L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 28 febbraio 2007

I miei primi 30 denari...

E' andata.
Ieri sera alle 21.05 c'è stato il mio spettacolo.
Avrei voluto scrivere un post a caldo, appena rientrato a casa... ma ciò è avvenuto alle 01.59 della notte, e dovendo venire qui in ufficio stamattina, da dove vi sto scrivendo, mi ha fatto optare per un rapido rimbocco delle mie coperte su di me.

Spendendo tutta la ricarica di 8 euro appena effettuata, lunedì sera avevo invitato:
Emanuela, Adriano (che stava a Vienna), Alessandro, Alex, Drauger (che non poteva), Angelica, Donnamary, Anto, Arturo, Baciocchi, Barbara 2eyes, Barbara, Barbara, Barbs, Lisa, Boccis, Antonella, Piero, Ceciotta, Christian, Claudia McD, Blondie, Psyco, Clorinda (che sta in francia), Costa (e ragazza, avvisata a voce più amica), Dan, Camiz, Daniele amico di Lisa, Danila, Dario, Simona, Dodo, Elena KillBill, Elisa Di Rocco (mia prof. del liceo), Emanuele Michael, Enrico, Ester, Bibi, Fabrizio, Giorgia, Federica, Giacinto, Flavia, Francesco, Francesca, Blond, Franceschiacca (che vive e lavora a milano, ho scoperto), Chicca (che non sento da una vita), Frédéric, Degio, Gianmatteo, Giovanni Mr. Grady (che stava partendo...uh, per Vienna anche lui, mi sa! Vuoi vedere che lavorava con Adriano?!), Junkie, Giulia dell'Olgiata, Giulia università, Giulia G., Guesio, Ioana, Ixion, Lisa liceo, Luca biondo, Giordana, Marco, Marco la vampy, Iaia (promemoria, anche per Sikian, che erano già stati avvisati a voce), Storm, Maria cugina, Mario C., Mario T., Marta Bruckino (che prima ha detto vengo e poi se l'è rimangiato), Mirko Gran Criceto, Nicola, Nicoletta, Nikola, Don Diego Oompa Loompa, Valentina, Paco, Pamela, Sergio, Paolo Pollo, Peppe, Renato Lord Rauros, Roberta Roby, Rufo, Chani, Sergio Leone (il mio prof. di italiano al liceo), Silvia cscmstr, Silvia N., Simona Caretta Caretta, Simoncione, Paolo 3Bni, Vale F., Valentina cugina di Bibi, Valeria di Ovindoli, Valerio de N.A.Q.M., Spinacione (che aveva un esame e il delirio), Vincenzo, Viviana Vivy e zia Marcella.
A questi, vanno aggiunti quelli avvisati tramite e-mail con largo anticipo (senza contare alcuni doppioni della lista di sopra):
Edo, il Cialtrone (ma qui era chiaro che non venisse, visto che è il Cialtrone), Albertino, Aliha, Anastasia, Aurora, Chiara&Maria, Chiara D'O., Davide 4PezFac, Davide Crom Cruach, Palmiotto, Elena, Lele vigile, Saccà, Francy Cerbiatto, il Deso, Ciccio, Gerolamo, Giancarlo, Satyro, Gandalf, Ignazio, Il Roscio, Italo 4PezFac (che non poteva), Karmablue, Livia Nocciolina (mia QG-na), Luca Oscar, Magali, Marco csc, Marco csc (sono due diversi), Marialaura, Martina F., Maurizio (che non poteva perché era il suo compleanno, auguri!), Michela Michi, Nicola John Belushi, Il Migliore, Diggia (proforma perché sta in Francia), Reby, Roxy, Sarabanda (Sara B.), Bandasara (Sara S.), Sara_Ten, Silvia e Stefano Landini (entrambi impossibilitati a venire).
Inoltre, ci sono da aggiungere quelli informati a voce:
di sicuro - escludendo quelli che da subito non potevano - Erica con la mamma, Roberta, Priscilla, Trotti, Trotti/Momi, ZùFrankie, Ugo, Laura, Ulrik, Veronica, Maria O., Laura G., e tanti altri ancora. E poi, mia sorella Sby, più tutti i miei amici di teatro che lo sapevano, ma - avendo già visto lo spettacolo - potevano farne a meno.
Mi si perdoni se ho dimenticato qualcuno. E' più che probabile, sono stati davvero tanti - tra preavvisi lunghi o corti. Nessuno di loro, o quasi, mi ha detto che sarebbe venuto, o mi ha dato in qualche modo delle certezze sulla sua presenza o meno. Ergo, nessuno di loro deve sentirsi in colpa.
Perché?

In sala, a parte cinque sconosciuti, c'erano Massimo e Katia (come vedete, non sono nell'infinita lista che vi ho fatto) con tre loro amiche/parenti; e mia sorella che è arrivata più tardi con Alessandra, che conosco anch'io.
Poi basta.
Niente. Nada. Nessuno.
Eppure, non mi è minimamente presa la depressione dell'altra volta. 8 euro non sono poi così pochi, il martedì è sempre infrasettimanale e il posto non è proprio vicino.
Insomma, il vero senso di questa lista infinita non è per far sentire in colpa coloro che non sono venuti, ma per rendere manifesta la dimensione di quanto avvenuto al mio compleanno (leggi il post) e rendere quindi evidente la nuova dimensione di ieri sera.
A parte l'evidente conclusione di non darsi più la pena di avvisare personalmente tutti, ma di lanciare al massimo la notizia - con un certo anticipo - qui sul blog, e di accennarvi nelle conversazioni in cui l'argomento ci cape, resta da analizzare la mia 'tranquillità' a riguardo. Era una seconda messinscena, una replica, insomma, seppur a distanza di tempo. Ero più sicuro di me e della mia padronanza del testo (e infatti ho toppato più volte), e insomma, in fondo, ero rilassato. Forse troppo.

Lo spettacolo, in sé, non è andato bene.
A mio giudizio. Che ovviamente è sempre più pesante, di solito, di quanto non sia quello altrui esplicitamente riferito. Però, non era serata. O meglio, poteva essere anche la sera giusta: me la sentivo, ne avevo voglia di andare in scena. Però, sono andato in scena "freddo". Senza la concentrazione giusta. Di solito, la dimensione ideale è quella in cui, al momento in cominci, ci sei principalmente solo tu e il testo, e la tua voglia di narrarlo. Di interpretarlo, di tirare fuori suoni e voci, colori, forme, immagini. E questo ieri sera l'ho fatto solo a tratti.
Ho toppato nello stesso punto dell'altra volta:

"Oggi era brutto? Speravi domani? Te svejavi domani, era lo stesso."
che nella versione in cui mi blocco è dovuta alla crasi di pensiero che faccio, finendo col dire

"Oggi era brutto? Te svejavi domani?..."
e restando così senza parole perché ho schiacciato il concetto.
Stranamente, ma mica poi tanto, dopo questa toppa lo spettacolo è andato meglio. Alternando momenti in cui ero rilassato a momenti di panico, in cui ad esempio ho finto di strozzarmi perché mi stavo impappinando. Momenti in cui la voce era a posto e sotto controllo e momenti in cui sembrava schiacciata dal panico. La sensazione di essere perennemente fuori dimensione (a parte la regina, che quando l'ho fatta è uscita fuori veramente bene!). ^__^
I commenti positivi, ad ogni modo, sono venuti comunque dalle persone che non mi avevano visto il 17, o che addirittura (mia sorella e Ale) non mi avevano visto mai. Le altre sono state piuttosto zitte. Tra l'altro Ale mi ha anche fatto un sacco di critiche costruttive, il che ha reso il suo giudizio positivo sullo spettacolo anche più significante.
Purtroppo non è stato ripreso, quindi la cosa nasce e muore con ieri sera e non potrò fare raffronti con la precedente versione.

Ci sono comunque delle cose che ho imparato.
La prima è che forse la dimensione di questo spettacolo - ora che mi sono praticamente emancipato quasi del tutto dall'obbligo della presenza confortante del testo in scena, sul tavolo - pretende che io debba recitare in piedi, e stia seduto solo in alcuni momenti. L'altra è che debba comunque stabilire una dimensione comune col pubblico: ieri avevo il padellone sparato in faccia e non vedevo niente a parte una parete di buio di fronte a me. Ne ho compreso dunque l'uso, dell'occhio di bue, del riflettore: va bene per scendere dentro di sé, nell'intimo. Per prendere dal fondo della propria anima quello che devi regalare al testo; se non scendi o non sei disposto a scendere, è panico. E ieri, per questo, non era proprio serata. Funziona un po' come il divanetto dell'analista: ti genera l'illusione che sia solo tu a parlare, e non esista altro (sebbene possano esserci risate, colpi di tosse convulsa e altri generi di manifestazione della presenza della gente in sala). Ma per uno spettacolo come questo, tutto regalato a loro, al pubblico, diretto verso le loro facce, per dire, un'illuminazione esclusiva come questa non funziona. Soprattutto per come l'ho affrontata io. E tacciamo del caldo che genera una simile luce. ^__^

La sfida persa, è stata quella della concentrazione.
Ho fatto una fatica bestia a tirar fuori le parole, a seguire il filo che, altrimenti - nelle prove - fluiva sincero, con pochissimi intoppi. La capacità affabulatoria, quella di godersi il testo, di gigioneggiare, sono abortite di conseguenza. La mia percezione della serata è stata quella di un titanico sforzo.
In cui, comunque, qualche cosa ho reso.
E questo è un bene.
Perché è proprio da lì che ripartirò per le prossime repliche - non ancora previste al momento.
Tra l'altro, lo spettacolo successivo, i 'Versi TriBellIni' (da Trilussa, Belli e Petrolini), è stato molto divertente (era la seconda volta che lo vedevo), ed i ragazzi mi hanno anche bonariamente messo in mezzo: quando a un certo punto ho accennato un applauso poi smorzato, uno di loro ha fatto "No, no, vai, mica è proibito" ed è partito l'applauso di tutti.
E quello a fianco ha commentato "Aho, è Trilussa, mica Pascarella!". Da lì - e anche per la mia 'infelice' posizione troppo vicina alla scena, si è proseguito con accanita goliardia con
1) mi offrono una cosa su un vassoio e quando tendo la mano me lo tolgono
2) commenti sul mio essere seduto troppo vicino al 'barbiere'
3) vengo usato come poggia-bombetta così mi si nasconde la pelata
eccetera eccetera.
Me la sono presa? Un pochino, ma mi hanno sdrammatizzato la serata, per cui sono contento che l'abbiano fatto. Perché in fondo non erano loro a darmi fastidio, ma le risate che suscitavano quando, sul mio spettacolo, erano mancate.
Vabbé, è andata così, e ci sarà sempre altro da imparare.

Ed è la prima volta che, tra l'altro, per fare uno spettacolo mi pagano.
Già, i miei 30 denari che mi son portato a casa, dopo la ben magra figura che ho fatto: eh già, perché quando mi hanno chiesto se avessi invitato qualcuno io ho effettivamente detto che lo avevo strombazzato a destra e a manca. Ergo loro, per prepararsi alla possibilità di gente che volesse essere nutrita, hanno ordinato 35 euro di tranci di pizza. In pratica, gli sono davvero costato, al teatro Ygramul, e mi sento in debito.
Ma è stata in fondo una gran bella serata dal punto di vista umano.

Che dire, in conclusione?
A parte il fatto che ho rubato mezza giornata al lavoro per scrivere questo post, e che oggi pomeriggio mi tocca stirare (col ferro da stiro, imbecilli! ^__^), fa un certo effetto essere da soli sulla scena, come un vero attore, che viene pagato per recitare.
E' forse un debutto?
No, mi piace pensare che ho debuttato anni fa.
Forse non tanto fin dai tempi del Nerchiopiteco (OMMIODDIO!!! Guardate dov'è finito!!! C'è anche il link per SCARICARVELO!!! Cliccate! Cliccate! Cliccate!!!), ma certamente da almeno tre anni fa, quando ho cominciato a far parte del laboratorio di Ludyka.
Perché, per quanto mai pagato, è lì, da quelle giornate passate ad amare la piazza, ed a sudare per farsi amare da loro - e non solo lì per lì, ma in tutti i mesi di preparazione -, in quella costruzione di una dimensione collettiva, giocosa ma professionale, è lì che ho debuttato.
Alla prossima,

GrimFang

lunedì 26 febbraio 2007

Ci siamo.

Ok, ci siamo.
Domani sera si va in scena.
Sto strizzando.
Sto persino facendo crescere l'ansia con le conseguenze derivate dalla visione della puntata di oggi di Lost... che mi viene la tachicardia (o l'incazzatura) per ogni fine puntata. Sto valutando se smettere di guardarlo, che mi saltano le coronarie. ^__^

La serata si preannuncia bella, o quantomeno variabile. Ho già ricevuto numerose defezioni e mi sono riccamente scordato di avvisare alcune persone alla cui presenza tenevo tanto... in compenso l'ho detto a mia sorella, che per la prima volta - in tre anni che faccio teatro - potrebbe venire a vedermi.
Ai miei no, fuori discussione, mi prenderebbe il panico.
Mia cugina già m'ha dato buca, idem alcune persone del centro sperimentale. Speriamo che venga comunque qualcuno, perché ho detto a quelli che fanno lo spettacolo dopo di me che avevo invitato un sacco di gente - se non viene nessuno ci faccio una figura...
Comunque, la memoria sembra a posto. Sfido, ripasso persino quando vado a letto, prima di addormentarmi! ^_^
Il fatto è che in parte deciderò direttamente domani sera, sentendo l'anima della serata, ed in parte mi sento un po' in colpa perché non ho fatto poi tanto quello che volevo fare del mio spettacolo: migliorarlo.
Nella scelta della pronuncia, degli accenti... degli oggetti di scena, del vestiario... della postura, delle posizioni.
Ma in fondo c'è sempre tempo per migliorare: non sarà l'ultima volta che lo metto in scena, spero!
^__^

Comunque, ho spedito il copione del mio monologo ad Antonio Sinisi, uno dell'Ygramul.
Sinceramente, da una parte spero che lo faccia, perché lo vedo abbastanza nella parte, più di tanti altri. Dall'altra ho il terrore che, tra una cosa e l'altra, essendo lui pieno di impegni, mi vada a finire alle calende greche...
Spero di ricevere da lui una risposta a breve.

Ad ogni modo, mi sono venuti in mente due progetti, oggi.
Uno lo ricordo: si tratta di chiedere a un'amica di scrivere assieme a me una sceneggiatura per lungometraggio. Lei ovviamente ancora non lo sa. ^__^
Si tratta di una storia che qualcuno di voi ha parzialmente ben presente, visto che è nata come avventura di giochi di ruolo: si tratta di una storia di 'fantascienza' fumettosa, ovvero tratta di supereroi. E... sì, è D.N.H.
ovvero Dawn of the New Heroes, il supereroistico più atipico che la mia mente potesse, al momento, partorire.
A cataratte (intendendo quelle dei fiumi) debitore dell'opera di Alan Moore, la storia prende le mosse da un dubbio sostanziale: se voi, cari lettori, aveste i superpoteri, che fareste. No, perché sono pronto a scommettere che nessuno di voi farebbe il supereroe, mentre sarebbe decisamente più incline a intraprendere la carriera da supercriminale. Se poteste avere la supervelocità, credo che vi perfezionereste nello scippo più che accorrere in un palazzo in fiamme a 300 gradi per salvare una persona... oh, supereroe o non supereroe 300 gradi sono 300 gradi!
Intrigante l'idea? Postate commenti e fatemi sapere.
Chiaramente, quelli di voi che ne sanno qualcosa possono spifferare suggerimenti al vicino, ma se poi mi viene fregata l'idea, vi uccido!
^__-
Il secondo progetto... beh, se l'è divorato la mia memoria di quaglia (nel senso che è quagliabile).
Vediamo se lo riesco a recuperare... allora... dov'ero quando mi è venuto in mente? Al cesso? No, l'avrei ricordato... il progetto intendo... sono uno che concorda al massimo con Daniele Silvestri...
AH! ECCO!
Sto seriamente valutando l'ipotesi, nata qualche anno fa per scherzo, di produrre due cd.
Già già. Due cd di due gruppi diversi, amici miei, ovviamente ignari della nuova risoluzione che ho preso - ma, almeno questi, al corrente della mia intenzione, seppure all'epoca presa per 'boutanade' (più che boutade) - ma dei quali sono un grandissimo fan. Senza contare che uno dei due canta i miei testi. ^__^
Il fatto è che adesso conosco due persone che hanno aperto una label discografica: uno è Taiyo e vabbé, la sua etichetta è hiphop (ma come cacchio si scrive? hip-pop? hippop? hippopotamus? hippie?), l'altro è Giacomo che per i suoi Karmablue (clicca qui per il karmablog e qui per un profilo o qui per una recensione) s'è aperto la sua Atman Records.
In più, ho un amico che gestisce con un socio una sala prove (a proposito, non riesco a trovare il numero di MKO, chi me lo passa?) dove - forse - potrei ottenere uno sconto sul costo della registrazione... poi ho un paio di conoscenti che lavorano nel missaggio e nella postproduzione... amici disegnatori per le copertine e l'inlay... mi divertirei come un porco a partecipare al progetto grafico!
Quante cose sto scoprendo semplicemente guardandomi attorno. Non pensavo nemmeno che in fondo conosco un sacco di gente che vale e si dà da fare...
Mi torna in mente un detto del libro del Tao, con cui vi saluto.
Ma dove s'è cacciato quel libro? ... strano, generalmente lo tengo sempre sotto mano... hey! Non è che l'ho prestato a qualcuno?! Sì, dico a voi, non è che ce lo avete? 'Il Tao per un anno' di Deng Ming-Dao o qualcosa del genere... Sì, quello che legge Margus la mattina...
Vabbé, vi cito all'incirca il concetto a memoria

"La tigre non attacca quando ha fame.
Essa attende, e spicca il salto solo quando è sicura"
[di colpire la preda]


GrimFang

Un piccolo PS. A casa mia sembra essere riesplosa la Maledizione dei Carciofi.
Non so se capita anche a voi, ma qua, con la scusa che tutto dev'essere naturale e di stagione quando li prendono li comprano a chilate. Il simpatico ortaggio - di cui non apprezzo la consistenza del gambo, ma per il resto non mi dispiace - diventa così una specie di incubo settimanale, poiché viene cucinato in massa (dieci-dodici carciofi al patibolo in fosse comuni) ed in seguito riproposto nella stessa o sotto varie forme: bollito, fritto, ripassato... ed infine col riso. Sfido chiunque - pur pranzando fuori casa - a provare il benché minimo briciolo di entusiasmo nel tornare a casa e scorgere, come una minaccia, la temutissima pentola a pressione, luogo d'indicibile tortura per i padri del Cynar - che mi ha sempre fatto cagare, al contrario di Ernesto Calindri, che adoro (fare una fine come la sua... in palcoscenico a 90 anni...). Provate solo ad immaginare cosa può voler dire avere una sensazione indefinita di fame il sabato pomeriggio, provare a ravanare in cucina per cavarne qualcosa di buono e ritrovarvi all'improvviso davanti i carciofi a mollo nell'olio della cottura originale, come in un film horror!
Non so voi, ma io ho i brividi alimentari.

domenica 25 febbraio 2007

Qualche vignetta d'attualità

Prima che perdano troppo di senso...




Più un bonus di vecchie vignette




sabato 24 febbraio 2007

Ma che splendida giornata!

^__^
Il 23 febbraio andrebbe ricordato come una delle migliori giornate della mia storia.

Tanto per cominciare, ho scoperto di avere dei lettori che non conosco: sono due colleghi del Deso, che ufficialmente saluto! ^__^
Fa strano scoprire quello che in un blog dovrebbe essere fisiologico, ovvero che ti possono leggere tutti. Ma dalla possibilità ad averne la certezza, beh, fa un certo effetto.
Inutile dire il piacere che mi fa sapere che vi divertite a leggermi, anche quando sono incazzato, come è capitato per la politica.

Ma veniamo al giorno 23/02/2007.
Una giornata cominciata come tante altre, in un alternarsi di nuvole e sole sui tetti ed i giardini dell'ufficio.
E con la - lieta - sorpresa di trovare il tecnico alla mia postazione, venuto a farmi l'allaccio del telefono, finalmente.
Questo però significa, oh che dolore, che pur essendo giunto alle dieci e un quarto - come dite? Eh, sì, sono i vantaggi del contratto a progetto, quando rispettano le regole... eh eh eh, scusate se vi rido in faccia, è un rigurgito bastardo... come? Quanto prendete al mese?! Ah, allora siete bastardi pure voi... - dicevo, pur essendo arrivato alle dieci e un quarto non potevo lavorare. Oh che disdetta!
Ergo, accendo il pc, tanto quello ci mette un'ora a carburare - c'ha l'etichetta che risale al mesozoico - e me ne vado ar bare (il bar, in dialetto csc). Lungo il tragitto colgo la voce del Landini, che nonostante il nome non è un trattore, e ci andiamo insieme.
Vabbé, morale della storia resto poi da solo a fumare nel giardinetto.
E' importante?
Beh, è per farvi sapere che lì, da solo a fumare ai raggi caldi del sole, m'è salita una malinconica tristezza, e mi sono messo a cantare. Non so se la conoscete, 'Vecchio nun piagne' cantata da Gigi Proietti. E' una canzone, romanesca, malinconica e triste. Perfetta per il momento, quindi; mi dev'essere venuta in mente per il finale,

"lo vedi er sole che graffia li vetri
un regazzino se mette a cantà
vecchio nun piagne, si no, nu' lo vedi
è 'n giorno bbono pe' ricomincià
".

Tanto triste che un collega, ch'è passato mentre stavo in silenzio (giuro, cantavo a voce bassissima! Figurati se voglio fare 'ste figure sul posto di lavoro!), m'ha fatto: 'su, nun ce pensà'.
^__^
E questa tristezza è importante da capire, perché alla pausa pranzo - cielo coperto e nuvoloso - ha fatto decisamente contrasto.
Già, perché ho cominciato a ridere come un cretino e non mi sono più fermato.
Oh, io non lo so: se la misura era colma, se mi sono rilassato, se è successo qualcosa veramente divertente... non mi ricordo nemmeno di preciso come è cominciato!
So solo che ho cominciato a ridacchiare, poi a ridere di gusto e di cuore, e più ridevo più non riuscivo a fermarmi. E ridendo contagiavo quelli che mi stavano attorno, il che ovviamente mi faceva piacere. Ma la cosa più fondamentale, era anche la più banale: mi piaceva ridere. Era un sacco di tempo che non mi capitava, che non lo facevo così. Senza scopo. Per il piacere di farlo. E già solo questo mi dava piacere, in un autoriferimento tautologico che non mi faceva smettere di ridere.
già una volta mi è successo, ed è stato di gran lunga più virulento, al liceo. Figuratevi che quella volta sono finito con l'autoesiliarmi dall'aula! Brevemente, leggevo ad alta voce per tutti un testo di biologia che parlava di humus e di vermi; una mia compagna appena sente la parola 'vermi' fa la faccia disgustata ed esclama 'che schifo!', prontamente rimbrottata da predicozzo educativo della prof - io, manco una piega, continuo a leggere, solo che, dopo tre righe rileggo 'vermi' e mi torna in mente la faccia di Alessandra (così si chiamava), e prendo a ridere come un deficiente, da solo. Tutti restano interdetti, mentre io me la sganascio di gran gusto: nel tentativo di farmi comprendere, cerco di spiegare tra una risata e l'altra. Ne esce più o meno una frase del genere:

"No HAHAHAHA perché HAHAHAHA i vermi HAHAHAHA mi ricordano HAHAHAHA Alessandra!"

Chiaramente a questo punto sbotta a ridere tutta la classe. Appurato che a leggere io non posso certamente andare avanti cambiano lettore. Le fasi seguenti mi vedono ridere continuamente a bassa voce. Poi più forte piegato sul banco. Poi a crepapelle sul pavimento (giuro!), mentre gli altri tentano di proseguire la lezione, infine al mio autoesilio fuori della porta del laboratorio di scienze, da cui tutti hanno sentito le mie risate perdurare fino alla fine dell'ora.
Totale, un'ora di risata compulsiva. Irrefrenabile.
Nemmeno pensando a qualcosa di triste (perché proprio non può venirti in mente qualcosa di triste).
Auguro a tutti di provare questa cosa pazzesca almeno una volta nella vita; fa bene alla salute.

Tornando a noi, l'effetto risata è andato via via dilagando, e si è moltiplicato quando Marco Tempéra si è messo a fare l'imitazione di 'Trotti/Momi' che mi sedeva vicino, a proposito di quella mattina quando lei aveva scoperto che nella doccia non c'era abbastanza bagnoschiuma: sono due studenti attori, e lei è marchigiana - quando perde la calma o è sovrappensiero le scatta fuori il dialetto, e Marco l'ha imitata benissimo. La cosa era particolarmente divertente perché 1) anche lei rideva ma cercava di chiarire le cose perché 2) buona parte riguardava l'abluzione delle parti intime. E' finita che l'allegria contagiava talmente le persone che Trotti /Momi è finita con l'asserire
"Mi sono lavata solo le parti intime, come le ascelle..."
Al che siamo caracollati a terra dalle risate.
E anche con Veronica è scattato un superbo discorso nonsense con marcato accento inglese a proposito di una tisana che aveva preso al posto del caffé...
Vabbé, non posso raccontarvi tutto, anche perché non lo ricordo bene, ma persino Magali, una mia amica francese, che stamattina aveva tre o quattro angeli di traverso, è stata contagiata in parte dalle mie risate. Le ho raccontato - a lei che ha la sua nonna italiana che sta male - la poesia che ho scritto nel mio ultimo post: non la voleva sentire, ma ho fatto bene a insistere. A 'sarà scappata all'estero con la refurtiva' le ho strappato un sorriso.
"Que con." - mi ha detto. E lo ha ripetuto sorridendo, diverse volte.
E io il francese lo so. ^__-
Infine, all'ennesimo sbotto di ridarella senza motivo, Erica ha scosso la testa guardandomi, ed ha mormorato "Tu sei l'uomo della mia vita".

Quindi, una volta uscito, ho perso tempo per non prendere la metropolitana subito (avevo i miei buoni motivi: visto che so che non leggerà mai questo blog lo posso dire, era per evitare un collega) e infine diciamo che mi sono un po' messo a vagabondare senza scopo. Grande cosa. Tra l'altro mi sono trovato a leggere un cartello che parlava del mio posto di lavoro: non so se avete visto come hanno attrezzato l'ultima parte della Tuscolana, verso Subaugusta. Ci sono panchine a forma di pellicola e cartelli sulla storia del cinema. Beh, l'unico su cui m'è venuto da alzare lo sguardo, buttando una sigaretta, era proprio quello.

Infine, la cena fuori per festeggiare Paolo che il primo marzo parte per la Cina, per tre mesi (studia lingue orientali).
Le ipotesi erano cena dal cinese o avventura gdr (giochi di ruolo).
[sì, per chi non lo dovesse sapere sono un decennale master di giochi di ruolo]
Risultato?
Pizzeria, e poi a casa del Deso giusto il tempo di fare un paio di test per stabilire l'età mentale. I cui risultati sono che io ho la mente di un quarantenne. Meglio di Paolo e del Deso che sono arrivati ai 70 anni! E sul giochino del conteggio di persone che entrano ed escono da una casa, sono anche andato meglio! E' uscito il risultato 'Sei stato un razzo', cinque risposte su cinque date velocemente.
Adesso che sono qui ve lo posso anche dire: su quello dei colori associati alle parole ho mandato fuori fuoco gli occhi per non leggere le lettere, mentre su quello del contapersone quando andava veloce tenevo a mente il numero dentro e lo modificavo con la differenza di quelle che entravano e uscivano! Cioé, invece di aggiungere 3 persone che entrano e togliere 5 che escono, ne levavo subito 2... ^__^
Ad ogni modo, grande la scelta di uscire, perché, proprio visto che Paolo partiva s'è potuto chiacchierare, senza chiuderci in una storia (ecco perché m'ero portato i giochi da tavola!). E farci una bella serata, più ricca sul livello umano. Però la prossima volta si gioca! ^__-
E poi, se non avessimo parlato, non avremmo mai scoperto la NOTIZIONA.

^___________________^

Dai, su, non potevate davvero pensare che mi stessi zitto, no?
Diciamo che eravamo in sei, tre donne e tre uomini, e che doveva esserci solo una coppia, mentre abbiamo scoperto che ce n'erano due!!!
^_______^
Beh, ovviamente mi dovete scartare, magari una coppia già la sapete scartare... il resto, sul versante maschile è abbastanza plateale... un uomo che quando nuota a dorso può essere scambiato a distanza per la pinna di uno squalo... che in barca a vela può essere usato naturalmente come deriva... che nel suo campo è senza dubbio IL MIGLIORE... ^__^
E lei? Eh eh eh, certamente lei è una sorpresa più succosa, giusto perché non sapete chi c'era! Ma delle donne solo due sono quelle che senza di me non avrebbero conosciuto l'uomo in questione... Ed entrambe lo conoscono da un sacco di anni... Ed è l'altra che io ho riaccompagnato a casa, quindi... ^__^
Non dirò il suo nome.
Dirò solo che lavorerà prima o poi in televisione.
Quale? Non so se in quella italiana o in quella INGLESE. Eh eh eh...
Fa sempre piacere sapere che due amici si sono messi insieme - whoops, pardon, 'si sono cominciati a frequentare'. =)P
Soprattutto se si tratta di cosa inaspettata. Forse intuibile, ma si sa, viaggio con le fette di prsociutto sugli occhi con fede programmatica.
E così, è stata una magnifica serata, sono riuscito persino a finire la pizza bevendoci sopra la birra senza sentirmi male - ma quando stai troppo bene niente ti ferma!
Chiedo perdono per le mille battute che avrei volentieri trascritto, se non fossero le 3 e 25 e non avessi il lumicino dell'intelletto ridotto a uno straccio.
Però, c'è ancora qualcosa che, come promesso, ho da dire.
Quando ho accompagnato a casa ERIKA, siamo rimasti in macchina a parlare.
E' una cosa che mi piace tantissimo fare, e tempo fa avevo detto alla mia amica Sara del teatro (e taccio, taccio, taccio - e chi sa, si taja) che ogni tanto mi veniva la voglia, proprio in questo periodo, di passare con la macchina sotto casa di qualche amica per andarcene in giro la notte, a parlare. E' una cosa che mi piace tantissimo fare. La macchina ha quel che d'intimità fragile ma familiare, e protettiva come la bambagia, associata alla notte, alla libertà di movimento, di fumare, che consente magicamente alle parole di fluire, al cervello di funzionare, come non ti aspetteresti mai.
Così, a Sara le ho detto 'tu sei una papabile; ma di solito queste cose le faccio con Erika'.
Ed è successo. Così a breve è successo.
Per chiudere in bellezza una giornata estremamente piacevole.
Ci siamo ammazzati dalle risate, parlando di cose molto serie. Convenendo che devo scrivere un libro dal titolo '101 risposte folgoranti', assieme a Ste Starna - quello del mio compleanno - nel quale uno fa la domanda, e l'altro scrive la risposta. Parlando di fame compulsiva, di shopping, di ragazzi da mollare anche se le cose potrebbero andare bene senza aspettare che le storie ci trascinino sul fondo, di camere da mettere a posto, di viaggi in Spagna e comunioni di fratellini, di questa giornata spettacolare, di decisioni da prendere senza pensare solo perché s'intuisce che siano giuste, senza stare ad avvelenarsi procastinando le scelte, di comportamenti autopunitivi, di giovanissime vicine di casa spagnole che sono state miss Almeria e adesso convivono con pescaresi simpatici ma giocoforza assenti per lavoro, sole in un ambiente un pochino ostile, di sogni, di creatività intrinseca del leggere fumetti, di genitori, di litigi, di denaro, di viaggi fatti e interrotti per scelta, pur di asserire la propria libertà. Di piattezza che frena la vita.
Ma soprattutto d'entusiasmo.
Ed è per questo che so che Erika metterà a posto la sua stanza, libera di farlo.
E sarà una mattina. In cui sarà sveglia, e non a letto a poltrire. E non sarà a lavoro, ovviamente.
Forse una domenica.

Tuo,

GrimFang

venerdì 23 febbraio 2007

Adesse diche un poesie...

Reduce dal 92esimo compleanno della mia nonnina, ho scritto questa poesia.
La dedico a tutti i nonni e le nonne che conserviamo nel cuore.

MIA NONNA

L'ultima volta che ho visto mia nonna
mi salutava dall'angolo della strada
il giorno dopo il suo compleanno
dopo aver spento 92 candeline.
Mi salutava dalla strada, ricordo
ed avrebbe svoltato quell'angolo
dal quale non l'avrei vista apparire mai più
Svoltava su quella strada
dove aveva camminato sempre
negli anni
per andare a prendere i soldi in banca
la sua grama pensione
per andare a fare la spesa.
Su quella strada
la stessa strada su cui
per un rituale antico
contava i suoi passi fino alla chiesa.
Cosa le devo dire,
signor Maresciallo.
Sarà scappata all'estero con la refurtiva.


^__^

GrimFang

PS: ringrazio Red Rum della mail, troppo lunga per un commento, di cui trovo deliziosa la definizione dei due senatori defezionisti al voto parlamentare. Facendo riferimento a quella che ritiene un'azione programmata, li chiama "due utili idioti".
Per giusta correttezza, senza riportare tutto vi cito alcuni stralci
"ero disgustato già da tempo da questi politici, ma questa non me l'aspettavo proprio adesso";
"penso che in questo Paese le cose non cambiano mai, sembra essere già tornata la Dc!".
Per chi volesse saperne di più di lui, se mi autorizza, posterò i link che m'indicherà (fammi sapere se ti fai un blog!). Per ora posto questo
http://www.flickr.com/photos/blaueapparat/
alle sue fotografie.
(per qualsiasi problema fammi sapere, al limite lo tolgo)
Alla prossima!

mercoledì 21 febbraio 2007

Ma andate un po' tutti AFFANCULO !!!

E' caduto il governo.

Mi sento incazzato radicale come Edoardo, con la verve di un Gaber fomentata dal disgusto.

Ma porcalaputtanamaledettissimazozza, ma siamo davvero così schifosamente imbecilli???
Ma dico, anzi, DICO, non avete pensato che far cadere il governo, per quanto fantoccio sia stato, zeppo di scazzottate accompagnate da frasi di mitica ipocrisia stile 'va tutto bene', 'non siamo mai stati così d'accordo' (quanto ricordano 'è tutto un complotto della sinistra'...), che l'immagine che date è di sostanziale deficenza?
NON come mancanza: DEFICENZA! Siete, e date di conseguenza l'immagine, degli IMBECILLI!
Ed io che vi ho votato, sono uno di voi!
E, scusatemi se è poco, non sono più tanto fiero come ero alle elezioni di dire 'Io sono un coglione'! Perché ha preso tutt'altro significato! Quello reale, ha preso!

Voi lettori perdonatemi sin d'ora le parolacce, ma porca puttana, anche un bambino avrebbe capito che far cadere il governo - come anticipavo prima - era comunque un modo di fermare i Dico, o Pacs, che dir si voglia. Un modo per fermare ogni proposta, ogni lotta futura del centro-sinistra. Di fermare persino la finanziaria! Perché, cari miei, come ogni finanziaria si deve muovere sull'ottica dei cinque anni!
E me lo fate cadere sull'Afghanistan?
Sull'Afghanistan? Che è missione ONU e non NATO?
Che è probabilmente il banco di prova più facile, più di larghe intese?
Ma che non ve lo aspettate il boicottaggio annunciato e strombazzato anche dalla chiesa (Dico e ripeto) anche su di una votazione simile? O pensavate che il gioco, per quanto sporco, fosse solo al momento delle votazioni specifiche?
Vi hanno pagato per farlo cadere adesso?
Per fare la figura di un governo che, già nato tisico sulla manciata di qualche migliaio di voti, strombazza tutto tronfio di centinaia di riforme (che non sono importanti, sono fondamentali!) riempiendosi la bocca, e che crolla per beghe stupide, stupide, stupide intestine di piccolo conto???
Per farmi andare di traverso la cena vedendo mio zio che sghignazza sullo schermo???
Non vi aspettavate che Andreotti, Cossiga e chi altro non avrebbero votato, vi avrebbero votato contro? Contavate come degli inetti sui voti della destra???

Ma allora scusate tanto, chi vi ci ha messo lì visto che siete imbecilli? Incompetenti? O al limite, evidentemente inesperti? Vi siete giocati la carriera perché nessuno vi ricandida! Siete stati in due, e al massimo vi resta l'appoggio di Nunzio D'Erme e chiunque ne condivida la medesima diottria!
Persino Franca Rame, ch'è più dura e pura di voi ha votato a favore per non far cadere il governo! Lei che avrebbe avuto tutte le ragioni di dire di no! Ma siccome la signora il cervello ce l'ha - e a differenza di voi lo usa - non si è fatta troppi problemi. E lo ha fatto per arrivare ai Pacs, alla riforma della scuola, della ricerca, del sistema elettorale, della sanità... delle battaglie più importanti.
Voi dove siete? In che mondo vivete?

Che figura meschina, puerile...
Tanto lo so cosa sarà.
Lo so.
Perché vi conosco, siete stati i MIEI compagni. Abbiamo condiviso le lotte.
Ma voi non vi siete accorti che ormai non vi frega più niente del paese.
Avete consegnato le armi ai tedeschi, illudendovi di comprare carri armati.
Perché - come avete iniziato a fare adesso, completi ingenui o viscidi bastardi - direte che non siete stati voi, ma i voti di senatori da non calcolare, extra partito, extra coalizione, extra tutto, a mancare. Eh già, brucia fare la figura dei fessi, eh? Meglio dare la colpa a Cossiga.
Ma anche quando vi accorgerete che non c'è modo di riparare, e che questa colpa ve la dovete pigliare, la trasformerete in merito.
Già, perché tanto sono mesi, non settimane, che tirate fango e merda sul governo di cui fate parte. Che infierite con più cattiveria sui compagni di coalizione che sugli avversari.

Perché così potrete dire che era Prodi il traditore.
Che l'avevate denunciato da mesi questo atteggiamento del centrosinistra di essere troppo centro. Che voi le vostre battaglie le avete fatte sempre dure e pure, pulite.
Voi che vi siete andati a manifestare contro da soli a Vicenza, quando la decisione - politica estera - era già presa. Quando voi sapevate che il governo s'era già esposto.
Voi che lo avete fatto per avere il governo contro la piazza, e la piazza contro il governo.
Voi che siete fermi agli anni Sessanta.
Voi che vivete mangiando il cadavere del centrosinistra. Cannibali.
Che direte ai vostri elettori votatemi perché le nostre battaglie non accettano compromessi. E consegnate i governi alla destra. Delegate le decisioni agli avversari. Consegnate le armi ai tedeschi.
Ignorate il paese.
Ignorate l'urgenza dei suoi problemi.

Agli uomini del centro destra è bastato starsi zitti. Senza il loro muro contro cui appoggiarci, siamo crollati. Finché ci contrastavano i Vito, gli Schifani, che punzecchiavano ogni debolezza, ogni esitazione, noi ci ricompattavamo, restavamo in piedi. Hanno smesso, e ci siamo divorati l'un l'altro.
Per cosa? Per dei voti che non vi faranno mai andare al governo da soli.
Dei voti che indeboliranno ulteriormente la sinistra nella parola centrosinistra, e che, se diverse fossero state le congiunture, avrebbero resuscitato la democrazia cristiana. Perché è questo che vi manca tanto.

E la cosa peggiore è che da una figura come questa ne esce riabilitato persino Berlusconi, che l'aveva detto. Che si è stato piuttosto zitto, ha parlato quel tanto che bastava per non lasciare sbiadire la propria immagine in televisione.
Dopo le elezioni il più probabile leader della futura coalizione di centro-destra era Casini, che almeno ha un certo senso dello stato. Voi avete riabilitato Berlusconi come premier: di fronte a un centrosinistra esattamente come lui lo ha descritto (mentre Casini invece con noi ha dialogato) la sua credibilità è tornata totale. Se noi esistiamo in opposizione a lui, lui esiste in opposizione a noi. E' matematica. Complimenti.
Illuso Casini ad averci creduti delle persone serie.
Quantomeno, delle persone.

A voi manca il senso dello Stato, e quasi mi duole che almeno non siete attaccati alle poltrone, altrimenti qualcosa avreste imparato. Perdere l'amato seggio e lo stipendio più alto fa riflettere chiunque, in Parlamento. Voi duri e puri magari no, ma godrei a vedere le vostre facce faccia a faccia coi metalmeccanici a spiegargli perché cazzo, per una volta che siete andati al governo (e con questa fanno due, non dimenticatevelo) non siete MAI riusciti a fare gli interessi dei lavoratori. MAI.
E' troppo comodo giustificarsi dando la colpa agli altri. Le leggi le fa il governo, e solo da dentro si possono proporre e tutelare gli interessi degli operai, cui voi dite di tenere tanto. L'avete visto, lo sapete: Berlusconi se la ride degli scioperi e delle manifestazioni. Col centro-destra al governo, i lavoratori resteranno sempre inculati.
Checché ne diciate, per cambiare un paese bisogna andare al governo, e mediare. E ricordarsi che una volta al governo si rappresenta tutti gli italiani. Si fanno gli interessi del paese. Si spinge l'Italia verso un orizzonte - proprio voi, che dovreste a rigor di logica essere rimasti gli unici ad avercelo quantomeno chiaro, se non preciso - che si ritiene migliore. A costo di stringere i denti e la cinghia, per non fare la fine dell'Argentina. Per migliorare le cose, assieme alla qualità della vita.
Ma evidentemente voi pensate ancora di cambiare il paese con la dittatura del proletariato.
A questo punto, siete incapaci. Non siete capaci di restare a proporre, a mediare, ad argomentare. Non siete capaci di sognare un mondo migliore per POI COSTRUIRLO.
Siete solo sterili chiacchiere.

Ci avete riconsegnati a cinque anni di precariato, di conflitti d'interessi, di assoluzioni giudiziare. Cinque anni - perché loro a restare al potere sono ben più bravi di noi - di politica estera filoamericana, anzi, fotocopiamericana, anzi, proprio americana, decisa da loro. Cinque anni in cui torneremo in Iraq a sostituire gli inglesi che se ne sono andati, in cui amplificheremo la presenza in Afghanistan (proprio quello che non vi andava giù a voi) e in cui finiremo, perché no, in Cecenia a dare una mano a Putin.
In cui diverremo 'legittimamente' bersaglio del terrorismo.
In cui continueremo a far evadere le tasse, depenalizzeremo i reati fiscali, faremo leggi a cazzo e magre figure internazionali, useremo il pugno duro sugli studenti e sugli immigrati. In cui saremo ancora una volta così tanto fieri di essere italiani... come già lo siamo stati per cinque anni d'intensa vergogna.
A voi non vi frega niente del paese.

La vostra più grande colpa, signori, è stata farmi tornare il disgusto della politica.
Che resterà sempre addosso a noi elettori traditi, finché i politici sarete voi.

GrimFang

martedì 20 febbraio 2007

Non tesserò le lodi di Cesare...

Scrivo questo post sull'onda delle riflessioni.
Un caro amico, dopo la lettura del post precedente, ha dimostrato la propria sensibilità nel criticarmi forse un eccesso di cattiveria nei confronti della poverina che mi ha - per poco, a onor del vero - tampinato sabato sera.
Brevemente: ho esagerato?
Non so.
A onor del vero, sulle prime, dall'autoanalisi sono uscito immacolato.
Ma, essendo l'autoassoluzione uno sport preferito se non altro dalla gente come me, una seconda analisi a mente fredda era necessaria. Sempre tenendo da conto la mia tendenza a esagerare in melodramma.
Per questo ho voluto intitolare così questo post, citando - credo male - nientepopòdimenoche William Shakespeare. Per la tendenza all'autoassoluzione e il melodramma. In effetti, credo che quel bellissimo discorso, pronunciato da non so chi per ricordare Cesare al punto da far scaturire la condanna del Senato verso Bruto, contenga un bellissimo parallelo con simile argomento: nell'analisi di quelli che sono i difetti - i propri, in questo caso, non quelli di Cesare - si è veramente in grado di tratteggiare l'uomo e umanizzare il mito - in questo caso, sì, Cesare - dando, giusto per dire, a Cesare quel che è di Cesare.
=)P
Insomma, per prima cosa vanno piazzati i fatti.
Sabato, a una festa, una ragazza che proprio non mi attirava mi ha 'costretto' (ma in realtà mi sono costretto da solo) ad una conversazione banale.
E' stata una mia inferenza tutto il resto: il cogliere la sua difficoltà, la sua solitudine, il trovarmi a disagio per l'ennesima donna estremamente problematica che la vita mi ha messo davanti, il mio - sì - dolore nel percepirne grosso modo la condizione da me etichettabile come disperata.

E' interessante? Detta così, no. Detta come ve l'ho raccontata io, e nel contesto in cui l'ho fatto forse sì.

In parte, è questo il punto.
Si tratta di un blog, pubblico e non solo per gli amici.
Io so, ovviamente, chi conosce grosso modo l'indirizzo di questo blog. So che le probabilità per le quali la ragazza in questione potrebbe leggere questo blog sono dell'ordine dello 0,1%.
Ma so anche che non avrebbe dubbi sulla propria identità, così come non li avrebbero alcune delle persone - a me tutte tranne la festeggiata sconosciute, ergo improbabili miei lettori - intervenute alla festa, così come immagino che, per la sensibilità che suppongo dovrebbe avere, si sentirebbe molto ferita da quel che ho scritto.

Perché l'altro fatto è proprio questo: che ne ho scritto, ed in quei termini.

Prima di finire a ragionare sul perché e sul per chi scrivo, mi blocco da solo.
Il blog è uno sfogo. Coosì come è il modo di esternare i miei pensieri. E siccome il 90% di voi sa perfettamente chi sono io, mentre il blog è in forma anonima, è un modo di raccontare agli amici ed ai curiosi un po' quello che mi capita.
Presupposto questo, si entra nel merito del modo in cui l'ho fatto.
Ho parlato male di una persona.
L'ho fatto?
Non so, non credo. Ho esposto dei fatti, come li ho vissuti io, e probabilmente li ho leggermente esasperati (melodrammatizzati) come faccio sempre.
Le ho attribuito delle colpe?
No, le ho fatto un ritratto; e come ogni autore che si rispetti, colori e pennelli li ho scelti io.
E' un brutto ritratto? Liberi di non farvelo piacere.
Ma non per questo liberi di non farmelo fare.
La censura - in questo caso l'autocensura - non è mai stata tra i miei sport preferiti, la delicatezza sì. Ma l'ironia anche.
Io - e agli occhi di qualcuno potrebbe sembrare un'aggravante di colpa - ci ho pensato prima di scriverne. Ho deliberatamente scelto di costruirne in parte una macchietta.
Ho scelto di esprimere il mio stato d'animo a discapito di quella che era una sensibilità altrui.
In breve ho fatto un po' lo stronzo.
Però, perdonatemi, nemmeno a questa seconda analisi me la sento di condannarmi.
Sì, aleggia un vago senso di colpa, mitigato dalla quasi matematica certezza che lei non ne leggerà mai. Ma anche se lo leggesse, non sarebbero problemi miei.
Orribile a dirsi - odiosa conseguenza del mio tentativo di far fuori il crocerossino che è in me, suppongo - ma il problema è e rimane suo, se se lo fa. La colpa non è nel ritratto, nei colori, nei pennelli o nella tela. Ma nemmeno nella mano. Nemmeno nel soggetto.
Semplicemente, la colpa non c'è.
Si parla, si scrive e si racconta: della vita, delle proprie esperienze. E per forza di cose, è necessità, lo si fa dal proprio punto di vista. Per quanto gretto sia, o possa a volte diventare.
Se vi narro di lei, come di una qualsiasi altra, io vi racconto l'uomo o la donna che ho visto in lei/lui. Persino Edo potrebbe essersi incazzato per lo sputtanamento della cena (ma era telefonato che l'avrei fatto! ^__-), eppure non ho urtato la sua o la altrui sensibilità. Che dovrebbe dire Lisa che si è vista definire come un pozzo senza fondo (più o meno) a tavola? La fame è fame, ci sta. Anzi, è una cosa allegra.
Questa allegra non era, ma non per questo la vita si trasforma nel felice paese dei coniglietti saltellanti.
Non voglio scrivervi un blog in cui sono costretto solo a parlarvi di cose belle.
Passerei dei mesi muto.
Basta aprire il giornale tutte le mattine per perdere la voce.

Non è la prima volta che mi capita di 'sparlare' di qualcuno, che prima o poi si offende. Al momento mi viene in mente solo Marcella, al liceo, con cui feci una di quelle figure di merda che istoriano l'inferno sui pannelli riassuntivi alla voce 'prossimi clienti'.
Però mi è capitato, sì, di ferire qualcuno.
A parte Flaminia, sempre al liceo, per la quale ferirla mi diede un *immenso* profondissimo gusto. (leggere alla voce: *rendere pan per focaccia con gli interessi*)
E come in questo caso, deliberatamente, a una persona che magari non se lo merita.
E' che questo che dà - o almeno ha dato al mio amico - grande fastidio. Anche perché, parole sue, questa immagine di me che ne trapela non si concilia affatto col quadro che lui - e spero voi - avete di me. Il che, essendo amico, fa anche un po' girare le scatole, al pensiero di uno sconosciuto che legge il mio blog e pensa "ammazza che stronzo", e se scopre il mio indirizzo di casa mi viene a sparare con l'uzi.
Però io sto anche imparando il pensiero di quella scuola che dice che se ti puzza l'alito è mio dovere dirtelo, e non fare finta di niente. Quella scuola che dice che finché non ti si dice come ti si vede, quali sono i difetti che ti ritrovo - dal mio punto di vista - per errori di miopia tu potresti non vedere. O di autoassoluzione, come per me.
E infatti se capitasse a me di leggere quello che ho scritto di lei nei miei confronti starei male. Giustamente. Ma dovrei anche avere poi le palle di riflettere e capire quanto, di quella descrizione, è in problema che ho dentro; e quanto, invece, è un difetto di miopia nell'ottica di chi scrive.
Infatti, se il mio buon amico non mi avesse rimbrottato di aver forse raggiunto un eccesso, io non mi sarei mai posto il problema e non mi sarei accorto di niente.
Quindi, grazie. Grazie tante.
Ma adesso non mi subissate di critiche, che troppe e tutte insieme impediscono di focalizzare!!!

^__^

Sì, decisamente questo è un post di autoassoluzione. Deformato nel suo punto di vista: liberissimi - e invitati anzi - ad avere il vostro.

GrimFang

domenica 18 febbraio 2007

Cronaca di un sabato

Come potete vedere, in alto a destra è comparsa una nuova finestrella, dal titolo "Promemoria T.P.F.&V." che starebbe - ovviamente - per "Promemoria Terra, Pioggia, Fuoco & Vento". Sarà uno spazio dedicato a tutte le nìuvz relative ai miei spettacoli, i miei lavori e tutto quello che capiterà che abbia una data fissa e un orario cui invitarvi.
Controllatela sempre, perché metterò lì, proprio come ho fatto adesso, i riferimenti necessari per intervenire - evitando così che, come in questo caso, possano andare persi nel fluire dei post. (mica posso smettere di postare fino a quando non arriva il giorno dello spettacolo, oppure continuare a ripetervelo fino alla nausea! E poi, così evito che qualcuno di voi possa non leggerlo perché troppo pigro per leggersi tutti i post arretrati, oppure perché sinceramente convinto di averli già letti... vi conosco mascherine!)

Veniamo ai 'miei ragguardevoli sabati sera'.
Gli eventi principali della mia giornata del 17 erano principalmente tre, considerando che a uno dei due non sarei intervenuto.
Partiamo da questo: com'è possibile che io possa considerare un evento principale della mia giornata qualcosa a cui sapevo che non sarei intervenuto?
Semplice.
Si tratta del matrimonio di un vecchio amico, Angelo, con cui negli anni ho un po' perso i contatti. Come capita sempre: si fanno via via saltuari, spariscono, e poi sta a noi recuperarli, se ci va. Così è successo con Angelo, con qualche email spedita ogni tanto, quei cinque minuti di tempo ritagliati ogni tanto nelle nostre giornate (soprattutto in orario di lavoro, dall'ufficio) per riscoprire che fine ha fatto tizio, come sta caio e tutti i compagni di quell'epoca che abbiamo passato insieme - che nel caso di Angelo sono gli anni del liceo, nonostante non studiassimo nemmeno nella medesima scuola, che io andavo al Mamiani.
Ma gli anni sono passati, e di quella scompaginata compagnia di stralunati, una vera truppa che in un modo o nell'altro tra le altre cose ha visto i natali di Elish, i contatti sono rimasti pochi. Qualche notizia si sa, qualcos'altro no o lo si scopre in ritardo... che Simone ha una bellissima bimba di nome Margherita, ad esempio. O che Cesare continua a crescere Kariya, che ormai ha chissà quanti anni, dev'esser diventato un teenager... o che Sacconi/Baggins non s'è ancora laureato, come me (una notizia che duole, ma che almeno fa compagnia). Mentre altre cose si sanno, da tanto o da poco tempo. Marcolone è morto, e Fabio, il fratello, l'ha raggiunto poco dopo. Ma all'epoca eravamo ancora tutti insieme. Che Emiliano fa doppiaggio e televisione, ma soprattutto teatro. Stesse cose Taiyo, con la musica al posto del doppiaggio, credo (fico l'album di Justin/Jesto! Leggetevi qualche testo ^__^). Vania che un teatro l'ha aperto. Io che scrivo, invento e, almeno adesso, mi muovo. Mario che lavora coi computer e che, causa Martin, prima o poi riprenderà i suoi progetti da regista. Simoncione che fa l'attore, e cerca di farlo a tempo pieno... e gli altri un po' più dispersi rispetto alla mia strada, di cui mi arrivano notizie frammentarie o non mi arriva proprio niente... Federico. Stefano, che aveva l'agenzia di grafica. L'altro Stefano di cui dopo millenni ho rimediato il numero di telefono, ma che non ha risposto al mio sms... e Guido, e Rafael, e quanti altri...
Chissà se un giorno si parlerà di noi, e ci saranno persone che si stupiranno all'idea che ci conoscevamo da giovani. Non eravamo una comitiva, ma amici. Nella libertà più piena del termine, quella che esce dagli schemi. Amici che si son persi nel chiedersi se e quanto erano veramente amici.
E Angelo è uno di loro. Uno di quelli con cui ho condiviso così tanto di un periodo così bello (un mitico Interrail, di quelli che con 300 mila lire ci siamo girati l'Europa; per non tacere della volta del 'je parto de boràccia' a casa mia in montagna, quando li buttai fuori casa alle cinque di mattina...^__^) che basta ritrovarci dopo anni per ricostruire l'atmosfera di sempre. Come a Natale 2006, quando ci siamo rifatti una delle nostre sacrosante partite a poker di un tempo... con Cesare e Emiliano... una di quelle partite solite in cui io perdo come un addannato, ma alla fine riesco sempre a pareggiare i conti!!! (per la cronaca ho perso un euro, ne perdevo circa 90)
^__^
E lì mi ha fatto davvero piacere sapere che si sposava. Mi ha spiazzato.
Già, perché, vedete, il fatto è che si sposava in chiesa.
Lui, che per me era la foto che illustrava il dizionario alla voce anticlericale.
Lo è tuttora, per carità, ma deve anche essere innamorato sul serio. Non conosco questa Veronica - almeno, non bene, credo me l'abbia presentata una volta - ma dev'essere un bel piperino, per averlo convinto! Lui, quello che si fece il servizio civile dai preti sfoggiando una folta capigliatura riccia da metallaro, ed il giorno dopo il congendo tornò da loro rasato a zero... così, solo per il gusto di sbattergli in faccia che faceva, ed avrebbe sempre fatto, come cazzo gli pare. Che rinfacciava al clero tutta la sua ipocrisia.
Che si è sposato in chiesa.
Mi tornano in mente Peppone e Don Camillo, due divisi su tutto ma che si vogliono un gran bene, senza mai dirlo. Che si riconoscono comunque la dignità di anime umane, e si accapigliano con tutte le ragioni sul piano della dialettica, ma si rispettano. Ecco, pensare a Angelo che si sposa in chiesa mi fa piacere anche perché mi riempie il cuore sapere che esiste sempre un terreno d'incontro, di dialogo, fatto della nostra natura umana: lui l'ha fatto per amore, umanissimo amore. Semplice, senza troppi perché. E non c'è nessun tipo di conflitto o di incoerenza, perché si tratta di rispetto. Comunque, di rispetto. Ma per gli uomini, non per le istituzioni.
Non per il clero, la famiglia o il matrimonio.
Per sé. Perché è bello fare piacere alla persona che si ama.
E so che continua e continuerà ad essere un mangiapreti. Proprio l'opposto della sorella, mi pare di ricordare.
Quindi ecco perché sono stato contento di non essere invitato al suo matrimonio, com'era giusto, ma di avergli mandato un sms con Arianna, che tra l'altro è stata una sua ex, verso mezzanotte.

E veniamo così all'altro grande evento, ovvero la festa di compleanno di Arianna.
A parte il fatto che dopo sette anni sono rientrato in possesso del vhs de I soliti sospetti che le avevo prestato, sono stato contento di rivederla - adesso che è andata a vivere a Bologna - e di riavere, anche se per qualche momento, il piacere di essere il suo compagno di ballo.
Allora, giusto per chiarire a quanti di voi l'hanno visto, Arianna è la ragazza che faceva la parte di Ambra Saponetti ne il "Nerchiopiteko's Massacre Day". Quella che viene praticamente sgozzata con le ante della finestra. Quella che stesa sul letto leggeva, facendo pubblicità occulta, il manuale di Elish.
Beh, io e lei - sempre alle sue feste, mai altrove, mi pare - quando balliamo insieme ci troviamo. Ed è una piacevolissima sensazione; qualcosa che Donata, la mia amica maestra di ballo che vive anche lei su a Bologna adesso (ma quante amiche carissime ho a Bologna? Lei, Sara, Anastasia, Arianna, Anna...), più di una volta ha provato a spiegarmi (l'affaire compagni di ballo/compagni di vita o no?), ma che in realtà so benissimo.
Qualcosa che invece la sua migliore amica - di Arianna, intendo - non sapeva affatto, cioé che io e Arianna sono più di dieci anni che quando ci capita, poche volte in verità, balliamo insieme. E che siamo affiatati, e ci si può prendere anche una certa libertà senza per questo essere equivocati. Così, scherzando su di una battuta di Ari, quando io e lei ci siamo quasi avvinghiati, è stata solo l'amica ad aver equivocato; e quando immediatamente dopo, sapendo che era la sua migliore amica io le ho messo una mano su di un fianco - gesto certamente poco simpatico visto da parte sua, ma assolutamente tranquillo da parte mia - beh, deve essersi risentita. E siccome è una persona fondamentalmente, beh... non so, la mia visione è stata successivamente distorta dall'aver scoperto che è di Alleanza Nazionale... insomma, morale della favola mi son beccato un discretissimo (non l'ha visto nessuno) ma piuttosto violento cazzottone nello stomaco. ^__^
E poi dicono il sesso debole...
Come dite? Ehm, sì, era caruccia...
Ho spalancato gli occhi e gonfiato le guance, accusando il colpo, e con un filo di voce ho mormorato
"Mi sa che Arianna non ti ha detto che sono più di dieci anni che balliamo insieme, vero?"
La cosa deve averla un po' colpita, perché ha risposto "No, non mi ha detto nulla" eppure quando le stavo per appoggiare la mano sulla spalla nel tentativo di tranquillizzarla e spiegarmi, beh, aveva ancora gli occhi da assassina, da bestia che non si fida; al che ho congelato il mio movimento e ho fatto "Tranquilla che non ti tocco, non ti tocco più!"
Non so, forse questo un po' l'ha colpita, mi ha dato l'idea di una persona che si era accorta di esagerare, ed ha provato un po' a correre ai ripari, chiedendomi di darle una mano in cucina. Ma visto che non mi facevo problemi a risponderle di sì - e che quindi da parte mia la cosa doveva, come era in effetti, essere finita lì - ha cambiato idea ed ha preferito portarsi appresso il cugino di Ari.
inutile dire che per il resto della serata l'ho evitata. Quanta gente ferita dalla vita c'è in giro...
E a proposito, a quella festa ho fatto colpo.
A un certo punto la festa era divisa in due, la parte di quelli che ballavano e quella di quelli che parlavano. A proposito: ha avuto perfettamente ragione Arianna, quando diceva che gli italiani se non è buio non ballano. Con tutte le luci accese eravamo disposti a ballare solo in tre - gli altri, paralizzati. Rendendo le luci più soffuse, alla fine eravamo in otto, più o meno. Mi piacerebbe riportare alla lettera l'anedotto con cui Arianna ha scoperto questa verità, ma non lo ricordo perfettamente. Chiaro, non vale per tutti.
Ad ogni modo, questa ragazza su cui ho la certezza matematica di aver fatto colpo era dalla parte di quelli che non ballavano. Io, come capita a volte, me ne sono fregato (del giudizio altrui) ed ho ballato come mi andava. (per chi non lo sa, ad un festone di quelli universitari una volta la festeggiata mi definì 'er mejo tacco d'a festa' ^__^)
Pensate che addirittura ero arrivato a quella festa che non mi andava proprio tanto di festeggiare. Non so, è un periodo che ho una cappa addosso per cui non mi riesco molto a divertire - quindi grazie tremilioni di volte Arianna per avermi fatto ballare, perché (cazzotto e quanto sto per raccontare a parte) mi sono divertito davvero.
Insomma, come faccio ad avere questa matematica certezza?
Semplice, appena smesso di ballare (era il momento della torta), questa ragazza mi arpiona e mi vincola ad una discussione sul mestiere di traduttore (il suo, laureata in lingue). In queste occasioni hai due opzioni: o fai discretamente 'velo' e scompari dalla circolazione con un pretesto qualsiasi, o da gentleman sorreggi la banalissima conversazione. Io, come un cretino qual sono, scelgo sempre la seconda. Anche perché sono piuttosto lento a trovarmi una scusa.
E quindi resto incastrato a parlare con lei, che parla a raffica, a manetta, a tremila, nel disperato tentativo di comunicarmi qualcosa della sua vita finendo però solo col sommergermi di banalità e cose di poco conto, del più o del meno, perché come tutti non vuole soffrire e quindi non vuole esporsi su di un qualsiasi terreno vero e...
Come dite?
...ehr... sì, non era carina.
Ma che manica di bastardi che siete, eh?
Ok, per farla breve la certezza si fa matematica quando
1) esco a fumare al freddo del balcone e lei trova un pretesto per seguirmi e
2) quando mentre ballo alzo lo sguardo, la tano ad osservarmi a occhi spalancati e appena la becco lei arrossisce e distoglie lo sguardo.
Quindi, credetemi se ve lo dico, nonostante appaia contrario alla mia natura (ma poi chi mi conosce bene sa che è vero): anche se fosse stata carina, avrebbe immediatamente perso il mio interesse mostrandomi un simile e tale stato di fragilità e insicurezza e, diciamolo, disperato bisogno di un compagno. Ne ho conosciute troppe, milioni come lei. Tutte con lo stesso sguardo disperato, che è stato anche il mio, anni fa.
Quando vomitavo per strada per la paura di essere uscito con una bella donna (scusami ancora, Anto, è stato un gran periodo di merda).
E, onestamente, sono stanco. E sto cercando di uccidere il mio istinto da crocerossino; perché a quanto pare non ci sono tagliato, almeno da partner, e si finisce con l'andare a fondo in due.
Però, lei mi ha dato da pensare. Non il fatto che non sia carina e che sia complessata, ma l'insieme. Il mio essere stanco di donne così. Così come le donne saranno stanche di uomini come me. Ma come cavolo facciamo a trovarci, allora? Mah... sembrerebbe proprio il caso di dire 'mistero della fede'...
Mi tornava alla mente Yeats che diceva che l'arte è una fata speciale, che ispira sì l'uomo, ma tormentandolo, ferendolo sadicamente, e privandolo della pace.
Dovesse essere veramente così, che sfiga pazzesca.
Infine, alla festa mi sono accorto di essere davvero terrorizzato all'idea di partire per la Spagna.

E infatti, qui veniamo al terzo evento di sabato, cioé la seduta mattiniera del mio laboratorio teatrale, il gruppo di Ludyka, per la regia di Vania Castelfranchi.
Ormai sono tre anni che prepariamo gli spettacoli per Ludika 1243, la manifestazione medievale che c'è a Viterbo a cavallo tra giugno e luglio. Ed è capitato che, quest'anno, il nostro laboratorio teatrale con altri due/tre dello stesso regista, se ne vada per la prima volta in trasferta all'estero, in Spagna, per la precisione a Granada. Dove ci sarà un mese e passa di festival di teatro, sia al coperto che in strada.
I nostri spettacoli sono tutti nati per la piazza, ma prima di partire (e dopo tornati) metteremo comunque questo spettacolo in scena anche a teatro (sempre all'Ygramul). Lì in Spagna invece - a quanto pare - faremo un pout-pourri, credo molto improvvisato, di tutti e tre gli spettacoli che abbiamo in repertorio. Senza troppo tempo per preparare il tutto, visto che partiamo il 27 aprile.
E, beh, ecco cos'è che per ora mi terrorizza: non gli spettacoli, ma il viaggio.
Partire da Ciampino ad un orario antelucano (soprattutto per me, che so che non dormirò la notte prima di partire e che sono abituato a svegliarmi tardi) in aereo (e sono millenni che non lo prendo) fino a Madrid e di lì con una navetta fino alla stazione e poi in treno fino a Granada. Un'ammazzata. E so di non avere più il fisico per reggerla. Considerato che poi si va subito in scena, il giorno dopo. E caricandomi un pochino di più di ansia perché, oltre a quella per gli spettacoli che è fisiologica, ci saranno anche le ragazze del gruppo Yoghurt che vengono con noi, e parecchie di loro sono decisamente carine. E saremo in Spagna, a Granada, cazzo! Terra di donne meravigliose!
Agh!
Mi sento male solo al pensiero (dimostrando così di non aver ancora superato il mio panico da single! ^__-)...
Comunque sia, sabato mattina è stata una sessione dedicata alla costruzione dei costumi, senza la presenza della nostra amatissima costumista ufficiale Uànda (nonché attrice del gruppo, ma lei è costumista sul serio, come lavoro. Anzi, se a qualche grossa produzione che conoscete serve...).
Ed è... stato veramente fichissimo.
Signori, è ufficiale, ho imparato a usare (poco) una macchina da cucire!
^__^
Dovevamo fare una parte 'tonda' per i nostri costumi, e scegliere le stoffe per costruircela, riempiendola di carta o di gommapiuma. Non so perché, ma ho scelto lo spallaccio. E' da sempre che ho un debole per gli spallacci, che sono tra l'altro la parte che mi piace di più dell'armatura medievale. Inoltre, considerato che non mi doveva dar fastidio nei movimenti di scena, capriole e torri uno in piedi sull'altro comprese... beh, non poteva essere su una caviglia o su un piede. Specialmente considerato il pezzo da acrobatica mortale che faccio su una scala... Insomma, speriamo che lo spallaccio non mi faccia in qualche modo rompere l'osso del collo.
Ad ogni modo, non trovando colori caldi e accesi ho preferito uno sgargiante blu ed un altrettanto acceso verde. Ho avuto culo che le stoffe fossero in realtà già cucite a tubo, e le ho tagliate e piegate in maniera tale da avere una specie di sacco dentro la stoffa a tubo più esterna, che sarà poi da tagliare per mostrare il colore di quella più interna. Insomma, per farvela breve, l'ho progettata e cucita senza sbagliare - per ora - che una sola cosa, l'attaccatura dello strip-strap che poi mi ancorerà il tutto al vestito. Lì, quando l'ho attaccata l'ho messa al 70% a coprire lo spazio sbagliato, ma soprattutto... ehr... l'ho cucita unendo insieme due pezzi che non mi ero accorto c'erano finiti sotto. Il che poi non è proprio un male perché restringe lo spazio della manica e finisce cool non farmi sciaquare troppo il braccio all'interno, però...
Adesso, dobbiamo costruire a fondo i nani, ma di questa cosa magari ve ne parlerò dopo, o un'altra volta...
Eh eh eh.
Ma quanto è bello creare le cose con le mani.
Un bacio a tutti

GrimFang

venerdì 16 febbraio 2007

Si va in scena...

Bene ragazzi, ci siamo quasi.
Il giorno

27 febbraio

alle ore 20.45

presso gli spazi del Teatro Ygramul

in Via Nicola Maria Nicolai 14


andrà di nuovo in scena il monologo/lettura


"La scoperta de L'America"
di Cesare Pascarella

Un’interpretazione narrata del poema, in sonetti romaneschi, di Cesare Pascarella, autore purtroppo trascurato – storicamente chiuso tra Belli e Trilussa – della poesia e tradizione romana dialettale. All’osteria, un avventore “istruito” coglie al volo un’occasione per lanciarsi in una propria, personalissima, spiegazione di come avvenne il fatto... tracciando in parallelo un quadro del suo tempo e riuscendo – oltre che a raccogliere l’attenzione e la curiosità del suo pubblico – a ottenere il fondamentale scopo di buon racconto all’osteria: farsi offrire del vino!

Per la regia e la recitazione del vostro immodesto e umilissimo sottoscritto.
Il biglietto, comprensivo del successivo spettacolo "Versi Tribellini" - un tajo - costruito sulle poesie di altri poeti romaneschi del taglio di Belli, Trilussa eccetera, è di euro 8 per i non tesserati (5 per gli altri). Se si sceglie l'opzione cena si sganciano altri 5 eurI, ma bisogna comunicare nominativo e menù prescelto una volta lì.
Quando dico cena, ovviamente non aspettatevi un ristorante.

Qui potete trovare tutto il programma di febbraio
http://www.ygramul.net/cartellone02.htm

Siete tutti invitati (a venire)!

^__^

Spero di vedervi lì...

GrimFang

PS: giusto un paio di aggiornamenti al volo:
1) Oggi mi sono fatto le analisi del sangue. Mettendo le mani avanti per calmare le mie paure ho avvisato subito l'infermiere che era un sacco che non facevo prelievi, che ho la pressione bassa... lui mi guarda e mi fa
"Ma te, oltre a essere uno che va avanti in battaglia, nella vita che fai?"
^__^
Onore al mio coraggio!
2) Mentre stavo finendo la convalescenza, finalmente sono riuscito a mettere su carta (beh, a dire il vero su di un file) un monologo che devo scrivere da quasi diec'anni!!! Vi darò altre nuove (spero buone, per ora mi trastullo con l'idea di fare una regia...).
E con questo è tutto!
Bytes!

martedì 13 febbraio 2007

A Guide For The Art

Nonostante il post precedente meritasse una visibilità più lunga (andatevelo a leggere se ve lo siete perso), avevo promesso di postarvi le vignette... eccovele!
Si tratta della mia serie forse più riuscita, che spero apprezzerete.
(e che tra l'altro, vedrete, s'interseca con un'altra serie...)
Ma postateli dei commenti, però!!!
^__^

GrimFang












lunedì 12 febbraio 2007

Flash

Flash 1. In metropolitana

Stamattina in metropolitana.
Primo giorno di lavoro della settimana dopo la malattia, levataccia. (Per me, che mi ero abituato a dormire fino a proprio tardi, è stata una levataccia - se sapeste a che ora mi alzo per andare a lavoro mi lincereste sicuro)
Prendo la metro come al solito, alla mia stazione. Non passa poi molto tempo, e si comincia a sentire la musica di una fisarmonica; inevitabilmente sai che si avvicinerà. Ti rassegni, come fai spesso, come fai sempre, e al massimo - quando sei di un decente umore - ti disponi ad ascoltare per qualche minuto un po' di musica: e una fisarmonica, è sicuramente una buona musica. Al massimo può darsi che sia sempre la stessa! Ma di solito mi mette un po' d'allegria. Anche perché capita diverse volte di sentire accennare canzoni di cui io conosco le parole, che ogni volta con gusto mi canticchio sottovoce...
Lo spettacolo dei bambini che fanno la faccia triste e vagano per i vagoni con appese al collo le tastiere elettroniche che suonano delle basi preimpostate, invece, mi mette di pessimo umore.
Ma stavolta erano due zingari - mai azzardarsi a intuire parentele tipo padre/figlio, perché con gli zingari spesse volte non è affatto così, anche se farebbe piacere pensarlo (oddio, dipende da come viene trattato il ragazzino) - tra l'altro già sentiti in altre occasioni. L'adulto molto bravo a suonare, il bimbo con le maracas, no. Suonano vicino a me come capita sempre (non chiedetemi perché, non lo so - vicino a me c'è sempre spazio: o puzzo che accoro o becco sempre la bolla di non-socievolezza dei vagoni) e io guardo rapito le dita sulla tastiera, la perizia e... in pratica stavo cercando di capire che cazzo ci fosse scritto sui tasti bianchi laterali.
Poi si allontanano e arriviamo a Flaminio, dove un signore appena salito comincia a urlare come un indemoniato. Penso nei loro confronti. Penso sia un razzista. Penso sia probabilmente un povero ignorante (senza mettere carichi sul termine). Penso che abbia qualche disagio per sbraitare così.
Penso.
Metto tutti questi penso perché ragionandoci dopo, mi sono accorto che sono pure e semplici inferenze. Nulla mi poteva avvalorare una di quelle ipotesi tranne il fatto di andare lì e chiedergli
"Scusi, lei un ignorante nel senso di bassa istruzione, con qualche problema mentale e possibilmente anche pratico nella vita che ha da ridire nei confronti di quei due zingari che suonano magari perché è razzista?" ^__^
Anche perché, poi, quello che stava sbraitando non si capiva. Strillava biascicando.
"E per caso è ubriaco?"
E fin qui, ordinaria vigliaccheria, non mi catamino da dove sto, per dirla alla Camilleri.
La prima onda nauseante è nata di lì a qualche istante, quando è volato il primo commento
"E c'ha raggione..."
E non era nemmeno razzista, poi, perché si commentava l'attesa della metro, il biglietto e il fatto che spesso e volentieri gli zingari entrano gratis senza pagare!!! Questo non è razzismo, al massimo è pressapochismo nel fare di tutta l'erba un fascio... Però è vero che un sacco di volte li ho visti entrare alla portoghese!
Ma ha dato il la.
E lo ha dato a un nauseante individuo di destra che, per dirla alla Gaber, era cretino prima che di destra. (Giorgio Gaber, Destra - Sinistra. Ascoltatevela. E' un ordine.)
Costui ha cominciato a sproloquiare contro il governo, con aria tutt'altro che intelligente e con argomentazioni - queste sì - razziste e talmente... talmente... BANALI. Dio mio, banali fino a morire. Ed ha attaccato un pippozzo a uno (grazie a dio stavolta non a me!!! Incredibile) che rispondeva con il minimale sforzo necessario ad essere cortese.
Il terzo fatto è avvenuto con perfetto tempismo, dopo che due o tre persone si erano esposte a favore del coglione di cui sopra. Ma non è stato carino. L'urlatore di prima - eravamo sempre fermi a Flaminio - ha cominciato a urlare davvero, e credo persino che si sia buttato a terra. L'effetto immediato è stata l'evacuazione delle sue immediate vicinanze a favore del nostro vagone, occludendoci la vista di quanto accadeva. Impietriti, ormai certi che le motivazioni scatenanti delle argomentazioni razziste che si svolgevano lì tra noi erano improvvisamente cadute, prive di valore: non sbraitava di razzismo esasperato; sbraitava di malessere psicologico, qualsiasi cosa glielo avesse scatenato.
E allora il problema improvvisamente diventava non più cosa fare con lo zingaro, il romeno, l'albanese immigrato. Il problema diventavamo noi. Cosa cavolo ci sta succedendo a tutti quanti per farci sbottare così? Cosa cazzo ci stiamo facendo da soli?
Questo avrebbe azzittito tutti. Solo il coglione di cui sopra avrebbe continuato per altre tre, quattro fermate. Ma a voce più bassa, cercando più l'appoggio delle altre persone. Rivelando che in fondo era solo uno che voleva essere approvato.
A pensarci adesso mi fa quasi tenerezza...
...
...quell'individuo di merda. (Scusate, la tentazione era irresistibile! ^___^)
Ma torniamo al fatto tre.
Quello che mi avrebbe fondamentalmente depresso fino a fine tragitto era un'altra cosa, avvenuta dopo una quindicina, una ventina di secondi, credo. Quale?
Questa. Che mentre si chiudevano le porte, solo uno, SOLO UNO si sia fatto venire in mente di correre a bloccarle, e di gridare aiuto, perché c'era qualcuno che stava male.
La cosa più umana.
Quella che dovrebbe essere la più semplice, la più banale.
Ed invece non è venuto in mente a nessuno, su tutto il treno. Solo a uno. E quell'uno, non ero io. Ecco qual'è stato il mio fattore deprimente.
Banalità + anestesia personale, per quanto condivisa, del mio senso... morale. Del mio senso reale, anche pratico. Della semplice accortezza necessaria a quella cosa stupida che è vivere bene nel mondo.
E la condivisione, quella stessa che pochi istanti prima al suo sbotto avevo provato nel comprendere appieno il disagio che certe cose suscitano e spingono ad allontanarsi, è stata il mio narcotico. Condividevamo tutti lo stesso disagio, la stessa paura e tutti insieme lo abbiamo emarginato. Se avessi condiviso il suo dolore, mi sarei sentito straziato: un lusso che il mio cervello non si può permettere. Quindi, porte chiuse.
Paradossalmente, sarebbe bastato guardarla senza coinvolgimenti quella situazione e probabilmente avrei pensato "Porca vacca, c'è uno a terra che sta male!". E forse sarebbe stato più facile farmi venire in mente di chiamare aiuto.

Flash 2. In ufficio.

Arrivo in ufficio dopo una settimana di malattia.
Mi hanno reintegrato a febbraio, quindi vuol dire che ho lavorato tre giorni, poi sono scomparso una settimana e ti riappaio quindi in ufficio. I primi tre giorni, io non ho lavorato. Perché il mio computer non era connesso alla rete: il mio lavoro è in rete, quindi, che facevo? Due giorni e mezzo a cercare i tecnici e a fare solitari, girando i pollici.
Sto via una settimana. Torno. Entro in ufficio.
Il computer aperto col tecnico che sta a lavorare.
Ora, o 1) avete i radar per sapere che mi è passata la febbre e sto per rientrare o 2) MA CHE CAZZO AVETE FATTO PER UNA SETTIMANA?!?!?
Fatto sta che, in cinque minuti, me lo chiude, me lo abilita e me lo avvia. E grazie al cielo mi ricordo di fargli collegare la stampante (in rete) che s'era scordato.
Dopodiché, rifletto.
A ottobre 2006, circa, il mio "superiore" si accorge che, nel corridoio della cineteca, c'è una stanza con un posto libero. Lavoro lì dal gennaio 2005, sono tre anni che quel posto sta lì, te ne accorgi adesso??? Vabbé, a ottobre mi fa "Ué" - è torinese - "tu ti sposti lì". Abbozzo. Non avevo molta voglia di cambiare stanza, per via dei riscaldamenti a cannone dell'area e per via del fatto che dove stavo c'era il sole tutto il pomeriggio ed era un bello spazio ampio. Quella stanza non prende mai il sole e in due diventa un bugigattolo. Ma tant'è... almeno la compagnia era buona. Ok, quindi: abbozzo.
A novembre, della cosa non si sapeva ancora un cazzo. Avendo abbozzato, ovviamente, per me era meglio.
A dicembre (il 31 mi scadeva il contratto), comincia la fanfara. E dirigente di qui, e dirigente di là, con molta cortesia, insomma si mobilita la macchina per spostarmi.
Viene fissata una data.
Poi un'altra. Poi un'altra ancora. Quest'ultima data va in buca, perché i tecnici non possono. Poi ne salta un'altra.
Alla fine, passa Natale, me ne vado in vacanza, mi scade il contratto e stavo ancora là.
A gennaio mi lasciano in stand-by. Passando nel corridoio, mi accorgo che lo spostamento l'han fatto e le mie cose sono già lì, nella stanzetta. Tutte ammassate alla rinfusa sul tavolo. (computer, schede, fogli, fogliacci, scolorina, scotch, floppy, brochures, persino il mio premio G.o.c.c.i.a. - Grande onorificenza cinematografica che ispira ammirazione, primo classificato)
Quindi:
Lo sapevate da ottobre.
Lo progettavate da novembre.
Lo mettevate in atto da dicembre.
Avete avuto tutto gennaio per farlo.
A febbraio ve la siete risolta il giorno 12.
Quattro mesi e mezzo per prendere un carrello, andare in una stanza, sbaraccare una scrivania, caricare il carrello, farvi trecento metri, arrivare a un'altra stanza, scaricare su una scrivania, mettere a posto il carrello, collegare un computer, accenderlo, configurarlo, spegnerlo.
"Amo" questi aspetti della burocrazia.
La cosa fantastica, tra l'altro, è che a inizio mese mi hanno disinstallato la scheda di rete wireless che avevo, per collegarmi a quella a muro (competenza settore informatico), che però non funzionava (competenza settore tecnico). Andato IO al servizio tecnico per far accelerare le cose - ma, badate bene, solo dopo essermi ben accertato che il servizio informatico avesse avviato la procedura spedendo l'apposita email - mi sento rispondere
"Eh, ma il tecnico è andato in vacanza OGGI, per quindici giorni..."
Morale della favola?
Stamattina erano venuti a rimettermi la wireless, perché - come è stato - poteva essere che riconfigurandola potevo beccare il segnale dalla stanza di una collega che sta due porte più in là...

Flash 3. Stasera.

Torno a casa, vado al bancomat, non funziona, entro alla posta, faccio la fila, prelevo i soldi, ritorno a casa, riesco, vado dal medico, ritorno, riesco, faccio un favore a mio fratello, ritorno.
Il medico mi ha finalmente detto cosa pensa che sia questo formicolio sulla faccia.
"Ansia" - mi fa.
E io "Ansia??? De che?!!".
Ovviamente, molti di voi sanno che io sono un ansioso della MADONNA, tanto che San Giuseppe va in giro con una maglietta con su scritto
"Se GrimFang è ansioso io sono San Giuseppe"
per farsi riconoscere.
Però ero in buona fede, perché, in effetti, passare una settimana a casa senza far niente, e farsi venire una simile cosa quando stai guarendo, beh, sembrava un po' strano calcolare il fattore ansioso!!!
Comunque, mi fa: ansia. Ed io resto così, di stucco per il barbatrucco. Mi becco anche un pippozzetto volante sul fatto che si vada dal medico per simili banalità (banali 'sta minchia! Se ti senti mezza faccia di gommapane friccicante) ma mi spiega anche che è dovuta alla combinazione con l'impoverimento metabolico o roba simile, dovuto all'uso di medicinali e, aggiunge, al fatto che
"...lei ha fumato, mentre stava male, no?"
Cazzo.
Cazzo, stavolta si comincia a vedere un primo effetto negativo del fumo, e non è dove pensavo che fosse. Non è polmoni, ma nervi, cazzo. Brutta storia.
Perché se imbecillemente sui polmoni mi sento sano, sui nervi per niente. E scoprire che il fumo danneggia anche quelli... eh, no, cazzo.
Però è vero che sto esagerando.
E' vero che adesso, pur fumando tabacco, fumo più sigarette di una volta, e NON perché rollo più velocemente. E' che ho perso il limite. Spippacchio spessimo e per niente.
Cazzo.
Analisi di coscienza.
Poi torno a casa e mia madre, soprannominata dai suoi studenti al liceo "La Ciminiera" (perché sorpresa ad accendersi, durante una spiegazione, una sigaretta mentre ne teneva un'altra tra le labbra già accesa), mi fa
"Ah, non dirlo, anche a me rompe sempre i coglioni... mi fa una testa così!"
Ovviamente, il medico è anche il suo.
E voilà, la cattiva coscienza immediatamente è in grado di attribuire una personale crociata contro il fumo al mio medico, e a sminuire il 90% dell'importanza del suo discorso!
Addio buoni propositiiii, ciao ciao!
^__^


E con questo è tutto.
Prometto che domani o dopodomani vi posto le vignette di "Guide for the Art".
Baci ai pupi

GrimFang

domenica 11 febbraio 2007

Was: "Situazione: pecetta"

Was.
Perché era il titolo del post che avrei voluto fare lunedì scorso, quando la mannaja dell'influenza cominciava a calare su di me.
Poi è calata davvero in fretta, e quel post venne fermato sulle prime cinque righe compilate dall'arrivo della situazione febbricitante che avrebbe dovuto farmi cambiare il titolo da
Situazione: pecetta
a
Stato: chiavica
Il fatto è che quel post, causa malattia, non è mai più stato ripreso e - essendo passata una settimana buona - è stato giustamente cestinato con la mia guarigione.
Guarigione che, toccando ferro, toccando legno, facendo scongiuri, dovrebbe ormai essere acchiarata, se non fosse...
Se non fosse che questa strana influenza fatta più di dolori muscolari e mal di gola, più che di febbre (un 37e7 di massima) o di tosse (qualche colpo qui e lì), mi ha lasciato un preoccupante intoppo... un disservizio... una maledetta scarogna che non mi lascia tranquillo.
E' cominciata qualche giorno fa.
Mi pizzicava il labbro superiore, dalla parte sinistra, come se fosse addormentato. Avete presente il formicolio che si prova quando si va dal dentista e ti ha appena somministrato una bella siringa di anestetico? Esatto, proprio così. Ma solo il labbro superiore, lato sinistro.
Ho pensato, "che cosa curiosa!", e ho scrollato le spalle, ridendo. Anche perché sotto, invece, sentivo benissimo la gengiva.
Ma...
Ma il giorno dopo mi formicolava anche il labbro inferiore, lato sinistro.
E ho pensato, "cavolo, che cosa curiosa...", ma iniziavo a preoccuparmi quando invece, verso sera, non sentivo formicolare anche la gengiva (superiore sinistra).
A questo punto la cosa non era più così curiosa, e, sebbene non avessi detto ancora niente a nessuno, cercavo di darmi delle spiegazioni: un colpo d'aria, un'infezione ai denti, la lebbra... (sì, tanto lo sapete che sono melodrammatico! ^__^)
Il giorno dopo avevo anestetizzata anche buona parte della guancia.
Ho pensato: "Se sospendo gli antibiotici, ora che sto meglio, magari passa".
Ma sono due giorni che non prendo più gli antibiotici, e questa specie di sonno facciale m'è arrivata all'orecchio sinistro, e al naso.
L'ho detto comunque a mio padre - che di solito prende un po' sottogamba queste cose, ma è medico, e questo tranquillizza parecchio - ieri, e penso che lunedì, dopo il lavoro (già, perché torno in ufficio o c'è il caso che mi licenzino) andrò dal medico a farmi vedere.
Sospetto che sia uno dei due ultimi, INFAMI, denti del giudizio che mi restano, che ha deciso di svegliarsi a trentadue anni e rompere il cazzo proprio sul rinnovo di contratto in ufficio... altrimenti mi si stanno necrotizzando i tessuti! ^__-
Comunque, ancora non so cosa sia.
Nel frattempo, passo un po' delle mie giornate facendo ginnastica facciale. Perché ho proprio il terrore di perdere la mia espressività!

^__-

GrimFang

(vi lascio con qualche altra vignetta dal mio archivio!)