L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

martedì 28 agosto 2007

Sud

Ho finito il libro.

Ci ho messo un po', mi sono preso delle pause, ma ieri (o addirittura ier l'altro?) l'ho finito.
Il pezzo di Pachita che vi dicevo non ho ricordato bene qual'era, ma m'ha fatto star male ugualmente.
Già, star male.
Perché è proprio lì che si gioca un conflitto a me interno. E quando la lingua batte dove il dente duole...
Il fatto è che certi racconti, magari così crudi, di vera e propria 'magia' (e intendo la magia sporca e brutale, quella 'vera' del voodoo, mica quella di Harry Potter), li trovo disturbanti. Come le storie di fantasmi.
Il mio io cosciente, razionale e scettico, li rifiuta, ne rifiuta la veridicità come l'occorrenza.
Il mio inconscio, emotivo e suggestionabile, li accetta in pieno, almeno come verosimilissimi se non veri. Anzi: vista la poderosa reazione che di solito scende in campo in occasione dell'occorrenza (e non mi riferisco a quando ne parlo), reazione per lo più negativa tra l'altro, come il senso di ansia e in generale il mio disagio, verrebbe da dire che il mio insonscio in qualche modo 'sa' della verità di quello che comunemente viene etichettato come 'soprannaturale'.
In realtà, quello che etichettiamo come 'soprannaturale' per me è semplicemente 'diverso dal normale' e quindi, come il normale, altrettanto possibile. Concedetemi, quantomeno ipotizzabile.
Quindi, basta vedere - come fa Jodorowsky - il mondo in una diversa prospettiva, ovvero quella in cui siamo talmente tanto imbevuti di cultura razional-occidentale da rifiutare ciò che varca quei limiti, per avere un nuovo, e più aperto, punto di vista.
E' questo che mi interessa.
Il libro è ricchissimo per farne un riassunto, o anche solo per citarvi alcuni degli innumerevoli punti che personalmente trovo salienti. Quindi, l'unica cosa che posso fare è dirvi "leggetelo".
Quello che vi posso dire è che per me si tratta di un testo che devo assolutamente rileggere, per ricavare nel tempo dalle mie riflessioni quegli insegnamenti che mi possono aiutare a progredire nel mio personale percorso, che è e non è al tempo stesso psicomagico.
Sicuramente da questa lettura ricaverò degli insegnamenti attoriali, e magari anche di scrittura.
Ma questo è un libro che ha parlato proprio al senso (inteso come direzione) della mia vita.

Non vedo in Jodorowsky un maestro.
Non ancora, almeno.
Lo vedo più come un compagno di viaggio, qualcuno che ha percorso alcuni passi in comune con me (e sono molti, dannazione, sono davvero molti!), magari anche differenti dai miei, ma la cui sostanza è comune, comune l'insegnamento ottenuto.
In alcuni momenti l'ho persino percepito troppo pericolosamente vicino alla mia esperienza, quel tanto che basta per metterne in pericolo e non in discussione, la sua propria evoluzione successiva, che deve essere indipendente. Perché io non sono Jodorowsky, concetto lapalissiano.
Eppure anche lui mischia filosofia zen e misticismo orientale, riflessioni sui sogni e sul mestiere teatrale, la lettura dei tarocchi e la psicologia. Ed è solo lui che mi rivela con totale semplicità la via d'uscita nel conflitto derivato dal mio uso e applicazione della mia - rudimentale - psicomagia, l'Imbroglio Sacro.
E' sempre di conforto sapere che qualcuno ha percorso la tua stessa strada, trovare conferme a riflessioni che hai autonomamente sviluppato. Ma Jodorowsky, anche anagraficamente avvantaggiato, ha avuto un cumulo di esperienze ed ha un bagaglio culturale neanche lontanamente paragonabile col mio.
Io sento di essere ancora all'inizio di un percorso lunghissimo, e di avere con me praticamente nemmeno uno zainetto minuscolo di conoscenze. E sento - so - di essere ancora mostruosamente bloccato, di dover superare le mie impasse e le mie paure, di risolvere i nodi che lui direbbe genealogici per poter finalmente ottenere quella serenità di partenza - priva di ansie o dubbi - che sola ti consente di lasciarti andare. Quella incrollabile fiducia. Quella fede.
Finché il mio io razionale dichiara guerra al mio inconscio, tutto sarà infinitamente più duro da affrontare.

Non credo di voler incontrare Alejandro Jodorowsky e al tempo stesso ne vorrei avere l'occasione. Temerei di farmi leggere le carte o avere un incontro al suo "Cabaret Mystique". Ma al tempo stesso è giunto il tempo che io mi confronti con me, se voglio sbloccarmi e 'guarire'.
Credo che il prossimo passo sarà leggere il suo libro sui tarocchi e le opere di Castaneda.

E così, seguo il precetto zen secondo cui ogni cosa ha il suo tempo e fondamentale è l'ascolto e la propensione attiva per cogliere attimo e occasione, che ben si combina con la scelta di una direzione, con i tentativi e gli errori.
E se non sono riuscito a condividere con Erica parte di queste scoperte, e sento di aver 'perso l'attimo', poco male. Verrà il momento, del quale forse non è ancora ora, e sentirò che allora deve accadere.


Nel frattempo vago, senza riuscire a scrivere, privo momentaneamente di orizzonti. Perché ho tante cose da dire, senza intuizioni lucide su quello che sono, e quali parole vadano usate per dirle.
Ho ripreso a scrivere "I consigli di un padre" in una stesura migliore: non era una delle cose in progetto, ma deve pur esser fatta se voglio metterlo in scena prima della fine di quest'anno - sarebbe meraviglioso (e impossibile) entro settembre...

Ma sono un paio di sere che mi capita di ascoltare in macchina una cassetta degli Almamegretta (vedi anche qui).
E trovarmi a pensare alle radici più o meno lontane che mi legano al Sud, ed a sentirne l'orgoglio.
Un Sud che non è solo geografico, ma è un luogo di sole e calore, fonte di vita, è un luogo dell'anima.
E' una bella sensazione, a prescindere dall'avere o meno una mamma calabrese, come ho.
Ed è anche un desiderio.
Un po' come il tornare a casa, ecco.
Trovare il mio Sud interiore per rimettermi a posto in quel luogo vitale, ascoltando e guardando scorrere il tempo senza che sia necessaria un'azione.
Che deve essere comunque possibile.
Questo luogo che sto immaginando di attesa ed immobilità è invece il più attivo possibile: nell'osservare si riflette, si cresce, si pensa. Ci si nutre dell'essenza stessa dell'azione, che è la conoscenza; e questo senza che l'azione sia priva dunque d'indirizzo o fine a se stessa, e senza che il pensiero sia privo d'indirizzo o fine a se stesso (leggasi pippa mentale).
Un luogo così desiderabile che è il preludio di ogni cre-azione, e il serbatoio di ogni energia.
In una parola, il centro.

E mentre mi sento intorno questo venticello fresco, tanto più brezza quanto più è immaginato bene, mi godo quest'immagine mentale di pomeriggio tranquillo e contemplo/valuto le mie possibilità di agire.

Tra poco, è Venezia...

GrimFang

venerdì 24 agosto 2007

L'Apprendista Stregone

Sto leggendo Jodorowsky.

Me lo sto divorando, a dire il vero, ma in un modo tutto strano: non lo divoro in velocità di lettura, ma in attenzione. Lo leggo interessatissimo e poi mi soffermo, riprendo i paragrafi, rallento la lettura.
Altre volte, che so, quando intuisco dove sta andando a parare, cosa sta per dire, o dopo aver letto qualcosa di significativo, mi fermo per paura che dopo mi sveli troppo.
Lo leggo con la paura che possa in qualche modo essere troppo presto, il momento sbagliato per leggere questo libro, ma anche con l'entusiasmo di ritrovare tante cose di me stesso, comprese le mie paure, e di avere la possibilità di confrontarmi con la mia crescita, quella che sto attraversando in questo periodo.

Grazie al cielo ho un navigatore.

La prima volta che ho saputo di questo libro nemmeno mi ricordo più quand'è stata.
Probabilmente me lo consigliò Vania, oppure gliel'ho visto in giro per il teatro. Sono sicuro, infatti, che lui ne ha una copia.
Quindi, un bel giorno, mi diressi verso la Feltrinelli di Largo Argentina e mi presi la mia brava copia di "Psicomagia".
Eppure, qualcosa mi spinse, mi indusse ad aprire quelle pagine a caso e a leggerne un brano prima di comprarlo. Per decidere.
Ne avevo paura, in qualche modo.
Paura che venne straconfermata da quell'atto di apertura e che mi fece posare a razzo il testo di nuovo sul suo scaffale. Quel che avevo letto mi aveva profondamente disturbato, e so perfettamente che si trova nella parte che sto cominciando a leggere ora, quella che parla di magia e di Pachita, la strega (bianca).
Non ricordo bene cosa fosse, però.
Ricordo - ora - che certamente avevo letto, e mi aveva già un po' inquietato, la parte in cui loro due si sono conosciuti.
M'inquietava l'ipotesi che la magia esista realmente, suppongo. Anzi, l'idea che esista il paranormale.

L'idea che esistano i fantasmi e che le voci che Chiara sentiva potessero esser vere.

Ma questa volta, il libro non era solo un libro sullo scaffale di una libreria.
Questa volta non si trattava di un libro nuovo, ma di un libro letto e sottolineato, di un libro con dei commenti a bordo pagina, un libro abitato.
E fatto proprio da una persona che conosco e cui voglio bene, per di più: Sara.
Il mio navigatore.

Non si trattava più di essere da solo davanti a un libro difficile da affrontare (in qualche modo il fatto di non averlo più preso mi fece sentire in colpa e finì che comprai un altro suo libro "Quando Teresa si arrabbiò con Dio"), ma di avere accanto a me una compagna di strada, di lettura, per quanto - e cavolo, quanto c'è di magico in questo! - la lettura sia poi realmente avvenuta in due tempi diversi.
Leggere questo libro, e non una copia nuova di pacca, già ha avuto il suo primo effetto magico: al di là delle barriere immaginarie del tempo io leggevo assieme alla mia amica, che era accanto a me, e non dove si trovava fisicamente in quella che chiamiamo realtà, ovvero in Puglia e poi in Abbruzzo. E nemmeno dove si trova ora... diciamo così... 'culturalmente'.
Lei il libro l'ha letto tempo fa, sarà probabilmente cresciuta da allora. Ne avrà in qualche modo proprio fatto tesoro.
Eppure lei - la parte universale e metafisica di lei - era lì con me. Nei suoi segni magici, le parole vergate sulla pagina.

Non a caso, l'istinto più forte che ho avuto nell'andare avanti nella lettura sinora, è stato il voler condividere la lettura.
Ieri poi, volevo proprio da matti che Erica venisse a cena da me per leggerlo assieme e per parlarne.
Lo dico subito, non l'ho chiamata. Beh, perlomeno non come si chiama la gente normalmente... ^__-

Andare in un negozio per comprare una cosa e poi sentire che non va comprata... come se non fosse il momento giusto. Oppure sentire vicina una persona che non vedete da tempo e vedervela ricicciare fuori all'improvviso nei giorni seguenti...
Quante volte vi sarà capitata questa sensazione, nei più svariati campi di applicazione? Che so, ti invitano a uscire e tu senti che non è una buona idea; oppure il contrario: sai che devi stare tappato in casa, ma non sai resistere all'istinto di schizzar fuori. Ecco, l'istinto. quante volte vi sarà capitato di dire "ho agito d'istinto" a proposito di qualcosa che alla fin fine ha prodotto un risultato positivo per voi?
Questa è psicomagia.
Ha a che fare con lei.
E alla metà di voi che sta dicendo "sta diventando pazzo, ce lo siamo giocato", rispondo tranquillamente che può esser così, e questo significa diventare più lucido. Psicomagia è anche l'arte di scrollarsi di dosso concezioni ataviche e culturali della realtà che in fondo non ci appartengono: ci fanno comodo, ma non ci appartengono.
Altrimenti non staremmo così male nel nostro conflitto interiore con quei concetti.
Freudianamente, il nostro Es non farebbe poi così a cazzotti con il nostro Io e Superio.

