L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

giovedì 29 novembre 2007

Out 1 [Take two]

[segue dal precedente]

...E una volta lì dentro, divento felicemente preda di Valentina, come prima ero stato preda di Gailor per i costumi.
Adesso: se uno deve girare una scena con degli effetti speciali che macchiano i vestiti, come fai a dirmi di portare roba mia "il più possibile uguale"?
A meno che uno non si chiami Rotschild o Dylan Dog, è ben difficile che entri in un negozio e dica "mi da cinque di quelle?".
L'ultima camicia che ho comprato veniva 59 euro!!!
Così, io m'ero portato uno zaino pieno di vestiti, dei colori che aveva detto lui, ma sono rimasti tutti - ovviamente - inutilizzati: ne aveva scelti due (parlo di accoppiate camicia/pantaloni), che erano simili, ma non identiche. E di colore uno decisamente più chiaro dell'altro (uno dei due pantaloni era a dire il vero identico all'altro, ma aveva stinto! ^__-).
Così, sanamente, ha finito col correre a comprarmi cinque magliette identiche, e tra l'altro la quinta era di una taglia differente, per cui me l'ha dovuta allargare. Solo così il regista si è garantito di poter girare più di un unico ciak!
[altrimenti sai che risate: in una scena vesto nero, nell'altra grigio, nell'altra viola...] ^__^

Chiaramente, è stato bellissimo farsi fare la barba da Valentina, cui ho confessato la mia fantasia, ma omettendo il dettaglio del 'solo in lingerie e camicia'.
Eppure, non so perché, le donne hanno paura di far del male, di tagliarti. Di non saper dosare bene la pressione. E anche lei non ha fatto eccezione. [Devo iniziare a pensare che se mai una mi dicesse sì nel farmi la barba e premesse il dovuto, in realtà è perché non gliene frega niente di farmi male?]
Nonostante si trattasse di rasoio elettrico, poi! Anzi! Di tosabasette!
Vabbé, comunque vada ho finito io, ma si può dire che l'abbiam fatto assieme. E ogni volta che si sporgeva verso di me, guardavo il suo bel viso incorniciato da quel cappellino di lana verde, semplice semplice, con quel fiore grosso di lato... proprio come quei cappellini anni trenta che indossava Louise Brooks (che mito!!!). Incantevole.
Beh, è stata l'unica cui finora abbia chiesto l'email. Anche se mi tocca aspettare di rivederla, per prenderla, visto che lì per lì eravamo entrambi incasinati e senza penna.

Ad ogni modo, appena entrati nella videoteca - mentre tutta la troupe sta montando le cose - io cerco di trovare e definire meglio il mio personaggio.
Non so chi, forse Erica, a quel punto mi dice qualcosa tipo "Ecco, questa è la tua casa"...

...inutile dire che qualcuno, due minuti dopo, scovava a colpo d'occhio (!) alle mie spalle, sopra la cassa, la vhs de "La leggenda del dito in culo" (anche se la copertina non era questa), con esplicative immagini di copertina. In compagnia delle quali diverse persone si son fatte fotografare affinché fosse documentato nel backstage. ^__^

Mentre cerco di sentirmi a mio agio in quei nuovi panni da rivenditore affitta video, e cercando di visualizzare - finalmente! - come si svolgerà davvero quella colluttazione fino ad allora solo immaginata, ecco che spunta fuori il primo problema.
La scena che dobbiamo girare è divisa in due parti: Didier, in maschera da wrestling, entra e mi costringe alla cassa per rapinarmi; e io, mentre lui è in fuga, gli sparo, lo manco e ne patisco le conseguenze. Ovvero, vengo saraccato di botte da Didier, che mi si lancia addosso, mi afferra e mi mena.
Adesso, però, c'è un grosso problema: a) Didier è alto, io no, il bancone sì e b) il bancone è pure largo! Risultato, o Didier si lancia, mi afferra, mi solleva manco fosse Wonder Woman e mi mena tirandomi sul bancone, o in qualche modo io devo essere più alto.
Il rialzo.
Serve un rialzo. Come per Bogart con la Bergman. ^__-
In quattro e quattr'otto un pezzo di marciapiedi 20x20x40 circa viene divelto dall'esterno e posizionato sotto i miei piedi, come se dietro al bancone ci fosse una pedanina. Così mi evito di dare terribili botte di sterno sul bancone ogni volta che vengo tirato e mi procuro il simpatico passatempo di restare in quei dannati 40x20 centimetri o vado giù lungo, da cui la scelta del regista di non farmi mollare da Didier finché non lo tirano via.
Già, perché la scena termina quando lo tirano via... Nausicaa lo tira via.
E Nausicaa parte solo quando vede il gesto del regista che la autorizza a farlo.
E il regista lo fa quando si ricorda di farlo...

