L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

giovedì 8 novembre 2007

"Ed è sAbAto sera"...

...parafrasando il poeta.

Lo so, lo so.

Dovrei postarvi le cronache di Lucca, ma in realtà ho accumulato così tanto arretrato che mi tocca provare a fare dei mini-post per argomenti, per provarvi a spiegare come si evolvono le cose.

Tanto per cominciare, mi sto scrivendo con Monika, dalla Germania. E la cosa non può che - ovviamente - farmi piacere.
Sebbene non ci si sia più visti dopo quel magnifico giovedì, lei ripartiva il lunedì successivo, c'è in ballo la promessa di un ritorno, a maggio, e qualcos'altro di sospeso.
Adesso so anche come fa di cognome e ho fatto una ricerca su Google immagini, così ho anche una sua fotografia.
Mentre le scrivevo avrei voluto dirle quanta voglia avevo di baciarla mentre parlavamo davanti alla macchinetta delle foto, ma poi ho rinunciato. Le ho scritto solo che avevo qualche rimpianto... ^__-
Più delicato.

Ma intanto, il sabato dopo quel giovedì è stato un altro sabato col botto.
Adesso, lì per lì vi scrivevo di sentirmi un po' come Djurdjevdan, ovvero San Giorgio come viene chiamato nella tradizione Rom. Ovvero "col fuoco nelle mani..." (una volta feci una sessione improbabile di montaggio a Videoambiente, di un documentario sulla festa del djurdjevdani; questa era una delle frasi di un'intervista).
Col senno di poi non me la sento più così calda, anche per via della stanchezza che mi tiro appresso da Lucca, ma di sicuro non mi posso lamentare.
Se ogni occasione capitata fosse andata fino in fondo, mi potreste separare la testa in due parti, per via del sorriso a 360 gradi... ^__-

Che è capitato quel sabato?

Beh, la mia 'non-cugina' Rebecca m'ha invitato a una festa a casa sua. C'ha tenuto a puntualizzare: "Eleganti".
La famiglia di mia 'non-cugina' è gente bene, quindi era chiaro che il messaggio voleva dire "occhio a come ti vesti e a che figure mi fai fare perché a questa festa sarà strapieno di gente tutta in tiro".

Generalmente, a me queste cose un po' deprimono.
Infatti sono entrato subito accampando scuse sul non sapere quanto potevo restare e sull'andar subito via.

Cambiato idea in meno di un minuto.

Ero vestito col completo beige, la camicia di lino tra il grigio e l'avana e soprattutto - per la prima volta in vita mia da che mi ricordi - con una cinta diversa da quella mia storica in cuoio.
Addirittura, questa era pitonata.
Quando mi ci metto so essere uno gnocco, ma l'effetto maggiore lo faccio a chi è abituato a vedermi girare trasandato come al mio solito. Comunque alla fine mi ci sento bene, nei miei panni, quando mi metto in tiro.
Beh, di sicuro ho ringraziato la provvidenza ed il tempismo di quell'avviso di Reby: mi sarei sentito un pesce fuor d'acqua in mezzo a quelle vagonate di gente in tiro!!!

Ragazzi, la gnocca...
Pieno.
Gonfio, capillare.
Alcune da starci male. E tutte generalmente dell'età della mia 'non-cugina' ovvero poco sopra i vent'anni.
C'era anche quella bionda che studiava giurisprudenza con cui avevo chiacchierato la festa scorsa, una col culo a mandolino... Era fasciata in un vestito nero che nulla lasciava all'immaginazione, e lasciava una scia di ferormoni suoi e altrui.
Però, visto che non m'aveva riconosciuto - e visto che non è che mi fosse sembrata 'sta gran cima (e in più era fidanzata, almeno all'epoca ^__-) - ho lasciato stare.

Anche perché, credetemi, lì non sapevo più da che parte mi dovevo girare.
In più, Andersen - che è il ragazzo di Reby - e gli amici, che sono uno spacco, più il mio "non-cugino" Marco, mi hanno offerto piacevoli conversazioni e un mare di risate, più un invito ad andare a fare soft-air con loro.

Ma - in assoluto - ce n'era una a far saltare le coronarie, facendo ballare il chachacha ai vasi sanguigni.
Giulia.
Una pantera dal viso d'angelo, multabile per eccesso di sensualità.
Tradotto in termini terreni, significa che qualsiasi posizione assumesse, ogni singolo movimento che metteva in atto era un distillato di poesia e inviti al sesso brutale al tempo stesso, e il TUTTO - non sto scherzando - senza realmente provocare. Senza l'intenzione di farlo.
Sapeva di essere provocante (doveva saperlo!), eppure il suo viso era il ritratto dell'innocenza. Se lo faceva apposta, beh, merita l'Oscar della Finta Ingenua.
L'incrocio perfetto fra la macchina da sesso e la ragazza acqua e sapone.
Una Mata Hari della sensualità.
Creatura fantastica, fatata.
Lei lasciava una scia di rantoli e singulti altrui, mentre noi s'ingoiava noi stessi sudando freddo pur avendo le caldane...

