L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

lunedì 22 ottobre 2012

7 Storie






Et voilà.
In stampa, da oggi pomeriggio. Poi, sul nostro banco vendita a Lucca Comics. ^_^
Sette racconti, in sette variazioni del fantastico - dal fantasy elishiano alla fantascienza degli alieni, dallo steampunk delle 'biblioteche universali' al cyberpunk dei viaggi nella memoria, dalla fantascienza delle intelligenze artficiali ai panorami distopici di un mondo apocalittico, al fantastorico del nostro medioevo.
In rigorosa sequenza, il libretto (una cinquantina di pagine) contiene: 

  1. Il segreto di Hervé de Ponsac
  2. Outremer
  3. Abhra
  4. Jebediah Jonze
  5. In nomine DEV
  6. Direttiva
  7. Il Tempo degli Sh'Ti
Con piccole illustrazioni di Andrea Santopietro, Valentina Crisante e del sottoscritto. ^_^
Prezzo politico di sette euro, un euro a racconto.
Che volete di più? Li vale solo la copertina di Francesca Mazzani! =)P

Quindi, signori, è ufficiale: ho pubblicato un libro!


...e se l'ho fatto io, voi che aspettate?!?
^_-

Buona vita,


GrimFang

martedì 9 ottobre 2012

Dopo il deserto...

Dopo il deserto c'è il mare.
Anche nella vita.

Quindi capita che quando la fortuna si ritira, e parecchio, dopo ritorna, come la risacca, a lenire un po' i danni provocati dalla sua assenza. Cosa di cui sono sempre stato più o meno profondamente convinto.
Così capita che nel breve spazio di pochi giorni capitino delle belle cose.

La prima, è che sono in finale.
Quattrocento mini-racconti, solo tre prescelti e uno è il mio.
Non solo: i tre prescelti saranno stampati e appesi su dei cartelloni in giro per la fiera Lucca Comics & Games, e sarà il pubblico a votarli, allo stand di RiLL. A decretare il vincitore.
E forse era questa la cosa cui tenevo di più; essere letto dal pubblico della 'mia' fiera, dove in un certo senso mi sento di giocare in casa - data la mia frequentazione quasi ventennale.
Però, visto che si arriva dal deserto, la bocca è asciutta, impastata di sabbia; l'acqua è salata.
Insomma, difficile apprezzare bene la cosa, salvo quando la condividi con gli amici. Lì ti rendi conto di quanto sia effettivamente bella. Lì per lì, invece, l'unica cosa che riesci a pensare è che ti hanno trombato agli altri due (questo e questo).

E qui, intervengono imprevisti gli amici: riunione di Elish, organizzazione pre-fiera per capire come si va a Lucca e cosa si va a fare, idea buttata lì.
Da Vania.
Visto che hai (ho) scritto tanti racconti, e sono già pronti, perché non stampiamo una piccola raccolta da vendere in fiera?
Sissignori, avete letto bene.
E' sembrato di una semplicità disarmante: stampa digitale, un centinaio di copie, chi può fare la copertina - Frans, ce l'abbiamo - chi può fare l'editing - Giacomo, ce l'abbiamo - quanto tempo ci serve per mettere su baracca e burattini - una quindicina di giorni, ce li abbiamo.
Remore, istinti a tenere tutto nel cassetto? Nessuno.
Oh, tre me li hanno già pubblicati, uno stava per esserlo, uno - il mio migliore - non l'ho mai mandato a concorsi di sorta perché era troppo lungo e me stava bene così... Quindi, avverti Frans, senti Giacomo, vedi la disponibilità e - soprattutto - guarda che hai scritto.
Di quelli da me ritenuti decenti e degni di una selezione per la pubblicazione (non da parte mia, ovvio, ma da quella di Giacomo, che lo fa per professione e - mi dicono - è una scheggia), sono ventisei, ne sceglieremo sette. Lo sapete quanto amo questo numero.
E per ora, così, semplicemente, voglio chiamare la raccolta: "7 racconti".
Per quelli di voi che hanno letto qualcuno dei miei scritti, questo è il momento di esprimere eventuali veti o preferenze - poi sarà troppo tardi per farlo! ^_^

Così, mi ritrovo a pensare che non è più "tempo di sprecar tempo", e nel momento in cui - finalmente - pare che Saturno sia tornato benevolo per il Capricorno, e farraginosamente cerco di uscire dalla specie di letargo apatico in cui ero piombato, sento che sto forse ingranando la marcia.
E spero che il motore smetta di grattare.
E dal mare che ho davanti arriva aria fresca che aiuta a lenire l'arsura del deserto.

Poi, ti aiutano le piccole cose.
Le 'coincidenze' - che non esistono - il 'destino' - che non esiste - i semafori di San Giovanni.
Se ero ancora nel deserto, non avrei avuto la forza di mettere le quattro frecce, aprire lo sportello e chiamare a gran voce la ragazza che mi aveva appena attraversato davanti. Avrei piuttosto pensato che la mia macchina era troppo ridotta un cesso per farci salire una creatura simile.
E invece, le posso persino dare un passaggio, allungando un po', e passo mezz'ora a conversare di 'caso' - che non esiste - profezie di Celestino, incontri 'chiamati' dalle nostre essenze affinché avvenga uno scambio che possa far crescere entrambi.
E poi, giocare la carta con nonchalance
"Siamo a ottobre. Ho perso la scommessa."
"E' vero! Me n'ero dimenticata!"
"Ma io no."
Difficile dimenticare che hai detto a una ragazza, dopo aver saputo che è fidanzata con un attore più grande di età, "Ne riparliamo a ottobre". Specie se lo hai detto più di sei mesi fa.
Specie se ti risponde
"E infatti è un mese che litighiamo di brutto..."
Specie se lei è questa qua


Buon semaforo a tutti


GrimFang

martedì 2 ottobre 2012

Tu chiamale se vuoi... rimozioni

Oh shitty day
Oh shitty day
Oh shitty shitty day;
Oh shitty dayWhen Jesus walked
Oh when he walked
When Jesus walked
They took my car away!
Oh shitty day
Oh shitty day
Oh shitty day
Oh shitty day
When Jesus walked
Oh when he walked
When Jesus walked
And let them take it away!
Oh shitty day
Oh shitty day...
 
 
Ok.
Già è difficile.
Ma questa è veramente SFIGA.
 
Giorni fa, circa una settimana (beh no, di più, era il 14 settembre) sono andato dal barbiere per tirarmi a lucido per il matrimonio. Nell'attesa, leggo Il Messaggero e - toh - c'è un occhiello in prima pagina che parla del Capricorno. Curioso che sia in prima, mi dico, e vado a leggere.
Annunciava un culo strepitoso, nel periodo che andava dal mezzogiorno del 15 in avanti per tre giorni. Tre ricchi giorni di culo.
Quanto deve contare l'ascendente...
Ora, suppongo che per chi sta da un mese immerso nella merda fin sotto gli occhi riuscire ad alzare il mento e prendere boccate d'aria con la bocca per ben tre giorni possa in effetti essere definibile come 'un culo strepitoso'.
Ma a me non pareva - e riflettendoci non credo - di essere in una simile situazione. Allora.
Per cui non posso definire tre giorni di assoluta assenza sia di fortuna che di sfortuna come tre giorni di buona sorte.
Nemmeno in confronto ad adesso, che sono settimane che mi sento fiacco e malaticcio, sono spesso molto rincoglionito (tutti i sintomi del repentino cambio di clima, a parte i sintomi reali tipo la febbre), non concludo molto, trascino le mie giornate e mi sono ufficialmente reso conto di essere dislessico.
 
Ma, direte voi, questa per me è la solita routine.
Verdade.
Ci aggiungiamo sul pacchetto le piccole amarezze della vita - tutte riassumibili con il simbolo del freno a mano tirato - le ansie, le paure eccetera eccetera, la vicina di casa in depressione (ce la vogliamo mettere? E mettiamocela!), i nipoti in America, i miei che li vado a trovare poco... su, a lamentarci siamo tutti bravi.
 
Ma quando ieri sera sono andato a prendere la macchina e non ce l'ho trovata, allora è stato proprio brutto.
 
Brutto perché io ieri sera nemmeno ci volevo andare a laboratorio (di teatro - quest'anno portiamo in scena l'Ubu - tutte e tre quelle elencate).
Perché ero in linea con la precedente settimana, per cui la definizione a cui rispondevo maggiormente era 'scazzato'. me ne sarei rimasto tappato in casa, ad abbrutirmi al pc, a dire che sarei andato a letto presto senza poi farlo veramente... insomma, DOVEVO uscire. ^_^
Quindi, con il solito ritardo e scarsa buona volontà, mi sono preparato, sono uscito (ricordandomi le chiavi, miracolo!) e sono andato dove ricordavo di aver parcheggiato la mia macchina. E dove ho trovato un tizio che aveva appena parcheggiato la sua.
Lì dove avrebbe dovuto essere la mia.
 
Ora, dovete capire che sotto casa mia, il 90% delle volte il parcheggio lo trovi in due parole: "col cazzo".
E' una jungla, macchine messe di traverso con le portiere che sfiorano le cortecce degli alberi, che ti chiedi come hanno fatto a uscire dal finestrino visto che ci passa il palo del cartellone pubblicitario. Poi capisci che devono essere usciti dal portellone del portabagagli, ma poi noti che è stata tamponata anni fa, forse per un altro parcheggio un po' troppo in carreggiata, e che quindi non si può più aprire. Allora guardi dentro e infatti sono ancora là, che dormono in macchina piuttosto che rinunciare a quel posto.
Ecco, questo è cercare parcheggio dalle parti di casa mia.
 
Una settimana.
Io la macchina non la prendo sempre, ma l'avevo presa lunedì scorso quindi è una settimana.
La prima cosa che fai, in questi casi, è chiederti "Dove cazzo ho parcheggiato?", e di conseguenza "Aspetta, che cazzo facevo l'ultima volta che l'ho presa?".
Ricostruire visivamente dove l'hai parcheggiata, ricordare da dove venivi, con chi eri e quanti eravate e un fiorino. Sforzo immane per un decerebrato come il sottoscritto, specialmente in considerazione del fatto che ogni volta trovi posto in un punto diverso. E che l'estate fa malissimo a questo tipo di memoria - non tanto perché esci tutte le sere (non è stato così per me), ma perché incredibilmente il parcheggio lo trovi nello stesso punto! La memoria s'impigrisce.
Quindi, il primo istinto è quello dell' "allora non l'avevo messa qui".
Conseguenza: giro a piedi per il quartiere senza una meta, cercando di trovare la macchina parcheggiata nei posti in cui più o meno usualmente ti capita di lasciarla.
Ma se più cammini più ti convinci che invece era proprio lì dove ti sei diretto a colpo sicuro, ti passa prima o poi per la testa l'interrogativo "E se me l'hanno inculata?".
Nel mio caso, è un interrogativo che dura più o meno un paio di minuti, contando i secondi in cui ci pensi in tutto nell'arco dei dieci minuti della tua ricerca.
Opel Corsa immatricolata 1997, piena di graffi e di bozzi e senza uno specchietto = conclusione "macchiselancula".
Solo e soltanto in questo caso, cioè quando potresti mettere la mano sul fuoco che non hai subito un furto e - assai più inquietante e convincente - che non stai sul cazzo a nessuno del quartiere al punto che ti hanno preso la macchina per darle fuoco, solo allora (e dopo che il tuo coinquilino e amico s'è prestato a scarrozzarti in giro col motorino per facilitare la ricerca) ti viene in mente di verificare quell'idea pruriginosa che la razionalità ha sempre messo in conto, ma che te, Cavaliere di Sfiga, hai cercato di non considerare.
 
Ovvero che te l'abbiano rimossa.
 
Entro nel bar in chiusura a sette metri da dove l'avevo parcheggiata.
"Mi scusi, che per caso in questi giorni hanno rimosso un'auto qua all'angolo?"
"Che auto era?" [brutto stronzo, lo sai benissimo se l'hai vista portare via, mica capita tutti i giorni]
"Un Opel Corsa. Rossa." [ah, il colore è determinante, eh?]
"Sì."
 
In felpa leggera, sto comunque sudando.
Non so che fare, tornare a casa e restare lì, recuperare la macchina ora, usare quella che Gab mi sta offrendo per andare alle prove... e non ho cenato.
Troppe scelte proprio nel momento in cui non mi va di farne una.
Torno su a casa, telefono. Prima al numero per sapere che numero chiamare, poi al deposito.
Ok, la mia auto è lì.
Per riprendermela devo solo andare lì col documento, il libretto di circolazione (da prendere nel cruscotto) e 118 euro.
Alla fine, sempre sudando e sentendomi sempre più in una sgradevole situazione, decido che
a) è molto meglio prenderla adesso prima che la quota lieviti ancora e
b) non mi va di farmi frenare in questo modo (testardo) e voglio comunque andare alle prove, fosse solo per sedermi e ascoltare.
Quindi - grazie a Santa Margherita che mi offre l'appiglio di un passaggio - mi accingo al recupero.
 
Mentre andiamo a prendere la macchina, incrociamo Rosa che stava andando a cena da noi (e non lo sapevo, quindi se restavo a casa almeno stavo a cena con Gab, Marghe, Rosa e Ale), la quale mi percula sollevandomi un po' il morale, quindi ci muoviamo per far tappa alle poste e prelevare.
Salto giù dalla macchina e corro al postamat: ad accogliermi c'è uno schermo totalmente nero.
Dico: normalmente se mi dice sfiga lo stronzissimo postamat (perché gli capita spesso) ha la simpatica scritta "sportello momentaneamente non disponibile eccetera calcolatore centrale". O alle brutte il bastardo mi fa perdere tempo per inserire prima la tessera, codice e tutto, e poi dirmi "prelievo fuori servizio, vuoi continuare lo stesso?".
...
Ma, non so per quale folgorazione del cervello, mi viene in mente di provare comunque all'altro, che è interno. C'è ovviamente una maledettissima porta chiusa, e una plancetta laterale per aprirla inserendo la tessera.
Incurante della figura barbina che ci sto a fare, vi dico che almeno un paio di volte ci ho provato senza successo a inserire il mio bancoposta lì dentro per aprire la dannata porta, e ho fallito.
Ieri, chissà perché, ci sono riuscito: è che la fessura per la tessera non è affatto in orizzontale come sembrava, ma obliqua. La tessera va inserita infilandola inclinata di 45° verso l'alto.
Intuitivo, non c'è che dire.
Vabbé, la stramaledetta porta si apre, entro, una voce preregistrata dice qualcosa e sembra come se invece all'altoparlante ci sia veramente qualcuno per cui faccio ancora la figura del cretino guardandomi intorno e domandando "come?" ad alta voce. Meno male che dura un paio di secondi e basta. Vado al postamat, tessera, codice e...
"Prelievo non disponibile, vuoi continuare?"
 
