L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

sabato 20 gennaio 2007

Cominciano tutti così...

Ovvero, perché "Terra, Pioggia, Fuoco e Vento".
[chiedo perdono sin d'ora, ma non mi accetta la 'e' commerciale]

Beh, questa espressione, per me, è sinonimo di un progetto. Uno dei tanti, di quelli lasciati in sospeso, ma non lasciati stare. E' ancora lì, da qualche parte, che gironzola, assieme ad altri progetti come lui. In particolare, con quello che gli ha conteso il titolo per questo blog: "Non maltrattate il Valhallasauro". Chissà, magari si fanno compagnia...
Di cosa si tratta?
"Terra, Pioggia, Fuoco e Vento" è un marchio. Già. Un'etichetta, qualcosa da apporre ad un prodotto. Ma, ovviamente, non può essere solo questo. No, TPFeV - chiamiamolo così che ci metto una quaresima a scriverlo per esteso - era, e chissà, sarà, l'idea di unire gli sforzi creativi di più persone.
Una cooperativa di creativi.
Pronti a spaziare su tutti i campi: editoria, design, illustrazione, grafica, ludica, artistica... senza limiti di ruoli 'imposti'. Intendo: se una persona (io, per esempio) ha una bella idea per un oggetto di design, o per una pubblicità... beh, non avendo titoli per proporla (o non sapendo dove rivolgersi) non può che tenersela.
Ma, supponiamo, se esistesse - e lui ne facesse parte - una cooperativa di creativi; qualcosa in cui fosse presente un architetto designer, o un pubblicitario. Potrebbe dare valore alla sua idea.
Almeno, ci potrebbe provare.
E, chissà, potrebbero crearsi gli spazi.
Oggi come oggi, ad esempio, la pubblicità è in mano alle agenzie pubblicitarie. A loro si rivolgono le aziende. Io non sono un creativo, e anche se lo fossi mi dovrei ammazzare facendomi un culo a stelle e striscie per arrivare a lavorare per le agenzie che contano. E dopo? Dopo probabilmente - non so con certezza - ma mi dovrei spremere il cervello al 70% su cose che non mi stimolano. Magari finendo per copiare me stesso. Ma, pur non essendo un creativo, nulla vieta che mi venga un'idea vincente. O quantomeno migliore di quelle che circolano sull'argomento (e a dare un'occhiata a zapping sulla tv, si direbbe che basta veramente poco). E allora?
Non dico che bisogna rinunciare all'idea delle agenzie, questo no. Ma questa realtà potrebbe compenetrarsi con un'altra: quella del creativo free-lance. Quello che ha un'idea buona, la propone e la vende. E poi magari fa un altro lavoro. Che ha un'idea mirata su un prodotto o una marca e non ha bisogno di un intermediario come le agenzie, che poi magari s'incaricano di realizzarla. Suppongo che ci possa essere un risparmio, in tutto questo; quello di cui sono certo è che s'innalzerebbe la qualità di quello che vediamo in televisione, considerato la percentuale di trasmissioni che occupa il messaggio pubblicitario in genere.
Stessa cosa per il design. La gente ha un gusto, e questo gusto dovrebbe poterlo esplicare non solo comprando, ma ideando. Se potesse esistere una vetrina online in cui mostrare i propri progetti, le proprie creazioni, e le industrie sapessero dove cercare, potrebbe capitare che l'idea scelta sia proprio la tua. Suppongo ci sia una diversa distribuzione della ricchezza, in questo; sono certo che ci sarebbe un aumento del senso di democrazia.
TPF&V, però, si è scontrato col muro del copyright, delle tutele economiche e legali.
Quanti soldi ci sarebbero voluti a proteggere idee magari destinate a non essere mai vendute?
E conoscendo l'attitudine al rischio delle imprese italiane, o almeno immaginandola, quante imprese avrebbero rischiato su un'idea - per quanto possa sembrare buona - piuttosto che affidarsi al solito, collaudato, vecchio meccanismo?
Vecchia italia... Così titola il Venerdì di repubblica, questa settimana.
Già.
Ma non sarà proprio perché siamo così restii ai cambiamenti?
Così, TPFeV è rimasto un sogno, ed è per questo che mi è sembrato un buon titolo per il mio blog.
Perché è un sogno di libertà, di democrazia, di cose da fare, di spinte propositive, di voglia di cominciare.
Ma, attenzione, non è solo un sogno punto e basta. No, è un sogno che è ancora possibile realizzare. E siccome il 2007 è l'anno in cui, stranamente, nella mia vita, a trentadue anni, sto cominciando a realizzare sul serio qualcosa, il titolo è forse ancora più azzeccato. E' quasi un proposito, più che un buon auspicio.
Perché TPFeV è anche creazione di giochi da tavola, e di quelli ne ho un paio nel cassetto.
E' teatro, e anche lì ho qualcosa nel cassetto - e addirittura qualcosa di realizzato!
E' musica, anche se per ora, tempo addietro, solo una mia canzone è stata musicata e cantata. Ma altre sono già partite in cerca di musica, e so che mio 'fratello' Smilzo mi farà aspettare, ma qualcosa ne caverà.
E infine, è cinema. E lì, i progetti sono davvero tanti. Dai corti ai lunghi.
E questo ci riporta al Valhallasauro.
Ma questa è un'altra storia...

GrimFang

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei un grande, vecchio lupo!! :-)

GrimFang ha detto...

Beh, quando il gioco si fa duro... l'importante è cominciare! ^__-

Anonimo ha detto...

Enri sei un grande!!
E sono sempre commossa aprendo questa pagina!

Sara

GrimFang ha detto...

Grazie Sa'.
Visto? Con un po' d'impegno...

GrimFang