L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

sabato 19 giugno 2010

Soleggiato con qualche nuvola di passaggio

Le cose belle della vita sono quasi sempre delle piccole cose.
Cose che capitano così, senza che te le aspetti. Senza averle preparate, pensate, averci creato delle aspettative. Là dove i bisogni li prendi in contropiede, riuscendo ad ascoltare soltanto i desideri.

Mercoledì stavo tornando in macchina verso casa, e alla fine di Viale Regina Margherita ho fatto in tempo a vedere Psyco che stava salendo in una macchina parcheggiata, lato passeggero. Allora ho cercato di rallentare, di fare in modo che potessero raggiungermi una volta usciti dal parcheggio. E chi conosce quale stretta corsia sia quella di cui parlo, lì dove si può girare su Viale dell'Università in entrambe le direzioni o tirare dritto su Viale Regina Elena, sa quanto sia un dito cercare di fare una cosa simile senza scatenare le ire degli altri automobilisti...
Mi faceva piacere fargli un saluto, far vedere le coincidenze che in una città di milioni di abitanti ci mettono vicini, noi che ci conosciamo, e magari non ci vediamo da un bel po'.
Mi piacciono queste coincidenze.
Miracolosamente, la loro macchina - non riuscivo a vedere chi fosse alla guida, ma oramai ero certo che il passeggero fosse proprio Claudio - si ferma quasi dietro alla mia. Ma nonostante tutto il mio gesticolare non vengo visto. Il semaforo scatta, la loro macchina parte ed io ho due scelte: quella di fare spallucce e tirare verso casa, col proposito di mandargli un sms o una email per far notare la coincidenza o quella di andare dove vanno loro, accostarmi e farmi vedere.
E faccio così. Giro con loro su viale dell'Università, li affianco - finalmente vedo che a guidare è Beowulf - e a finestrino abbassato li apostrofo:
"Ah cecati!!!"

Capita così.
Ti accosti a bordo strada, saluti, e prima ancora di chiedere "che ce fate qua?" Psyco ti fa:
"Fagli le congratulazioni, che è appena diventato papà!"
Papà.
Giordano è papà. Quello stesso giorno, non proprio in quel momento, ma la mattina, ha avuto una bambina. Sofia.
E se Giordano è papà, vuol semplicemente dire che lì, al policlinico, in una stanza, imbottita di morfina per via del cesareo, c'è una mamma. Chani.
Serena ha avuto una bimba. E dalla fotografia, con la manina aperta a schiaffo, scommetto che ha preso qualcosa del papà! ^_^
Chani, compagna di un grande viaggio interrail con Junkie Dolphin e Il Terzo, attraverso Austria, Germania e Danimarca...
Serena, che mi abbracciò a un torneo di Tokio dopo aver sofferto per lunghissimi minuti nel decidere se accettare o meno una penalità sulla mia dichiarazione... e che mi disse che le avevo insegnato cos'era il Tokio perché alla fine - a ragione - non aveva creduto al mio 21 quando entrambi eravamo a 8 penalità... e infatti avevo un 31.
Chani, Beowulf, Psyco.
Anche gli ihgger crescono.

Così, ci siamo abbracciati, ho fatto un sacco di domande, e sono stato tre volte contento di aver deciso di accostare, di sfruttare la coincidenza.
Perché, in fondo, le coincidenze non esistono; solo energie che si attraggono.
(e chi sa, coglie la citazione)

Ieri, invece, ho tirato tardi a lavoro.
Troppa roba da fare e troppo poco cervello per farle.
E voglia. Quando il tuo dirigente ti imbocca in ufficio di prima mattina e ti dice che per l'ennesima volta devi rifare un rognosissimo dvd no commercial use perché il c@##o di direttore della Biennale cinema di Venezia continua a perderlo non ti può crescere l'entusiasmo. Specie se si tratta di un brutto film!

Così, barcamenandomi alla bell'e meglio tra questa masterizzazione - che mi ha preso praticamente tutto il giorno - e le miriadi di altre esigenze dell'ufficio, compresa quella di stare appresso alla banca dati, ho fatto quasi le sei.
E proprio lì, mentre chiudevo tutte le applicazioni, è entrata Terry.
Io non so che provo per quella donna. Beh, ragazza.
Eppure, invece di concentrarmi su di lei, ho continuato a bestemmiare sotto voce perché tutto il lavoro che avevo fatto comunque sarebbe slittato a lunedì mattina visto che non trovavo un indirizzo email a cui spedirlo. L'ho avvertita che stavo un momento impicciato, e ho sperato di uscire con lei - nel senso che non sono mai riuscito a uscire con lei nel senso tipico del termine, ma solo lasciando appunto l'edificio, e fermandomi a parlare all'esterno.
Ed è andata proprio così.
E' finita che ci siamo fatti un pezzo a piedi fino a un bar coi tavolini - lo stesso in cui fermammo l'altra volta - dove ci siamo fermati ancora, sedendoci con Carlo, Michele e un ragazzo russo-trevigiano che studia recitazione di cui non ricordo il nome. Dopo s'è aggiunta anche Laura. E mi hanno offerto birra, e abbiamo parlato poco io e Terry e tantissimo io e gli altri. Di politica, di riforma della fondazione, di progetti, di utopie, di orizzonti e di futuro oltre l'immediato che ci coinvolge. Lungo termine.
Non lo facevo da tanto. Troppo.
Ed è stato fantastico, sentirsi nuovamente appassionato dalla dialettica, sentire in testa delle idee, delle convinzioni sulle quali confrontarsi con gli altri - anche se magari l'atteggiamento sembrava quasi staccato dalla mia età anagrafica; ma soprattutto, è stato troppo bello averla a fianco, girarmi ogni tanto a guardarla, prenderla in giro perché continuava a versarmi la birra portandomi allo stato "brillo andante", avere Laura che mi ha offerto un salvifico pezzo di dolce per andare lungo ubriaco, permettermi una battuta galante che Terry non ha sentito...
Insomma, godermi quel che c'era senza volere altro.
Sapere un paio di cose in più su di lei, dai racconti di quando era ubriaca. Domandarmi senza infelicità cosa provo per lei ed accontentarmi del non sapere la risposta. Potermi permettere un paio di carezze al volto e sguardi dolci al luppolo. Ammettere con tutta franchezza, con altri, ovviamente, che lei mi piace.
E scoprire così che quello che credevo un rivale imbattibile è gay.
E insomma, andare a casa felice, senza pensieri.

E quel che verrà, verrà.
La felicità è in cose così. Nella spensieratezza.
Buona vita,


GrimFang

Nessun commento: