L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

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Fire cup

giovedì 5 aprile 2007

Le tette, Biancaneve ed Anton Cechov - I - Le tette

(certo che scrivere questo dopo essere tornati dal cinema ed aver visto Un ponte per Terabithia...)

"Emergenza di tette"!
Virgolettato perché è una citazione!
^__^

Tempo fa, il mio amico F., di anni trentasei, in tal mirabile modo definiva, dando finalmente a me un senso compiuto a quella che era una percezione confusa, quella sorta di urgenza, di smania, che colpisce la gran parte della popolazione maschile; quella single anche più volte al giorno. D'estate o col caldo, poi, non ne parliamo nemmeno.
E qui, già potrei farvi notare che oggi era una bella giornata... ma sorvoliamo.
Concentriamoci invece su questo stato, che definirei di bisogno endemico: la 'palpatio urgens', nel quale si stabilisce l'equazione:
tette = pace

riferibile specialmente alla pace dei sensi.
Sotto diversi aspetti ha a che fare con quel concetto di 'obnubilazione dei sensi' di cui parlavo svariati post fa: ovvero il fatto che un paio di belle tette grosse riduce drasticamente la facoltà di ragionare in un maschio-tipo. La battuta
LEI: "Hey, la mia faccia è più su!"
LUI: "No, più su ci sono le tette."
è considerabile quasi un falso storico.
La tetta, la sua morbidità, accoglienza o la sua... come si dirà? Sodezza? Sodità? Vabbé, quello, è una parte anatomica importantissima per l'intero ciclo di riproduzione, proprio a partire dal fascino che emana, ipnotico, fondamentale alla seduzione. E' notizia recente che un matematico, credo inglese, abbia calcolato la formula che definisce la tetta perfetta.
Chiariamo: a ciascuna la sua tetta! Un seno che sta bene su una NON sta bene su un'altra, ed un seno grosso non vuole sempre dire che sia appropriato, per quanto statisticamente l'incidenza di un bel paio di bocce grandi sulla velocità di decadimento del pensiero maschile sia piuttosto elevata.
Quindi, donne dal seno piccolo o non troppo aggraziato, non disperate! Il vostro può essere un seno perfetto per voi, e la salivazione maschile (la quale ovviamente dipende molto dai gusti dei soggetti, i quali - grazie a dio - sono molto vari) potrebbe dimostrarsi comunque esondante anche se foste piallate. Senza che questo debba essere per forza di cose considerato un segnale di 'fame arretrata'. O atavica, addirittura.
Il seno come strumento per la seduzione, dicevamo.
Mi piace citare quanto disse Jacopo Fo, in uno dei suoi passaggi televisivi che riportava il contenuto di un suo libro.
Quando i nostri antenati discesero dai rami, iniziarono a comportarsi come tutte le scimmie di terra. Le relazioni, a quel tempo animalesche - è il caso di dire - prevedevano il tipico rituale dell'accoppiamento di tal fatta: la presa da dietro, oggigiorno nota come la pecorina. (Sarebbe interessante disquisire sul perché noi, primati, una cosa che fanno tutti gli animali in natura a cominciare dai cani la chiamiamo con un nome da ovini invece di, che so, la babbuina. Ma tralasciamo.) Tornando a noi, cioé a Jacopo Fo, è necessario chiarire un attimo la meccanica seduttiva dell'accoppiamento 'a pecorina' degli animali: la femmina, se non le va, non si sottomette, se vuole morde, e scappa. Prenderla di forza è difficile, perché bisogna sollevare le zampe e tenerla "inchiodata" al terreno - il che, considerato che i nostri antenati avevano le dita prensili, forse riusciva loro più facile. Fatto sta che, al contrario, quando il periodo era fertile e le femmine volevano essere ingravidate, tutto quello che dovevano fare era 'offrirsi'. Ovvero, mettersi prone e alzare il culo.
A questo segnale, fortemente visivo, il maschio intuiva che la giornata stava per migliorare e si prestava all'accoppiamento.
Le difficoltà cominciarono quando quegli antenati si trasformarono in homo erectus. (E sorvoliamo sui facili doppi sensi.)
Infatti, immaginate, i loro occhi non si trovavano più all'altezza del sesso femminile!
Generazioni di rituali di accoppiamento, radicate nel DNA, non avevano più valore: quando la donna era pronta ad accoppiarsi, continuava a mettersi prona e a mostrare il sedere, ma i rischi di non essere notata erano reali.
Dopo aver inutilmente tentato di sviluppare le proprie capacità di salto per portare il proprio culo all'altezza degli occhi degli uomini, l'intelligenza e la natura scelsero di fare un altro percorso. Fu così che le nostre antenate si misero a spingere, con intenzione, con forza, finché non uscirono fuori un bel paio di tette.
E fu allora che il primo uomo che se ne accorse, le fissò, ed indicandole esclamò
"Culo!"
fornendo continuità alla razza umana fino ai nostri giorni.
^___^

Fin qui Jacopo Fo, alla cui versione credo ciecamente.
Il fatto innegabile infatti è che ci sia un vero e proprio istinto animalesco verso le tette.
Non a caso, le tette grandi in particolare, stimolano l'istinto primario e primordiale in assoluto, l'aspetto animale profondo degli uomini, che è quello di mordere.
Non credo che qualcuno lo possa negare, forse i futuri sapiens sapiens sapiens lo trasformeranno in quello di palpare, ma per ora l'idea iniziale - fortemente correlata a quella di succhiare, cui siamo abituati da innata memoria dei nostri primi giorni - è proprio quella di addentare.
In emergenza tette, ti spuntano i canini da vampiro.
In fondo, le mani ti diventano come degli artigli, nello strizzare quell'abbondanza - e gli artigli sono fortemente correlati al mordere, atavico ricordo della caccia, del possesso della preda.
E' nella soddisfazione di questo istinto primordiale che la palpazione, più che la suzione, è rilassante.
Chiedetevi perché le cosiddette 'palline antistress' ricordano a tutti gli effetti morbide tette!
^__^
E' dunque una pulsione basilare, di sopravvivenza, essere attratti dalle tette.
Persino le donne, ogni tanto se le stringono tra di loro! (e a me va il sangue al cervello, ma questo è un altro discorso)
E sulle tette è dunque giusto dipingere, scolpire, scrivere poemi. Le tette contengono vasta parte della natura umana, nella sua radice profonda e animale. Sono uno specchio dell'inconscio.
Irresistibile calamita dell'attrazione maschile.
Chiedetevi ancora, in tal proposito, perché siano le tette della Paolina Borghese, ad essere scoperte, e non la coscia. Perché, nell'arte, la prima parte ad essere messa a nudo sia stata proprio il seno. Nella pittura, nella scultura, nella storia reale: le prime fotografie di nudo erano quelle. Le popolazioni dell'Africa, da millenni, mandano le donne in giro a seno nudo. Le amazzoni stesse erano chiamate "le guerriere dal seno nudo"!
Così, anch'io, nel mio piccolo, a suo tempo (al liceo) composi qualcosa per glorificarle.
Si era a lezione d'italiano, si studiava Dante in uno di quei giorni un po' afosi dal cielo coperto, che stimolano il sonno e la disattenzione. Quand'ecco che F.F., nel banco dell'altra fila alla nostra stessa altezza, compie il miracolo, e ci sorride, del tutto ignara del gesto appena compiuto. Io e il mio compagno di banco Valerio ci guardiamo strabuzzando gli occhi e cercando di trattenere le risate a valanga che ci venivano. Così, "in questo modo sollecitato", per dirla con Guccini, mi misi a scrivere il seguente testo.

VIVA MADRE NATURA

Io stavo nei pensieri miei assorto

Quand'ella stirò le membra sue

E nel veder 'l grandor di quelle due

Mi ritrovai di subito risorto.

Ah ! Pienezza delle forme tue perfette !

Miraggio glorioso e innato

Delizia dell'infante assetato !

Ah ! Purezza delle candide tue tette !

Sì forti e prepotenti esse sorgean;

Di sotto la camicia tua, sì stretta,

Munifica e meravigliosa tetta !

Il telo e la giacchetta esse spingean.

Oh, altare dell'amore di materna déa,

Luogo di rito ed onorificenza resa,

Due mani a coppa non bastano alla presa

Di due siffatte a invidia di Poppea .

Lode sia dunque a te, gioiosa donna !

Sì ricca di sembianze sì alterate !

Si spargan le tue lodi sì annunciate

Per le due poppe tue della madonna !

(notare gli endecasillabi)
Ma torniamo all'inizio del discorso.
E sottolineamo l'altra metà della citazione, ovvero la parola "emergenza", caratteristica pregnante del concetto.
Ho citato l'autore del mio riferimento, e va detto che si trattava di persona oramai convinta, a trentasei anni, di morire vergine.
Sissignore. Vergine a trentasei anni, mica bruscolini.
E non è poi nemmeno così impensabile, o raro, visto che più uno resta vergine più si riempie d'incertezze e di vere e proprie cavolate. Fino a che, pur essendo impossibile mettersi il cuore in pace - vuoi per il bombardamento di stimoli mediatici cui siamo sottoposti, vuoi per il fatto che in ambito maschile gli argomenti di conversazione sono, solitamente
90% donne
50% calcio (raramente altri sport)
10% vari interessi personali
e il resto in tutto quel che rimane (il 50% del calcio è perché parli di calcio e donne o parli di calcio e interessi personali)
- ci si rassegna, dicevo, a metterci una pietra sopra. A dimenticarlo, a negare che quello sia uno scopo per la tua vita. E allora magari sviluppi altre passioni, anche maniacalmente se vuoi, come il giardinaggio o lo sport o la violenza negli stadi.
E allora, ta-dah!, riguadagni in un certo senso la verginità mentale: la serenità con cui porti verso le cose, per quanto con un carico abissale di timori. Però, in ogni caso, se quando ti si presenta una ragazza non le salti più addosso cercando di scopartela - obbiettivo segreto quanto quelli di Pulcinella, vista la luce infernale che ti brilla negli occhi mentre parli di potatura e di giardinaggio - hai già ritrovato un notevole vantaggio.
E ti può capitare di trovare quella giusta.
Io invidio molto il mio amico F.
Ho appena chiuso un'enorme telefonata, come ci capita sempre, dove mi sono spaccato dalle risate, divertendomi a sentire che sta bene, e che finalmente ha trovato la donna per lui. Ma non lo invidio tanto perché, andando per gradi nel corso dei mesi e dando ad ogni cosa il suo giusto tempo, a fine marzo ha finalmente perso la verginità, superando una enorme quantità di paure.
E nemmeno perché, nella sua prima volta, ha scacciato per sempre i dubbi di non essere capace o di non esserci tagliato semplicemente raggiungendo la ragguardevole cifra di ben 5 amplessi!
No, lo invidio per la donna che ha trovato.
Amorevole, paziente, in grado di aspettare e di aiutarlo a superare tutte le sue ansie. Senza correre.
Dite la verità, mie care lettrici, voi non sareste riuscite ad aspettare così tanto.
Torniamo quindi al termine emergenza.
Potrebbe colorarsi di un non so che di disperato, ma qui viene il bello: per quanto sia un termine che attiene più al bisogno che al desiderio (e questo è male), si colloca in una sfera, in una sorta di limbo, tra le due esperienze. Non è completamente un bisogno punto e basta. E', appunto, un'emergenza, un allarme che suona. Lo stato di emergenza, non inteso come "pericolo" reale, ma come livello di allerta.
Ha, sì, una componente di bisogno famelico, quello di prendere immediato possesso dell'oggetto del proprio desiderio, ma ha anche un carattere giocoso, perché implica - applicato su questo argomento, ovvero le tette - un completo coinvolgimento dei sensi: occhi spalancati, mani pronte al tatto, salivazione in aumento!
^___^
"Emergenza di tette", quindi. Per indicare quello stato in cui spesso cado, che accosta ad un marcato ritardo mentale (anche nel senso letterale, che a capire le cose ci arrivi più tardi) i canini del conte Dracula e la salivazione del lupo davanti ai tre porcellini (i quali potrebbero ben essere una metafora di tali rosee rotondità).
Uno stato comune che, in fondo, non fa altro che riaffermare la nostra animale umanità.
Buone tette a tutti


GrimFang

2 commenti:

Anaikala ha detto...

Ellamadoska quanto cazzo scrivi! Sei un grafomane!
Tanto tempo che non ci sentiamo, complimenti per il tuo blog... simpatico... visivamente ben fatto, magari un po' più di sintesi no?
Mi par di capire che stai bene e te la spassi...
Quanto alle tette, beh, come è ben noto l'umanità maschile si divide in culisti e tettisti, tu appartieni alla seconda categoria, io alla prima (anche se ovviamente un bel paio di tette non fanno mai male, ma troppo grosse no grazie) e ti devo dire che siete in minoranza! Statisticamente provato!
Sull'evoluzione umana e il culo, ti consiglio la lettura di Bataille, accanto a Jacopo Fo, e le sue osservazioni sulla "migrazione" dell'ano nella ghiandola pineale...
E quanto alla tua poesia, che è davvero carina, scusami la pignoleria ma non sono tutti endecasillabi! Lima, lima!

Ti abbraccio con affetto, ho tanti bei ricordi di te, e spero che prima o poi ci rivedremo.

Paolo

PS
Eyes wide shut è un bellissimo film, ma come on il più perfetto ecc. mi pare esagerato! Manco l'ha montato kubrik!!

GrimFang ha detto...

Minchias!
Tutto avrei potuto pensare tranne di risentirti attraverso il mio blog!!!
^__^
Come stai? Cazzarola sarà un millennio che non ci si vede!
^___^
Inutile dire che il tuo blog finisce di diritto tra i miei riferimenti, ma devo dirti che Kubrick ha in effetti montato Eyes Wide Shut, poiché è morto dopo l'approvazione di screening interna alla major che ha prodotto il film. Poi, che come al suo solito l'avrebbe smontato e rimontato, questo è un altro discorso...
E, fidati: ho scritto 31 pagine di analisi di quel film, e ti posso assicurare che è perfetto. Nei limiti di quanto questa parola abbia un senso, ovviamente.
Ti abbraccio, continua a leggermi...

GrimFang

PS: pensa che invece di Bataille sulle prime avevo letto Braille. E sembrava un suggerimento tattile... ^___-