L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

giovedì 21 gennaio 2010

Trentacinque portati bene

E così, ne ho fatti 35.
E' un bel numero, mi piace.
Ti senti abbastanza a posto per non essere ancora un quarantenne, e quel cinque fa tanto cifra tonda, mezza decade pulita sulla quale ti puoi appoggiare e sentirti a casa.
O è solo che vivo da me già da due mesi (giorno più, giorno meno).
Ma è anche strano.

Potenzialmente inquietante.

Per la prima volta ho consegnato (io!) per primo (io!) un testo che mi era stato richiesto per la metà di gennaio, se non oltre. Una cosa di Elish, per il prossimo libro.
Ho anticipato, che dico, di più, bruciato una scadenza!
E quando mai?!?
Tutti voi dovreste temere che il cielo ci cada sulla testa.

E ancora, il giorno del mio compleanno non ho fatto niente.
Niente feste. Non ho organizzato nulla, mi sono rilassato e basta; pranzo luculliano (a dire il vero Lucullo ci sfigura, con quel pranzo! ^_^) a casa dei miei e poi giusto un salto da Erika e Vincio per un brindisino. E una partita al volo a qualcosa.
Niente stress da "invito cinquemila persone e vengono in due". Basta.
Figuratevi che persino a teatro, il martedì successivo, mi sono scordato di portare i pasticcini! E dire che l'avevo pensato: martedì festeggio e porto qualcosa da mangiare. E invece, arrivo lì, guardo Vania che ha messo i tavoli con su patatine e bevande e mi ricordo tutto solo in quel momento!
Ho dovuto far precipitare Vania a correre ai ripari dall'alimentari accanto - tonnellate di gelato in vaschetta!
E in tutto ciò, l'emozione più importante era la sorpresa.
Piacevole sorpresa. Spiazzamento.

Segni della vita che cambia? Mah.
Intanto, comincia a non dispiacermi affatto il non possedere un'antenna per il digitale terrestre. Se voglio vedere un film, lo vedo in dvd; mi manca giusto un po' l'informazione - praticamente, tolte le news by AnsIa sul telefonino, non so una ceppa di quel che accade attorno a me - e magari il film serale che non scegli, ma che ti capita come una sorpresa. Però, mi accorgo di quanto fosse insinuante quel desiderio di dire "accendo la tv che fa compagnia", quel "vediamo che c'è" che diventa un pericoloso riempitivo dell'esistenza.
Per l'informazione, ho provato a comprare il giornale - cosa alla quale non mi sono mai abituato. Ne ho comprato uno in due mesi. E ho letto due pagine.
Lettura assai gradevole - è il giornale di Travaglio - ma non ne ho letto oltre.

Intanto, incasso i complimenti per l'ennesima comparsa in un corto di scuola, qui.
Più o meno, hanno detto "il corto fa veramente schifo, ma tu sei eccezionale: c'è un momento in cui fai uno sguardo...". Inutile dire che questo mi ha fatto felice come una pasqua, ma stavolta me lo sono tenuto per me. E per voi, ora.
Avere i complimenti da un montatore - che è quello che si guarda anche tutti i brani di girato che NON andranno nel film - è sempre una gran cosa, ma averli per uno sguardo lo è ancora di più. Specie quando ci hai ragionato per farlo così.
Però, se non vi dico che scena era... il racconto perde!!! ^__^

Tempo fa, dopo aver fatto una particina ne "L'inquilino", altro corto di scuola, mi cerca Davis - studente straniero che in quello faceva la comparsa assieme a me, stessa scena - e mi chiede se voglio fare una parte nel suo. Non mi spiega molto, ma visto che non impegna tanto tempo, decido di accettare.
Per di più, è in orario di lavoro, quindi chiedo di potermi assentare un'oretta... di riposo! ^_-
Non mi spiega molto, so che c'è una parte della scuola trasformata in lavanderia a gettoni, e che siamo in scena in tre e poi arriva il quarto. Dentro ci saremo io e Marco, seduti sui divanetti ad attendere che la nostra roba si asciughi. Poi arriverà Giacomo e ci sarà una serie di movimenti in cui ci s'incrocia e poi io esco. Nel frattempo - fra noi che attendiamo e lui che entra - c'è Angela.
In cima a una scala.
Con gonna corta.
E noi due, seduti, cerchiamo di spizzarle con discrezione le mutande.
Poi quando entra Giacomo c'è proprio la folata di vento (un grosso ventilatore posto sotto, fuori inquadratura) e le vediamo proprio il culo.
Aggiungeteci che tutta la lavanderia è tappezzata di foto di gnocche discinte e avete il quadro completo.
O quasi.

Già, perché la cosa fantastica è che a me, GrimFang, lei non piace.
Non mi dice niente, la trovo scialba, volgare. E, adesso lo so, ha anche un brutto culo. ^_^
Quindi, tutto diventa divertente, e studiare i possibili movimenti, le facce da fare...
...si Paoli, lo so, "un porco come me le deve conoscere tutte"... spiritosi...
^__^
Insomma, lo sguardo in questione è proprio quello della folata di vento.

E il complimento era proprio per la pulizia, perché non era esagerato, perché iniziava con un accenno di stupore che poi diventava eccitazione e svariava subito in paura d'essere scoperto, distogliendolo, ma senza rinunciare ad altre furtive occhiate.
Bello.
Non vedo l'ora di darci un'occhiata da spettatore a quello sguardo.

In conclusione, i miei trentacinque sono cominciati bene.
Anzi, sono portati bene, come un cappotto nel quale mi sento a mio agio.
Nonostante le cose non vadano perfettamente, considerato che ho un nipotino di due mesi in rianimazione al Bambin Gesù...
Ma mi dicono che sta già meglio, non preoccupatevi!
Buona vita!


GrimFang

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