...quanti cazzotti ho preso oggi, regà. Quanti ne ho presi...

Sì, perché prima di girare con gli effetti speciali, è giusto che la scena - trattandosi della prima volta in loco, cioè rendendosi conto delle difficoltà oggettive e delle necessità tecniche relative alla scena - vada provata e riprovata. Anche per trovare meglio le motivazioni necessarie agli attori: io e Didier ci si era visti una volta sola, prima!
Lui, doveva trovare un motivo per ammazzarmi [... chi ha detto 'facile'? ^__-], io ne dovevo trovare uno per ammazzare lui! E, considerato che - come appurato mentre giravamo - il valore complessivo del furto era di ottanta euro... Perché mai dovrei uccidere uno che mi ha fregato massimo massimo una cena al ristorante indiano?
Qui, ci siamo proprio trovati e venuti incontro: Didier mi ha dato una motivazione di ferro. Qualcosa per cui davvero ucciderei...
Entra, mi rapina, mi sbatte verso la cassa, mi prende una miseria, fa la voce grossa, a casa mia, e poi... mi dà tre schiaffetti sulla pelata, come se fossi un bambolino!!! ^___^
La trovata è stata di tutti e due, ma la seconda volta - purtroppo una volta sola - l'ha fatta così bene, ma talmente tanto bene, che m'è uscito spontaneo un labiale senza suono, scandito con gli occhi fissi su di lui che andava via, per poi lanciarmi verso il cassetto con la pistola.
"Lj mortaccj tua..."
Una cosa così forte e naturale, non pensata, che se solo l'hanno ripresa mi danno l'Oscar per la comparsa! =)PPPP
Purtroppo, leggerlo non è come vederlo.

Così, di prova in prova - e prova questo, e prova quello - è finita che Didier, che mi doveva colpire con foga simulata, impugnando una versione di spugna della pistola di scena, m'ha dato piccoli cazzotti in testa dalle 11.15 circa fino alle 18.00 circa, pausa pranzo esclusa. Per quanto finta fosse la pistola, però, poi c'era comunque la sua mano! E per quanto picchiasse 'piano', dovendo mimare credibilmente la velocità, la concitazione di uno che stava per essere ammazzato, una certa botta comunque arrivava! E sempre nello stesso punto!
In una prova non aveva manco la pistola in mano, e nella foga m'ha assestato un cazzotto pieno - sulle dita (per fortuna)...
Morale della favola per due giorni ho avuto problemi nella masticazione, e ancora adesso dev'essere un po' livido e gonfio... Melo male che mi colpiva alla tempia, che se mi prendeva alla mascella buttavo il lavoro di lunedì del dentista.

Perché mi son stato zitto?
Beh, in primo luogo lì per lì mica faceva poi tanto male... Ero bello concentrato sull'idea di fare buona impressione - ho sempre voluto fare una parte in quei corti da quando ci lavoro, lì - e non volevo togliere motivazione a Didier, che già mi sembrava avere un po' di remore a picchiare come se fosse veramente un assassino.
Anche perché, scusate, al posto mio quando, dopo ore di prove di recitazione la testa comincia un pochino a farvi male, dirgli qualcosa su come dovrebbe picchiare, beh... Ci manca solo che comincia a metterci meno impegno, meno cura, e si finisce dopo altre tre ore!!! Rischiavo che ci facevamo notte, toccava ripeterla chissà quante volte e chissà quante altre botte pigliavo: uscivo scemo, ma molto più scemo di quando ci sono entrato. ^_^
Quindi, la scena non doveva risentirne, ed era molto meglio che mi stessi zitto. Tranne, ovviamente, quando la saraccata me l'ha data a mano piena, senza pistola, come vi dicevo. Beh, lì ho fatto un po' scena: mezzo martire a gratis, magari sì, ma non completo idiota!
^__^

E dopo, dopo abbiamo girato la prima parte della scena.
Pochi ciak, rapidi, a dire la verità. Questo è il ricordo che mi rimane.
Io vengo preso, sbattuto alla cassa, rapinato, schiaffetti, eccetera eccetera fino a quando punto la pistola per esplodere il colpo.
Poi viene rigirata anche per piccoli dettagli (la mia mano che apre il cassetto e prende la pistola, il braccio che punta, la sua pistola che batte impaziente sulla cassa, cose così) e anche seguendo le azioni delle altre due rapinatrici mascherate: Erica e Nausicaa. La prima che attende impaziente sulla porta e fa da palo, la seconda che si sceglie qualche film da portarsi a casa (che, come fa notare un pignolo aiuto regista, solo una cerebrolesa si prende le custodie vuote in esposizione da un affittavideo).
E poi, tocca alla parte con gli effetti speciali.

Chiariamo subito una cosa: se la prima parte vi ho descritto è stata girata facendo dettagli eccetera, questa no.
No, perché il regista, per chi ne capisce qualcosa, voleva che tutto fosse un cazzo di piano sequenza!!!

^___^

Ovvero, dal comando "Azione!" fino allo "Stop!" c'era tutta l'intera sequenza, tutte le cose che dovevo fare e tenere a bada, più quelle che mi ero preposto di fare (tipo far trasparire un'emozione più di un'altra... velleità, parlando di microsecondi!).
In pratica:
Le espressioni per 1) la pistola non spara! 2) perché non spara? 3) cazzo i proiettili! 4) cazzo mi è addosso! 5) questo mi uccide!!!
Singulto di disperazione.
Grido "No!". Anche ripetuto, volendo.
Poi:
Lui mi afferra per il collo (capelli non ce ne sono abbastanza - e m'ha detto bene, sennò ero calvo a chiazze) e a me cade di mano la pistola, mentre lo afferro per il braccio che mi tiene e allargo l'altra mano.
Lui mi comincia a menare sulla tempia mentre io grido, MA 1) grido ad ogni botta via via con minore intensità, fino al rantolo, al gorgoglio e al silenzio 2) quando mi colpisce (prima è molto meglio, ma non troppo sennò si vede) sposto la testa in direzione opposta al colpo MA NON le spalle, per simulare l'impatto...
...beh, quantomeno un impatto più forte 3) devo tenere il viso a favore di camera facendo in modo che sembri una posa naturale (!!!) quindi senza mai abbassarmi fino alla superficie del bancone 4) conto i colpi perché al secondo devo premermi la mano sulla tempia - dando modo al tipo degli effetti speciali di far sprizzare il sangue sulla mia faccia - e dopo altri tre la levo, per far vedere il mio volto insanguinato; il tutto evitando che qualsiasi cosa m'impalli (copra, si frapponga tra me e la camera) il viso.
E poi aspetto e spero e prego che Nausicaa abbia visto il segnale per togliermi Didier di dosso!!!
^__^
E questa è la versione finale, scritta bella ordinata! Nella realtà queste erano tutte indicazioni arrivate via via...

E tutta questa scena iniziava con un bel botto: perché Stefano, il tecnico degli effetti speciali, faceva saltare in aria una copertina di dvd a ogni ciak per simulare il mio sparo, come se avessi sbagliato mira!
Chiaro - tra questo e il sangue - che fossero necessarie un sacco di prove, no?
Quindi, ricapitolando:
[Prima parte] Didier entra per rapinarmi, mi costringe alla cassa, si prende i soldi, mi dà tre frontini ferendomi nell'orgoglio e spingendomi a prendere la pistola dal cassetto mentre fugge via e
[Seconda parte] gli sparo. Lo manco, lui si avventa su di me e mi massacra la tempia destra colpendomi col calcio della pistola, fino a farmi zampillare sangue a fiotti dal cranio.

E tutto questo, la seconda parte, intendo, con un tubo che mi entrava nei pantaloni, risaliva lungo la mia schiena, girava dietro la spalla e correva lungo il braccio sinistro fino al mio polso, da dove poi sarebbe uscito il sangue sparato a pressione!!!
Vagonate di sangue! ^__^

Stefano prima delle riprese m'ha spiegato come avrebbe funzionato.
Una bombola di ossigeno da sub, governata da un comando a pulsantino, spara aria in un contenitore di latta con dentro il finto sangue (qualcosa a base di amarena, come avrei scoperto più tardi) che viaggia nel tubo (neanche troppo stretto, tra l'altro) ed esce all'estremità opposta, sprizzando - in questo caso - dalla mia manica a mo' di fontanella. Se la mia mano fosse stata ben vicina al viso, sarebbe sembrato tutto normale. Suppongo che ci sia una sorta di regolazione della velocità a seconda di quanta pressione si esercita sul pulsantino.

Il primo ciak, dopo tutte le svarie prove fatte (tante, giustamente) è stata uno sbraco, con Lorenzo che alla fine ha detto "Tutto quello che poteva andare male lo ha fatto", ed io che - dopo la colluttazione con Didier, trascinato via da Nausicaa - ero scivolato sul sangue finito sul bancone, finendo per terra, dopo aver perso l'equilibrio sul rialzo. ^__^
Una volta a terra, la differenza di pressione tra sopra (dov'ero) e sotto (dov'ero finito) ha fatto sprizzare fuori anche tutto il sangue che era rimasto nel tubo, nonostante fosse cessata la spinta della bombola. Quindi, ho fatto un lago per terra, mentre la scenografa si affannava a tamponare la fuoriuscita con qualche kilata di scottex...
E via la prima maglietta!

Farsi truccare è stato molto piacevole, ma niente a che vedere con l'apoteosi di coccole che mi son sentito addosso ogni volta che c'era da ripetere la scena con gli effetti speciali!
^__^
Lì, uno deve essere veloce e professionale.
Nel tempo impiegato dal regista a rivedere la scena, io venivo preso, ritirato su, asciugato e pulito dalla scenografa, che poi passava a pulire la scena, mentre io venivo liberato dalla maglietta sporca dal costumista. Quindi, venivo amorevolmente lavato, asciugato e ritruccato dalla truccatrice, che mi faceva chiudere gli occhi e mi spruzzava delicatamente con uno di quegli spruzzini da giardinaggio, irrorandomi il viso con una pioggerella di goccerelline lievi lievi e piacevolmente fresche, per poi delicatamente passarmi lo scottex per asciugarmi, dare dei lievi colpi di phon e ripassare il trucco con fondotinta e tampone. Poi, venivo rivestito dal costumista con una maglietta nuova sistemata come la precedente e - tac! - ero pronto subito per seguire i consigli del regista e riprovarne un'altra! ^__^
Quando Valentina veniva a lavarmi via tutte le incrostazioni di sangue dal corpo e dal viso... Aspettavo con piacevole ansia la fine del ciak. Bellissimo.

Che poi, uno come me che è abituato ai set fai da te, rimediati, fatti in casa, dove la collaborazione di tutti conta come oro, ci resta pure male a sentirsi dire "non farlo, non spetta a te".
Mi riferisco al fatto che, quando navighi in una pozza di sangue finto, che si va allargando sul pavimento, ritengo quantomeno corretto - se non doveroso - cercare di metterci una pezza, soprattutto se hai dello scottex sottomano. Sentirsi dire che non è compito proprio, e proprio dalle persone che - diciamo così - hanno la responsabilità della cosa, è qualcosa che mi colpisce.
Certo, posso capire se si sta facendo riferimento, invece, al fatto che il mio compito in quel mentre è di farmi rapidamente truccare per essere pronto per la nuova posa in tempi brevi, ma capisco molto meno se si tratta di una questione di competenze.
Per me, il cinema - e soprattutto il corto - nasce dall'interazione coesa tra le persone.
Uno fa le cose perché gli va di farle. E non solo perché viene pagato.
Sono un illuso, un sognatore? Può essere, ma mi sta bene così.
Che la scenografa possa dirmi una cosa del genere perché ha 'paura' che se la aiuto possa sembrare che lei lavora poco, o ancora, che mi venga detto di non fare, di non dare una mano perché sennò viene in qualche modo 'delegittimata' una categoria... beh, mi sembra una cosa più che possibile, ma comunque triste.
Che non dovrebbe essere presente su di un set.
Nel mio fantastico mondo dei sogni, uno dovrebbe stare su di un set perché ci crede fino in fondo; perché crede nel progetto. Come la troupe scassona di "Ladri di cinema"... Mi manchi, Piero, mi manchi.
Niente, continuerà a venirmi naturale il fare una cosa se posso.
Come far rallentare il traffico quando facevano le riprese davanti al benzinaio, dalle 18 alle 21, quando me ne sono andato a mangiare a casa.

Vabbè, tornando a noi...
Il primo ciak, a quanto pare, al regista non andava bene. Peccato, perché io m'ero convinto che non fosse male. Si vede, mi pare di ricordare così, che nel saltarmi addosso Didier abbia spostato il bancone, come aveva già fatto altre volte - e anche di svariati centimetri, una volta per rimetterlo a posto ci si son dovuti mettere in tre - e così facendo abbia coperto il pestaggio per gran parte della scena.
In effetti quella volta era stato abbastanza irruento, visto che poi ero persino finito per terra, fuori equilibrio.
Comunque, indossata la seconda maglietta e fatto il possibile per far tornare i palmi delle mie mani di un colorito naturale e non amarena - ah, ecco cosa mi ero scordato dalla lunga lista: tra le altre cose c'era anche quella di non mostrare mai il polso sinistro, ovviamente, col rischio di far vedere spuntare il tubo del sangue! - si deve cominciare il secondo ciak.
Chiedo un po' di tempo per ripassare con Didier l'esatto ordine delle cose, e ricordarmi di reggermi a lui con la mano destra, con la scusa che lo afferro come se cercassi di togliermi dalla sua stretta (e invece è per non cascare una seconda volta dal bancone).
A bassa voce, uno di fronte all'altro, ripassiamo mentalmente la sequenza.
So di avere ancora la maglietta che ho addosso e altre tre sole possibilità (visto che una è già andata). E non ho affatto voglia di far sporcare cinque magliette senza che la scena vada bene per colpa mia. E' quello il tarlo che mi angoscia.
Si va, secondo ciak.
Avrò tempo per concentrarmi ancora, nel caso, nel tempo per la pulizia del sottoscritto, del locale e la sostituzione dell'ennesima maglietta più tardi.
Al massimo cinque ciak.

Fortunatamente è andata bene alla seconda!
^__^

Non so dirvi perché o per come, semplicemente Didier mi è saltato addosso e qualcosa l'ho fatta precisamente, qualcos'altra d'istinto, perché non ci capivo più niente.
So solo che lì ho scoperto che il sangue sapeva d'amarena, quando diversi e abbondanti fiotti mi son finiti dritti in gola, facendomi fare involontari gargarismi. Che qualche botta m'è arrivata, non troppo forte, ma nemmeno troppo piano, e che tra questo e il sangue che mi annegava m'è quantomeno uscita fuori un'espressione veramente sofferente, e in più spontanea perché non ci capivo un cazzo.
^__^
E in tutto questo, il regista s'è distratto, ed il segnale a Nausicaa per fermare il massacro è pure arrivato in ritardo! =)P

Almeno, posso consolarmi che ad Erica è andata peggio.
Più tardi ha dovuto girare una scena in cui sniffava, e nella finzione del cinema la 'coca' è realizzata con una medicina... fortemente lassativa. =)P
Cosa non si fa per il cinema!

Comunque, il secondo 'take' (Take two) è andato bene.
Lorenzo era entusiasta, e solo dopo s'è fatto quattro risate quando gli ho 'rivelato' che Didier m'aveva picchiato sul serio e che non ci avevo capito un cazzo davvero.
Non era andata esattamente così, ma non so perché gliel'ho detto.
Se non tendo a sminuirmi non sono io.
^__________________-
Ma forse è solo per sentirmi dire che sono bravo, come ha detto (e ripetuto) Erica.
Un po' come Bette Midler in quella battuta che parafrasava (credo) Mae West: "Ma basta parlare di me, parliamo di voi. Cosa ne pensate di me?"

E il 7 dicembre c'è lo spettacolo su Pascarella e dintorni, col Deso ed il Digia sul piede di guerra... ^__^
Ok, per ora.
Fuori uno.


GrimFang

Nessun commento: