L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

martedì 2 agosto 2011

Tre racconti

E' decisamente un bel po' che non scrivo, e da tempo i post su questo mio pensatoio online si vanno diradando...
Un po' la colpa è di facebook, diciamocelo, ma in fondo è un buon segno.
Segno che sono stato pieno di cose da fare!

Ieri sera scadeva la Sfida di Rill.
Quest'anno, si poteva partecipare massimo con tre racconti, e gli elementi erano piuttosto tosti. [Per chi non lo sapesse, la Sfida consiste nello scrivere uno o più racconti fantastici usando almeno tre elementi da un set di cinque proposti dall'organizzazione. All'inizio, quando ancora non partecipavo, era diverso; "S.F.I.D.A." - che sarebbe la corretta dicitura - stava per "Sei Fantapersonaggi In Cerca D'Autore"]
Per uno come me, che si è sempre vantato di poter inventare una storia a partire da tre parole - un tempo la cosa mi veniva molto più facile (chissà, magari ora pretendo troppo da me stesso ^_-) - è stato un po' uno scorno fissare quegli elementi e non avere subito un'impressione, un filo, una storia, un racconto.
Molto è stato dato dalla novità a proposito del personaggio.
[Sempre per chi non lo sapesse, gli elementi sono sempre un personaggio, un luogo, un oggetto, una parola e una citazione da usare para para, senza poterla modificare]
Questo perché quest'anno il personaggio - di solito una categoria, tipo "un capitano", "un mago", eccetera - era un personaggio storico reale.
Giovanni Segantini, pittore italiano di fine ottocento, che ebbe una vita (e una morte) che, effettivamente, qualche spunto lo può anche dare. Ma che, per un racconto fantastico sui generis, è una bella rogna. Un vincolo reale.
Provatevi a scrivere un racconto fantasy con un pittore italiano del XIX secolo.
...Kruug il barbaro sollevò la spada, e Segantini lo dipinse.
^_^
Certo, può essere divertente, ma qualsiasi fantasy sarebbe giocoforza mischiato ad altri mondi. Di cui uno reale: leggendo le postille agli elementi, su questo era ben scritto che doveva essere proprio lui, non un suo alter-ego in un mondo medievale.
Poi è chiaro, se ne possono scegliere tre su cinque, quindi ignorare questo tranquillamente.
...ma visto che sono un megalomane perfezionista di merda che ogni volta prova a metterceli tutti e cinque, è stato frustrante! ^_^

Ad ogni modo, una novità c'era anche per la parola, che gli altri anni era sempre stato un termine inventato: quando mi pubblicarono Il segreto di Hervé De Ponsac, la parola Abofe aveva la sua bella parte centrale! ^_^
Quest'anno invece la parola era "patriarca", che è certamente molto suggestiva, ricca di spunti - uno dei quali ha generato uno dei miei racconti, in combo con altri due - ma, essendo reale, spinge un po' meno la fantasia.
Voglio dire, quando lessi abofe, all'epoca, mi chiesi subito cosa cavolo potesse voler dire! Con la differenza che ero io a doverle donare un significato adatto!

Gli altri tre elementi, a dire il vero, erano un po' più poverelli.
Intendo, il luogo si salvava, in parte: la Casa delle Bambole. Anche questo suggestivo - specie se si tratta di un luogo, non di un oggetto! - eppure assai meno evocativo di locuzioni quali "il deserto, quando c'era il mare". E, se vogliamo dirla tutta, decisamente indicante un genere gotico, all'interno dei generi del fantastico. Almeno per me!
L'oggetto, una capsula. Sì, fantascienza, il lem, i moduli lunari, le capsule di salvataggio delle astronavi; ma anche le capsule odontoiatriche, le capsule farmaceutiche, eccetera. Questo mi è sembrato decisamente l'elemento più povero di tutti, quasi banale. Almeno, finché non mi è venuta in mente un'altra declinazione mentre parlavo con Luca, alla serata mensile delle Renne. Ovvero venerdì scorso.
Tornato a casa, mi sono buttato sul computer e ho combattuto sui tasti fino a notte fonda, per tirarne fuori il primo racconto compiuto dei tre.
Beh, sarebbe stato il secondo, se non fosse che la Sfida ha il limite di 21600 battute spazi compresi, e alla terza volta che ci rimettevo mano, riscrivendo di sana pianta mezze pagine per ridurlo di dimensioni, ancora non ero riuscito a domarlo sotto quel limite.
Infine, la citazione.
Dire che è famosa è poco: è di Osho, ed è "ci sono molti insegnanti, ma pochi maestri".
Ora, dico, è un concorso di scrittura fantastica, avete perso voi la fantasia?
Oppure è un modo per metterci in brutale difficoltà per vedere chi davvero cava il sugo dalle rape?
L'anno prossimo datemi una citazione di Buzzati, o una dalla saga di Conan! O persino il celeberrimo "Un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli"!
Provatevi a metterla in un racconto di fantascienza, e vediamo! ^^

Ad ogni modo, domenica 31 ho cincischiato fino a tardi prima di mettermi a brutalizzare il racconto oversize, trionfando verso le due e quaranta di notte.
Ovviamente, tenendo conto che il giorno dopo - come tutta questa settimana - non solo lavoro, ma non c'è la collega e c'è da predisporre tutto alla chiusura estiva dell'ufficio! ^_-
Ieri, pensando scioccamente di poter scribacchiare qualcosa a lavoro - è stata una vera giornata campale, un delirio!!! - mi sono messo davanti al pc verso le 19.
Mi rodeva che il terzo racconto fosse rimasto a un paio di paragrafi e nulla più. Mi rodeva perché sentivo che sotto l'idea era buona, sfruttava delle belle potenzialità, e m'ero anche fatto un discreto mazzo per la ricerca. E in questo il buon Luca - che quest'anno è stato il mio "polo di lettura" al posto del buon Digia (ma la colpa è anche mia che mi son ridotto all'ultimo) - sembrava darmi ragione visto che protestava per la mancanza di quello che gli avevo accennato a voce, e gli era assai piaciuto.
E allora giù, all'opera, con un occhio alla tastiera ed uno all'orologio.

All'inizio non veniva. Niente.
Proprio non avevo voglia di cominciare. Continuavo a chiedermi cosa volevo dire: quali immagini m'erano piaciute da aver voglia di scriverle. E mi sono accorto che non ce le avevo!
Avevo l'idea di massima, avevo i fatti; mi mancava l'ispirazione, nel senso particolare di quel gusto che hai nello scrivere una bella scena. Nel passare non solo un'atmosfera, un'azione, ma una sensazione... nel suggerire sulla pagina quali eventi accadranno o sono accaduti al di fuori del racconto.
E quando me ne sono reso conto, la scena che volevo raccontare era là.
Ho preso a scrivere come una furia, di getto, partendo da praticamente un quarto del racconto. Il blocco era unico, in effetti, da lì fino alla fine: e più scrivevo, più i personaggi uscivano, più dovevo limare qualche battuta, qualche descrizione - direttamente in scrittura, perché il tempo della revisione temevo (a ragione) che non sarebbe stato disponibile.
Ogni tanto veniva un blocco: cosa cavolo ha dipinto Segantini, quell'anno? Dov'è che viveva? In che anno è morto? Cose così (non sono proprio queste quelle vere, non voglio che questo post, se lo legge la giuria, sputtani qual'è il mio racconto ^_-). E allora cerca di volare su internet, di aprire i files-moloch salvati sul mio pc.
E daje con Word che crasha, recupera il lavoro e riavvia Word, che è stato il liet-motiv della serata. -_-
Combattendo col pc, con internet, ripetendomi mentalmente le frasi che stavo per scrivere mentre aspettavo il ripristino del programma, e sempre di più in una montante corsa contro il tempo (le undici e cinquantasette, cinquantotto, cinquantanove...) allo scoccare della mezzanotte ero finalmente riuscito ad allegare il file e premevo "Invia".
Sono crollato sullo schienale, soddisfatto, compiacendomi del risultato e del mio sforzo.

Sette minuti dopo mi sono accorto che avevo spedito il file senza le correzioni.
Otto minuti dopo mi sono reso conto di non aver cenato.

Buona vita a tutti!


GrimFang

Nessun commento: