L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

venerdì 20 novembre 2009

Ius primae noctis

Giustamente, come hanno insegnato anni di Scienze della Comunicazione buttati al vento, con questo titolo v'ho fregati: primo, perché ho catturato irrimediabilmente la vostra attenzione, secondo, perché non intendo affatto quel che pensate.
^_^

Infatti, la primae noctis a cui mi riferisco è la prima notte che ho passato a casetta nuova, nella mia bella stanzina affollata oltre ogni limite dalle scatole del trasloco ancora da finire. E lo ius nello specifico è alla inderogabile legge che prescrive "se vuoi farti aiutare nel trasloco, rifletti prima di scegliere l'amico che hai scelto". ^_^
Ma andiamo con ordine.

Sono settimane che sto impazzendo con questo spostamento.
E non mi sto riferendo affatto a tutto ciò - che pur è presente - che riguarda la svolta nella propria vita, il lasciare il nido protetto per confrontarsi (e sconfortarsi) col frigo vuoto, per dirne una. No, faccio esplicito riferimento solo a tutto quello che è "prendi, impacchetta, trasporta, spacchetta".
Ho decisamente preso sottogamba tutti gli amici che sul faccialibro mi dicevano "eh, ti capisco, sono solidale, le casse, i cartoni...". Ed io lì a dire "non è un trasloco vero, è solo una stanza...". Non pensavo che quello fosse un aspetto così importante. Mi dicevo: e che ce vò, infilo la roba nella scatola, impecetto, trasporto, riapro, sistemo...
Il fatto che il tavolino comprato da Ikea sia rimasto una settimana mezzo montato sul pavimento al centro della stanza la dice lunga. Il fatto che la sedia della medesima provenienza sia stata spacchettata venerdì mattina, pure.
Ma allora ero più concentrato sulle questioni esistenziali. Sui dilemmi generati dalle polemiche madre-figlio del tipo "Già vattene?" che costellano questo genere di passi nella crescita dei figli, specie se sono ritardatari e gli ultimi dei fratelli a compiere il passo. ...Dovrei aver fatto tesoro delle esperienze dei miei fratelli, ma mia sorella a 8 anni già andava da sola con la SIFD a studiare flauto dolce a Urbino, e da lì non s'è più fermata: globe trotter a tutto tondo, le manca solo l'Australia e l'Antartide, da vedere. E mio fratello, beh, lui se n'è andato sbattendo la porta ed ha fatto una vita di merda cercando di sopravvivere, quindi non è che sia un altro bel metro di paragone su cui prendere le misure. Quindi, niente (ma immagino sia così anche per chi ha una storia diversa) ogni storia è a sé stante, e solo la mia esperienza, con tutte le vaccate programmate, conta.
Le vaccate programmate sono quelle che non definisci, ma sai che dovrai mettere in conto.

Ad esempio, il non aver comprato il pane per cena, com'è successo lunedì, che è stato il mio primo giorno di 'pasto' a casa. E nella stessa lista di vaccate programmate c'era il non aver chiesto delucidazioni non tanto sul gas (è una di quelle cucine dove va aperto e chiuso prima dei fornelli), quanto sul fatto di togliere i rulli per verniciare dall'unico lavandino della cucina e sul dove metterli, su come spostare (e dove farlo) le cose che occupano gli stipi della cucina per far posto alla spesa che non va in frigo, a come fare altrettanto per la dispensa o per i mobiletti nel bagno, e così via.

Non fa parte delle vaccate programmate quella di pensare di fare l'ultima tranche di trasloco facendosi dare una mano da Edoardo e Simone.
Non tanto per Edoardo, che è un sòla e anche stavolta non si è smentito, quanto Simone. Gli voglio bene, quindi mi fa piacere vederlo, ma decisamente non sono stato in grado di valutare l'amico.
Lo dico perché Simone è pieno di buona volontà, ma anche di fisime. E pur di uscire con me e di vederci almeno una volta al mese, è il tipo che non fa problemi... al telefono.
Avrei dovuto sospettare che qualcosa non andava quando, dovendoci vedere sotto casa mia alle 21.15, alle 20.30 mi telefona per dirmi che lui uscirebbe 'fra poco' (e fin qui, ci sta tutta perché è assai ansioso, specie sulla puntualità), ma non per venire sotto casa mia, ma direttamente lì, alla casa nuova. Anzi, visto che ha paura di non saperci arrivare, a una punta lungo il percorso, a Largo Preneste.
Oddio, c'è sempre la buona volontà di dare una mano a scaricare, però... Però a caricare mi tocca farlo a me, con aiuto dal babbo e dal fratello. Ora, eravamo rimasti che ce la facevo a caricare in una macchina sola, e che comunque poi sarei rimasto lì a dormire - quindi doveva venire con la sua macchina se voleva tornare a casa - e che insomma la sua macchina non sarebbe servita per caricare, ma...
Simone tiene alla sua macchina più che a una qualsiasi parte del suo corpo. Qualsiasi. Forse così è più chiaro.
Dopo aver attaccato la cornetta, mi rispondo da solo, alla massima probabilità, che in questo modo aveva sfangato qualsiasi possibile emergenza dell'ultimo minuto stile "questo lo puoi mettere in macchina tua?".
Amici sì, ma non toccarmi la coreana.
^__^

Vabbè, ci rido su, carico la macchina di tutto e parto (con circa mezz'ora di ritardo, ma se l'è cercata lui, se veniva partivamo assieme).
Ma quando arrivo, lui la macchina l'ha parcheggiata, e sale sulla mia.
Qui, devo dire, un pochino mi girano; perché so che dovrò riaccompagnarlo alla macchina, e perché sembra insistere per andare a un pub che conosce lui in quella zona lì, e so già che finirà così. Però, riconosco che essendo la frase più volte ripetuta da Gab, futuro coinquilino nonché 'padrone di casa', "è facilissimo trovare parcheggio" equivale all'affermazione "mi chiamo Samantha, sono bionda, senegalese ed ho sedici anni" fatta dal sottoscritto, non posso dargli tutti i torti se la lascia lì. Infatti poi avrò bisogno di quindici minuti per trovare un posto per la mia.
[NB: Gab insiste che è così, c'è posto; a me invece piange il cuore spostarla stasera da dov'è parcheggiata... - n.b.2: ci sono tornato con Gab e s'è trovato parcheggio... mi sa che dipende dalla sua presenza]
Però, sono solo un uomo che vuole illudersi.
Quando una vaccata non è programmata, non è programmata, e non finisce di stupirti.


Scena: fermo la macchina in doppia fila e sollevo il portellone del portabagagli.
"Prendo lo zaino e fermo la porta" - dico - "non ci sono cose pesanti, a parte queste due".
Quando torno sta ancora traccheggiando davanti al portabagagli, a mani vuote, non sapendo che fare. Mi vede arrivare e prende la prima cosa leggera che capita. Vabbè, mi dico, intanto una pesante me l'accollo io. Quando torno alla macchina, lui ha in mano una busta. E basta. Capisco l'antifona e prendo l'altra pesante. Torno dentro, esco fuori, lui è dentro. Torno dentro. Lui è dentro con la busta in mano. Non la molla. Sembra un personaggio dei videogiochi quando entrano in una zona non gestibile dall'intelligenza artificiale - non so se avete presente - per cui da dove siete li vedete muoversi e agitarsi, ma se non fate un passo in avanti rendendovi visibili loro non escono.
Insomma, scarico tutto io.
E quando rientro, lui è ancora lì, con la busta in mano.
Solo allora mi rendo conto dell'errore madornale che ho fatto. La supermegavaccata da principianti.
Ho scordato che Simone ha la fobia della polvere.

Immaginatevi la gioia e il tempo che ha passato nel bagno a lavarsi le mani - per aver tenuto una busta e caricato due scatole!!! - ed avrete il quadro corretto della rappresentazione.
Sì, rappresentazione, perché sembrava un film à la Bunuel.
Diciamolo: già m'era presa a male per dover fare tutto da stressato e coi tempi contingentati; e m'era pure presa la gran voglia di levarmi le scarpe e buttarmi a quattro di bastoni sul letto, regalando tutto all'oblio fino al risveglio il mattino successivo. Ma dovevo uscire e andare al pub con Simone, e la cosa mi stava via via andando di traverso.
Avete presente quella figurazione fantastica che vi capita di fare quando le cose non vanno come volete e voi v'immaginate la situazione perfetta per poi fare il paragone, come una foto mentale su cui attaccate il cartello "Situazione ideale" per poi confrontarla con quanto vi mandano i vostri occhi sotto il cartello "Situazione reale"?
Beh, io in quel preciso momento ho avuto la sensazione nettissima di cosa mi sarebbe piaciuto avere in quel momento. L'aiuto da parte di un amico di quelli con cui stai bene anche senza parlare, seduti nella cucina anche senza scarpe, una birra in bottiglia in mano a testa, a riposarsi per il mazzo che entrambi ci siamo fatti per quel fine positivo che è il primo, forse vero segnale d'indipendenza che un uomo affronta nella vita. Di quelli che si guardano intorno approvando e confortandoti con l'aiuto dei loro stessi sogni:
"Lì potresti metterci una mensolina" - diceva il mio amico immaginario - "e sopra metterci tutte le boccettine tipo pepe, chiodi di garofano... sai, quelle lì, tipo così, no?"
"Ci starebbe bene." - aggiungeva, dopo un sorso di birra.

Simone l'unica cosa che ha detto è stata
"...vecchiotta, 'sta casa, eh?"
Se non gli date un appartamento luminoso arredato in acciaio e vetro gli compaiono pustole sulla pelle ed è preda di un terribile attacco d'orticaria.
Ve l'ho detto, odia la polvere.
Lui le mani non se le lava, le scarnifica.

Per chiudere, usciamo e andiamo al pub, e sinceramente non vedo l'ora di levarmelo dai piedi.
Lo so, è brutto, terribile a dirsi, ma anche l'amico più caro, se sei a pezzi, è di troppo. Solo che certa gente - tipo Simone - queste cose proprio non le capisce.
Nel senso che non le coglie: gli fa troppo piacere stare con te, parlare e confrontarsi, per rendersi conto che ti sta succhiando l'ultima briciola di energia che ancora ti regge in piedi.
Poi la serata è stata ovviamente piacevole, e grazie al cielo breve.
Al rientro a casa, c'eravamo solo io e lei, confortevole, piccola, confidente.
E non fredda, inospitale, estranea, come temevo.
Qualche gesto rituale nel togliersi i vestiti, qualche pensiero positivo rivolto al tavolino che ancora giaceva mezzo montato in mezzo alla stanza... e poi via, cedendo dolcemente al sonno del gentile Morfeo.
Senza problemi...


...il primo giorno.


GrimFang

Nessun commento: