L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

martedì 3 aprile 2007

Questa merita un post

(rollo una sigaretta prima che sparisca il sapore del caffé)

Nella vita, capita a tutti di fare grosse stronzate.

Specialmente in quei periodi in cui ti senti molto solo, sei incline all'autocommiserazione e, insomma, sei semplicemente imbecille senza possibilità di ricorso.
Anni fa - e dico anni - mi capitò di attraversare un simile periodo.
Non sono sicuro del quando, ma credo fosse prima dell'affaire Chiara di cui sapete. Sapete... beh, quantomeno qualcosa.
Passeggiavo lungo le strade della mia città, del mio quartiere, a farla breve tornavo a casa, quando m'imbattei in una ragazza carina - beh, costeggiai sarebbe più appropriato, perché andavamo nella stessa direzione.
Vi giuro, non mi ricordo come ho attaccato bottone, è passato troppo tempo.
Fatto sta che andavamo nella stessa direzione, facevamo la stessa strada, abitava vicino a me. E tra una chiacchiera e l'altra l'accompagnai a casa, o almeno, al cancello prima del suo portone. Insomma, era stata una bella chiacchierata in un periodo piuttosto nero, e qualsiasi cosa positiva finisce che ti sembra chissà che.
Quindi ero abbastanza imbelle da cedere a facili entusiasmi e fare una grossa cappellata.

Io m'innamoro a vista.
Capita.
Capita soprattutto quando ti senti un solo disperato. O perlomeno ti riferisci pensando a te in quel senso. In breve, ci ho messo cinque minuti, ma anche meno, a dipingere quella povera disgraziata come la mia probabile futura ragazza, a cucirle addosso abiti del tutto immotivati, prima che indesiderati.
Sì, sto decisamente parlando di un sacco di tempo fa.
Queste cose le facevo al liceo.
Vi ho detto che l'accompagnai al cancello - lei abitava nel palazzo dietro al mio, quello che si vede da camera di mia madre, dove di fronte ci abita una quattordicenne che d'estate ha la simpatica abitudine di girare nuda per camera sua (poi dici i genitori) - e lei entrò. Solo che io rimasi un po' lì fuori a crogiolarmi nell'idea malsana che mi ero fatto e finii per tirare fuori il pennarello nero che avevo in tasca, infilare il mio braccio dentro al cancello e scrivere (suppongo malamente) al contrario (cioè all'interno del cancello, su di una sbarra larga, dove non potevo vedere)
"Chiara ti amo"
(eh, sì, triste sorte, anche questa si chiama Chiara; a questo punto questo nome è una vera e propria tara genetica)
(il corsivo ha un suo perché, vi racconterò)

Ovviamente, dalla seconda volta che l'ho vista - era troppo facile fare 1+1 - lei ha cambiato strada.
La cosa che mi feriva di più era rendersi assolutamente conto della mostruosità della mia personale idiozia - ma è anche di questo, che si cresce - e non potermi scusare. Non si può avvicinare una persona che ti fugge, legittimamente, violando ulteriormente la sua privacy. Quindi, la scelta più consona era ignorarla.
In fondo, mi son detto, mica la si becca tutti i giorni; ma nemmeno tutte le settimane! E in effetti le nostre strade non s'incrociavano poi così spesso.

E qui interviene il destino cinico e baro.
Già, perché la suddetta si trasferisce a vivere altrove. E dove?
Nel mio palazzo, chiaro!
^__^
Almeno, si trasferisce nell'altra scala, così non mi è mai capitato di dover prendere l'ascensore insieme a lei.
Ma è capitato, talvolta, di trovarci davanti al portone chiuso assieme, o di incrociarci nell'atrio davanti alle scale.
Dilemma: che fare?
Salutarla? Non salutarla? Ignorarla?
In ordine inverso, ho fatto tutte e tre le cose.
E in fondo mi son messo in pace, dato che la situazione sembrava essersi messa a posto, riazzerata a livello normale.
Beh, cazzo, son passati diec'anni! Quale donna è in grado di tenersi dentro un campanello d'allarme per un'esperienza simile per tutto questo tempo? (oddio, una volta scritta non sembra poi così impossibile...)
^__^
Ma senza dare il beneficio del dubbio, costituito dalla possibilità di crescita dell'altra persona, poi! Santo cielo, la gente matura!

E così arriviamo a oggi.
Complice lo stesso orario di metropolitana, complice la pioggia leggera, complice la di lei mancanza di ombrello e la mia al contrario opportuna presenza di catorcio parapioggia. E, più che complice, strategica invece la mia calcolata ascesa sulle scale mobili, come il mio posizionamento tattico pochi passi avanti a lei ed il mio saluto prima che affrontasse la pioggia da sola.
"Hai l'ombrello?"
Alla risposta negativa, proposta di viaggio assieme, chiacchiera sotto le gocce e silenzi imbarazzanti evitati con calma, dignità e classe (sul serio, però ^__-).
Talmente tanto che, parlato del lavoro - lei lavora in un'agenzia che gestisce viaggi-pacchetto soprattutto dalla Spagna - lei si è mostrata interessata al mio e, mentre parlavo, giunti sotto casa...
...è scattato l'invito a bere un caffè al bar, prontamente accettato.

^____^

E così, dopo decenni di guerra fredda, è giunto il disgelo.
Adesso, finalmente, se la incontro per strada o sul portone, la potrò salutare come merita.
Vostro,


GrimFang

Nessun commento: