L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

venerdì 16 ottobre 2009

L'Assedio

"Ciao, vuoi uscire con me?"
"No."
"Ma dai, esci con me." [Nb: MAI chiedere perché]
"No."
"Guarda, andremo in un posto bellissimo. Non dico quale perché voglio farti una sorpresa."
"Non m'interessa!"
"Sei una ragazza fenomenale, ci divertiremo tantissimo!"
"Santissimo iddio, ma lo vuoi capire che non mi va? Non mi piaci, non m'interessi, non ho nessuno stimolo a uscire con te!"
"E dopo potremmo anche andare a fare quattro passi per [scegliere il luogo con cura]"
"Ma parlo arabo? Mi fai schifo, ma guardati! Neanche se fossi cieca e con la scabbia potrei uscire con te!!!"
"Usciamo?"
"Mi passi a prendere tu?"

Questo, signori, l'universo femminile.
Costanza e perseveranza, continuando a martellare, senza mai potersi concedere un errore pena il dover cominciare daccapo.
La chiave per poter accedere all'agognata meta, l'uscita in due [anche perché se uscite in più di due è un classico che lei invece si metta con e/o trombi un tuo amico]. Poi, se ti giochi male quella, hai chiuso.
Il tutto con l'accortezza e l'occhio di capire se, dopo i primi due rifiuti, stia effettivamente cedendo oppure l'insistenza non è realmente gradita. Ma attenzione! Per una donna, le parole sono completamente svincolate dal significato reale! "Vaffanculo" potrebbe significare "Insisti" per esemplificare in maniera brutale il concetto.
La traduzione di quanto sopra, infatti, potrebbe più o meno essere

"Ciao, vuoi uscire con me?"
"Guarda, non ti conosco, non ho la più pallida idea di chi sei e di come potrebbe essere tra noi due, ma siccome sono una che cerca sicurezze e te sei completamente a me ignoto non vedo perché dovrei sprecare tempo ed energie dedicandole a te quando invece posso continuare a struggermi su quello stronzo sposato con figli che conosco perché lui sì che mi dà sicurezze visto che se ha una famiglia così bella sicuramente quando MOLLERA' la famiglia e starà con me sarà tutto bellissimo e CERTAMENTE STABILE."
"Ma dai, esci con me." [Nb: ripeto, MAI chiedere perché]
"Stai cominciando a diventare fastidioso, appiccicoso e petulante. Mi soffochi, e stai rubando tempo e spazio al mio amore impossibile che mi tratta come una pezza da piedi, non mi caga e mi fa soffrire da cani, ma lo fa sicuramente solo perché così mi sento viva e posso sentire il peso delle mie passioni e la forza dell'amore che ho per lui e che vincerà su tutto."
"Guarda, andremo in un posto bellissimo. Non dico quale perché voglio farti una sorpresa."
"Mi spaventi. La tua insistenza non fa che farmi vedere un futuro negativo in cui io sono perseguitata dalla sfortuna che mi ha messo addosso un simile sfigato come sofferenza aggiuntiva e gratuita mentre io mi struggo per quello lì che potrebbe pure rispondere agli sms ogni tanto! Che c'entra che non glieli ho mai mandati! Ma lui è bello e impossibile come dice la Nannini, mentre te sei una pezza da piedi come tanti altri che come voglio li trovo e li butto, però mi fa piacere tutta questa attenzione, non smettere. Anzi sì, che mi spaventi: il futuro con te è il futuro con un mezzo uomo, non con un maschio vero! Sì è vero, ti sto cagando di più, ma è solo perché mi fai tenerezza. O pena. ...Oddio sono confusa."
"Sei una ragazza fenomenale, ci divertiremo tantissimo!"
"Ecco, vedi? Sei ancora qui, nonostante io ti abbia ben detto di andartene a chiare lettere! Questo vuol solo dire che sei uno zerbino di cui posso fare a meno, infatti che gusto c'è a mettersi con uno che farebbe tutto per te? Sai che palle... Non sei interessante! Però sai che ti dico? Che ti tengo qui giusto perché mi fa piacere sentirmi importante - insomma, fa sempre bene all'autostima, no? - mentre io lo so che non valgo niente, e sono una merda. Tu continua, mentre io seguito a fare il filo a quell'altro, quello lì, che mi piace. Eh, mi piace. ...Sì, lui mi piace veramente. Però è sposato, porca puttana. Ed è anche stronzo. Ma è così perfetto per me! E tu invece non significhi niente, ricordatelo!"
"E dopo potremmo anche andare a fare quattro passi per [sempre scegliere il luogo con cura]"
"Accidenti, come insiste. ...mi sarò mica sbagliata? Ecco vedi, sono proprio una merda, non valgo niente: non riesco mai a capire niente di quello che mi succede! Ma perché sono nata fallata?! Oddio, che confusione... Per una volta che mi capita una cosa carina... E perdo pure un sacco di tempo dietro a quello stronzo che nemmeno mi caga. Ma questo qui no, dai, è uno sfigato qualunque! Certo, sa indubbiamente riconoscere le mie qualità. Voglio dire, se insiste ci sarà un perché... Dai, è stato proprio carino. Fammelo un po' vedere... non è nemmeno così brutto. Che dici, gli diamo una chance? Giusto così, per passare il tempo, mentre quel coso si decide..."
"Usciamo?"
"Non aspettarti niente al primo appuntamento. Prova ad allungare le mani e sei un uomo morto. Mi aspetto che mi farai sentire servita e riverita o quantomeno a casa mia, o penserò che tutto quello che hai detto e fatto era finalizzato al sesso, e che sei un gran bugiardo, e che tutto quello che io ho pensato di me grazie al fatto che mi vieni dietro era falso, e mi sentirò una merda e starò malissimo, molto di più della sofferenza a cui sono abituata appresso a uomini che non mi si cagano. E ti odierò. Voglio una serata divina. E' tutto. Ah, sì, sei stato molto carino a insistere e non mollare, ma non te lo dirò mai nemmeno sotto tortura. E se mi divertirò tantissimo dirò che è stata una serata piacevole, e ti darò un'altra possibilità, ma non aspettarti altro."