Ma io, per quanto abbia fatto le mie belle esperienze negli ambiti di cui si parla, sono pur sempre un figlio terrorizzato della mentalità razionale.
Se devo intraprendere questo percorso, devo anche spogliarmi delle paure come delle certezze.
Smettere di affidarmi ogni volta al razionale e lasciarmi andare un po' di più al passionale, all'istinto, all'inconscio. Lasciarmi affascinare, lasciarmi andare.
Poiché sono un cagasotto, vi dico che la cosa mi tenta, anche assai, ma per ora c'è un po' di buona intenzione, e tutto il resto latita.

Per questo scrivo apprendista stregone.
Perché sto muovendo proprio i primi passi e sono un cecio ancora assai lontano dal diventare un'ottima zuppa, ma ho quella dose di buona volontà non male per uno che non è (più) incline ai facili entusiasmi.
E 'stregone' per due motivi.
Il primo ha a che fare con una sacralità, una dimensione sacrale che va comunque accompagnata a quest'atto, la psicomagia, che ha molto, molto a che fare con la morale. Lo stregone in qualche modo è uno sciamano, un attore, un sacerdote; un custode di rituale. E il secondo motivo è proprio questo qua: l'innegabile esistenza della necessità di una pratica magica. Di un'applicazione.
Posso andare in giro in lungo e in largo a riempirmi la bocca di parole sulla psicomagia; ma se voglio davvero imparare le cose, devo farle.
E questo, consentitemelo, è un principio che mi passereste a priori se fosse riferito a un qualsiasi altro argomento.

Quindi, non mi fregio del titolo di apprendista stregone, ma cercherò di diventarlo.
Cercherò di non andare in giro a sbandierare ai quattro venti le mie intenzioni - e vi prego di fare altrettanto - bensì di mettere a frutto quello che imparo. Di applicare eventuali talenti nel caso in cui dovessi scoprire di averli, come per alcuni ho già fatto (e lo dico in perfetta buona fede). ^__^
Il tutto, ovviamente, alla mia maniera. Secondo la mia sensibilità.
La crescita, è un processo personale.
La mia maniera, che mischia la psicomagia con la mia idea di religione, col Tao, con la possibile reincarnazione, con la trimagia elishiana e - a quanto mi dicono - con quel che ho in comune di pensiero con Schopeauer...
E contamina, contamina...

^__^


GrimFang

domenica 19 agosto 2007

Boy is back in town

Ahimé, vacanze finite.
Si riprende con due belle settimane di lavoro, poco riposati, per la verità.
E dopo, dopo Venezia, il Festival del Cinema.
Che si traduce, da circa una settimana fa, in sette giorni in casa con la mia ex.
Per chi la conosce, sa già cosa mi aspetta.
Per chi non la conosce, posso dire che Fabiola è un concentrato frizzante di nitroglicerina assolutamente non messo in sicurezza.
^__^
Botte piccola vino buono, si dice: beh, la botte è piccola fuor di dubbio, ma se quello che c'è dentro è vino, la grappa ha la stessa gradazione alcolica dell'acqua.
In più, oltre ad essere devastantemente (nel senso distruttivo del termine) distratta - il sesto senso è un must per evitare di avere un occhio infilzato dal dito con cui tende a gesticolare pericolosamente - è maledettamente facile all'esaltazione.
Che cosa vuol dire?
Beh, ha un certo numero di miti: i Placebo, David Bowie, Patti Smith, Tim Burton, Johnny Depp per dirne alcuni.
Ecco, quando parla si esalta (da sola) e comincia a saltellare, gesticolare, muoversi, intruppare contro tutte le cose e persone vicine e... se lo avesse si potrebbe dire che perde il lume del raziocinio.
=)P
Ora.
A Venezia danno il Leone alla Carriera a Tim Burton.
Vado in casa con una bomba a orologeria, anzi, con un ordigno a neutroni che esplode ogni cinque minuti.
...si prospetta una settimana senza pace.

Del resto, non mi sento affatto riposato da questa vacanza.
A parte la prima settimana che ho passato con mia sorella e il mio nipotino ^__^ Niccolò, che è stata comunque molto gradevole per la sua presenza, e i tre magnifici (ma stressanti) giorni con Francesco e Fabrizio che son venuti a trovarmi - gita a Santo Stefano di Sessanio durante la rievocazione medievale, ferragosto a cercare di salire sul Sirente dal lato di Secinaro... - il resto è trascorso un po'... in sordina.
Già.
Attutito, attufato.
M'ero portato la penna usb con su tutti i miei files, ma non c'ho mai avuto la testa.
Il fatto è che hanno aperto (Sara del teatro e suo fratello, il cugino e un altro amico di Roma) un'associazione culturale.
Un bello spazio, devo dire. Con una bella terrazza su cui prendere il sole al tramonto e dei gazebi per coprirsi da un'eventuale pioggia e dal sole a picco delle ore più calde.
Ma questo posto, di cui vi avevo accennato - con progetti di espansione che per l'inverno lo trasformeranno ANCHE in centro benessere (...abbonderà la gnocca...) - nel precedente post, ha avuto anche il brutto difetto di ghettizzarsi.
Alla fine, tutti i giri d'amici che si beccavano e s'incrociavano in piazza, non sapevano che fare, si sbattevano, ma proprio da questo erano in grado di proporre cose 'nuove' (andare al bowling ad Avezzano, o al Kartodromo verso l'Aquila, o scalare il Pizzo di Ovindoli la notte... eh, questo, lo ammetto, lo propronevo io), alla fine si sono separati. Fisicamente.
I miei amici erano piombati alla gestione di questa attività. E nemmeno poi troppo in grado di filartisi senza lasciare scoperto un turno, o senza avere qualcosa da fare. Per carità, la sera si chiacchierava uguale, ma... mancava qualcosa, e lo sentivo.
E l'altro gruppo col quale, alla fin fine, ieri sono andato a Celano a vedere la manifestazione medievale che c'era, non l'ho incrociato così spesso come avrei voluto.
Non mi sono nemmeno spupazzato troppo la mia Mogliettina, così autosoprannominatasi a causa del fatto che vuole casa mia in montagna, che dice essere sua.
=)P
E poi...

Avere avuto per sei giorni casa vuota, libera, a disposizione, e non aver combinato niente, stressa e pesa come un macigno.

La mia vicina, come supponevo, è diciasettenne.
Oggi, al momento di salutarci, ho indagato con estrema discrezione ed ho scoperto che le manca un anno di liceo classico. E non è il tipo da farsi steccare.
Tant'è che dopo ha una mezza idea di provare la carriera giornalistica, magari fare Scienze politiche.
Alla Luiss, per chiarire il tipo.
Comunque, non ho mai realmente rischiato il gabbio, tranquilli ragazzi.
Mi è solo capitato - per sbaglio - di sbirciarle la scollatura mentre mi allacciava un braccialetto che si era allentato; e di stupirmi ingenuamente del fatto che quelle meraviglie che pensavo inguainate in un push-up invece stessero su da sole.
Non avrei mai creduto di poter ancora essere così ingenuo! ^__^
E poi, l'unica altra volta in cui c'ho scambiato due parole era circondata di bimbette che le sciamavano attorno per acconciarle i capelli.
Una Barbie.
Peccato, somigliava molto al mio amore delle elementari, Maria Laura.
...ma suo padre sarebbe assomigliato di più a Charles Manson... ^__^'

Sono in debito di un post col Digia.
Prima di partire era esattamente il periodo giusto per dedicare un post allo sviluppo di un tema che prendeva spunto da uno dei suoi soprannomi.
No, non Dazio, quello ha un'altra storia.
Dico che era il periodo giusto perché sarebbe stato anche celebrativo. Della ricorrenza di quando gli è stato - per lui felicemente - appioppato.
Non me ne sono scordato, ma se ancora state aspettando di sapere cosa cacchio è successo a Granada con ben quattro mesi di ritardo, beh, lui saprà pazientare ancora un po'.

No?

^__^


GrimFang

PS: Mi son letto qualche poesia di Mario Dell'Arco... da un volume che mi ha regalato Eljana Popova. Devo dire che mi sta piacendo parecchio. Ma non è tanto questo... ho letto persino l'introduzione a "Psicomagia", di Alejandro Jodorowsky.
L'ho preso in prestito da Sara, su, all'associazione. Stay tooned. ^__-

domenica 12 agosto 2007

Aaaa-nni di galera-era era!!! Aaaa-nni di galera-era era!!! ^__^

Trombated.

Sono usciti i risultati dei provini di "Tigri di Carta" e, beh, il risultato è negativello... nemmeno preso in considerazione. =)P
Neppure come autore dell'episodio, perché oltre a quello che ha vinto, in bacheca, sono segnalati altri lavori degni di merito. E io non ci sto.
Pazienza...
Mentre mi preparo al coro degli sfottò che coloro i quali furono chiamati in causa nel precedente post (ricordate? Le famose "due o tre persone che pur di vedersi scelti al posto mio"...) sicuramente già stanno pregustando... Non avranno mosso un dito, ovviamente: scommetto che non han tirato giù una riga, forse nemmeno hanno aperto il link che dicevo... ma il gusto di prendermi per il culo per il fallimento di quella che definivo una trama "da pajùra" ben compenserà il mancato e pur maggiore tremito di piacere del battermi nella mia stessa materia... ^__-
Ma tanto ci sono ancora due episodi da scrivere, la vedremo...
Mentre mi preparo a reggere quindi l'amabile coro di prese per il culo di cui inevitabilmente sarò fatto oggetto, mi preparo altresì a lavorare - ora che posso - sia alla prossima trama (e chissà, magari al prossimo provino) che ai progetti sospesi che giacciono nel mio cantiere, sotto l'etichetta "Urgenze".
Si tratta in primis del copione del laboratorio teatrale del prossimo anno.
Inizieremo a metà settembre e - vista la settimana al festival di venezia - di tempo oramai non ce n'è. Soprattutto perché ho un po' paura del fatto di presentare una bozza incompiuta: so benissimo che anche se fosse completa sarà certamente rimaneggiata da Vania, ma se fosse proprio solamente accennata, avrei paura che sarebbe stravolta al punto di non sentirla più mia.
E invece ho bisogno che sia così.
Mi serve come spinta per andare avanti.
E così, ora che ho questo spicchietto di vacanze che m'avanza e che mi trovo finalmente solo e in grado di gestire il mio tempo, vorrei lavorarci su.

Eh, già.
Perché io sono in vacanza.
Mica sono a Roma! ^__^
Non ve l'aspettavate, eh, che avrei trovato cmq il modo di scrivere il blog dalla patria degli ovini!
Già, già: infatti sono a Ovindoli, in Abruzzo.
Dei miei amici han pensato bene di aprire quassù, per questa estate, un'associazione culturale con giochi da tavola, pub, eccetera eccetera tra cui un accesso internet per tutta la superficie del locale grazie ad una rete wi-fi.
E poi la sera proiezione di film contro il muro bianco della casa di fronte, musica, birra, mi piacerebbe dire grandissime gnocche ma posso solo dire qualche bella donna, e anche spettacoli teatrali tra cui forse il mio e attività come i giochi di ruolo giovedì e altre cose simili...
Bello, no?
Per me - che mi si era rotto il portatile prima di partire e non potevo lavorare - è una gran bella notizia. Ora, coi dati salvati su pennetta USB, posso lavorare anche qui.
Certo, la prima settimana se n'è andata appresso al mio bussolotto personale, mio nipote Niccolò, che è venuto su per tutta la settimana, con la mamma, e se ne parte domani.
Ma da domani, Fabrizio e Francesco a parte, che prenderanno le mie serate fino a ferragosto, io sarò solo soletto e libero di far quel che cazzo mi pare!
^__^

...ed esposto al supplizio di Tantalo...

Sì, perché la bambina dei miei vicini di casa s'è scoperto che è un sacco di anni che non la vedo.
Eh, perché nel frattempo è diventata maggiorenne e maggiorata, e di una bellezza indicibile. Un viso di porcella...na, incastonato in una cornice di lunghi e morbidi capelli biondi, due occhi profondi e vividi, due tette incredibili, ed è inutile che continuo a descrivere.
Quando la becco davanti al pianerottolo ho il cervello che continua a ripetere che è molto meglio rientrare, ma le gambe che non si muovono.
Conosco il padre ed è il tipo che mi ammazza se succede qualcosa.
Eppure le gambe non si muovono.
Se dovesse succedere qualcosa saprete il perché: sappiate comprendere e avere buon cuore, e portatemi le arance... o i fiori.
=)PPP
Scherzi a parte, in realtà chi mi fa le poste per beccarmi quando esco di casa è la sua sorellina di sei anni, quindi per le mie personali quotazioni in campo relazioni sociali, la vedo un po' male.

Ad ogni modo, da scrivere ce n'ho un bel po' - e resto tuttora debitore al Digia del suo post sul Giusto Mix - e oltre al copione di teatro devo metter le mani sul mio romanzo e sulla sceneggiatura di DNH. Mentre mi son portato su "Arkipélagon" da provare, che non si sa mai...

Per ora da queste frequenze è tutto, che non posso sequestrare il computer principale a tutti per l'intero pomeriggio.
Quindi, alla prossima settimana, quando rimetterò piede a casa base - che sarà deserta per tutta la settimana!!!
E anche lì potrò godermi un po' d'indipendenza.

...e speriamo non di solitudine.
Un abbraccio a tutti,
buon ferragosto


GrimFang

venerdì 3 agosto 2007

Di Tigre in Tigri (e viva la "Guerra Francese"!)

L'ho rifatto.
^__^

Ancora una volta, sulla metropolitana affollata salgo e capito in mezzo a un gruppo di ragazze tedesche.
Ridono, perché forse il mio braccio dà fastidio ad una di loro. Parlano, e quelle opposte a me ogni tanto mi gettano occhiate.
Stavolta non pensavo minimamente di far parte della conversazione. Mi sposto, in cerca di una posizione più comoda e, già che ci sto, svento un furto con due leggere pacche della mano su quella del borseggiatore, già quasi infilata in tasca a un tizio.
A differenza delle altre volte, questo borbotta, dice qualcosa come "non si fa" (!!!) e poi aggiunge qualcosa come che se borseggia i giapponesi però io mi devo fare i fatti miei, perché quelli i soldi ce li hanno.
Scende alla fermata successiva e rientra alla porta dopo, certamente appresso a qualche straniero.
Lo perdo di vista, ma nel frattempo riesco a mettermi spalle alla porta di entrata.
La tedesca di prima si gira, mi vede, ha un lampo negli occhi e si avvicina.
Devono scendere, infatti: è Termini.
Giuro che lei se la rideva mentre ci guardavamo negli occhi sorridendoci, e si reggeva al braccio dell'amica che era tutt'altro che stabile. Aveva gli occhi verdi e i capelli biondi, era bassina e un po' tondetta, troppo giovane per me, forse.
Peccato che da Repubblica a Termini la strada sia poca e dritta. ^_-
Fatto sta che al momento della discesa, io mi faccio da parte e proprio quando il suo orecchio è davanti alla mia bocca dico
"Aufwiedersen"
con voce chiara, ma bassa.
Sente, si gira, sgrana gli occhi. Afferra l'amica cui si reggeva e le parla concitata.
La perdo di vista per un attimo, ma quando la rivedo è rossa come un peperone, ha le mani a coppa davanti alla faccia e mi cerca con lo sguardo. La metà dei suoi amici ridono.
L'altra metà è di schiena e non la vedo.
^___-

Molti di voi stanno aspettando che vi racconti di mercoledì mattina, quando ai miei ho detto che andavo a lavoro e invece sono andato a fare un provino.
Sissignore, un provino da attore.
Si trattava di una parte in una miniserie fiction destinata a internet, "Tigri di Carta".
Si tratta di 7 episodi divisi in 14 puntate da tre minuti l'una, e l'audizione era per il ruolo di coprotagonista in una di queste.
Le audizioni sono aperte a tutti, come potete vedere sul sito, quindi potete andare a concorrere anche voi. Pure adesso.
E non solo come attori/attrici, ma anche come sceneggiatori: infatti chi ha sviluppato meglio la trama da loro proposta verrà chiamato a scrivere la sceneggiatura assieme a Lorenzo Bartoli - che tra l'altro conosco di nome perché è l'autore di John Doe, un fumetto che ho letto e apprezzato grazie allo scrocco sistematico nei confronti della collezione di Erika.
In entrambi i casi, però, dovrete battere la mia concorrenza!
^__^

Eh eh eh... già vedo due o tre persone che solo all'idea di vedersi scelti al posto mio, e di potermelo rinfacciare a vita, si addannano sulla tastiera a elaborare trame...
Riprese video no, non sono i tipi.
=P
Già, perché potete mandare le riprese fatte anche a casa vostra, o dove volete.
Io invece ho fatto il provino in uno studio con un angolo attrezzato, a Borgo Pio.

Si chiama Studio-T, via degli Ombrellari 14.
Arrivo alle dieci di mattina dopo una notte quasi senza sonno: la sera prima avevo mandato un sms a Radio Rock dicendo che se era per cercare uno zombie, mi pigliavano di sicuro.
Qui, devo aprire una doverosa parentesi.
La sera prima ero a mangiare col Diggia e alcuni Elishiani a casa di Erika. Gran cena.
Avevo la panza gonfia quasi da rotolare, grande difficoltà di movimento e lucidità mentale: in pratica già cascavo dal sonno. Anche perché pure le sere prima...
Insomma, debito di sonno totale, ma non è per questo che ho aperto la parentesi.
L'ho aperta per ringraziare ancora una volta Gabriele.
Già, perché l'informazione su location e orario di questi provini me l'ha passata lui, rigirandomi una mail. Ma non è solo per questo: è che lui, su due giorni possibili per presentarsi, c'era già andato lunedì!!!
Quindi a cena m'ha spiegato tutto, e m'ha anche dato le due possibili parti da interpretare!
In pratica, è grazie a lui se non mi sono presentato completamente impreparato.
Ho avuto modo d'immaginarmi il personaggio, le caratteristiche, il movimento, la voce... Poi non ho fatto un cazzo di tutto questo, ma almeno non ho improvvisato a freddo! ^__-
L'unica cosa che ho fatto, però, è stato scegliere l'abbigliamento.

I personaggi possibili erano due, molto diversi tra loro.
Santo La Neve, glaciale collezionista di oggetti 'rari', furbo e calcolatore, pronto a battersi per il prezzo. E Morgan, pirata informatico e agente del gruppo Tigri, che si mette in contatto con le Entità grazie alla realtà virtuale.
Ah, già, che sono le entità?
Beh, la trama è pressappoco questa: nel mondo reale esistono anche le entità fantastiche, come l'Uomo Nero e la Fatina dei Denti, ed il gruppo Tigri, organismo paragovernativo, è lì per tenerle sotto controllo. Enea ed Ugo sono i due agenti che si troveranno a dover affrontare e risolvere il mistero della sparizione di numerose di queste entità. Il tutto con tocco un po' cyberpunk e un po' noir, illustrato visivamente da Daniel Zezelj.
Fumettista di spessore che ho avuto modo di conoscere di persona e... disprezzare nel profondo. Avete presente l'espressione "m'è caduto un mito"? Beh, io la posso applicare solo a una persona, ed è lui.
A uno che, a Romics, si rifiuta di farti un disegno dopo che sei in fila da ore perché non hai comprato il suo libro, beh, che je vòi dì? Mavvaccagare!
Però ad essere bravo è bravo assai.

Vabbé, ma queste sono continue digressioni.
Mi presento quasi in orario e capisco subito una cosa.
E' gonfio di gnocca.
Scusate mie care lettrici, ma quanno ce vò, ce vò.
E poi tutte acchittate in supertiro perché, cavolo, si tratta di un provino! Per il cinema! No, la tv! No, la rete! Vabbé un qualsiasi posto dove te vedono!
Senza contare che poi il tutto è organizzato a partire dalla Nokia, che sta commercializzando un videofonino davvero potente, e nulla vieta che questa simpatica serie possa effettivamente essere destinata a quel mercato!
Sennò, perché far durare tutto solo 3 minuti?...
E la Nokia ha scelto la Mikado, e assieme han creato PlayTheLab, che se questa cosa va in porto potrebbe benissimo essere l'inizio di una divisione di produzione di materiale specializzato...
...e l'intera vicenda essere invece una 'copertura' del miglior casting operato da talent-scout per scovare gente in grado di scrivere prodotti cine-tv di questo genere...
Pensateci un po': volti nuovi e nuovi autori a costo praticamente zero... scoperti così, come se fosse un caso... togliendosi dalle balle tutti quelli che - all'annuncio "stiamo cercando autori e attori per inaugurare un nuove genere video" - si sarebbero affollati per un posto al sole.
Invece così... piano piano... senza spargere troppo la voce...
Bravi.
Al limite del geniali.

Ma torniamo a noi.
Dunque, com'è che arrivo vestito?
Non potevo trovare un look buono per entrambi. Uno è una sorta di spietato killer, l'altro un fricchettone diciannovenne che sicuramente è iscritto a Greenpeace.
Nel dubbio, mi porto entrambi gli occhiali da sole (quelli tondi con lenti blu cielo e quelli sottili scuri alla Agente Smith), ma privilegio Morgan.
Mancandomi una maglietta da nerd dell'informatica (tipo: "Nel mondo ci sono 10 tipi di persone: quelli che capiscono il codice binario e quelli che no." - ok, lo so che dopo questa sicuramente mi arriva...), opto per una con su scritto New York. Pantaloni leggeri rossi slavati, pieni di tasche, il mio ormai inseparabile cappelletto verde tipo militare e... la mitica camicia cinese.
Tutta rosso arancio molto acceso con su figure di draghi multicolori.
E daje!

Ovviamente, potete immaginare come mi sentivo in mezzo a tutta quella gnocca vestita bene e ai signori sobriamente casual, se non in giacca e cravatta.

