L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

venerdì 2 gennaio 2009

Rendiconto di Capodanno ...e inzio anno, direi!

Bene, il 31 è passato, siamo qui a dare ufficialmente il benvenuto al 2009.

Ad essere sinceri, io tutti gli anni ho il maledetto problema il 31 dicembre di decidere cosa cazzo fare.
Lo so, è un dilemma di molti, però io da un paio di anni a questa parte sperimento il metodo "menefotto", tanto qualcosa di sicuro capita. Sono finiti i tempi in cui mi sbattevo per organizzare, e magari ci restavo male se poi non funzionava come volevo io.
Non sperare, però, e poi agganciarsi a quello che si trova all'ultimo - beh, non proprio all'ultimo - è comunque a rischio: puoi trovarti a passarlo ridendo felice ad un incrocio, come l'anno scorso, o trovarti a passarlo a casa di Renato, come quest'anno. Sto implicitamente ammettendo che non mi attirava molto la prospettiva, anzi, ben poco.
Il problema fondamentale era l'eterogeneità. Passare l'ultimo dell'anno in pochi, neanche tutti con la stessa propensione ai giochi - d'azzardo o da tavola che siano - e ciascuno privo della più pallida idea di cosa si potesse fare nella serata, non è che fosse proprio questa gran partenza. Se ciascuno ha la propria personalissima idea di divertimento, sarà difficile trovare un'attività una che concili tutte le diverse esigenze. Mettici poi che il padrone di casa era sull'orlo del coccolone - naso rosso, cervello in pappa, sguardo vacuo - che puntualmente è arrivato su di lui come una mannaia, e il più è fatto. Se vuoi passare una serata divertente, non basta mettere assieme un gruppo di persone che si conoscono e si vogliono più o meno bene. Il Capodanno tranquillo a casa presuppone un affiatamento anche più grande di una qualsiasi altra serata alternativa: per andare in un locale l'ultimo dell'anno potresti, in via ipotetica, anche imbucarti in un gruppo di perfetti sconosciuti, e ti divertiresti di più che con gli amici!
In più, lì da Renato c'era tutta gente che - a parte qualche eccezione tipo Wanda - vedi comunque piuttosto spesso.
Dite: giusto così, no?
In parte.
Tanto per cominciare, così naufraga la velleitaria ipotesi - che si sa falsa, ma che viene comunque sperata ogni anno - di conoscere una che ti si porta a letto la sera stessa perché "farlo l'ultimo dell'anno porta bene".
E poi, non c'è nessuna novità. Voglio dire, un party come il compleanno di Valerio, la festa "Chic vs. Choc" in cui obbligatoriamente bisognava andar vestiti o mostruosamente in tiro (come alla fine ho fatto io) oppure completamente fuori di testa (Valerio era per metà in giacca cravatta e per metà in asciugamano e ciocie), sarebbe stata una perfetta idea di Capodanno.
Così, ci si è ritrovati sì assieme, ma con poco o nulla di cui parlare, senza molto entusiasmo, tanto per stare.
Forse sono io che mi faccio troppe pippe mentali, forse sono semplicemente arrivato spallato all'ultimo dell'anno, ma in effetti non ero proprio entusiasta all'idea del tipo di serata che credevo si prospettasse. Forse un pelo d'entusiasmo m'è preso quando mi sono staccato dal pc per andare a fare la spesa a scopo "procacciamento di superalcolici". Questo un pochino rimetteva in gioco le carte, rimescolava il mazzo.

Io non devo fare la spesa.
Perché quando faccio la spesa esagero.
51 euro tra superalcolici e succhi di frutta a quanto pare sono esagerati: vabbè che credevo fossimo una decina e invece eravamo sette; vabbè che devi un minimo differenziare la spesa se vuoi variare i cocktail e non farne soltanto due; vabbè che devi variare gli alcolici per venire incontro ai gusti di tutti. Però...
Eravamo Renato, io, Gab e Lalla, Vale, Wanda ed Erika.
Ho preso 4 litri di succo d'arancia e 2 di pera, 2 litri di rum (Pampero), 1 bottiglia di gin, 1 di limonata, 1 di sciroppo d'amarena e 1 bottiglia di Martini bianco.
Il tutto chiedendo consiglio a Gab ed anche a Momo che mi telefonava - finalmente - per farmi gli auguri e raccontarmi che un po' s'è ripresa. Il che, ovviamente, m'ha fatto proprio contento.

Mi piace l'idea che mi mettano a fare i cocktail.
Vado un po' a naso, e mi vengono discretamente bene; tanto che dovrei magari anche documentarmi in proposito, tanto per ampliare la conoscenza sulla gamma dei sapori possibili. E anche per saper fare un cocktail preciso quando me lo chiedono. Ad esempio, vorrei saper preparare un mojito come si deve. Così magari tengo d'occhio quando lo preparano al pub per qualcun altro ed evito di prendere solenni fregature. (storia di vita vissuta)
Il fatto è che, come in cucina, mi piace di più accostare i sapori che muovermi all'interno di codici prefabbricati. Sperimentare; e se poi a naso faccio qualcosa che si avvicina ad un cocktail già esistente, senza saperlo, tanto meglio così: vuol dire che mi muovo col piede giusto! ^_^
Insomma, mi diverto.
Così, quando anche a Capodanno (come prima alla festa di Federicone) mi hanno piazzato davanti al settore 'bar', e mi hanno chiesto di mixare a piacimento, m'è presa bene. Non ne ho fatti tanti, ma erano belli carichi, e comunque mi ha dato soddisfazione. Anche alla festa di Valerio gli amici m'hanno piazzato a miscelare per loro, ma quando ho messo Fanta Lemon e vodka in giusta proporzione nel mio bicchiere, ho smesso di filarmi gli altri ed ho continuato solo per me... ^_-

Dopo, tornando all'ultimo dell'anno, siamo usciti in giro per Roma.
Con due passi siamo arrivati a via dei Fori Imperiali, dove c'era il concerto e - ingenui a non averci pensato - ci siamo beccati il breve discorso del puzzoso sindaco che ci ritroviamo: quanto basterebbe a darti l'acidità di stomaco per 365 giorni, non fosse che siamo capitati in mezzo a un gruppo che appena ha riconosciuto la voce ha iniziato a lanciare una sequela d'insulti, coro al quale ci siamo volentieri uniti.
E dire che neanche dieci metri prima (cioè mezz'ora di calca per lo spostamento) c'era un presidio di simil-nazi con striscioni a ricordo di Gabriele, il tifoso della Lazio ammazzato con un colpo di pistola, che tirava bombe carta in mezzo alla strada, con botti assurdi e fumogeni accesi - chiaro che attorno a loro ci fosse il vuoto assoluto.
Da quella immensa calca, dove pigliava a bene fare gli auguri a chiunque solo perché ti stava attorno, e brindare con chiunque avesse in mano una bottiglia, abbiamo cercato di raggiungere piazza Venezia: in capo a una decina di minuti abbiamo capito che era il caso di un sonoro dietrofront per passare da un'altra parte.

Ve la faccio breve: un po' di botti sparati nei vicoli dietro via dei Fori, un messicano e uno spagnolo ubriaco con cui abbiamo attaccato discorso a piazza Venezia, e poi su a casa di Lalla, dove ci siamo intrattenuti in allegre chiacchiere coi di lei genitori (che sono un tajo). Poi di nuovo fuori, verso via del Corso e quindi a Fontana di Trevi. Lì, ci siamo separati perché Renato aveva raggiunto la frutta, e Gab e Lalla l'hanno accompagnato a casa.
Io, Wanda, Erika e Valentina invece siamo andati ancora in giro, sotto le prime gocce di pioggia.
A questo punto, la serata mi prendeva benissimo.
Contagiato dall'entusiasmo della massa, felice di essermi lasciato alle spalle il 2008, coi suoi trionfi e le sue brutture, lieto di prendermi qualche goccia di pioggia sulla crapa pelata, con tutto il senso di rinnovamento che dà.
Ci siamo fatti via Condotti per andare a Piazza di Spagna. E farsi via Condotti con tre femmine - e quelle tre femmine in particolare - è necessariamente un calvario.
Un metro. Stop. Vetrina di Fendi. Mezzo metro. Gucci. Dieci metri. Prada...
E i commenti, i deliri, davanti ad abiti da 1600 euro, borsette da 3mila, cinte da mezzo stipendio.
All'ultima vetrina non gliel'ho fatta e sono sbottato:
"E Santa Madonna!..." - o forse un pelo più volgare.
Solo che a fine frase mi son trovato che fissavo negli occhi un altro ragazzo, un tizio sconosciuto. Balbetto a vuoto, in cerca di qualcosa da dire, lui capisce che forse sono quasi in imbarazzo e risponde:
"No, no, sono d'accordo..."
^_^
Neanche tre metri dopo, girato l'angolo sulla piazza, un venditore ambulante cerca di vendermi un ombrello.
"Ombrello? Piove!"
E io
"No..." (=non voglio l'ombrello)
E lui
"Sì che piove!"
E io, girandomi a guardarlo
"E me lo dici a me che sono pelato?!"
Insomma, delirio, allegro delirio.
Tanto che sulla via del ritorno abbiamo cominciato a cantare.
E visto che c'era la macchinetta fotografica di Wanda abbiamo fatto anche dei video.
Con Valentina in particolare ci siamo messi a cantare "The lion sleeps tonight", con io che facevo Awim-Mawe, e lei che cantava sopra. La prima volta Wanda ed Erika per poco non si schiantavano a terra dalle risate perché una ragazzetta passando si è voltata verso gli amici ed ha detto:
"Sentito che bella voce che ha la signora?"
Per fortuna non l'abbiamo sentita, sennò Valentina la inchiodava al selciato...

Così se n'è andato il mio capodanno.
Il primo sera però è stato molto più entusiasmante.
Dovevo restare a casa a vedermi lo spettacolo di Paolini su La 7, ma fortunatamente me ne sono strafregato: la vita è fuori, ed è stata particolarmente gradevole.
Anastasia era a Roma per le feste di fine anno, a ribeccare un po' di amici, quindi ci siamo dati una punta e siamo usciti.
La distanza - lei vive a Bologna - e i pochi contatti in questi anni ci avevano un po' allontanato, ma alla fine, nell'arco della serata, eravamo di nuovo pappa e ciccia come prima. Per arrivare da lei, ero in ritardo come al solito, ho guidato col finestrino abbassato per reggere con la mano lo specchietto retrovisore che m'avevano scardinato la sera prima (parcheggiata dietro via dei serpenti...) e nell'attesa - perché ovviamente anche lei era in ritardo sul mio ritardo - sono riuscito persino a sistemarlo. Orgoglioso di me, dopo un sacco di fatica risolta col provvidenziale aiuto di un passante ("Dia un cazzotto qui, io ho le mani impegnate"), sollevo lo sguardo e lei arriva.
Ci siamo presi qualcosa al bar, poi siamo saliti in macchina e abbiamo fatto un giro, al Gianicolo. Tante chiacchiere, qualche foto al panorama spettrale di una Roma avvolta dalla nebbia come non mai - oh, al Gianicolo!!! - e poi accompagnata a casa degli amici, dopo un tre, quattro ore.
Cerchiamo di non far passare di nuovo così tanto tempo...

Il giorno dopo sono partito per andare due giorni a Roccastrada, su invito di Otto, studente in suono al Centro Sperimentale.
L'idea originale era quella di vedersi due giorni a fine dicembre per buttare lì un brainstorming creativo da cui far partorire dei progetti, grandi o piccoli che fossero, di attività legate al cinema. Dal cortometraggio a semplici esercizi.
Invece sono finito a casa di amici suoi, più o meno imbucato, con in mano una boccia di rhum e una di succo di pera (avanzi del Capodanno) che mi hanno garantito il soggiorno completamente gratuito. E per due giorni me ne sono stato in panciolle a godermi il sole ed il freddo becco dovuto al vento che - per la velocità a cui viaggiava - doveva essere stato il coach di Schumacher da piccolo...
Del progetto iniziale, giusto una chiacchiera la mattina del secondo giorno, quando siamo rimasti da soli perché lui aveva lo stomaco sottosopra, vista la sbronza del giorno prima. Capirete, quando mi hanno invitato la prima cosa che han detto è stata
"Abbiamo 54 litri di birra."
La nota pittoresca è stata che il ghiaccio con gli altri l'ho rotto davvero la prima sera, quando li ho beccati a giocare a Kinito, cioè la variante del Tokio Alcolico: si gioca a Tokio, ma chi perde beve. Ed erano tutti gran bevitori, porca puttana. 0__0

Infine, e questa è la nota su cui voglio chiudere, mentre mi godevo per la seconda volta il viaggio sull'Aurelia attraverso località marittime in pieno inverno - uno spettacolo! - mi chiama Stefano per confermare l'appuntamento della sera, il 4.
Si usciva (di nuovo) io, lui, Elena e Jodi, quest'ultima anche lei studentessa del Centro, ma di fotografia. Australiana, molto carina. Uno di voi, il Digia, l'ha anche conosciuta.
Però non mi andava di andare a cena con loro, per cui li ho raggiunti dopo, a Garbatella.
Gran bel quartiere.
L'osteria dove stavano l'ho annotata a mente perché m'è sembrato il tipico posto "dove se magna bene e se spende poco". I proprietari erano cordiali e, guarda caso, il più giovane lavorava nel cinema... e in un momento di distrazione delle fanciulle siamo finiti a parlare di film porno sullo stile del "chi conosce chi", visto che fra tutti e tre certa gente (pare parecchia) l'abbiamo conosciuta.
Adesso saprei anche dove andare a beccare Andy Casanova per farmi fare un provino o proporgli soggetti, se servisse... ^_-
Comunque, usciamo dal locale e andiamo a farci una passeggiata.
Una bellissima passeggiata, col freddo pungente e una Roma deserta.
Elena, che sulle prime avevo forse un po' mal giudicato, s'è rivelata una ragazza piena di gioia di vivere, ed è lei che devo ringraziare per il ricordo migliore d'inizio anno.
Avevo voglia di correre. Una matta, salutare, voglia di farmi una gran corsa, bruciando calorie, energia, liberandola dal mio spirito. Voglia di sprizzare felicità. E l'ho detto, proprio perché non riuscivo a tenermela dentro.
Sapevo già che Stefano me l'avrebbe bocciata, e poi Elena aveva le scarpe col tacco quasi a spillo, solo Jodi avrebbe potuto reggere la corsa. E invece Elena mi fa
"Beh, io le scarpe me le levo, ma solo se ce le leviamo tutti..."

E' stata la corsa più spettacolare di tutte (tranne forse quella sotto il diluvio col Deso), e Stefano ancora non capisce cosa si è perso.
Buona notte/giorno, e buona vita a tutti


l'ormai 34nne
GrimFang

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