L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

domenica 21 febbraio 2010

Roaring 30s e il Ginosaji

Adoro le feste in maschera.

Non il Carnevale in sé, che comunque sa essere gradevole, se non è strombazzmasspubblicizzato. Bel neologismo, eh? ^_^
Dico proprio le feste in maschera, a casa di amici, o quelle al Teatro Ygramul.
Sono le feste a tema: quelle in cui chi indice la festa spara lì un tema cui tutti si dovranno conformare. Tipo "Il Rinascimento" o "Film famosi", per intenderci.
Nel giro di una settimana, me ne sono fatte due.

Sabato 13 (febbraio) sera c'è stato il party "(Anti)Proibizionismo".
Una vita che aspettavo l'occasione giusta per vestirmi da Anni Ruggenti!
Ho sempre considerato quello un periodo splendido: per la foggia dei vestiti, il concetto attuale di retrò, il liberty, il Charleston, gli anni Venti... e Louise Brooks. L'altra sera ho visto Lulù (Die Büchse der Pandora), come fai a non amare una donna così... (e se guardate qui vedrete come Audrey Hepburn e Isabella Rossellini le assomiglino! Mentre qui c'è un video con una bella introduzione e immagini del film)
Gli anni del cinema girato in una settimana, delle slapstick comedies, quelli dipinti oggi da film come Gangster Story, La stangata, Gli intoccabili...
In pratica, il tema spaziava dai Venti ai Trenta, dando grande libertà di costume, ma anche una precisa chiave da interpretare: in fondo, uno poteva anche presentarsi vestito da bottiglia!
Nessuno l'ha fatto, però, e così il teatro si è animato di 'bulli e pupe', più qualche personaggio a tono come l'ubriacone di Mauro e i due distillatori clandestini usciti dritti dritti dalle zone rurali dell'America.
La musica, nonostante Simoncione come dj e il limitato numero di tracce a disposizione, era a tema: in pratica il cd di Lucio coi suoi Scaramanouche e un po' di tracce audio scaricate dalla rete, più qualche rifacimento moderno stile Sway di Bublé o in stile come Fever di Rita Moreno.

...datemi una parte in un film in costume d'epoca, e farò la mia porca figura! ^_^

E qui veniamo all'annoso "problema" - in realtà mi diverte un sacco - di queste feste: prepararsi il costume.
Normalmente, mi rode sempre il C perché sono un pigro di M, e finisce che il costume lo rimedio sempre all'ultimo secondo. E più o meno anche queste due volte è andata così.
Più o meno, però: per la festa anni Trenta, mi sono rivolto subito - con una settimana d'anticipo, appena saputo il tema - alla mia amica Alessia, che studia da costumista dove lavoro. Lei sulle prime m'ha illuso:
"Certo! Passa da me che rimediamo qualcosa, passo a chiamarti io."
Ovviamente, non s'è vista.
Del resto, poverina, era proprio un periodo in cui si doveva fare il mazzo.
Così, a tre giorni dalla festa finisco a parlarne con un altro studente di scenografia e costume, Adriano. Lui, con Andrea, Paolo e Michele - e Alessia, ovviamente - faceva parte delle poche persone, in verità, cui avevo sparso la voce della festa. Soprattutto, usando la frase-chiave "dieci euro, open bar" che sapevo avrebbe attirato l'attenzione perlomeno della metà di loro.
...ovvio, nessuno di loro è venuto, alla fine.
Però Adriano, m'ha dato la dritta giusta.
"Qualunque cosa fai, i baffi. Negli anni Trenta, portavano i baffi a punta. Alla Clark Gable."
Qualunque cosa fai era perché chiacchierando c'eravamo chiesti cosa potevo rimediare per vestirmi: bretelle, cinta, gilet, cravatta... E soprattutto c'eravamo chiesti per fare cosa c'avessi il fisico - zitti, voi due!
Bene, ora che i Paoli si sono zittiti prima ancora d'espeller fiato, vi dico che io avevo un'idea e Adriano ha concordato - solo che poi non l'ho fatta!.

Volevo vestirmi da mezze-maniche.
L'impiegato. Il broker, quello che raccoglie le scommesse.
Quello in gilet nero, visiera sulla fronte, camicia bianca con le maniche rigorosamente tenute su da due elastici neri.
Perfetto, vé?

Non ho trovato elastici e visiera.
Così, dopo aver ripiegato su quanto era possibile rimediare - a casa dei miei, con il supporto morale e anche reale, ma solo in rari momenti di lucidità, di una storditissima Valentina - mi sono vestito.
Cappello marrone di papà, che stranamente mi calzava bene, a tesa rigida.
Camicia bianca e bretelle blu, panciotto (gilet) quasi stesso colore.
Orologio da taschino.
Cravatta rossa, cinta nera, bretelle blu.
Scarpe di cuoio nero con suola dura e fibbietta laterale (sì, lo so, son più tarde, ma non sfiguravano).
Completo giacca e pantalone color avana.
Impermeabile stile spolverino blu notte con bottoni e cintura, ma senza fibbia.

Ero così.


Un figurino.
Quando sono entrato, m'hanno dato subito del piedipiatti.
C'era Gab che sembrava uscito dal Padrino, coi capelli impomatati, e Renato che se Marlon Brando fosse ancora vivo sarebbe andato da lui a strizzargli la guancia e sussurargli "Bravo, picciotto". Max che ha rimediato non so dove una macchina fotografica più o meno dell'epoca e un flash a parte, e s'è messo a fare il servizio a Katia vestita da diva.
Lalla in abiti maschili sfoggiava la custodia del violino, tipico nascondiglio da mitra, mentre Marty aveva l'aria del bullo da strada, quello che passa il tempo a sfangare la giornata con lavori più o meno puliti.
E poi c'era FranS vestita da starlette dei localini anni Venti, e due estranee - le uniche non già conosciute fra noi - vestite da cocottes. E la smetto qui, sennò non la finisco più.
Le due cocottes?
Diciamo così: in tempi di magra le si sarebbe potute giudicare passabili, se non fossero intervenuti alcuni fattori tipo
a) una era la "leader", fra le due, ma l'altra a una certa l'ha mollata per andarsene a un'altra festa
b) quella che se n'è andata era la più carina
c) quella ch'è rimasta stava fuori di cotenna
d) quella rimasta era anche un po' piattola
e) dio mi perdoni, ma ho lasciato che si appiattolasse al mio amico Lele, pur di non avercela io
f) Lele perdonami
g) hanno battuto lo sconto all'ingresso barattandolo con un balletto di Charleston
h) pietoso
i) davvero pietoso
l) e quando dico pietoso non avete idea di che intendo
m) finché è rimasta, quella che è andata via per prima aveva la stessa vita sociale di un orso polare in uno zoo
n) per la serie "dai, integriamoci!"
o) quando ha cercato di fare conversazione l'altra, ha tirato fuori i segni zodiacali (BRUTTO segno!)
p) varie ed eventuali.

Ad ogni modo, è stata davvero una gran bella festa.
Al momento in cui lo stereo ha passato Fever, le nostre ragazze - non le ciarlestone - si sono lanciate in un ballo stile-provocante a cavalcioni delle sedie: risultato finale, FranS ha alzato la gamba, arpionando quella di Marty davanti a lei e cappottandola all'indietro. ^_^
E alla fine, m'è preso il guizzo del fotografo ed ho voluto fare prima la foto-ritratto d'epoca a tutti e poi una vera e propria storia per il "fotoromanzo".
Ci sto ancora lavorando, ma viene su bene: le foto della festa sul faccialibro le ho messe, quelle del fotoromanzo - che fotoromanzo non è - le metto appena finito.


Per quanto riguarda l'altra festa, il 20 febbraio, altro sabato, il tema era più sfaccettato.
Sotto un cappello generalista, i "Pro e contro", c'erano in realtà tanti sottotemi: gli opposti, i contrari, le contraddizioni, i paradossi e le nemesi.
Fin dall'inzio su questo aspetto si è catalizzata la mia attenzione; ma visto che farsi l'armatura da Dottor Destino era improponibile, anche stavolta avevo bisogno di un'idea fattibile
Ora, in tutte le feste che propongono un tema simile, spesso si cerca una persona con cui fare coppia: Max e Katia erano vestiti da elettrone e protone, e avevano un neutrino che faceva un male cane quando te lo lanciavano addosso ^_^; Wandina e Vale da regina Bianca e regina Nera degli scacchi/Alice; FranS da inferimerina e Sborbs da degente (in accappatoio e ciocie!); e così via.

Tra l'altro - breve excursus - ne avevo parlato con Wanda per vedere se trovavamo un costume a tema per un trio, e aggregarmi a lei e Valentina.
Ne abbiamo parlato marted' grasso, in macchina, dopo la di lei disavventura da me, cavaliere senza macchia e galantuomo, risolta.
Dopo una giornata bestiale, poche ore di sonno e delirio in videoteca, poi di corsa a casa, una mangiata - anzi, sbocconcellata, al volo e via a teatro per le prove - pioggia, pioggia, pioggia - dopo essermi trattenuto un po' a teatro e finalmente arrivato a casa; dopo aver cercato parcheggio mezz'ora, e averlo trovato stretto fra due macchine che per uscire son dovuto scivolare in uno spazio microscopico dalla parte del passeggero; quando finalmente avevo richiuso l'ombrello e il portone del palazzo dietro di me, squilla il telefono.
A Wanda s'era fermata la macchina, batteria a terra, e sperava in un salvatore.
Ero a casa, cazzo.
Non vedevo l'ora di trovare sotto la mia schiena il letto.
Sperava di trovare qualcuno ancora a teatro.
No, Wanda, sono a casa. Quella nuova. Dove sei.
Al Qube.
Beh, mi dico, dai è vicino. Ed ho i cavi.
Che culo che hai, ho i cavi.
Insomma, parto al salvataggio della fanciulla: riapri l'ombrello, ritorna alla macchina, richiudi l'ombrello, riscivola in macchina, manda un sms a Radio Rock giusto per farti approvare dal popolo notturno (e fare ancora una volta la figura del tombeur de femmes con la speaker ^_-) e vai.
Arrivo da Wanda, truccata da angioletto, e dalle sue due amiche, una truccata da diavoletto e un'altra che non mi ricordo da che era vestita. Tutte pronte per andare a ballare al Qube, alla festa di martedì grasso. E sotto la pioggia, ridi, scherza, collega i cavi, e dai che la macchina parte.
Ok, Wandina, ora però tiella un po' accesa. Guarda che dopo comunque rischi che non ti parte comunque, eh? Se te ne vai a ballare, non ti stupire se ti si riscarica. Comunque ora spegnila e prova a riaccenderla da sola, vediamo se parte.
No.
Ridiamo, ripiglia i cavi, ricollega, ricarica, scatta foto ricordo, ridi ancora, ristacca i cavi, decidi che cavolo fare. Alla fine è meglio se pisci la serata e torni a casa.
Ridono, affermano che hanno conosciuto più gente lì fuori con la macchina in panne che quanta ne avrebbero conosciuta dentro. Torni a casa?
Ah, già. E se le si ferma la macchina di nuovo?
A quel punto già sapevo, e mi s'intravvedeva l'aureola.
Ti scorto fino a casa.
E vai, io su una macchina e lei davanti a me sulla sua, dal Qube all'Eur - ed io abito a Torpignattara. Intanto mando sms di aggiornamento a Radio Rock e mi tajo a sentirmi definire "Ufficiale e gentiluomo" da Dj Loredana, e a guardare cosa fa Wanda nella macchina avanti a me.
Alla fine, Wanda accosta prima di casa sua, sente odore di bruciato, meglio non andare avanti. Fa benissimo, il meccanico poi le ha detto che si poteva incendiare. -__-
Quindi l'ultimo tratto se lo fa in macchina con me e poi, piacevolissimamente, siamo rimasti a chiacchierare fino a un orario indicibile. Abbiamo ballato White Wedding in macchina, da seduti, ci siamo tajati come dei pazzi, abbiamo fatto un sacco di foto e passato un bellissimo martedì grasso. ^___^

Avete notato il mio concetto di "breve" excursus? ^__^

Tornando alla festa, mi viene in mente un'idea geniale, e un'altra di scorta.
Il bello è che quella di scorta, poi, l'ho suggerita a Simoncione e poi l'ha fatta Martina - che manco aveva sentito Simoncione! ^_^
Era vestirsi da satanasso con un'ampolla al collo e fare il Diavolo e l'Acquasanta! ^_^
Invece, quella primaria, che poi ho fatto, era una cosa fantastica, ma che non tutti avrebbero capito. Però ero sicuro che quei pochi che lo conoscevano avrebbero riso, riso a crepapelle.
Mi sincero quindi di poter essere truccato in viso da Erika, e poi, il giorno stesso, via i baffi.
Devo ammettere che erano secoli che non mi toglievo tutto, anche i baffi. Che poi erano quelli della maschera anni Trenta, quindi erano pure bellini, ci tenevo. Io ci tengo ai baffi! ^_^
Con tutto che, adesso che sto senza, un sacco di ragazze dicono che sto meglio.
Macchècciufolo, io non mi ci trovo molto, senza niente! =)P
Vabbè, la faccio breve anche perché un'altra pagina ed entro in concorrenza con la Bibbia.
Vado da Erika che m'invita a cena prima di truccarmi la bocca e rendermi impraticabile la cibazione. Così si fanno le dieci e mi finisce di truccare che sono quasi le undici.
Ma sono preciso al Ginosaji (guardatevelo coi sottotitoli, anche se sono sballati!).
^____^

Arrivo alla festa che sono le undici e qualcosa. Tipo e mezza.
Visto che non piove, e memore dell'ingresso scenico di Max e Katia - che s'erano cambiati fuori - la settimana prima, poso tutto e finisco di mascherarmi.
Ho le mani pittate di bianco sopra e sotto, e per guidare senza rovinare il trucco, Erika mi ha fatto mettere dei guanti di lattice. Tra l'altro, con la dipinta di bianco e gli occhi di nero, nel traffico mi s'è affiancata anche una volante: fortuna che è bastato voltarmi leggermente dall'altra parte. Vai a spiegargli che andavo a un festa in maschera dopo la fine di Carnevale, coi guanti di lattice. Facevo prima a inventarmi che tornavo da una reunion di fan dei Kiss.
Mi tolgo i guanti, saluto una coppia di sconosciuti che esce, ed entro.
Nei due giorni precedenti, mi ero studiato (si fa per dire) la postura e i movimenti del Ginosaji. Tiro fuori il cucchiaio, e faccio il mio ingresso.
Erika (l'altra) si schianta a terra dalle risate, e con lei Irene e il suo ragazzo. La cosa fantastica è che non tutti mi hanno visto subito, per cui ho avuto modo di apprezzare le reazioni di ciascuno. Quando sono entrato nella sala è stato come lanciare una biglia di metallo in una cristalleria: qualcosa è rimasto intonso, il resto ha fatto il botto. Si è alzato un boato di risa e applausi, e mi sono beccato un reiterato "Tu sei un genio! Tu sei un fottuto genio!" da Gab.
Il secondo "Tu sei un fottuto genio!" - stesse parole - me lo sono preso sul faccialibro, da Olivia (ve la ricordate, Olivia?). Il che mi rende parecchio orgoglione.
La misura del successo del trucco e dell'idea - la mia immagine di profilo sul faccialibro è ovviamente diventato me da Ginosaji - è stata data dal quantitativo impressionante di foto con me che tutti si sono voluti fare, e dal fatto che tutti quelli che non sapevano da cosa ero vestito rosicavano al punto che mi hanno fatto promettere di mandargli il link al filmato.
^_________^

Beh, signori, si è fatta una certa, ed io domani lavoro.
Sono stanco perché stamattina ho fatto una levataccia per girare un corto. Uno dei ragazzi di scuoa.
Facevo la parte di un montatore in sala montaggio che, col giornalista, commenta la bellezza della tipa intervistata da lui nel servizio che sto montando. Due battute:
"Certo che è proprio fregna...." e
"E chi la butta? Questa la MANDO IN ONDA!"
^_^
Eh già, proprio cucita per me, eh?
La settimana prossima ne ho un altro, che mi prenderà due mezze giornate.
E quella dopo un altro ancora.
^___^

Che dite, sto a sfonnà?


GrimFang

PS: ah, ero vestito così

1 commento:

Anonimo ha detto...

namo...