L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

giovedì 9 ottobre 2008

Lettera aperta al Deso

Francesco, nel caso che tu capitassi su queste pagine, magari per sapere cosa è successo da quando te ne sei andato, vedere un po' che reazioni ci sono state, ti scrivo questa mia.
Non ti dirò di nessuno: non di Maria, né di Marianna, Lorenzo, tua madre, tuo padre, il Digia... perché non saprei che dirti.
Io mi sono vissuto solo di sponda il loro smarrimento, le loro sensazioni, quindi non posso parlare, preferisco tacere. Qui ti voglio dire come ci son rimasto io. E' il mio spazio, il mio sfogo, e da qui non c'è altro che tu ti possa aspettare. E di tutto quello che scrivo qui rispondo io, soltanto io, quindi posso dire quello che mi pare. Comprese cose con cui gli altri possono non essere d'accordo, o persino ritenere dannose.

Io non so perché te ne sei andato.
E potrebbe essere tutto qua. Metà dell'argomento è infatti tutto in questa frase: hai un amico, ci esci insieme e cerchi di vederti quasi tutte le settimane, se puoi. S'è sposato, ha una famiglia, sembra felice. E tu sei felice per lui, perché è una di quelle persone che vederle felici ti fa star bene. Trovi che si sia trovato anche una gran bella persona e - per quanto non proprio confidente nell'istituzione del matrimonio, specie come vincolo religioso (da buon 'ateo' come sei) - sei assolutamente tranquillo nel vederlo convinto.
Poi di punto in bianco scopri che non è così.
Non deve esserlo, perché il tuo amico una bella domenica, il giorno dopo aver festeggiato il proprio onomastico, piglia il motorino e scompare. E non dice niente. A nessuno.
Nemmeno al Digia, che hai sempre pensato essere una delle sue costole per quanto gli è legato.
Ora, tu al posto mio che diresti?
Suppongo che come me diresti "Ma che cazzo è successo?! Perché?"
Ecco, questa è la prima metà del problema.
Perché ancora non lo riesco a capire. No, perché sai, insomma, aiuta a farsene una ragione, no?
Uno dice "Ahò, aveva litigato con Maria... Era superstressato al lavoro... Non ce la fa più a reggere la vita di casa..." e almeno riesce a spiegarselo, a dire "Beh, in un certo senso c'ha ragione". Magari anche a non spiegare tutto, a non farsi sentire. Diciamo così, per non sentirsi frenato, legato a quello che resta indietro.
Tra l'altro se rileggi quelle tre frasi lassù, quello che doveva sparire - a rigor di logica - al limite dovrei essere io.

Ma poi c'è l'altra metà del problema, quella più dolorosa.
Quella che non sa che fine hai fatto, dove sei. E bada bene, non è per dire "lo ritrovo e lo riporto a casa". E' quella che ti serve a scacciare quel pensiero maledetto che ti ronza nella testa.
Quello che ti ricorda i trafiletti di Metro, o dei quotidiani, dove dicono cose tipo "ritrovato dopo dieci giorni in un fosso".
Ora: io una volta andai a casa di mio fratello con l'intenzione "a calci in culo, ma lo riporto a casa", quindi so benissimo che esigenza sia. L'ho affrontata, ho imparato a gestirla. Se uno se ne va, ha le sue ragioni. Quel giorno ero uscito per fare a botte, e invece mi ritrovai a fare una lunghissima chiacchierata con mio fratello, dopo anni che non ci parlavamo. E mi spiegò le sue ragioni. Le accettai, giuste o sbagliate che fossero, e mi limitai a fargli presente le mie obiezioni.
Io qui non so le tue ragioni, quindi non posso, non ho nulla da poter obbiettare.
Perciò, non m'interessa.
Quello che mi interessa invece è sapere che non sei un dannatissimo fosso. Poi puoi fare quello che ti pare.
Quindi, se mi leggi, ti prego devi farmi solo un unico favore. E' proprio un appello del tutto personale.
Posta un commento qui.
Nel posto in cui sei, oppure vai in un internet-point, ti siedi, scrivi un banale commento del tipo 'sto bene', ti alzi, vai dal commesso e ti fai squadrare per bene in faccia. Dici il tuo nome e poi te ne vai. Sparisci da lì.
Così sappiamo che l'hai scritto veramente tu, e non qualche imbecille che va a fare dei pessimi scherzi in rete. Scusaci, ma siamo diventati un po' paranoici.
E poi, ovunque tu sia, stammi bene.


Enry

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