L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

lunedì 28 giugno 2010

X Edizione

L'immagine che più di tutte racchiude questa X edizione di Ludika 1243, forse non so trovarla.

Ma quella che racchiude lo spirito con cui ogni anno dal 2000 facciamo questa manifestazione a Viterbo, forse, può essere il viaggio sul cassone del pickup durante i viaggi per lo smontaggio della fiera.
In quattro, col sorriso sfatto di stanchezza, ma ricco dell'energia soddisfatta di chi ha visto per la decima volta andare bene qualcosa in cui ha messo il cuore. Io, Gatto il giocoliere, Francesco di Vampiri, un Ludykantes di cui non so il nome. Tutti nel cassone del pick up di Michele, in viaggio per l'ennesimo carico alle tre di notte, domenica - o meglio - quasi all'alba di lunedì. A ridere e sorridere mentre guardiamo le meravigliose case medievali del centro storico scorrere, sfrecciare vicino a noi e rivelare improvvisi squarci di cielo, con una luna stupenda quasi piena.

Giovedì mattina, nel montare, mi sono preso un'insolazione.
Come un coglione, mi scordo sempre di mettermi la crema. -_-
Così, giovedì, già dal primo pomeriggio, mentre vacillavo, avevo le vampe e facevo fatica ad esistere, sono dovuto andare a collassare sul letto in albergo, a smaltire tutto - e con un certo quantitativo di strizza, visto che non sono uno apprensivo...
Mi rodeva il culo di perdermi la giornata - ma già solo l'aver fatto la parata dei giullari alle 18 (in giro per Viterbo) aveva esaurito tutte le mie riserve. Riserve; le energie già le avevo date da un bel po'!
E dire che in parata m'era anche venuta una gran bella trovata. Con la maschera di Pantalone, vecchio satiro bavoso, cioè questa

andavo dalle ragazze e donne più belle e chiedevo
"Scusa, hai un bastone da prestarmi?"
E se la risposta era negativa, mi sollevavo vicino al viso e con voce melliflua chiedevo
"Allora vuoi essere tu il bastone della mia vecchiaia?"
^_^

Comunque, mi rodeva soprattutto di non poter fare il canovaccio fatto a Ferrara, con Pantalone, padrone di Arlecchino, che s'innamorato di Colombina che è però sposata con Matamoro...
Alle sette ero in albergo e alle undici mi sono svegliato.
Ma era pur sempre vero che mercoledì ero partito direttamente alle 17.30 da lavoro, valigie fatte tardi e male la sera prima, per andare - invece che a teatro - a prendere Federichino, quindi a ritirare le copie di RiLL da Alberto - che ci ha offerto un gelato - per poi trovare un bancomat, fare benza, gonfiare le gomme, comprare le sigarette, prendere un caffè e quindi partire alle 20.10... -_-
Tutta una tirata fino a Viterbo, dai una mano a Serenella appena arriviamo, poi a cena tutti assieme, organizzare la giornata dell'indomani, vai all'albergo deposita i bagagli, parcheggia la macchina, prendi le chiavi, insomma le cose così che vai a nanna all'una e mezza e all'ultimo ti dicono che Vania arriva col furgone il giorno dopo alle otto e che quindi la sveglia presumibilmente è vagamente presto, tipo la mezza dopo le sette. Oh yeah. Cinque ore de sonno e manco abbiamo iniziato.
Quindi è comprensibile, poco sonno, molto sole, k.o. tecnico per metà pomeriggio del giorno dopo.
Avevo cranio, collo e braccia color viola. E nemmeno m'ero accorto che pizzicava.
Capita, quando l'estate non avverti nemmeno che arriva perché fino al giorno prima sei rimasto col culo sulla sedia in ufficio, e di occasioni di usare una crema parasole ne hai avuta zero meno una.

