L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 10 febbraio 2010

Avevate ragione!

Oggi, mentre tornavo dallo psicologo, sono stato folgorato da un pensiero.
Più o meno era formulato così

"Cazzo. Avevano ragione!"

Il riferimento, è a tutte quelle persone che, venute a visitare la mia nuova magione, tra i primi pensieri avevano espresso il consiglio (o commento) seguente:

"Beh, ora, letto a una piazza e mezzo, no?"

sottolineando come, al posto del mio letto singolo, fosse il caso di passare ad un giaciglio di diversa natura.

Ora - a ben giudicare dalla faccia del Degio e dal sopracciglio inarcato del Digia - è d'uopo una precisazione.
No.
Non è successo niente, calmatevi.
E' solo un post filosofico-esistenziale, non c'è sugna gossippara.
=)P

A costoro, comunque, avevo opposto il mio rifiuto: il letto a una piazza e mezzo non mi sembrava logico, e razionalmente non lo è ancora, tanto che in effetti, non credo che lo comprerò.
Le ragioni sono prettamente economiche, prima che di spazio.
Un letto costa, tanto per cominciare, ma non è da solo: una volta che compri lui, devi comprare un materasso - sennò che letto è - e col materasso il coprimaterasso, almeno un paio di set di lenzuola, quindi coperte e piumone. Fosse solo il letto...
Il secondo corollario, è che io qui, sto in affitto. Ospite. Non è uno spazio mio. Visto quello che costa, non è che uno lo compra per lasciarlo al momento di andarsene. No?
Certo, voi direte, te lo porti via. Lui, il materasso, il coprimaterasso, le lenzuola, le coperte e il piumone.
Col trasloco hai fatto trenta, perché non fare trentadue.
Vero. Ma se torno a casa dai miei quella roba non avrebbe collocazione: nella mia ex-stanza, ora parco giochi dei nipotini, c'è già un letto, ed è doppio: uno sopra e un altro estraibile da sotto. Assai più comodo e funzionale di una qualsiasi piazza e mezzo.
Sara avrebbe la soluzione più ovvia, immagino: semplice, non torni dai tuoi.
Ma se anche fosse possibile - pecunia docet - immagino che se trovassi una stanza sarebbe già ammobiliata e con letto, e i padroni di casa potrebbero non avere nessuna voglia di spostare il loro per farci mettere il mio, che magari manco ci entra. O mi ammazza lo spazio.
Quindi no, quel letto, appena fuori di qui - e qui non ci starò in eterno, per ora sono garantito per un anno - andrebbe a ingrossare le fila dei materiali ammucchiati nei garage, in attesa che un giorno possa avere una busta paga fissa tutta mia, e magari una casa, probabilmente con un mutuo sulle spalle a forma di corno piccolo del K2.
Nel qual caso si potrebbe effettuare il rituale per risvegliarlo, disseppellendolo dal sudario di plastica in cui sarebbe rimasto avvolto per anni.

No, per questi motivi credo che sia una scelta giusta non pensarci proprio a comprarlo.
Ma resta il fatto che avevate ragione.

Come fai a darci ragione se dici che non lo compri? - voi dite.
Di che caspio abbiamo ragione se ci hai appena argomentato dandoci torto? - continuate.
...mi piacciono questi dialoghi.
^_^

Il fatto è che non solo quel letto ci starebbe bene, e questo è un punto a vostro favore, ma è il significato di quel letto ad essermi diventato chiaro.

Non sono ancora così rincoglionito da riferirmi a quel significato, Paolo, sto parlando del significato simbolico.
Il letto singolo, è una prigione.
Una prigione dorata, per carità, dove ti accoccoli quando ti senti freddo e solo e ti prendi cura di te stesso. Ma è a un posto. E anche se può ospitare due persone, il suo problema è che è nato per un posto.
Ed eccolo lì, il simbolo della mia vita in questa casa, e di come l'ho affrontata. Una gara di resistenza con me stesso, da solo.
E' un po' di tempo, infatti, che m'interrogo sugli alti e bassi della vita da single, trovandoci gioie infinite come l'obbligo alla cura di se stessi e torture tormentate, come l'aumento delle sigarette per combattere i momenti di vuoto. O i piccoli momenti di panico quando ti senti un po' troppo solo. Il piacere di dominare il tuo tempo e l'affanno di sprecarlo. La goduria peccaminosa di governare (o meno) i tuoi spazi, contro lo smarrimento nella loro gestione.
In particolare, mi chiedo quanto mi sia lasciato andare sul binario della vita da single che dovrò poi sacrificare nel momento in cui il mio coinquilino verrà veramente ad abitare con me. Cosa che, tra l'altro, sembra farsi sempre più prossima. Un timore che avevo già due mesi fa, prima di entrarci, e che a guardarmi indietro mi sembra di avere bellamente scordato in tutto questo tempo. Sottovalutato.

Ed ecco che, oggi, tutto mi è sembrato chiaro.
In questi mesi, se da una parte mi sono rilanciato in avanti - io, sempre recalcitrante davanti a tutto - con una spinta autoinferta verso la necessaria autosufficenza, dall'altra mi sono barricato, difeso, perché troppi attacchi contemporaneamente non li potevo subire. Per paura; per governare le mie paure. Insomma, in soldoni mi sono fatto un po' più orso.
Non dico che ho ridotto la mia vita sociale, ma che ho rinchiuso il mio spazio vitale: prima non avevo che una stanza coi miei, che non era nemmeno mia - da piccolo la dividevo con mio fratello, poi comunque non ho avuto privacy. Adesso che ce l'ho, ho segnato il territorio. Non dico che c'ho pisciato, ma quasi.
Prendere possesso, abitare, colonizzare: sono due mesi che mi trovo qui e ancora non ho attaccato poster e quadri alle pareti. Solo dopo questa riflessione ho trovato la voglia di farlo. Può sembrare una contraddizione, ma è la differenza fra abitare ed essere abitato.
Io finora con questa casa ci sono sceso a patti.
Io non faccio male a te, tu non lo fai a me. Io, poi, sono un abitudinario, quindi mi riesce anche facile. Ma così non va bene: non è lo spazio a vivere sui miei ritmi, a prendere vita da me. Non l'ho minimamente caratterizzato, mi sono limitato a qualche tocco personale - non a caso, la cosa che mi dà più gioia è il tavolinetto di Ikea, la lampada... le cose che ho comprato per me. Per la mia stanza.
Ovunque essa sia e sarà.
E di conseguenza, mi sono stupito a notare come non abbia affatto voglia di attaccare molti dei poster o dei quadri che mi sono portato. Non rispecchiano più me. Non sono adatti a questa stanza, alla vita che voglio avere in questa stanza.

Stare in solitaria è bello e gratificante, ma non si può vivere, così. Va bene per dei periodi, ma alla lunga ti porta a chiuderti.
In un letto singolo.
Dove gli altri possono anche esserci, ma non sono previsti.
Sono temporanei.


Il letto singolo è lì.
Mi guarda, dall'angolo opposto della camera, e ghigna, cattivo.
Sa che non lo sostituirò, ma sa anche che ora è guerra aperta.


GrimFang

1 commento:

Anonimo ha detto...

EXARBY
Divano letto a 3 posti
€ 99 / pz.


Fare o non fare, non esiste provare.