Mi segno, sono dodicesimo.
Che faccio?
Si libera un posto vicino a una gran gnocca e ovviamente mi siedo.
Ma sono nervoso, mi devo alzare.
Sì, perché notte di sonno a parte (ma nel conto), c'è un certo nervosismo ad affrontare queste situazioni.
Prima motivazione: la prima e ultima volta che ho fatto un provino per una cosa del genere (puntata pilota di una fiction mai fatta) è andata così (stringatamente).
Cercavano gente per fare o i tossici o i poliziotti.
Siamo tutti in fila già da un po' quando esce uno del casting e ci fa mettere in riga.
Parte dal primo e fa "tu, poliziotto" e così risale la fila.
Due prima di me: "poliziotto".
Uno prima di me: "tossico".
Uno dopo di me: "tossico".
^__^
Per farmi almeno registrare in video dopo una giornata buttata a cazzo ho praticamente fatto irruzione nello studio prima di andare via.
Non è stata una bella esperienza (che se avessi avuta, appena il tipo mi ha saltato avrei preso e me ne sarei andato).
Ma la più importante è la seconda motivazione.
Non avevo detto a nessuno che lo avrei fatto.
Appena letta la mail di Gabriele in cinque minuti avevo stabilito che avrei seguito il precetto del Tao di cui vi ho parlato nel precedente post: la Tigre scatta quand'è sicura di prendere la preda.
Comunque vada, agisce.
E il nome del progetto, Tigri di Carta, non può essere una coincidenza.
Il fatto che mi sia letto John Doe, che mi dà un'idea sulla mentalità dello sceneggiatore, che ci sia di mezzo Zezelj, che parli di sognatori e di favole, di fantasia, che... ci recitino nei ruoli principali Alessandro Haber (che tra l'altro è un Capricorno del 19 gennaio) che stimo e Rocco Papaleo.

Ecco perché non volevo dirlo, ecco la seconda motivazione.
Io somiglio davvero a Rocco Papaleo. Sono un incrocio tra lui e Dario Vergassola.
Lui lo sa, perché gliel'ho detto.
L'ho incontrato nel foyer del Brancaccio e gli dico
"Rocco, ciao! Mi dicono che ti somiglio!"
E lui, subito
"Oddio, mi dispiace!"

...nemmeno il miglior Ortolani riesce a far dire a Ratman queste cose.
^___^
Ma, visto che mi piaceva anche prima, che lo reputo un bravo attore, fin da quando vedevo "Classe di Ferro", visto che gli somiglio...
...ho sempre sognato di recitare con lui in un film, nella parte di suo fratello.
Sì, lo ammetto, è un piccolo sogno nel cassetto, che non sarà questo qui, ma... vuoi mettere lavorarci comunque assieme? Togliersi questa porca soddisfazione?
E poi, hai visto mai che qualche produttore noti la somiglianza...
Quindi, per pura scaramanzia decido di non dir niente a nessuno.
E invece, cominciano ad arrivarmi mail di altri che han letto quella di Gabriele e che mi fanno "ma perché non ci vai tu?", "perché non ci provi?", "dai, che ti costa?"...
Incredibile.
Ci sono tre pagine di iniziative e di provini là dentro, e tutti i miei compagni di teatro mi spingono per quello.
Eh, no. Le coincidenze sono troppe: qui è tutto il waerltirith (questa la capiscono solo i veri nerd) che mi spinge a farlo, e se non l'ascolto sono un cretino.
Così, ammetto baracca e burattini: non solo che ci vado, ma che avevo già mandato la mail per partecipare.

Quindi, ero nervoso.
Avevo pure infranto l'intenzione di non dirlo, tanto che - essendo oramai rotto l'intento - l'ho detto pure in ufficio.
E quindi stavo lì, in piedi, a cercare di gestire una più che problematica secchezza delle fauci che quasi mi spingeva a rimettere. Niente poi, che non avevo fatto colazione.
E...
Giuro.
Ecco che noto, quando ero seduto, una dall'altro lato che mi spizza. E poi quando sono in piedi mi viene vicina.
E' piccolina, minuta, caruccia, sembra alla mano e attacca bottone.
Non credevo ai miei occhi: pensavo "sono in uno stato di chiavica, nervoso, non riesco a parlare e mi sento un pesce fuor d'acqua, e tu proprio adesso mi devi venire a battere i pezzi?!? Ma dove sei quando sto bene?!"
Ah, destino cinico e beffardo!
Ma tanto non credo al destino.
Bisogna vedere se lui crede in me.
^__^
Ad ogni modo, ci pensa il mio sesto senso ingrippato, il mio superio controllore razionale o più probabilmente il mio es bastardo dentro: per tutto il tempo che ce l'ho vicino mi sembra che da lei provenga una certa aura di... disagio mentale. Non so, avverto il bisogno. Il richiamo con una nota di disperazione.
Adesso, può tranquillamente essere che me lo sia immaginato perché stavo male io, e volevo troncare la discussione.
Ma in culo a tutto questo, invece, ho attaccato bottone a mia volta, ci siamo aiutati a ripassare la parte (capirai, una battuta), ci siam detti due stronzate e ci siamo scambiati i numeri di telefono. E la mail.
Sissignore.

Poi la chiamano lei va, poi esce, saluta.
Ciao ciao e concentrati che mi chiamano.
Lei era quarta, io sono troppo distante. Dice che mi avrebbe aspettato se non ero così lontano.
Se ne va. Restiamo d'accordo che chi sa qualcosa per primo avverte l'altro.
Comunque, non erano tutte carine, ce n'erano due... uh, mitili.
Proprio prima di me, e di una che mi sembrava d'aver già visto.
...orca l'oca... no, maledetta immaginazione, solo una coincidenza di nomi...
0__0 (paiùra, questa che ho conosciuto si chiama Francesca... proprio come una ragazza del mio passato che io NON ricordo... gh!)
Vabbé, tornando a noi, alla fine conosco un ragazzo alla mano, Alessandro, chiacchiero con lui, poi mi chiamano e entro.

Vado da loro con la gola secca. Sono due, Domenico e Barbara (credo), c'è il fondale su cui sarò ripreso (un pezzo di moquette attaccato al muro) e... basta.
Nel senso, la stanza è piena, pure ingombra, ma non c'è molto da fare: vado lì, poggio la roba, ripasso le battute - perché ho deciso di provare entrambi - e poi... Poi devo scegliere da quale cominciare.
Col senno di poi avrei dovuto fare la scelta diversa.
Perché quando ho fatto Morgan, per secondo, mi son fatto dare una scaletta di metallo su cui sedermi, mi son messo gli occhiali da sole tondi blu, il cappelletto e... son partito a razzo, come una fucilata.
E' venuto così, perché ho scaricato tutta la tensione.
Ho parlato piuttosto a manetta e ho fatto quello che avevo preventivato.
La battuta era una cosa tipo
"Violare una banca dati è una scommessa, aggirare una protezione un azzardo... ma sfidare un'entità...è come andare bendati in autostrada"
Io ci ho aggiunto di mio qualcosa, tipo che violare una banca dati è come segare le sbarre di una prigione e liberare le informazioni. E ci ho messo la pausa ad effetto del togliermi gli occhiali sulla battuta clou.
Però, in entrambi i casi, ero troppo nervoso.
Col senno di poi, di cui sono pieni gli armadi, non sono entrato troppo nei personaggi.
Santo La Neve l'ho proprio sprecato.
L'unica variante che ho aggiunto "Ah-ha! ...Lei così offende la mia intelligenza", è uscita piatta come il Tavoliere delle Puglie.
Peccato.

Però, in compenso - soprattutto nel caso in cui non piacciano variazioni sulle battute, cosa che non ho verificato guardando i vincitori degli episodi precedenti - ho scritto una trama del 5 episodio da pajùra.
Solo che, una volta innamorato dell'idea che avevo, non l'ho voluta cambiare - anche per scelta morale... Il fatto è che il personaggio maschile da inserire nell'episodio è solo uno su due: o Morgan o Santo La Neve.
Se vinco come Morgan, ma poi il personaggio non viene inserito, mi attacco arcà e tiro forte.
E la mia trama vede la partecipazione di Santo La Neve...
E' giusto che partecipino tutti, no?

Comunque, alla fine del provino, la cosa che mi ha fatto davvero piacere è stato che, appena finito Morgan, Domenico abbia continuato a riprendere, per un primo piano.
E che poi, prima di uscire, mi abbiano dato un modulo da compilare: Studio-T fa casting, e quella era una scheda per ricontattarmi ed avere qualche informazione 'professionale' da aggiungere al loro database.
Insomma, tanto schifo non devo aver fatto!
E la cosa mi riempie di piacere! ^____^
Nel frattempo Alessandro, che era dopo di me, è uscito con lo stesso modulo da compilare, e ci siamo fatti quattro chiacchiere ridendo, mentre ci davamo una mano nella compilazione.
Quindi, ci si avvicina una ragazza che... definire bòna è riduttivo, e ci chiede se quello era un altro modulo che pure lei doveva compilare.
Così, tra una cosa e l'altra, io faccio il simpatico e le dò piccoli pugni sulla spalla per darle supporto e caricarla, ci scherzo, lei sorride e poi viene chiamata dentro.
Io e Ale usciamo per strada, con l'intenzione di andare assieme a prendermi un caffè (lui aveva già fatto colazione) e... e che faccio, quella non l'aspetto?
^__^
Blocco Ale e gli dico "Aspetta! Aspettiamo che esce quella che è entrata adesso e chiediamo se viene al bar con noi" e lui "No, dai, ho smesso da tempo di farle 'ste cose..." io insisto, lui nicchia, ma alla fine restiamo ad aspettare, parlando a voce normale, vicino a un tizio tatuato su una moto.
Grazie a Dio non abbiamo fatto commenti pesanti.
Credo che in due abbiamo vinto in extremis la non eliminazione dal gioco della vita grazie a numeri spettacolari nell'arrampicata sugli specchi.
Già, perché come quella esce va dal suo ragazzo, quello tatuato sulla moto a mezzo metro da noi, che aveva sentito tutto, e noi - ad incastri perfetti, neanche avessimo studiato la tempistica - riusciamo a rimediare alla colossale figura di merda riuscendo a far passare tutto in cavalleria.
Due acrobati della stronzata.
Ovviamente, poi, ci siamo scambiati i numeri di telefono.
Con Ale, ovviamente.
^__^

E così è andato il provino.
Poi son tornato a casa dopo aver portato Ale in macchina fino a Termini e aver rifatto benzina, e lì mi son sdraiato a quattro di bastoni sul letto, senza riuscire a trovare sonno fino a un attimo prima che Erika mi facesse squillare il telefono per chiedermi com'era andata al provino.
E non l'avrei ripreso fino a sera.

Ma tanto anche la notte dopo l'ho perso: sono andato a giocare, dopo l'ultima partita di tre anni fa, a "guerra francese" davanti al carcere Mamertinum.
Si tratta di una sorta d'incrocio tra acchiapparella, rubabandiera e palla avvelenata: ci sono due squadre, due linee di fondo e due metà campo. Nella metà campo avversaria se vieni toccato devi restare immobile finché non ti libera un compagno. Lo scopo del gioco è oltrepassare il campo avversario, giungere nella zona neutra oltre la linea di fondo, raccogliere la bandiera e portarla nella tua metà campo.
Il carcere Mamertinum invece si trova sotto al Campidoglio, ai Fori Imperiali.
Ed è forse l'unico posto rimasto a Roma per giocare per strada, specie di notte. O comunque uno dei pochi.
Sono andato lì assai sfavato e pesante di stomaco dopo essermi ingozzato di patate lesse a cena, e invece, pian piano, mi sono ripreso. E c'ho preso gusto.
Ho perso sempre, e da capitano mi son anche fatto una squadra di sole donne (ma coi numeri giusti, solo che - santissimoiddio - le donne proprio non ce l'hanno fiducia in se stesse!!!), ma alla fine, quando dovevo andare, non volevo andare.
Perché oggi dovevo andare in ufficio.

Ma dalle 17.30 di oggi pomeriggio, per un po' l'ufficio non lo vedo più.
Viva le vacanzeeeeeeeeeeee!!!!


GrimFang

PS: tutto il post è stato scritto con la colonna sonora del sito www.playthelab.it nelle orecchie.
Come molti di voi possono intuire, darò il sangue per averla e giocarci sopra!!!