L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

lunedì 30 marzo 2009

Non ci posso credere...

Già so che dopo un simile scambio di email, le mie aspettative faranno sì che io venga colto da improvvise coliti, aerofagia e tutto quanto può esser messo tra me e l'agognato obbiettivo di far nuovamente del sano, interminabile, sesso con una (tra l'altro splendida) fanciulla! ^_^
E dire che dev'essere periodo!
L'altro giorno, dopo aver salutato Vincio cui avevo dato una mano cibando i pesci in sua assenza - e lui ha ricambiato con due forme di pecorino semistagionato di Pienza, che io ADORO - per strada vedo una ragazza carina e le sorrido. E lei, invece di ignorarmi, mi sorride a sua volta e dice
"Ciao!" - con voce squillante e cristallina.
E ancora prima, Valentina (studentessa qui) mi mette il broncio perché saluto sempre Alessia (studentessa qui - oggi era in minigonna e non potete capire che cos'era - no, NON POTETE CAPIRE) e lei la trascuro... Così, m'è 'toccato' riempire di bacini anche lei... Oh, come sono sfortunato!
^______-

Il fatto è che il faccialibro sa esser galeotto!
Già tempo fa, grazie allo pseudonimo ed al fatto che una maschera cela il mio viso nelle foto del profilo, una mia amica - in fondo d'aspetto gradevole - aveva esordito con frasi del tipo "scommetto che sotto la maschera c'è qualcosa di molto interessante" o similia...
Poi, dopo intensi scambi di teneri regali che via via diventavano cose tipo "love potion", immagini con un lui e una lei che si abbracciano eccetera, anche con un'altra amica - stavolta una che sapeva perfettamente chi sono - si era arrivati a frasi un po' ambigue, e anche sopra le righe: posto che il suo e il mio cocktail preferito è il mojito, ed essendo uscito ad un test che io ero proprio tale bevanda, innocentemente esultavo sul di lei profilo
"Evviva! Sono un mojito!"
Al che la diletta fanciulla rispondeva
"Allora me te bevo! Nun sai che voja."

...

Non ho risposto "Sapessi io!!!", ma con qualcosa di più neutrale.
Tipo "Quanno vòi!!!". ^_^
Ma, in realtà, è con la di lei migliore amica - a me sconosciuta - che s'è andato intrecciando uno scambio più... intrigante.

Tutto è partito dal fatto che, addirittura, la migliore amica numero tre (cioè di entrambe) è... beh, proprio miss tette d'acciaio Coppa Inox di cui vi narravo tempo fa.
Da qui, è risultato che proprio perché una la conoscevo per teatro, l'altra dal liceo, la mancanza della terza parte del trittico era un vuoto da colmare! Pertanto, era partita l'idea di fare una cena dopo le prove comuni... anche perché questa tipa il laboratorio con Vania l'aveva fatto, ma l'ha dovuto abbandonare!!!
E così...

LEI
"...ma io sì, non me ricordo manco come me chiamo!!! ma che era per oggi??? senti, vediamo se ce riusciamo per martedì 7 aprile, che a mezzanotte scatta l'ora X (cioè il mio compleanno) e andremo di sicuro a far danno da qualche parte dopo le prove... poi il megafestone sarà per il 18 aprile ma per quello aprirò un gruppo apposito. sai com'è, mi piace pensare in grande! :-) bacio"

IO
"^_^ah beh, allora...
vediamo: il 7 abbiamo le prove di teatro (solo il mio laboratorio) e il giorno dopo lavoro... la vedo ASSAI difficile. Spero di riuscire a farti le angurie almeno qui su FB! ^__é' (anche io sono scordarello, e cmq non era mica quello il giorno, le prove comuni le abbiam fatte di lunedì stavolta... nemmeno ricordo quando). Il 18 è molto più fattibile. Sempre che non mi abbiano detto una ceppa e sia stato selezionato per il ruolo di protagonista in un corto che girano il 18 e il 19; ma la vedo altamente improbabile a meno che non mi chiamino per darmi il copione la prossima settimana. Quindi insomma, me sa che sò libero il 18... =)P
Io quando penso in grande non viene nessuno. E' quando non penso che mi ritrovo la gente negli sgabuzzini. ^_^
Un bacinove, che un baciotto non basta
"

LEI
"Oohhh poche storie!!! Io quando penso in grande non penso mai da sola... infatti la festa in realtà sono due feste perché festeggiamo in due, io e una mia amica del gruppo di teatro dell'anno scorso. Perciò, si prevede gente anche sui lampioni! :-) Dai, ti mando la richiesta di amicizia, così poi ti mando l'invito insieme a tutti. Naturalmente è una festa aperta, porta chi te pare... ma chiudi la porta quando entri, si sa mai :-)
Baciozzi (baci zozzi, i miei preferiti...)
"

IO
"^__^
Beh, l'amicizia l'ho accettata, aspetto l'invito allora! =)P
Prenotami un posto su un lampione, possibilmente vicino a un paio di tue amiche carine che una sola non mi basta... e vengo da solo, non mi porto mica la concorrenza - maschile per me, femminile per voi! ^_-
Baciozzi anche a te, quanti ne vuoi!
...e DOVE ne vuoi...;-)
"

LEI
"Eh, no, io faccio soltanto uno scambio equo e solidale... non fornisco amiche carine su lampione senza adeguato contraccambio maschile per me... ehehehe! E comunque, ti conviene dotarti di argomenti abbastanza convincenti per convincere le suddette a scendere, ovviamente... :-)
Baci baci, a presto!
"

IO
"Accidenti agli scambi equi e solidali! =)P
E se ti porto il lampione invece di un amico? ^_-
Di argomenti convincenti ne ho... purtroppo fra le mie qualità di fascinoso conversatore e quelle di maial...ehm, superlativo compagno di letto, c'è un gigantesco buco nero fatto di timidezza ed eccesso di remore! =)PPP
Maledetta sensibilità e postumi di romanticismo...
Spero mi saltino addosso loro! ^_-
Bacibacibacibacibaciba...[ad lib(idine)]
"

...già so che sabato starò male da cani!!!
^________^


GrimFang

lunedì 9 marzo 2009

200 - Duecento

Duecento.
Tempo di tirare le somme anche su questo secondo numero tondo. Su questi anni, ormai, di frequentazione tra me e le mie pagine scritte fatte di 1 e di 0.
E così, per avere qualcosa da dire, sono andato a rileggermi il numero 100. Ed ho notato la macabra coincidenza.

Cento post fa, a febbraio 2008, celebravo la morte di mia nonna.
Cento post dopo quello, a distanza di poco più di un anno, quella di mia zia.
Non ho parenti che mi leggano qui, quindi non posso loro suggerire gesti scaramantici: quello che posso fare è terminare il blog al post 299 qualora le condizioni di salute di qualcuno di loro diano adito a preoccupazione.
Oddio, ad esser pignoli al post 297, visto che il post su mia zia era il 199...
Amara, assurda funebre ironia della vita.
E dei numeri tondi.

Gennaio 2007, comincio questo blog.
Quanto è rimasto di quello spirito scassone alla Brancaleone con cui ho iniziato?
Non molto, forse, quasi nulla.
Ci ho preso gusto, e mi ha preso tempo. Facebook me l'ha rubato, ma non l'ho perso del tutto. Sono ancora qui che scrivo, sono ancora qui a lasciar susseguire parole con parole per gesto testardo; quello di non abbandonare i miei pochi, evanescenti lettori, e soprattutto quello che forse è il (unico? migliore?) sfogo, il mio promemoria con me stesso, che - ora forse più labilmente - mi ricorda chi sono, i miei progetti, i miei obbiettivi.
Il mio 'diario del fare'.
Non proprio un diario dell'essere: quello, lo si può scrivere solo nella propria anima, o incidere sulla propria carne. Qui, o altrove sulle pagine scritte - io non scrivo mai per me stesso come unico lettore - non può che restare una pallida eco del mio essere. Forse, solo più sincera rispetto alle parole di vento, qualche volta.
Potenza del simbolo, quale esso sia.