A proposito di RiLL, una delle cose che dovevamo fare quest'anno era la lettura itinerante di alcuni estratti di racconti dalle antologie. E visto che c'ero anche io, Vania e Alberto s'erano messi d'accordo per leggere anche un brano mio.
Strano, che fra quello medievale e quello di fantascienza abbiano scelto il secondo, mentre il criterio di selezione per gli altri era la medievalietà. ?_?
Mah.
Forse non ricordavano che quello di due anni fa era medievale... o forse questo secondo è tanto migliore. (vero? vero? dite di sì? sì? sì!)
Ad ogni modo, Alberto s'è scordato di darci copie delle antologie in cui entrambi i miei erano contenuti, quindi ci siamo riccamente attaccati, pure per altri racconti selezionati. Vabbè.
E' stato bello lo stesso, girare per le varie taverne, pizzerie, ristoranti coi quattro musici, i Forasteri, e un altro paio di giullari (a seconda dei giorni ho avuto per compagni di lettura Gab, Federichino, Omar e... brrr... Federicone). Anche a leggere brani che solo all'ultimo secondo ti rendevi conto che magari non è che fossero proprio leggibili (per contenuto) a un pubblico così, o proprio a gente che sta cenando - tipo uno di quelli che ho letto io, sul "puzzo della morte" e simili delicatezze.
E dire che sabato all'ultimo ristorante ci hanno offerto il mirto a tutti.

E sabato è piovuto!
Tra l'altro c'era anche Maria, con la sua amica Federica con cui ho avuto una interessantissima discussione su come si può o non si può far trasferire a nome altrui il cellulare di qualcuno... La parte più interessante della discussione è stata quella in cui le ho messo la mano sulla schiena perché aveva freddo, e gliel'ho fatto passare. Per carità, molto carina, ma lasciateci soli a parlare e sentirete l'abisso in forma di silenzio.
C'era più contatto con le due ragazze in braccio a cui mi son seduto nello spettacolo, quando Giove traditore del talamo coniugale - che sarei io - si va a mettere nel pubblico. Quella di venerdì, che poi ho portato a ballare nella danza finale - e a cui ho chiesto il nome, Valentina, ma dalla quale non sono tornato facendo il vago con una scusa qualsiasi dopo averla ribeccata mentre andavo in albergo a dormire (saggio consiglio di Lalla senza pensarci, e con di lei pentimento successivo) - era la più carina. Con le scarpe da ginnastica di tela rossa, il fisico esile e i capelli color rame...
Anche se domenica c'era Chiara. Chiara la toscana.
Vi ricordate? Ve ne ho parlato in alcuni post, per farvi capire quale sia tra le innumerevoli Chiare senza tuorlo...
=)P

Poi dicono che la vita non è uno strano filo che s'intreccia spesso con se stesso.
Sabato a pranzo in albergo ci ha raggiunto una truppa di banchisti - nuovi per Ludika - che fanno i mestieri (tra l'altro splendidi su Via San Pellegrino!). Visto che eravamo già su tutti i tavoli, loro si sono dovuti sparpagliare su tutti i tavoli - e non fosse stato così non sarebbe saltato fuori che...
"...conosco una ragazza che fa la sbandieratrice a Pescia." - ho detto, notando lo stemma con la scritta Pescia sulle loro magliette.
"Ah sì? Dimmi il nome, io un paio le conosco, magari..."
"Elena Onori."
Al signore si allarga la faccia con un sorriso gigante.
"Io sono lo zio di Elena! Cioè... mia sorella, che è quella là, è la compagna di suo zio, il signore dietro di noi, e quello lì è il cugino!"
"Aspetta, aspetta! Se quello è lo zio... mica sarà il papà di Chiara!?!"
"Sì! E' il papà di Chiara."
Pazzesco. Io le adoro, 'ste cose.
"Quindi conosci anche Chiara?"
"Conosco? Qui almeno dieci persone conoscono Elena e Chiara, per le ruolimpiadi di Lucca!" ^_^
Diciamo che ho tralasciato tutto quel che riguarda il tempo e le cose che abbiamo fatto io e Chiara a Roma... ;)P
Così, mi sono alzato, sono andato al tavolo dietro di noi ed ho teso la mano all'uomo che ignorava tutti i racconti fatti sulle mangiate a casa sua fattimi da sua figlia e sua nipote, dicendo
"Lei è il papà di Chiara!"
E subito dopo ho rammentato alla tavolata di Elishiani alla quale, guarda caso, era seduto, chi fossero Elena e Chiara.
Se uno non si sente a casa così...
Ovviamente, non soddisfatto di questo, ho telefonato a Chiara, a Roma, e le ho passato suo padre. E - tac! - l'ho convinta a salire a Ludika!
Cosa che ha fatto la domenica appena uscita dalle prove dello spettacolo.
...e m'ero pure scordato che per un paio di prove era anche venuta a laboratorio come una di noi... =)P
Mi sovviene un pensiero.
Chissà se cercando il nome di sua cugina, Chiara finalmente lo trova 'sto blog. ^____^

La cosa che in effetti mi ha fatto un sacco piacere, poi, l'ha detta il fratello.
Dopo che l'ho salutato e ha fatto mente locale, è venuto da me e mi fa
"...ma è possibile che io ti abbia visto in una foto col cappello da Rat-Man?"
Gongolo. Sì.
"Non ti offendere, ma per me te sarai sempre Rat-Man."
Offendere? Gh!
Fletto i muscoli e sono nel vuoto.

Che poi, mica è finita qui.
Ricordate? Si partiva dal fatto che sabato è piovuto.
Anche l'anno scorso. Beh, no, l'anno scorso si sono aperte le cataratte del cielo, scendevano gatti e cani, e l'acqua si riversava a vasche, mentre modellini dell'Arca mettevano in salvo formiche e scarafaggi vari. A confronto, questa era solo umidità dell'aria.
Però, dato che quest'anno ci hanno dato solo il chiostro e non le sale di San Carluccio, non c'era proprio riparo, e stavamo ammassati sotto le arcate delle scale. Beh, stavano.
Perché a me, data l'insolazione precedente, quella pioggia mi ha ridato vita. Caricato le batterie al 110%. Tanto che sabato non sono stato fermo un momento: allestimento della piazza, cambio vestiario, avanti e indietro con piazza San Pellegrino, pioggia, spazza la piazza dove il primo pomeriggio - brutte anime defunte loro - hanno fatto un matrimonio riempiendo il nostro spazio scenico di riso e merdosissime striscioline argentate di plastica impossibili da togliere da quel cazzo di pavimento - grrrrrrrrr - mangia nei ritagli di tempo, prepara le letture, fai le letture, la chiusura di piazza e tonnellate e tonnellate di altre cose negli interstizi liberi... e poi non vuoi andare alle pozze, ma ci devi andare sennò non c'è abbastanza posto in macchina per tutti quelli che ci vogliono andare, e te alla fine ti dici beh, almeno c'è quella carina dei Forasteri, e prendi la macchina e poi vai all'appuntamento a Valle Faul e aspetti e mentre aspetti che bello, ti fanno il controllo i carabinieri e ti accorgi in quell'istante che non hai portato la patente (e Sborbs nella macchina dietro di te invece non ha il libretto) e ti arrangi sottovoce in francese con Buno per far finta che guida lui, che il carabiniere ti guarda e fa
"Sì, e guida da dietro?" - perché tutti erano ancora in macchina a parte me quando ci hanno fermati, ma tu ribatti subito
"See, è mezz'ora che stamo a fà er gioco delle sedie..."
e insomma alla fine il carabiniere pare magnanimo e ci lascia stare, ma si fa dare la patente di Lorenzo - Forasteri - che però ha bevuto e se gli fanno il palloncino sono cazzi, e decido che alla fine guida lui, e proprio mentre i carabinieri partono passa la colonna delle auto per le pozze che stavolta non sono le solite e non so dove cacchio siano e saliamo tutti di corsa in macchina, ma le chiavi le ho lasciate nel portellone del bagagliaio e insomma restiamo indietro e li perdiamo e alla fine ci salviamo solo con le indicazioni via sms e col gps di Buno... e arriviamo che fa un freddo cane, ci spogliamo - che uno dice di fretta che entri in acqua che è calda e tac! E' tiepida! E con questo pensiero vengono giù metà santi del paradiso a dirti che non è bello quello che hai pensato e allora cerchi la parte più calda, ma siamo in trenta in vasca e facciamo blocco, anzi, sono quei cinque stronzi davanti alla fonte centrale che fermano l'acqua calda, e allora ringrazi che sei gomito a gomito con la Forastera, ma fa freddo e vai al caldo e perdi il posto e poi ti alzi per freddarti e ricalarti in acqua che sembra più calda, ma niente, e quindi esci e fa un freddo lupo, ti asciughi e ti rivesti e tra l'altro lo fanno anche gli altri che hai appena finito e ti passa vicino la Forastera e tu dici
"Per scaldarmi faccio un massaggio! Chi vuole un massaggio?"
E subito ti risponde un'altra che non ti piace per niente, ma a cui piaci tu e lo sai e sigh, ti tocca farglielo... e poi pizza e cornetto e colazione insomma e all'albergo per le cinque e mezza di mattina... e il giorno dopo c'è la campale... -___-
Beh, digressione.
Ma tornando a noi, sabato pioveva.
E mentre passavo per via San Pellegrino sotto la pioggia, becco il banchetto dei mestieri col papà e il fratello di Chiara, che con altri di Pescia si lamentano per il tempo e così, mi viene in mente il piccolo rituale segreto fatto con Lalla l'anno prima. E allora aveva smesso. Così, lo dico per accenni e mi rispondono
"E perché non lo fai, che aspetti?"
E io imbastisco
"Perché l'anno scorso l'ho fatto in un punto preciso, che però quest'anno non ci hanno dato!"
Parziale verità.
"E non lo puoi fare altrove?"
"Sì, ma non so se viene."
"Se ci riesci ti offro da bere!" - fa il papà di Chiara.
Mi s'illuminano gli occhi.
"Se fra quindici minuti ha smesso, mi devi una birra!" - rispondo.
Vado a piazza San Carluccio e cerco Lalla e una sigaretta.
Trovo entrambe, dico a Lalla cosa andiamo a fare e cerchiamo un posto. E' carino, perché è come un piccolo segreto. Lo facciamo dietro, dal lato opposto alla stanza dell'anno scorso.
E funziona.
Nemmeno due minuti dopo, ha smesso di piovere.
Io e Lalla ci guardiamo.
"Ma secondo te, la magia riesce anche perché ci sono io?" - mi fa.
"Certo! Sennò perché ti vengo a cercare?"
"Bello!" - fa lei, in tipica espressione Lallese.
^__^
Così, la sera, quando passo davanti al banchetto punto il dito ed esclamo
"Mi devi da bere!"
E la sera ci offrono (a me e Lalla) due bicchierini di Ambrosia.
...e se vi dico che rimpiango a morte di non aver avuto con me i soldi per comprarne una bottiglia, capirete quanto cavolo era buono.

Oddio, sta già superando le dimensioni bibliche tipiche del post-fiume... ^_^
Che poi, tra l'altro, m'è toccato non fermarmi nemmeno domenica, che c'era la campale. E sabato, già, nell'elenco ci va messo anche il fatto che io sia stato la giuria di un premio per la scrittura del più bel racconto a tema fantastico medievale dei ragazzi delle medie che hanno partecipato. E tra l'altro, quello di Sara Fazzi, che ho fatto vincere, era davvero bello. "Il cavaliere senza indugio".
La campale è stata una... busta.
Tutta domenica ho avuto il mal di testa (immaginate che gioia quando mi sono trovato verso sera - poco prima di andare in scena - vicino ai tamburi dei Forasteri durante il solito giro delle taverne) e la voglia di fare la battaglia era pari a uno.
Sabato - altra cosa saltata - nella pausa dopo pranzo, quando avrei potuto sdraiarmi di nuovo e dormire, sono dovuto correre da una coppia di amici che m'era venuta a trovare, Simone e Nicoleta, e prendermi un caffè e fare una passeggiata... sotto al sole. M'è ripreso un accenno di svarione, ma poi - grazie anche alla pioggia - ho retto.
Domenica invece il mal di testa è stato persistente. M'ha salutato solo verso sera, con la fine dei pressanti impegni, cioè leggasi dopo lo spettacolo.
Due parole sole per la campale: mezza Valle Faul era occupata da una gigantesca arena della Mercedes, con musica moderna che hanno avuto il buongusto di abbassare (ironia, poco prima che partisse la battaglia - l'arena era alle nostre ghibelline spalle - hanno messo su Stairway to heaven, buon auspicio), per cui la campale s'è svolta in metà spazio ed è stata rivista nelle dinamiche. I viterbesi avevano una tenda e noi dovevamo cercare di assaltarla, sempre per rubare gli stendardi. Però gli stendardi li potevano rubare solo tre ghibellini, per quello guelfo, e tutti quelli vestiti da templare per i guelfi (circa nove).
Sempre perché i guelfi non barano.
La tenda, l'avevano piazzata in cima alla collina, per cui i guelfi difendevano dall'alto e noi attaccavamo in salita.
Sempre perché i guelfi non barano.
Loro erano di più, ma alla fine noi avevamo un rincalzo già a Valle Faul che ci ha portato quasi in pari. Ma noi avevamo un sacco di ragazzini, fra cui due davvero piccoli.
Sempre perché i guelfi non barano.
Abbiamo vinto.
Sempre perché i guelfi non so' capaci manco quando barano.
^____^
I bambini continuavano a rialzarsi anche dopo "morti", e i giullari sono impazziti a cercare di mandarli fuori.
I guelfi avevano la tenda montata troppo vicino al pubblico, ed erano schiacciati tra noi e loro: indietreggiare troppo significava potergli finire addosso e rischiare che tutta la tenda crollasse sul pubblico. Certo, ogni volta che ci si avvicinava troppo a loro i giullari e i comandanti intervenivano a separare tutti, e questo dava vantaggio ai guelfi che potevano riorganizzarsi, ma alla fine per noi era più facile colpirli sui piedi, mentre loro dovevano sbilanciarsi di più per prendere noi.
Comunque, alla fine troppo stretti, poco movimento - praticamente zero - e possibilità di colpirsi solo con fendenti quasi verticali che erano proibiti. Poco spettacolo e, visto che almeno degli incursori ghibellini ce l'avevano fatta a rubare uno degli stendardi (non il principale) vittoria per noi.
Nota a margine: vista la scarsità di partecipanti, molti di Ludyka sono stati cooptati per la campale.
Vi siete persi Vania con la faccia giallo-blu. ^___^

Tra l'altro, domenica è venuta a trovarmi Valentina, la mia collega d'ufficio, col ragazzo.
(Ma quante Valentina e quante Chiara??!?! 0_0)
Non so a che ora sia andata via, ma c'era sicuramente durante il corteo storico, quindi suppongo che la campale se la sia vista. Invece di certo non c'era alle undici e passa a vedere il mio spettacolo (mentre Chiara sì, e le è piaciuto parecchio ^^). E visto che ha l'hobby delle foto... non vedo l'ora di vederle!
M'ha fatto piacere, come la telefonata di Adriano - studente di scenografia - che sarebbe venuto sabato da Caprarola (solo lui di tutti quanti quelli che stavano lì) rimediando un passaggio all'andata... ma non c'era posto per farlo dormire. Dei sei Saltymbanco che dovevano venire a dormire all'albergo siamo riusciti a piazzarne solo due. Gli altri hanno dormito per terra in tana, o sono tornati a Roma, per poi risalire il giorno dopo.
Tra l'altro...
Dopo le Dionisiache a Roma, saltate per la pioggia - ah già, non vi ho detto che il teatro Ygramul al momento ha i sigilli della polizia, e le Dionisiache le abbiamo fatte in un posto all'aperto... - siamo andati al ristorante e Chiara (un'altra!) dei Saltymbanco così, a bruciapelo, mi ha chiesto della mia vita privata. Così, a tavola.
Le ho concesso tre domande.
Ho risposto a una e mezza - la mezza sulla mia storia sentimentale - e quindi è in credito ancora di mezza risposta e un'altra domanda.
Ma a Ludika non ne ha approfittato.

Ovviamente, ci vorrebbe troppo per raccontarvi Ludika 2010. Anche più dei quattro giorni che è durata.
Adesso, aspettiamo che venga decisa la data per festeggiarla assieme con le favolose polpette presidenziali (le cucina il Presidente, di qui il nome), e per tirarne le somme. Coi più e coi meno (ci hanno multati anche là, per qualche norma non rispettata nel metter su la manifestazione - ci mandano controlli ovunque a quanto pare, ma non tutto il male viene per nuocere). Ma soprattutto per sognare la prossima edizione.
Che potrebbe non essere a Viterbo...
Sulla via del ritorno che Vania ci ha messo a parte di una piccola rivelazione.
Pare che quando facevamo lo spettacolo a Vetralla, frammenti delle Dionisiache, qualcuno con uno smodato quantitativo di soldi ci abbia notato e abbia chiesto
"Chi sono questi?"
E fin qui, uno dice e allora? 'Sti cazzi. Ma è già comunque positivo che il punto interrogativo sia attaccato al termine questi e non, che so, a un termine tipo stronzi a chiudere la frase. ^_-
Ma il bello è che ha chiuso il pensiero dicendo
"Li voglio."
^______^

Buona vita (e fosse la volta buona!)


GrimFang

PS: ad ogni modo, adesso Buno è di là che dorme. ^__^

mercoledì 23 giugno 2010

Eeee... Ludika!!!

Alé!
Con lo stomaco in subbuglio e una cecagna stravoltosa, si parte! ^_^


GrimFang

sabato 19 giugno 2010

Soleggiato con qualche nuvola di passaggio

Le cose belle della vita sono quasi sempre delle piccole cose.
Cose che capitano così, senza che te le aspetti. Senza averle preparate, pensate, averci creato delle aspettative. Là dove i bisogni li prendi in contropiede, riuscendo ad ascoltare soltanto i desideri.

Mercoledì stavo tornando in macchina verso casa, e alla fine di Viale Regina Margherita ho fatto in tempo a vedere Psyco che stava salendo in una macchina parcheggiata, lato passeggero. Allora ho cercato di rallentare, di fare in modo che potessero raggiungermi una volta usciti dal parcheggio. E chi conosce quale stretta corsia sia quella di cui parlo, lì dove si può girare su Viale dell'Università in entrambe le direzioni o tirare dritto su Viale Regina Elena, sa quanto sia un dito cercare di fare una cosa simile senza scatenare le ire degli altri automobilisti...
Mi faceva piacere fargli un saluto, far vedere le coincidenze che in una città di milioni di abitanti ci mettono vicini, noi che ci conosciamo, e magari non ci vediamo da un bel po'.
Mi piacciono queste coincidenze.
Miracolosamente, la loro macchina - non riuscivo a vedere chi fosse alla guida, ma oramai ero certo che il passeggero fosse proprio Claudio - si ferma quasi dietro alla mia. Ma nonostante tutto il mio gesticolare non vengo visto. Il semaforo scatta, la loro macchina parte ed io ho due scelte: quella di fare spallucce e tirare verso casa, col proposito di mandargli un sms o una email per far notare la coincidenza o quella di andare dove vanno loro, accostarmi e farmi vedere.
E faccio così. Giro con loro su viale dell'Università, li affianco - finalmente vedo che a guidare è Beowulf - e a finestrino abbassato li apostrofo:
"Ah cecati!!!"

Capita così.
Ti accosti a bordo strada, saluti, e prima ancora di chiedere "che ce fate qua?" Psyco ti fa:
"Fagli le congratulazioni, che è appena diventato papà!"
Papà.
Giordano è papà. Quello stesso giorno, non proprio in quel momento, ma la mattina, ha avuto una bambina. Sofia.
E se Giordano è papà, vuol semplicemente dire che lì, al policlinico, in una stanza, imbottita di morfina per via del cesareo, c'è una mamma. Chani.
Serena ha avuto una bimba. E dalla fotografia, con la manina aperta a schiaffo, scommetto che ha preso qualcosa del papà! ^_^
Chani, compagna di un grande viaggio interrail con Junkie Dolphin e Il Terzo, attraverso Austria, Germania e Danimarca...
Serena, che mi abbracciò a un torneo di Tokio dopo aver sofferto per lunghissimi minuti nel decidere se accettare o meno una penalità sulla mia dichiarazione... e che mi disse che le avevo insegnato cos'era il Tokio perché alla fine - a ragione - non aveva creduto al mio 21 quando entrambi eravamo a 8 penalità... e infatti avevo un 31.
Chani, Beowulf, Psyco.
Anche gli ihgger crescono.

Così, ci siamo abbracciati, ho fatto un sacco di domande, e sono stato tre volte contento di aver deciso di accostare, di sfruttare la coincidenza.
Perché, in fondo, le coincidenze non esistono; solo energie che si attraggono.
(e chi sa, coglie la citazione)

Ieri, invece, ho tirato tardi a lavoro.
Troppa roba da fare e troppo poco cervello per farle.
E voglia. Quando il tuo dirigente ti imbocca in ufficio di prima mattina e ti dice che per l'ennesima volta devi rifare un rognosissimo dvd no commercial use perché il c@##o di direttore della Biennale cinema di Venezia continua a perderlo non ti può crescere l'entusiasmo. Specie se si tratta di un brutto film!

Così, barcamenandomi alla bell'e meglio tra questa masterizzazione - che mi ha preso praticamente tutto il giorno - e le miriadi di altre esigenze dell'ufficio, compresa quella di stare appresso alla banca dati, ho fatto quasi le sei.
E proprio lì, mentre chiudevo tutte le applicazioni, è entrata Terry.
Io non so che provo per quella donna. Beh, ragazza.
Eppure, invece di concentrarmi su di lei, ho continuato a bestemmiare sotto voce perché tutto il lavoro che avevo fatto comunque sarebbe slittato a lunedì mattina visto che non trovavo un indirizzo email a cui spedirlo. L'ho avvertita che stavo un momento impicciato, e ho sperato di uscire con lei - nel senso che non sono mai riuscito a uscire con lei nel senso tipico del termine, ma solo lasciando appunto l'edificio, e fermandomi a parlare all'esterno.
Ed è andata proprio così.
E' finita che ci siamo fatti un pezzo a piedi fino a un bar coi tavolini - lo stesso in cui fermammo l'altra volta - dove ci siamo fermati ancora, sedendoci con Carlo, Michele e un ragazzo russo-trevigiano che studia recitazione di cui non ricordo il nome. Dopo s'è aggiunta anche Laura. E mi hanno offerto birra, e abbiamo parlato poco io e Terry e tantissimo io e gli altri. Di politica, di riforma della fondazione, di progetti, di utopie, di orizzonti e di futuro oltre l'immediato che ci coinvolge. Lungo termine.
Non lo facevo da tanto. Troppo.
Ed è stato fantastico, sentirsi nuovamente appassionato dalla dialettica, sentire in testa delle idee, delle convinzioni sulle quali confrontarsi con gli altri - anche se magari l'atteggiamento sembrava quasi staccato dalla mia età anagrafica; ma soprattutto, è stato troppo bello averla a fianco, girarmi ogni tanto a guardarla, prenderla in giro perché continuava a versarmi la birra portandomi allo stato "brillo andante", avere Laura che mi ha offerto un salvifico pezzo di dolce per andare lungo ubriaco, permettermi una battuta galante che Terry non ha sentito...
Insomma, godermi quel che c'era senza volere altro.
Sapere un paio di cose in più su di lei, dai racconti di quando era ubriaca. Domandarmi senza infelicità cosa provo per lei ed accontentarmi del non sapere la risposta. Potermi permettere un paio di carezze al volto e sguardi dolci al luppolo. Ammettere con tutta franchezza, con altri, ovviamente, che lei mi piace.
E scoprire così che quello che credevo un rivale imbattibile è gay.
E insomma, andare a casa felice, senza pensieri.

E quel che verrà, verrà.
La felicità è in cose così. Nella spensieratezza.
Buona vita,


GrimFang