Ci sarebbero tante cose da dire, tante disamine da fare.
Ma il succo è che, come si può notare, quello femminile è un soliloquio interiore, vagamente orientato dagli input esterni, basato su alcuni fondamentali capisaldi a) ognuna di loro pensa di essere una merda e sa di essere una principessa b) questo genera una ruota di fondamentale incertezza che c) impone a tutte le donne la ricerca del senso di stabilità. Ogni donna vuole essere confermata, rassicurata. Le immature, da una figura di tipo paterno, di cui si stancheranno crescendo, o col crescere della relazione. Quelle mature, da una figura tipo compagno che lasci loro l'autonomia, il comando, la libertà, le chiavi della macchina, eccetera. Ovvero, il senso di totale controllo. Poi possono pure non averlo realmente, ma all'apparenza dev'essere così.
Sennò non si fidano.
In tutto questo, la ricerca di un amore impossibile è, di per sé, una fonte di sicurezza: se io muoio appresso a uno sposato, ad esempio, SO che non lo avrò per me. E questa è una certezza.
So che sembra una totale perversione mentale.
Infatti lo è. Ma è anche il modo in cui ragionano le donne. ^_^
Eppure, in fondo, lo facciamo tutti. Ogni volta che ci ripetiamo "Occristo non ce la faccio!" è perché in questo modo instauriamo un meccanismo secondo il quale vinciamo sempre: se ce la facciamo, possiamo dire "incredibile, ce l'ho fatta nonostante...", se falliamo possiamo dire "eh, l'avevo detto" e trovare conforto nel fatto che avevamo ragione, non ce l'avremmo fatta.
Ci siete? E' un ragionamento che vi fila? Vi siete accorti che avete appena risposto alla domanda "perché le donne non possono mai avere torto"? ^_-
Come?!?
Per i più... ritardatari, lo spiego.
Se una donna ragiona secondo uno schema contraddittorio - particolarmente aggravato in stato depressivo o di profondo deficit di autostima (fino all'autolesionismo) - non esiste modo che possa avere torto, perché per lei è logico che le argomentazioni A e B facciano parte di un medesimo panorama, e non siano mutualmente esclusive pur se contraddittorie.
Un esempio: lei dice "non chiamarmi". Se tu la chiami invadi i suoi spazi, non la rispetti, la contrari e non le vuoi bene; se non la chiami non la pensi, non la desideri, non le vuoi bene. Comunque vada, sbagli e sei fregato. [N.b.: l'esempio è realmente accaduto]
A tal proposito, una delle frasi che ci dà più fastidio è "lo sapevo" (o "lo vedi?", oppure "e io che ho detto?").
Avete presente, al termine di una discussione, quando voi avete sudato sette camicie per sostenere le vostre ragioni e lei alla fine 'capitola' (per modo di dire) sostenendo che fin dall'inizio eravate d'accordo solo che vi siete capiti male?
Quando una donna dice così, in noi maschi emerge l'istinto cavernicolo verso la clava. Noi maschi, infatti, non sopportiamo nemmeno l'idea che si possa, a posteriori, dire "lo sapevo" quando prima nemmeno ci si è espressi a riguardo, o si sono persino formulate ipotesi opposte.
Eppure, nel panorama mentale femminile, il punto A che sostenevate voi e il B che sostenevano loro non erano radicalmente opposti. Erano... 'shiftati' come punti di vista, ma sostanzialmente uguali.
Ma torniamo a noi.
Come potete notare, esiste un pessimismo di fondo: non in termini 'murphiani' (leggi di Murphy), bensì in termini pratici. Nell'esempio che citavo prima, quello del 'non chiamarmi', non viene fornita alternativa o spazio di manovra: comunque vada, sbagli. Il pessimismo è nel 'non' del 'non chiamarmi': ovvio che se fosse stato 'chiamami' lo spazio sarebbe stato ottimista e la relazione del tipo 'comunque vada fai bene'. Ma è anche ovvio che in un simile stato le probabilità di sofferenza per la persona che lo pronuncia sarebbero esponenzialmente aumentate e che, quindi, sia di molto conveniente l'atteggiamento negativo. Un fatto di protezione, dunque.
Ed è proprio questa la chiave su cui ragionare. I 'no' delle donne spesso e volentieri sono 'no' di protezione, autodifensivi. E vanno superati con una dose direi mistica di Santa Pazienza.
In ogni caso, non esiste spazio per le mediazioni, le vie di mezzo. Niente chiaroscuri o sfumature.
Le donne sono molto più drastiche degli uomini.
Suppongo che sia perché il chiaroscuro non lo sanno gestire.
Se A e B non sono opposti, ma compresenti - specie se vissuti al negativo - lo spazio C fra i due risulta problematico. Posso dire "sono nata fallata" e pensare "nessuna è più perfetta di me", ma non posso ammettere "sono normale, come chiunque".
TERTIUM NON DATUR.
Peccato che lo spazio C sia proprio lo spazio in cui ragionano i maschi.

E veniamo a costoro!
Dalle modalità di pensiero femminile derivano di conseguenza delle implicazioni per la popolazione maschile.
Caso A: sei stato baciato dalla dea fortuna, che ti ha fornito dei cromosomi giusti e dell'ambiente ideale per sviluppare il tuo fascino. Devi per forza di cose diventare uno stronzo.
Non puoi farne a meno! Un uomo di fascino per le donne deve per forza essere un obbiettivo impossibile, quindi o sei gay, o "voi dite che era interessato a me?! No, dai, è impossibile: è troppo carino!". [anche qui, esempio tratto dal vero]
CASO B: la fortuna non è stata troppo clemente. Non è che sei brutto o privo di fascino, sei 'solo' normale. Grave colpa. Sei anonimo. E allora sono affari tuoi: ci sarà sempre qualcuno che loro desiderano più di te, e continueranno a desiderarlo finché non ti conoscono, e non ti conosceranno finché tu resterai anonimo... un serpente che si morde la coda. E non ne esci se non ti metti a fare l'unica cosa che puoi fare: insistere. Martellare a morte finché non le farai cedere, esauste, finché non ti sarai in un certo modo imposto. E importi - con garbo, per carità - bada bene, è un modo di dare sicurezza. "Quest'uomo sa quello che vuole", è l'unica equazione che può toglierti dall'anonimato, a parte una vincita al Superenalotto. L'uomo insicuro, incerto, recalcitrante, ondivago, tentennante, che senso di sicurezza vuoi che dia?
Persino nella scelta del cinema, teatro, passeggiata - e qui veniamo alla nota tra parentesi quadre del dialogo immaginario dell'inizio - mostra due cose: la propria sensibilità (attenzione ai gusti/scelte della partner) e la propria decisione. L'affidabilità. Uno che compie delle scelte.
L'uomo 'nato sotto il segno del faggiano', quello che semplicemente non capisce, insomma, la stragrande maggioranza di noi maschi, me per primo, questa impressione non la dà. Fate finta, se necessario, ma datevi (diamoci) una svegliata!
Ora, diciamocelo, anche per il maschio al giorno d'oggi c'è in primo luogo la ricerca di una sicurezza. La certezza banale di un affetto. Il piacere di una ritualità fatta di gesti e di tenerezze, una complicità, il piacere di una condivisione. Esattamente quello che cerca la donna. E' per questo che poi si sta bene in due.
MA non bisogna mai dimenticare la differenza fondamentale nel modo di ragionare: la donna è piena di insicurezze, ma non le mostra per non mettere in discussione la propria solidità; l'uomo mostra le proprie incertezze perché non ha nessun problema a relazionarle a se stesso senza che il mondo cada. Ma un uomo che si mostra incerto non ha attrattiva per una donna che cerca solidità.
L'uomo deve dunque insistere, mostrarsi sicuro, fingere se necessario e quando riesce ad ottenere l'opportunità di farsi conoscere, cercare di tirare fuori tutta la magia di cui dispone, affinché non la serata, ma lui stesso sia 'indimenticabile'.

Questo, più o meno, tagliato con l'accetta e con molte lacune, è parte di quanto mi è stato detto a Ferragosto. Quel che ne rimane, rimacerato e arricchito da qualche considerazione, anche a vostro uso e consumo.
E' la Regola dell'Assedio, che m'impegno a provare, quando riuscirò a racimolare un po' di coraggio e a cacciar via un po' di terrore, per lasciare che finalmente una su mille mi riesca davvero a interessare. E speriamo che il Castello capitoli...

Quindi, per chiudere il cerchio alla luce di tutto questo, il nostro immaginario dialogo iniziale potrebbe essere riproposto come segue:

"Mi piaci, molto."
"Guarda, non ti conosco, non ho la più pallida idea di chi sei e di come potrebbe essere tra noi due, quindi non vale la pena neanche pensarci."
"Ma perché? Ti prego, almeno una possibilità..."
"Per favore, non diventare fastidioso. Io già non so organizzare la mia vita sentimentale, proprio non ce la faccio a darti retta. Potresti essere un maniaco, un depresso, un pervertito, io che ne so? Non ho tempo e spazio da dedicarti..."
"Insisto. DEVO insistere. Mi piaci troppo: è come succede dappertutto, conosci una ragazza, ci parli, magari nche per poco e capisci com'è fatta. Lo intuisci, e sai che va bene per te. Oh, non sto parlando di relazione a vita o matrimonio, è solo che sarebbe troppo bello uscire con te. Stare insieme. Tutto qui."
"Scusami, ma io devo capire chi sei. Sei uno che ci prova con tutte? Ti interesso seriamente oppure sono una tra le tante che punti sperando che una prima o poi ci cada? Come faccio a fidarmi di te? E se poi non vali le mie illusioni? Io non voglio soffrire. Se c'è una cosa nella vita che so per certo, da poterci immergere la mano nel fuoco è questa: io-non-voglio-soffrire. E se poi scopro che non t'interesso veramente, o che non siamo fatti per stare insieme starò da cani, quindi chi me lo fa fare? Insisti solo se mi vuoi veramente, per favore... non farmi male. Ti piaccio davvero? Solo se è così insisti, ti prego..."
"Santo cielo, sì che mi piaci! Devo cantartelo in turco? Sei una ragazza fenomenale, e solo a guardarti mi sento bene. Però, per favore, cedi. Non sono un pezzo di ferro, e i rifiuti mi fanno male. Cosa credi, che non ho paura anch'io di restare solo? Che non abbia bisogno anch'io di dividere la mia vita con qualcuno come tutti? E' solo che credo che con te potrebbe andare bene. Poi non lo so, ma intanto, proviamoci!"
"Sì, ma tu devi capire me: ne ho già prese di batoste sentimentali, e gradirei non ripetere. Io non so cosa ci trovi d'interessante in me, almeno, se hai visto qualcosa oltre all'aspetto fisico ed al fatto che sono donna. Se stiamo ancora qui a parlare vuol dire che qualcosa c'è, e che ne so, potrebbe funzionare. Tu proprio proprio non ce l'hai una certezza una, magari piccolina, da darmi? Che ne so, una cosa che incentiva... Qualcosa che mi faccia pensare bene di te. Non mi serve un amico, cerco qualcosa di più. E per dare quel qualcosa di più mi serve di sapere che ci tieni veramente, e per questo mi serve qualcosa da te, una... prova, che so, che sei una persona profonda, che hai dei sentimenti... Che NON mi darai sempre ragione, che NON ci sarai sempre per me, ma anche che non mi darai addosso e non sarai assente. Qualcosa che mi faccia capire se mi amerai o meno."
"Ci sarò. Non sempre, ma ci sarò. Ci sono ancora, adesso, no? Non può valere come prova? E poi, dai, chi mai lo può sapere prima come andranno le cose? Intanto proviamoci, senza impegno, poi quel che sarà sarà, no? E come prima proposta... che ne so... dov'è che ci vedo bene insieme io e te? Dove possiamo parlare un sacco... Cinema no, da evitare se non ci aggancio una serata dopo... e poi finisce che si parla del film... non so [attenzione: esempio] magari una mostra! Ti va Chagall?"
"Chagall mi fa cagare! Perfetto. Parleremo per ore. E se non varrà la pena, dai, avrò perso un pomeriggio. Però se va male finisce là, va bene? Amici come prima, senza strascichi, senza rancore..."
"Io ti desidero. Tutto qui."
"...e se poi va bene, in fondo è un pomeriggio. Magari la tiriamo per le lunghe fino a un pub la sera, o magari mi inviti a cena. Se lo fai guadagni punti! Io sono una tipa simpatica, sai? Mi hanno sempre trovato molto divertente... e poi ti faccio l'imitazione della Marini, ma solo se mi preghi abbastanza. E' un mio pezzo forte, troverò il modo di farla uscire fuori, non temere. Si spisciano sempre tutti dalle risate. Tu vivi da solo? ...no, scema, aspetta, non correre, dai, ti ha solo chiesto un appuntamento, e poi, al primo appuntamento, no. Certo, se capita... Ma dev'essere proprio un'uscita fenomenale! Chissà di che segno sei... Dai, sarà una cosa molto divertente!"

Come sarebbe diverso il mondo se riuscissimo a parlarci così.


GrimFang

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