Il senso del momento è la fatica.
Un po' - da non trascurare - per via del fatto che sono in piena fase di faticosa digestione della cena, piuttosto abbondante, che ho testé terminato. ^_-
Un po' perché a lavoro va bene, ma è massacrante.
Adesso, da mercoledì a venerdì prossimo saremo chiusi, per evitare i disagi dovuti al caos infernale che faranno al di là della parete per togliere il massicciato dal pavimento. Se in questi giorni sembrava di stare sotto attacco della Wehrmacht, figuriamoci cosa potrà essere in quei giorni: come stare nell'intestino crasso di Satana.
Le invasioni di Unni del giovedì per il prestito - piacevoli, come vi dicevo, solo per quel che riguarda fugaci sguardi e sorrisi - probabilmente in futuro verranno smistate su due giorni. Questo giovedì il non-plus-ultra è stato il dirigente subito dopo l'ultima dell'ondata barbarica che pretendeva a sapere a che punto era una cosa che ci aveva chiesto di fare di sfuggita una volta - e che ovviamente c'eravamo scordati. Stavo, per dirla al Digia, che me l'ha chiesto, a DevCon 2 tendente all'1. Ma quel vago senso di soddisfazione dovuto all'esser sopravvissuto ancora una volta, e quei languidi sguardi lanciati ogni tanto - più l'ammissione 'sfuggita' con la mia collega, dell'aver fatto un massaggio alla tipa che s'è scordata gli occhiali da noi (cosa che mi ha fatto passare per un irrefrenabile seduttore), mi facevano sentire più scisso che devastato. Per questo a Digia ho detto che ero a DevCon n.p. - fuori scala.
Calcisticamente, martedì la Roma ha perso con l'Arsenal, ai rigori a oltranza.
Ero in macchina quando Juan ha segnato, e m'è sgorgato dalla gola un urlo terrificante come non m'è successo mai. Dopo, volevo quasi accostare per reggere la botta di scompenso che m'è venuta. Poi, per scaramanzia, a casa di Mauro che m'ospitava mi sono rifiutato di sedermi sul divano: sono rimasto da metà primo tempo o in piedi o seduto sui miei talloni. Quindi secondo tempo, primo e secondo supplementare, i cinque rigori a squadra e poi gli altri sei fino a fine partita. Avevo le gambe devastate; e dopo dovevo pure guidare.
E non è servito a niente, visto che siamo usciti comunque.
Come ha detto un collega oggi:
"E' uscita la Juve, è uscita l'Inter, è uscita la Roma... a 'na certa so' uscito pure io, a pijamme 'na birra!"
Sul piano familiare-personale, ovviamente, come volete che stia.
Vedere mio zio devastato al funerale m'ha fatto impressione; ma me n'ha fatta altrettanta notare come stavo diventando troppo freddo, distaccato, o quantomeno troppo controllato nelle emozioni. La scomparsa di Francesco, in questo, ha sancito una cesura.
Quella di chi di fronte al dolore decide di non soffrire più, 'fanculo, e torna a rendersi impermeabile. Con buona pace del lavoro di anni per raggiungere il contrario. E' serenità apparente, solo caos rinviato.

L'altro giorno, ero in videoteca da solo ed una collega - una tra le più carine - viene a chiedere un dvd. Ha l'aria un po' scombussolata, gli occhi lucidi. Alla mia domanda mi confessa che non sta passando un bel periodo.
"Beh, neanch'io." - le ho detto.
Sarebbe finita là, se non mi avesse chiamato al telefono un'altra collega, la ex-responsabile, e non mi avesse fatto la stessa domanda.
"Non troppo bene." - rispondo.
"Perché?"
"Eh, sabato mattina è morta mia zia, di cancro. Lunedì ero ai funerali."
Dopo qualche frase di rito, sempre al telefono la collega mi fa
"Beh, per esaurire gli argomenti allegri, il tuo amico l'hanno più ritrovato?"
A questo punto sapevo che la collega davanti a me stava ascoltando, e con lo stesso sorriso un po' triste con cui le avevo detto che non era un bel periodo anche per me ho continuato al telefono.
"No, Francesco non l'abbiamo ancora ritrovato. Ormai sono cinque mesi che è sparito."
Quando ho messo giù, lei era ormai dell'umore di confessarmi che le hanno trovato un tumore, dietro l'occhio destro. E che fra poco si dovrà operare, ad alto rischio, se non altro di perdere l'occhio.

Bel periodo allegro, eh?
No, non sono corvi i rumori che sentite. E voi maschietti toglietevi le mani dalle palle, grazie.
Di fronte a tutto questo, non rimane che prenderla a ridere.
Con humor nero dal sapore amaro, magari, ma cercando di sottolineare con infame ironia quanto sa essere zoccola la sorte.
Aver retto botta a tutto questo, però, là dove altri cedono e si sentono smarriti e privi di senso (è tutto lì il panico), è certamente il risultato migliore di un anno e un mese di questo blog, della mia vita. Nonostante tutti i 'nonostante'. ^_-
Scrivere questo post è difficile. Ma necessario.
Fa sempre bene fermarsi e guardare indietro, rileggersi, considerare i passi avanti e le scelte fatte: farlo troppo spesso fa male, farlo una volta ogni 100 post si può considerare molto salutare.
E la difficoltà in fondo, è tutta a sforzarsi, costringersi a guardare indietro. Là dove non vorresti guardare.
E a riconoscere che c'è stato di buono. Magari in abbondanza.
A riconoscere che magari non tutto è da buttare, e che se adesso sono dove sono, e mi sento di nuovo in grado di avere una vita sentimentale - nell'errore di miopia dovuto all'errata percezione che ignorare sia simile a risolvere i problemi - lo devo anche a tutti i piccoli tasselli che si sono messi assieme lungo tutto l'anno di merda 2008, bisestile del cazzo.
Riconoscere che siamo quel che siamo, nelle vittorie come nelle sconfitte. E che siamo geograficamente, in quanto italiani, portati più a piangerci addosso e rimuginare le sconfitte che a goderci a lungo le vittorie.

E allora diamolo, questo sguardo.
La prima cosa che salta all'occhio è RiLL.
Non me la sono gustata abbastanza? Ho comprato più copie di quelle che potevo smerciare e mi sono avanzate? E allora? Questo toglie forse che ho vinto? Questo inficia in qualsiasi millesimale modo il fatto che su una sfranga di racconti il mio è tra i sei prferiti, quelli che una giuria di lettori competenti ha giudicato i migliori? Devo pensare che gli altri duecento e passa racconti facevano schifo?
No. Punto.
Ho vinto. E il mondo non è migliore per questo. E il mondo non deve affatto rendermi grazie di esistere. Quello che non va bene, è che non me lo dico io.
Eccolo il problema, dov'è.
Che i miei amici, affetti, quant'altro non mi abbiano approvato "abbastanza", è solo un falso problema - anzi, una falsa percezione.
Il problema è non saper trovare il giusto mezzo tra il diventare eccessivi giudici di sé e il non considerarsi affatto.

Poi, gli spettacoli col teatro.
Siamo andati in scena quattro giorni con quattro spettacoli diversi a Ludika, poi siamo andati ad Avignone. La bellezza pazzesca di quel festival. La vacanza clamorosa mischiando passione, lavoro, hobby e cultura allo stato puro.
Cos'è che oggi me la 'avvelena'?
La paura che c'era allora? Superata. Andrebbe considerata nel computo dei successi: tornerà, come ogni volta. E' impossibile liberarsene e non mi abbandonerà mai. E allora? Dovrei prenderne atto e smettere di rifletterci, punto e basta.
Il fatto che nel teatro io abbia un sacco di progetti che non porto avanti? Il fatto che non mi applico, non studio, non mi preparo? I primi, certo, dovrei finirli, ed i secondi dovrei proprio sentirmi un beota, perché il tempo per farlo ce l'ho, lo troverei pure. Anche adesso, potrei smettere di scrivere e continuare domani o chissà quando in ufficio (scherzo, una volta che ho tempo e sono in vena finisco!). Ma anche qui, il problema è vecchio, la tara è congenita. E le cose sembrano sempre andare bene, alla fine. Mi direte, al massimo, che il teatro stanca, nel senso che si fatica. Verissimo, oro colato. Però è una fatica che puntualmente ti rimette al mondo, ricordandoti in contemporanea non solo che hai un corpo (dolorante, quindi ce l'hai), con tutti si suoi polmoni sfiatati, il cuore che sembra rompersi ogni volta, articolazioni, muscoli, talloni eccetera che ti mandano fitte lancinanti, ma anche un cervello! E in CONTEMPORANEA! Mens sana in corpore sano! Che vuoi di più dalla vita?

Persino un altro anno di blog va nel novero delle cose positive.
Potevo mollare, e non l'ho fatto.
Potevo cedere a Facebook - che sul piano del 'promemoria' ha di certo i suoi vantaggi - ma non l'ho fatto del tutto.
Perché qui scrivo - troppo, ok, faccio post-fiume - non per tutti.
Qui scrivo per me, e anche per perfetti sconosciuti che magari neanche sanno chi sono. E che magari ci son capitati facendo una ricerca di chissà che parola su Google Immagini, e che se non se ne sono andati indifferenti dieci secondi dopo vuol dire che scrivo davvero bene - anche perché gli argomenti son quelli che sono. ^_-
Qui ho tempo per misurarmi con me stesso, come uomo-progettista e come intrattenitore.
E quindi in fondo essere ancora qui, a un anno e un mese di distanza, dopo il marasma psicologico che m'è toccato affrontare, specie negli ultimi mesi, beh, è una bella vittoria. Anche perché, diciamocelo, scrivere senza avere commenti è un po' come parlare al buio, sperando che ci sia qualcuno che ti senta. E che non abbia intenzioni ostili... ^_-

Mi direte che la media dei post si è abbassata. Mi piacerebbe rispondervi che è perché la mia vita si è intensificata, ma non è così. E non è nemmeno questione di tempo, che è pur sempre vero che impiego in altro - tra cui lo scrivere, mica vado sempre al pub a giocare al Dr. Why.
I risultati pragmatici, in effetti, sono di meno. Niente corti, pubblicità, racconti, romanzi, giochi... E purtroppo non c'è qualcosa a riempire questo vuoto.
Magari ci sarà, ma è impossibile dirlo ora.
Ad esempio potrei rompermi il cazzo di aspettare e mettere in scena il mio monologo usando come attore il primo che passa, eccheccazzo! Se aspetto che le cose siano perfette, ci divento vecchio... (Questa ripetetemela, che mi sa che non mi entra in testa)
Ma del resto, anche un anno fa dicevo
"...magari anche l'aver diradato così tanto i miei post non è del tutto estraneo alla mia mancanza d'entusiasmo, che mi sento addosso come un veleno.
Perdere la voglia di raccontarsi, in fondo, non ne è che un sintomo."
E se la frase di Sara è ancora là, ormai oggetto giusto di sguardi di sfuggita e non più di una sana riflessione, dovrebbe essere assai più preoccupante che la Sara in carne e ossa sta là a Bologna, ed è più di un anno che non la vedo.
Se il problema è la mancanza di entusiasmo più che di stimoli (una chiacchierata bellissima l'ho fatta oggi pomeriggio su un'esercitazione che devono fare alcuni studenti di regia), certamente una lunga chiacchiera viva su quello che è la nostra natura creativa di esseri umani, più che si auspica, s'impone.
E per altri cento post, l'idea della Cooperativa Creativa "TerraPioggiaFuoco&Vento" è rimasta, appunto, un'idea.
Buona vita,


GrimFang

sabato 7 marzo 2009

Sotto l'ombra dell'ulivo in fiore...

Non ce l'ha fatta.
Non ce l'ha fatta ad arrivare ad un altro 8 marzo, la festa delle donne, la sua festa.
Non ce l'ha fatta a veder nascere Giulia Pilar, la figlia di mio cugino Luca.
Non ce l'ha fatta a festeggiare il suo prossimo compleanno, il 29 maggio.
Non ce l'ha fatta a sopravvivere al cancro.
Nonostante le cure, gli affetti, una certa qual forza d'animo che l'ha sempre contraddistinta.

Mia zia non c'è più, ed io sono qui a dirvelo, a raccontarvi come non mi sento troppo a lutto mentre dovrei esserlo, e pavento la botta terribile quando arriverà, se arriverà. Perché quando me la immagino in qualche ricordo ciarliero o polemico mi diventano gli occhi rossi, ma vederla lì sdraiata, in un bel vestito viola acceso come piaceva a lei, non mi ha fatto effetto. Anzi, mi ha dato la surreale impressione di essere ancora viva. Ho persino sforzato gli occhietti - che ormai stanno andando per la pensione - per scacciare quest'incongrua percezione.

Lei non c'è più, ed io sono qui. A chiedermi se riesco ad apprezzare la mia vita quanto sarebbe giusto ed a rimproverarmi per non aver usato la giornata libera di ieri - videoteca chiusa per messa in sicurezza dei locali, viste le crepe - per andarla a trovare. O stamattina (è morta alle 11) quando ho deciso di non andare al recital di Heon perché avevo ancora troppo sonno.
E suona strano che stamattina io mi sia svegliato prima della sveglia sentendo lamenti di mia madre e battiti sulla parete della salone (accanto alla mia camera), quando in realtà alla mia preoccupazione corrispondeva solo il tentativo - ennesimo - di scacciare i piccioni in amore dal nostro balcone...

Che dire, la vita è assurda anche quando agisce con misura preventivata.
E forse il bello è tutto là.


GrimFang

Dimenticavo: il titolo si deve alla bellissima immagine che a quanto pare sarà. Mia zia sarà cremata, e le ceneri saranno poste sotto l'ulivo che gli abbiamo regalato noi nipoti, qualche anno fa. Io la trovo una cosa splendida.