singoli cittadini, quelli cui la gente tiene, sono nei comuni.
Sono i comuni la chiave per riappropriarsi di una politica della res publica, e non di quella delle parole o delle buone intenzioni. E dai comuni si può far partire anche l'esempio virtuoso da allargare al territorio nazionale. Si può andare verso l'ecologico, il razionale, la sperimentazione, il risparmio dell'energia. Si possono mandare segnali, che saranno colti, perché dall'altra parte non c'è solo quella manica di imbecilli che troppo spesso ci viene comodo credere.
A chi mi parla di Veltrusconi, io non credo, anzi, penso procuri danni.
Alimenta la concezione - sbagliata - che l'una o l'altra parte siano indifferenti.
Nel seicento si diceva, a proposito degli occupanti stranieri, "Franza o Spagna, purché se magna". Il Veltrusconi nasce esattamente da questa radice, e non fa bene nemmeno a chi lo propugna. E' il seme del disinteresse, di quel letargo della coscienza di cui dicevo prima. E' una teoria per l'anestesia letale.
Ognuno curi il suo orticello, e siate tutti contenti, finché il popolino mangia. Così si potranno portare le cose al punto che non ci sarà più da mangiare per nessuno, perché "quando vennero per me, non era rimasto più nessuno a difendermi". Dormite, così potremo portare il paese alla deriva ed ignorare le vostre deboli proteste.
Tutto è uguale, non cambia mai nulla, Veltrusconi. Stessa linea di pensiero. Andate avanti per inerzia.
E se qualcuno vagheggia la rivolta armata per porre fine all'inerzia, non è che un altro modo per sposare lo stesso meccanismo, la stessa linea di pensiero. Non se ne esce cambiando il paese a fucilate, anche se ne verrebbe una gran voglia. Non ho ricette su come uscirne, ma so che è un fatto personale.
Siamo stati portati, da un eccesso di ridondanza mediatica, ad una convinzione irreale nella nostra percezione dello stato del paese.
Siamo scorati, sconfortati. Convinti che i cretini abbondino a destra e sinistra e che qualsiasi parte politica alla fine risulti con l'assomigliarsi nei fatti, nella completa inazione che da quasi un decennio paralizza il paese. E' qualcosa di più profondo della sola perdita dell'entusiasmo.
E' mancanza - anzi, letargo - della capacità critica.
Sottoposti in continuazione ai soliti quattro problemi, o a problemi praticamente identici tra loro come i vari omicidi di Cogne, Erba e cavoli vari, abbiamo l'immagine di un paese immobile. Che immobile non è stato, sia sotto la destra che sotto la sinistra! Abbiamo però, perché ci è stata fornita nel continuo battibecco tra gli uni e gli altri, nella polemica che alimenta se stessa diventando notizia quando - stringi, stringi - la notizia non c'è (che cazzo me ne frega a me della risposta di Bondi al commento di Mussi sull'esternazione di Bindi?), abbiamo la coscienza di quanto poteva muoversi. E questo ci sconforta.
Dovrebbe bastarci pensare a quella ditta che ha brevettato la plastica biodegradabile dai semi di girasole.
Ma siamo un paese diviso. Non è una questione di qualità della campagna elettorale. E' una questione di attenzione, orgoglio e lucidità critica. Se tutti i giorni abbiamo notizia di un operaio che muore, questo non vuol dire che tutti gli operai sono a rischio di morte. Segna, certo, un'emergenza; segna la giusta indignazione della popolazione; ma dovrebbe anche segnare che un'altra Italia è possibile.
L'obiettivo è là: maggiore sicurezza sul lavoro. Che vuol dire solo maggiori controlli, e volendo inasprimento delle pene, ma quest'ultima non è nemmeno così necessaria. Tenta più la carota che la minaccia del bastone; il bastone funziona meglio se minaccia sempre meno carote.
E allora, perché non andare a votare?
Perché, soprattutto, dire che nessuno ci rappresenta?
Sì, è una sensazione che ho anch'io, che mi riconosco sempre meno nelle parole dei leader o portavoce di partito, che aspetto davanti alla televisione che vengano dette quelle quattro parole in croce in grado di riportare ogni volta il dibattito nei termini di una dialettica politica, e non di parole.
Ma so che la politica è un fatto di compromessi, perché nasce per mediare.
L'unico in grado di rappresentare il mio pensiero sono io, e per sentirmi rappresentato mi dovrei candidare e votarmi. La politica non è questo: è scegliere tra i candidati quello che meglio mi rappresenta, anche se poco.
Che debbano cambiare le regole, il modo di scegliere i candidati, è un'altra questione.
Io vado a votare per scegliere colui che mi rappresenta di più, non quello che può battere colui che mi rappresenta di meno. Deve finire la viscida pratica dell'abdicazione in favore del candidato che 'può vincere'. Se la penso come un partito che al massimo prenderà lo 0,4%, perché mai al mondo dovrei votarne un altro? Così condanno da solo le mie idee a restare allo 0,4%, a non essere mai rappresentate! Ma cos'è questa sorta di masochismo?
Rutelli è un candidato che non mi piace, e non lo andrò a votare. Voterò la lista di Beppe Grillo, perché la candidata è un architetto, e ci capirà sicuramente di più di urbanistica di quanto un giurista possa fare.
Zingaretti sì, perché lo conosco personalmente. Veltroni anche, per quanto non mi rappresenti che in parte. Ma certamente è tra tutti quello che mi rappresenta di più. Altri candidati non ce ne sono, quindi non è che posso scegliere di votare qualcuno che non c'è. Se avessi voluto, avrei dovuto darmi da fare io stesso per convincerlo a candidarsi, prima.
Quindi è inutile prendersela coi partiti che scelgono i candidati, o col fatto che non ci si sente rappresentati. Non lo sei? Non ti ci senti? Bravo cazzone, dovevi pensarci prima. Adesso vai, esercita il tuo sacrosanto e sommo diritto e vota tra quelli che ci sono. oppure astientiti, annulla, fai scheda bianca: perché sei libero, e libero è il tuo voto.
Ma questo non cambia il fatto che si va a votare chi ci rappresenta di più.
La politica è compromesso, riconoscimento di un bene comune, di una via per perseguirlo. Non mastichiamo tanta buona politica, ultimamente, ma ciò non toglie che si debba smettere di fare le pecore, di fare calcoli elettorali prima per decidere chi si vota.
Si vota chi ci rappresenta, al di là di chi è possibile che vinca.
Finiamola con l'Italia masochista!

Io farò così, ed è per questo che raccomanderò a mio zio, adesso candidato nell'UdC di Casini, di votare Gabriele al I municipio. Sarò io garante della sua capacità, serietà e voglia di fare.
Ecco perché posso chiedergli di votare Gabriele, e non come favore personale.
Perché, almeno per i comuni e i municipi la politica si fa eminentemente per risolvere i problemi, e serve gente che sia seria, non di destra o sinistra.


GrimFang

giovedì 3 aprile 2008

WWWWWAAAAAAAAHHHHHHHOOOOOO!!!!!

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Ho passato gli ultimi quindici minuti a sentirmi incensare da Furio.
Potrei morire adesso [ma anche no] ed essere soddisfatto.

Come vi dicevo nell'ultimo post, avevo spedito quattro dei miei racconti. Quelli che giudicavo i migliori.
Ovviamente, c'era MiniMart, poi c'era il mio 'cavallo di battaglia' Il puledro, e ancora Noi tre e poi La monetina.
Di tutti, era l'ultimo quello che mi convinceva meno - e giustamente lui ha capito al volo che si trattava di un divertissement, di un esercizio di stile. (come no?) (mi piaceva l'idea, poi non è che sia un granché, lo riconosco)
Contavo molto sul secondo e sul terzo, cui sono molto legato, mentre per il finalista RiLLico sapevo che, beh, era da finale ma non da vittoria. E poi, a quanto pare, è troppo americano per poter anche solo sfiorare i gusti di Furio.
No, quello che gli è piaciuto così tanto è il terzo, Noi tre. Proprio quello che era piaciuto così tanto a Eljana, la docente di recitazione.
E gli è piaciuto davvero parecchio.

Confessione: ammetto che in questi giorni ho cercato di smorzare un po' la cosa.
Non immaginavo che il suo giudizio avrebbe pesato così tanto su di me (ancora adesso mi sento come 'brillare'), regalandomi i dieci minuti più euforici da anni.
Così, ieri parlando con lo psicologo raccontavo la cosa ammettendo un filino d'ansia, ma anche una sana e matura posizione critica, ed una ragionevole distanza tra il Furio che conosco e quello che, a tutti gli effetti, è il maggiore sceneggiatore vivente italiano.
La stessa sana e matura posizione critica che ho dimostrato saltando e ululando per camera appena ho messo giù e sfogandomi urlando contro il cuscino.
La stessa sana e matura posizione critica che mi ha fatto sì mantenere un contegno durante la telefonata, ma mi ha anche impedito qualsiasi reale sguardo obiettivo sui fatti (intento com'ero a gongolare di gioia).
^__^'

Adesso mettiamo i puntini sulle i.
Il mio lato meno infantile mi ha seccamente intimato 'abbassa la cresta', quindi cerchiamo di tornare coi piedi per terra.

Il valore intrinseco di critiche e apprezzamenti, è ovviamente legato non solo alla sua qualità di scrittore per il cinema (e che è diverso dal romanziere, n.b.) ma soprattutto al quantitativo di sceneggiature, soggetti, racconti e romanzi (soprattutto gli ultimi) che legge.
E dirvi che Furio sta alla lettura di libri come un goloso miracolosamente immune dal colesterolo sta ai suoi dolci preferiti è minimizzare. Può permetterselo, e se lo permette in abbondanza!
Quindi, i complimenti, gli apprezzamenti e le critiche valgono di più per questo che per qualsiasi altro motivo.

Mi ha intimato di leggere Cechov.
Perdonatemi se vado a casaccio (infatti sono partito dalla fine), ma cercherò di mettere tutto nero su bianco qui sopra - anche ad uso e consumo di eventuali altri aspiranti scrittori. Così giustamente rinnoverò la natura di promemoria personale che ha questo blog.
A Cechov siamo arrivati parlando del tratteggiare i personaggi, che è la cosa che l'ha colpito di più del racconto.
E che è un tesoro raro - fatevelo dire da uno che ci si scorna in continuazione.
Infatti questo era uno dei difetti degli altri tre.
A suo dire, la profondità e la densità di questo racconto sono notevoli. I personaggi sono analizzati, descritti interiormente - come non si fa più nel cinema italiano attuale, come ha avuto modo di dirmi quando siamo passati a chiacchierare di questo. Ma soprattutto, erano personaggi.
Qui, mi ha dato una vera chicca di riflessione.
Ha detto "personaggi e non persone che scorrono", intendendo che l'attenzione sulle persone scorre via, mentre sui personaggi (che sono, sì, persone, ma esagerate, esasperate, in una parola: caratterizzate) resta focalizzata. Al di là del transfert sul reale (quanta gente conoscete che s'atteggia a personaggio pur di farsi notare? ...a parte il sottoscritto, ovviamente), il concetto è quello che la realtà, il quotidiano normale, è molto più assurdo e fuori dal normale: e solo un personaggio riesce a renderle giustizia.
Cerco di chiarire con un esempio che m'è venuto in mente adesso: avete mai visto il film "I mostri"? Beh, a parte che l'ha scritto lui, i protagonisti sono caricaturali, grotteschi, quasi sempre infami. Eppure quanto sono reali, nel loro essere personaggi. Vedendolo, a tratti il cervello realizza che quelle stesse basse porcate, quei raggiri, quei tradimenti, li hai visti fare a migliaia, quotidianamente. Ecco, questo è il senso di personaggi, non persone.
Per questo nessuno si ricorderà di Stefano Accorsi, e tutti avranno ancora in mente Gassman.
La verità, è esagerata.

MiniMart, per lui, è troppo americano.
Questa è già la seconda volta che mi capita di sentirgli dire il concetto del "sei italiano, sii italiano e scrivi di cose italiane". Non penso sia campanilista, penso sia pragmatico nel senso del "parla di quello che conosci", ma secondo me c'è anche una certa acredine verso il cinema di stampo USA che ammazza, in fondo, gli spazi per quel piccolo gioiello che era il nostro cinema di una volta.
La trama-standard, il personaggio-standard, o peggio di tutto la recitazione-standard sono cose che a lungo andare fanno male alla salute. Quante volte sono andato al cinema ritrovandomi, come più o meno ha detto lui, il palato appiattito su cose cui mi abituo solo per il volume con il quale mi sono proprinate...
La summa di questo concetto per me è "Save the last dance", che malauguratamente vidi al cinema a prezzo pieno per accontentare Caretta Caretta, fortunatamente insieme al suo amico Falco, col quale ci siamo spaccati dal ridere per tutta la proiezione. Alla prima inquadratura avevamo capito che un personaggio doveva morire entro poco, e abbiamo proseguito su questa china fino ad arrivare ad io che dico "braccio intorno alla spalla" e l'attore sullo schermo che subito dopo lo fa.
Abbiamo persino scommesso:
"Ehi Falco, è finito il primo tempo e ancora non hanno trombato: secondo te a che minuto lo fanno? Io dico 18 del secondo tempo."
"Io dico 20."
Giuro. Al diciannovesimo minuto del secondo tempo hanno trombato. Chi c'era lo sa.
Comunque, questo per dire che ciò che bisogna veramente combattere è l'appiattimento, e questo si fa coi personaggi al posto delle persone. Per il cinema, poi ci vuole anche l'attore e il regista che sappiano lavorare i, e con i, personaggi. Per la narrativa no, e tra l'altro dice che è assai più facile esser pubblicati che prodotti - e in tre anni di lavoro alle sponde del cinema, se c'è una cosa che so è proprio questa.

Di cose scritte male, gliene arrivano a bizeffe, per questo era così contento di aver trovato tutto ben scritto. "Scrivere bene aiuta a pensare" - ha detto - "anche se dovrebbe essere il contrario". Ma ormai si trova a doverlo dare come consiglio, per far fronte alla marea di roba che gli arriva.
Ha elogiato la mia scrittura, che gli piace in tutti i racconti - anche in MiniMart (concorda col giudizio RiLLico: ben scritto, ma poco originale), ma - per la gioia di chi me lo dice da una vita - mi ha detto anche lui che metto troppi dettagli.
Che non vuol dire solo essere prolisso, ma anche essere ossessionato dalle immagini: se quando scrivo la scena me la vedo, cerco di renderla al massimo, e quindi carico troppo coi dettagli.
...considerato quanto cazzo sta venendo lungo un singolo capitolo del romanzo (dalle 25 alle 30 pagine ognuno), forse è il caso di rifletterci seriamente.
Comunque, se fosse stato ancora più ironico, parodistico, anche MiniMart gli sarebbe piaciuto.
Ha detto che devo abbandonare la scrittura 'alla maniera di' e trovare la mia.
Sembra facile...
Come clonatore, so che me la cavo.
Mi ha chiesto qualcosa anche a proposito del mio essere portato all'ironia. Che dire, mi piace far ridere la gente... Capirai, di tre racconti per RiLL che stavo scrivendo, ce ne fosse uno serio.
Ironia e sarcasmo sono sempre stati due miei buoni cavalli di battaglia. Beh, ironia, sarcasmo e cazzate, a dirla tutta.

Ma il complimento più bello, è stato sicuramente quando mi ha detto che con la scrittura sono riuscito a rendere la musica.
"Descrivere la musica con le parole", per l'esattezza.
Capirai, io con la musica ho un rapporto stretto e speciale quando scrivo. Non è affatto raro che ascolti un brano in loop per scrivere un particolare momento, una situazione. E' quasi un'opera di trascrizione, di traslitterazione dalle note alla parola. Ma non è un caso che scrivendo Noi tre non ci fosse nulla in ascolto. La musica di cui parlo lì non poteva ridursi ad un brano.
E infatti ha detto che potevo scrivere che erano un trio di musica classica e andava bene uguale. Ma lui, che quella musica di cui parlo non la bazzica e non l'ha mai bazzicata, s'è trovato quasi - parole sue - non ad amarla, ma ad apprezzarla. Finalmente, dice, gli ho fatto capire qualcosa che non aveva mai capito. Chissà, magari gli ho messo la curiosità di comprarsi un cd.
Di cosa, non so. ^__-

A questo punto, devo parlarvi del racconto.
E' la storia di una band, un trio, un gruppo musicale. Perfetti sconosciuti che entrano in contatto, e si conoscono - anche più profondamente di quanto vogliano - proprio grazie al filo della musica. Ed è la musica a scorrere e legare tutta la vicenda.
L'ho scritto anni fa, nel periodo d'oro dei Grottamistica.
Ovvero di me, Sergio, Gabriele e Alessandro.
E un po' di loro, di me, ma anche di Marcolone - che ormai non c'è più - e Manlio (un ragazzo che abita nel mio palazzo) c'è in tutti e tre i personaggi, e non solo nei loro nomi. Quelli femminili, che restano di sfondo, sono anche loro composti da piccoli spunti di donne realmente sfiorate o conosciute. Ma sono loro tre a fare la storia.
Marco, Sergio e Manlio, appunto.
Non ricordo se questo racconto fu figlio, regolare o tardivo, di quella vacanza che segnò certamente il momento più alto della nostra amicizia; ma di certo è figlia di quel legame che ci faceva essere consapevolmente incoscienti gli uni degli altri. Chiarisco: quello speciale stato di grazia in cui vai a fondo alle cose, alle persone, senza previamente capirle. Quella conoscenza data dall'intuizione e non dall'accumulo di informazioni. Che è poi quello di cui parlo nel racconto.
Il nome Grottamistica viene proprio da qui, in fondo.
Dal trovarsi a Grottammare, nelle Marche, e da questa vicinanza spensierata, questa conoscenza intima mai ragionata. Mistica.
E dalle canzoni in riva al mare, suonate e cantate con un armamentario improvvisato di chitarre e kazoo fatti in casa con il cartone dei rotoli di carta igienica, con gli strumenti simulati con la bocca, con tutto quello che poteva suonare usato per far uscire quelle che erano lo specchio della nostra anima prima che le nostre canzoni.
I miei gospel...
I Grottamistica non furono mai un gruppo musicale reale, e non sarebbe stato nenache giusto farlo. Ma finto sì.
Con un cd su cui erano contenute le canzoni originali che avevamo rifatto, o che avremmo dovuto a mio giudizio cantare. E le immagini di quella spettacolare vacanza per l'interno e la copertina.
E qui vi posto proprio la copertina di quel cd, e la tracklist per suggerirvi qualcosa da ascoltare.

Tracklist:
01 - Lynyrd Skynyrd - Sweet Home Alabama
02 - Tom Petty - Mary Jane's Last Dance
03 - The Animals - House of the Rising Sun
04 - Extreme - More than Words
05 - David Bowie - Space Oddity
06 - Bob Dylan - Hurricane
07 - Iggy Pop - The Passenger
08 - Dire Straits - Romeo & Juliet
09 - Traffic - John Barleycorn
10 - Dave Matthews Band - Typical Situation
11 - Janis Joplin - Son of a Preacher Man
12 - Frank Sinatra - My Way
13 - Crash Test Dummies - Mmm mmm mmm mmm
14 - Tracy Chapman - Fast Car
15 - Acapella - The Lion Sleeps Tonight
16 - Metallica - Nothing Else Matters
17 - Gregorian Masters of Chant - Scarborough Fair

Un bel concentrato di classiconi, non c'è che dire, eh?

Tornando a noi, con Furio, dopo un accenno al cinema e al "cicciottone" del mio nipotino che ha imparato a gattonare, tutto stretto stretto su se stesso, abbiamo messo giù.
Non prima che mi elargisse due consigli che mi piacciono assai.
Il primo è che l'autore è un grande autore se si nasconde dietro i personaggi e non si esibisce.
Nel testo. Digia, lo so che sono un esibizionista, ma intendeva nel testo! ^__-
L'altro, citando Fitzgerald, dice che quando un lettore s'interessa all'autore [più che al libro], l'autore dovrebbe smettere di scrivere.

Su entrambi voglio a lungo riflettere, per capirne fino in fondo senso e sfumature.
Ma per adesso, gongolante più del nano di Biancaneve, mi godo il trionfo dell'esser piaciuto a un lettore davvero difficile!

So che a questo punto morite dalla voglia di leggere il racconto, vero?
L'idea di affidarlo proprio a queste pagine mi tenta, anche se le regole del trofeo RiLL mi hanno reso chiaro che, così facendo, potrei perdere l'occasione di farlo concorrere per qualche premio.
E chissà... forse sarebbe il caso.
Voi che ne dite?
Vi abbraccio ululando tutti,


GrimFang

martedì 1 aprile 2008

Aprile... con l'accento al posto giusto.

Ecco, oggi che è il 1 Aprile mi sono scordato di rinnovare la tessera Metrebus.
Vediamo se mi scordo anche di RiLL... che scade il 15!

Grazie a tutti coloro che han fatto parte del gruppo di lettura (e ancora attendono la versione definitiva del terzo), sto cercando di far tesoro dei consigli.
E a proposito di consigli... ho fatto leggere qualcuno dei miei racconti, MiniMart incluso, a Furio, che praticamente m'è diventato parente con la nascita del nipotino.
[sta bene, sta bene: è diventato un pericolo pubblico, ha cominciato a gattonare! ^__^]
Beh, non gli han fatto un grande effetto, a parte uno! ^_______^
Guarda caso, proprio lo stesso che era piaciuto molto a Eljana, l'insegnante di recitazione qui al CSC.
E adesso, dopo che mi son deciso a mettere il naso fuori dal guscio, mi tocca aspettare il fatidico pomeriggio di giovedì, quando ci sentiremo al telefono perché mi vuole dire qualcosa... Gh e brr al tempo stesso.
=)P

Vabbè, vi lascio che è tardi, e per una volta faccio un post non apocalittico in quanto a lunghezza!
Vi saluto con un'immagine, che assieme ad altre due è appesa qui in ufficio.
Non si capisce perché, chiunque entra la guarda e fa subito "Quello sei tu", mentre ha difficoltà con le altre due. Le ha fatte Francesca, poco prima di andarsene...


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GrimFang