Ci sono diversi indizi, nella vita, che tendono a dirti "Hey amico, guarda, oggi non è giornata".
Solo non pensavo arrivassero fin quasi a tatuartelo in fronte.
Mentre rivolgevo frasi mentali inappropriate alla sorella e alla mamma del postamat, mi dirigevo verso l'auto con Marghe, pensando di metter su una faccia funerea pronunciando sentenze 'abissali' tipo "non è giornata". Invece è finita che sono entrato ridendo e siamo andati alle poste più vicine.
Dove grazie al cielo non ci sono stati problemi.
 
Il resto, è stato piuttosto facile, per quanto possa essere facile sborsare un centone e passa per ricevere in cambio la propria macchina e un paio di multe.
Ah, le multe.
Ovviamente - la macchina me l'hanno prelevata il 26, quindi le multe sono una del 25 e l'altra del 26 stesso - le multe hanno preso sia la pioggia che il sole.
Un altro po' e sbottavo a ridere davanti all'impiegato del deposito, perché erano tutte completamente bianche oppure, visto che il conto corrente è in un involucro di plastica, completamente sbavate dalla pioggia.
Risultato?
Se voglio pagarle prima che arrivino a casa, con il ricarico aggiuntivo, devo andare di persona al VI gruppo di via di Torre Annunziata a chiedere
"Scusate, come vedete si sono completamente cancellate. Non è che me le ristampate così la prima ve la pago e la seconda provo a contestarla?"
Giusto, al deposito ho anche scoperto il perché della rimozione - da un tratto di strada dove tutti parcheggiano. Perché quella striscia bianca in terra per loro delimita un passaggio pedonale e non una zona di parcheggio. Avranno ragione loro, ma è del tutto identica a quella di un parcheggio libero, e sarebbe gratificante scoprire la differenza.
Ad ogni modo la cosa divertente è stato aprire il verbale di rimozione a casa. Ti elencano lo stato del veicolo prima della rimozione, affinché non sia ascrivibile a loro qualche danno pregresso (bella forza, posso prima prelevartela e poi riempire il verbale con tutti i danni che t'ho fatto).
Beh, se uno non vedesse la mia macchina e leggesse solo quella descrizione  domanderebbe se il prelievo è stato fatto da uno sfasciacarrozze. ^_^
 
Ad ogni modo, dopo aver salutato Santa Marghe e ripreso possesso del mio fedele veicolo (ricordandomi che oltretutto mi sarebbe servito oggi, giorno di sciopero), mi sono finalmente recato - digiuno - a laboratorio.
Prima di entrare ho avuto l'accortezza di spararmi un pezzo di bianca alla pizza al taglio vicina e di portarmene dei pezzi per dopo. Sono entrato comunque piuttosto nervoso, bloccato, negativo e desideroso (o quantomeno dubbioso) di non essere lì.
Il senso di nervosismo e di negatività non è sparito. Beh, affrontare l'Ubu significa discutere di parecchie cose, a cominciare dal come ti sta andando la tua vita. Discorsi su cosa stai facendo del tuo percorso, sulla tentazione di una libertà che forse non è poi così libera o quantomeno è distruttiva, sulla facilità di scelte giuste o sbagliate, di ritmi del tempo della vita, cose che sfuggono, che restano dietro... paure... freni a mano tirati.
Mangiare di corsa altri due pezzi di pizza nella pausa prima dell'esercizio fisico non è che abbia proprio fatto bene. E dopo aver festeggiato Alessio coi pasticcini e lo Zibibbo il mio stomaco non è stato nelle migliori condizioni.
Quindi alla fine mi sono dato più o meno di fretta e cavandomela con solo un paio di fitte durante il percorso ho finalmente fatto riparo a casa.
Dove, guarda un po', ho mangiato gli ultimi due pezzi di pizza ed è passato tutto.
 
 
GrimFang
 
PS: nello scrivere questo post sono tornato indietro 137 volte per invertire le leettre.