Dite che sto esagerando?
Un po', è vero, ma qualsiasi posa prendesse era mostruosamente sexy!
Coronarie.
Davvero.

Vedete, aveva il viso decisamente acqua e sapone, con i capelli corti - forse un pelo più lunghi - castano rossicci tenuti su da un'ampia fascetta scura. Il vestito leggero, di colore scuro, sembrava quello che indossano le divinità simil-greche tipo Diana, avete presente, come quelle romane che compaiono nei peplum e nelle pubblicità della Tim con De Sica (stile tunichetta tubino a minigonna, per capirci), sorretto da una cinta larga. A dirla tutta, sembrava quasi un negligee (come questo o questo). Sotto, un paio di attillatissimi fuseau, con fiocchettino laterale lì dove finivano, poco sopra la caviglia. E sotto, santissima concetta incoronata, un paio di scarpe a punta tonda col tacco largo e alto e cinturino sottile attorno alla caviglia!
Sbav'! Ghag!
Ed ecco la spiegazione: con un paio di scarpe del genere, per questioni di equilibrio, una donna è costretta a spingere il culo in fuori e inarcare la schiena, mentre i polpacci si gonfiano e diventano tondi e rigidi, belli pieni.
Una scultura!
Ogni benedetto istante, qualsiasi posizione assumesse, era una scultura.
Il ritratto di Diana dea della caccia...

Comunque, il sottoscritto si è direttamente messo il cuore in pace: una così, anche se fosse, ti tira il naso dove vuole lei e poi ti molla a bocca asciutta quando vuole.
Beh, oddio, magari non così direttamente... sicuramente non prima di tanti grossi sospironi, e mancamenti fisici, barcollamenti, ogni volta che nella calca le passavo vicino.
A chi potesse interessare, studia Scienze Politiche alla Terza.
Certo, l'idea che mi aveva dato di ragazza che fa la sostenuta un pochino me la sono rimangiata vero le tre e un quarto, quando l'ho vista seduta - dolorante per le scarpe - e poco dopo, quando l'ho vista tornare a casa in motorino...
Ma in quel momento io ero comunque tornato alla festa dopo aver riaccompagnato a casa Francesca...

Francesca è stata la professoressa d'italiano di Reby ed è tuttora la sua migliore amica; una splendida quarantenne (che la quarantina l'ha passata da un po') della quale avevo immediatamente notato - son sincero, come il vino - le bocce clamorose. A essere carina è anche piuttosto carina; la professoressa porca è un sogno erotico di tanta gente, compreso me e da come ci siamo poi conosciuti si può dire che... ci stava tutta!
^__^

Stavo parlando con Reby quando lei ci raggiunge e le fa: "Ti dovrei picchiare: fai una festa con tutti questi bei ragazzi ventenni, io mi sto sentendo male!", o qualcosa del genere.
Ci sono rimasto secco. Questa attenzione per il 'maschio giovane e ruspante', esplicitata in maniera così naturale e - se non son rimbecillito, già da prima m'era sembrato che fosse 'in cerca' e interessata (anche) a me (forse pure mia cugina mi deve aver presentato in qualche modo) - niente affatto casuale, la buttava di diritto non solo tra le papabili, ma tra le paLpabili.
...scusate, non ho resistito alla battuta! ^__-
Bocce grandi, carina, molto probabilmente porca: nun c'ho visto più.
Ho sparato a razzo un "Eh, siamo in due: anche io mi sto sentendo male con tutte queste splendide ragazze!" che voleva dire "Sì, sono libero, su piazza, e persino in cerca, come te", ed abbiamo chiacchierato a lungo, in particolare divertendoci a commentare la gente, gli invitati.
Siamo andati in giro, spesso trovandoci a... contatto, e quella sua affermazione così 'carnale' e allegra ha praticamente fatto sì che lei monopolizzasse la mia festa.
Anche quando mi son fatto ancora per un po' i fatti miei - spizzando ad esempio il quartetto 'sex&the city' (gossip, chiacchiere e in cerca di maschi) - in fondo stavo valutando come dove e quando provarci un po'.

Classico dei classici: la vedo andar via dalla festa sul presto, penso 'cazzo, se ne va, magari ha la macchina e non posso darle un passaggio!'. Voi già sapete che gliel'ho dato.
Mi fiondo, "ma come, già te ne vai?" e da lì si ottiene che resti e riprendiamo a parlare. Incollati tutta la sera.
Ci siamo vicendevolmente un po' sequestrati.
Così ho scoperto che lei è solita uscire coi suoi studenti, ed ha anche avuto qualche relazione con qualche ex-allievo, che è figlia cadetta di una contessa, che s'interessa di tarocchi, che abbiamo un fottìo di cose in comune che adesso nemmeno ricordo (ma è stato un continuo tutta la serata), e un sacco di altro che ci siamo detti lì alla festa, e poi in macchina, e poi durante il viaggio, e poi sotto casa sua - dove vive con le due figlie di diciassette e diciotto anni (niente battute sul 'farsi una famiglia', please) - dove l'ho mollata, alla fine l'ho lasciata andare, alle 2:45 di mattina.
Dopo averle detto, mentre scendeva, "e so anche fare i massaggi".

Lei è rientrata in macchina.
"Questo è un colpo basso", ha detto.

Lo sapevo benissimo. ^__-
Dopo, sono tornato alla festa, che era ancora in piedi e piena, dove come vi dicevo ho visto Giulia andar via, ed ho conosciuto un certo quantitativo di altre ragazze, tra cui due siciliane che erano uno sbrago, e poi si è fatta ora di andarsene.
Sono arrivato a casa alle cinque di mattina.

Francesca m'ha chiamato mentre guidavo sull'autostrada per andare a Lucca.
Le ho detto che non le potevo parlare, giustamente, ma dopo un bel po' le ho mandato un messaggio. Dicevo, più o meno, "...siccome sono bastardo ti saluto con un bacio sulla noce del collo, sperando che il fantasma delle mie labbra ti perseguiti a lungo".
Esplicito?
M'ha richiamato a bestia immediatamente, ma io non ho risposto.
L'ho richiamata solo lunedì, una volta tornato.
Ci siamo fatti quattro chiacchiere a lungo, e non mi sembrava affatto dispiaciuta del contenuto del messaggio. ^__-
Tanto più che sono stato drasticamente chiaro: relazioni no. Alla sua domanda in proposito del mio status sentimentale, le ho detto "io sono di tutte, sono di chi mi prende".
Che stia imparando ad essere uno stronzo?
Beh, funziona...
=)P
Stiamo a vedere.


Nel frattempo, ieri sera sono andato al Rialto Sant'Ambrogio, per una proiezione di un film indipendente in cui una mia amica fa il ruolo principale.
Per parcheggiare, sono arrivato tardi, e m'è toccato aspettare crollando dal sonno.
Rimarco dunque solo due cose: la prima è Rosaria, che in seguito avrei scoperto essere amica della mia amica e collega di Fiammetta, un'altra amica del liceo (toh! Mi accorgo solo adesso che sia la prima che la seconda amica risalgono al liceo!). Si presenta lì dove la cortesissima ragazza del Rialto ci aveva richiesto di aspettare la fine delle proiezioni (per non dare disturbo agli spettatori) e, quando viene fatta oggetto della medesima richiesta, sclera. Una cosa che aveva il tono del "lei non sa chi sono io", ma che in effetti diceva "non è possibile, ogni volta che vengo qui c'è un problema e non riesco a entrare", ma effettivamente ne veniva fuori un "ma quanto siete stronzi, tutte le altre volte col casino che c'è non fate problemi o ne fate di assurdi e adesso che non c'è nessuno me li fate peggiori"... insomma, non si è ben presentata.
C'era un che della ragazza che capisce da sola di stare usando le parole sbagliate per dire qualcosa di corretto (che avrebbe detto dopo, una volta più calma: "se lo sapevo prima, la pigliavo con comodo"), ma anche qualcosa della ragazza con cui è dura, davvero dura stare.
Come presentivo, era amica della mia amica, e siamo anche rimasti dopo a parlare.
Carina, molto; ma troppo nevrotica. In un momento in cui non aveva niente da fare, s'è messa a grattare via lo scotch da una finestra...
^__^

La seconda cosa, invece, è che mentre sorseggiavo la mia birra nella festa post-proiezione, mi si avvicina un tipo e mi fa "scusa, sei un attore?".
Ammetto - immodestamente - di aver pensato mi avesse visto da qualche parte, in qualche corto o che so.
Poi però ho accennato un sì, ma con riserva, definendomi "un mezzo attore", e spiegando poi i vari perché. lui mi spiega che fa il regista, che sta girando un corto e che gli sembravo molto adatto per una scena che deve girare, una cosa ad una festa. Ovviamente, la cosa mi fa molto piacere e mi spaventa al tempo stesso, ma decido che è una sfida e va accettata, per cui parliamo di disponibilità, dei giorni, e gli do il mio numero di telefono e la mia email. Dopodiché ci presentiamo; lui si chiama Gianni.
E già dalla seconda frase mi aveva sfiorato il sospetto che fosse forse 'gaio' e che la cosa si risolvesse come un mezzo abbordo. Però con lui c'era una specie di lacché/assistente, quindi, chemmefrega?
Vado, vedo e poi... poi si vedrà. Si fa sempre in tempo a dire no, no?
E poi, domani, è sabato di nuovo!
^__^
Vostro,


GrimFang

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