L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

lunedì 24 maggio 2010

E tre! ^_^

Ho vinto il Quarto Festival di San Cleto. ^_^
Ormai mi hanno proibito di partecipare al prossimo: tre vittorie su quattro edizioni non permettono l'emergere di altri giovani talenti oltre me! ;)PPP

E sono tanto più contento quanto
a) c'era gente davvero brava
b) non m'ero preparato niente
c) ho vinto a furor di popolo #^_^# gh!

Ricapitolando, ho vinto il Primo Festival di San Cleto in coppia con Nunzio: lui faceva il beat-boxer ed io cantavo "Fight Da Faida" di Frankie-Hi NRG, compreso il testo in siciliano. Quella volta abbiamo davvero spaccato. Pezzo, deciso in cinque minuti fuori dal teatro proprio perché volevo fare qualcosa. La canzone la sapevo a memoria, e nemmeno sapevo che Nunzio facesse il beat-boxer (ed è pure bravo - certo, dopo aver sentito AlienDee dell'Anonima Armonisti tutto impallidisce).
Quell'anno vincemmo un paio di mutande (usate) in due.
Lo autografammo - c'è una foto che ci immortala con le mutande infilate una gamba ciascuno - e poi le spedimmo a Bali tramite Ygramul, come segno di scambio di civiltà...
Il Secondo Festival di San Cleto l'ho perso, e ci sono pure rimasto male, se non sbaglio. ^_^
Ma avevo portato una cosa sentita (nel senso di 'a cui tengo parecchio', non in senso acustico): "La pianta del tè" di Ivano Fossati. Però senza accompagnamento era suonata parecchio surreale.
Il Terzo Festival di San Cleto l'ho vinto con gli scalcagnatissimi compagni Gab, Renato e Federicone (siamo al minuto 2:14) cantando in clamorossissimo playback "Zuppa Romana" e battendo le bravissime e raccomandatissime Contesse Senza L'Oste, che portavano una riuscita versione di "Volta La Carta" di De André... Anche quello, manco le prove cinque minuti prima, giusto un minimo di - diciamo così - "vestiti eleganti".

Quest'anno, sabato era il compleanno di mamma (brutta rendersi conto che ne ha chiusi 71 quando pensavi che la cifra fosse sui 65...) e prima s'è folgorato il telefonino, su cui segnavo tutte le scadenze venture della mia vita... Già è stato un bordello ricordarsi quando dovevo andare dallo psicologo... Insomma, nulla mi rammentava del Festival, compreso il fatto che in ufficio il mio pc è senza rete come i funamboli bravi, solo che lui non è che è bravo è che il server ha un virus.
Come se al funambolo levassero la rete non perché se la cava da solo ma perché il direttore del circo ha l'influenza...
Comunque, niente rete uguale niente email, che mi tocca controllare dalla postazione della mia collega alla quale tutto funziona, invece. Ma, fato ha voluto che venerdì non la potessi leggere, in tutt'altre faccende affaccendato. Ovviamente, da casa la posso anche leggere, ma non ricordo nemmeno perché non l'ho fatto né venerdì né sabato, per cui del Festival di San Cleto l'ho letto - e rammentato - solo domenica stessa.
Neanche un minuto dopo Martina in chat di Gmail mi minacciava di morte se non andavo la sera.
E io mi schernivo, gomito qui, piede di là, specchi insaponati, che ok, sarei andato, ma non avevo preparato niente.
E così era: il pezzo che volevo cantare con Gab non ero nemmeno riuscito a farglielo sentire.
Quindi, che fare?
La mia mente - più che i miei occhi, visto che la valigetta era sotto al tavolo - è corsa al romanesco, allo spettacolo che ho fatto qualche anno fa. Potevo recitare qualche poesia, Pascarella, Trilussa... tanto non mi andava di cantare (e poi, non senza base! ^_-).
Avevo provato, nei giorni precedenti, a sentire Sergio se fosse stato mai (per miracolo) libero. Volevo cantare la canzone che ho scritto per lui e che lui ha musicato, e che potete ascoltare qui.
Fino ad adesso, che io sappia, è l'unica vera canzone che ho scritto (testo ovvio, sono negato per le musiche: una volta ho fatto sentire un tema che avevo trovato sul sassofono al mio maestro e lui mi rispose "Bello! ...è il tema dello spot Vidal" - quello coi cavalli che corrono, avete presente?).
Ma Sergio aveva da fare e non c'è nemmeno stato modo di provare... anche se gli sarebbe piaciuto. Ma prima o poi lo faccio, eh...
Comunque, non sapendo che fare e traccheggiando a cazzo col computer e con Facebook, alla fine s'è fatta ora di andare (in ritardo) e di prendere le due cose che potevo fare, se mi andava.

Prima ancora di arrivare, Marty mi smssa (troppo carino scriverlo così!) per invitarmi ad affrettare il passo: se doveva cominciare alle 21 e alle 21.15 mi mandano un simile messaggio vuol dire che ho tempo.
Però, arrivo, trovo parcheggio al volo e comincia.
Quest'anno, tra l'altro, non c'è - per ovvi motivi (ha lasciato il teatro) - Pape a far da presentatore, bensì la coppia Simoncione-Federicone. Chi li conosce può avere idea di cosa può essere stato, ma vi assicuro che è stato anche peggiore! ^_-

L'apertura infatti ha visto i due succitati presentarsi vestiti da soubrettes.
Ho dato per scontato che la sera non avrei dormito.
Poi, l'apertura vera e propria è stata affidata al buon Claudio Zilli, ormai abitué del Festival, e subito dopo dai Piselloni di Campagna, e quindi dall'ottimo Massimo Moi (poi ho anche comprato i cd di Zilli e Moi). Poi, fra le poesie con musica recitate da Gab e da Alessio e il primo finto video di provini stile X-Factor, m'è presa la fregola di partecipare anch'io e - in piena tradizione San Cleto - sono andato a farmi aggiungere alla lista dei contendenti allo sbaraglio.
I due vermi mi han detto che vedevano, ma già c'erano trenta interventi... poi sono rientrati in scena e hanno fatto
"E ora, un'esibizione a sorpresa! Pure per lui che si esibisce e non lo sa!" - e mi hanno chiamato sul palco.
Mentre bestemmiavo in bassa frequenza e tenevo a bada il panico che mi assale sempre, ho aperto la borsa ed ho afferrato il primo dei testi sottomano: se non mi avessero chiamato così, forse non avrei scelto quello, e non avrei vinto. Mi sono portato accanto a loro, poi c'è stato un ping-pong di location perché c'era poca luce e non riuscivo a leggere, quindi da sotto il faro bianco mi hanno spostato sotto al faro verde.
"Cosa porti?" - mi ha chiesto Simoncione.
"Leggerò una voce di Wikipedia." - ho risposto.
E ho letto questo.

E' la parte più divertente del mio spettacolo sul romanesco. Le poche - credo due - volte che l'ho messo in scena, il pubblico s'è sbellicato; e anche stavolta non ha fatto eccezione.
Come potete vedere, ho letto senza cambiare una virgola, limitandomi a dare la giusta interpretazione alle parti in dialetto romano, il mio dialetto.
Quindi, mi sono alzato soddisfatto e senza la minima pretesa di vincere, gustandomi tutto il resto del festival, dal gustosissimo musical su "La tempesta" di Shakespeare fatto dal laboratorio che l'ha messo in scena sul serio (Simoncione, Gabriele, Valentina, Alessio e Martina), al brano Tak Tak Tak in portoghese recitato da Vania, agli altri filmati video tra X-Factor provini improbabili e cortometraggi estemporanei girati a ferragosto e in inverno, alle nuove esibizioni di Moi, Zilli e Piselloni (che tra l'altro hanno fatto tutte rivisitazioni di De André), le diverse esecuzioni del buon Simone con brani di Dado (Gomiti sorridenti o qualcosa del genere) e di Manera (Piscina), fino alla votazione con applausometro tedesco nascosto sul retro e tradotto con carta e penna dai presentatori.
Devo ammettere che ora so quale emozione prova la finalista di Miss Italia. Beh, quale spunto di emozione può provare.
Quando dalla lista venivano chiamati i nomi per gli applausi e il mio tardava ad arrivare (essendomi aggiunto all'ultimo), e il pubblico innervosito a cominciato a chiamare il mio nome... E quando hanno fatto un vero e proprio boato. Quando ho visto Simone terzo e Moi secondo (che per me doveva essere primo) ed ho cominciato a pensare "Oddio, vuoi vedere che...". ^_^
Sono entrato in scena tra gli applausi e la tardiva disapprovazione di chi - come Martina - si rendeva conto che "Basta! Sempre lui! Venduti!" pur avendo contribuito all'applauso della mia vittoria.
Ed ho cominciato a temere per il premio.
Facevo bene.
Quest'anno ho portato a casa due ingombranti elementi di scenografia in cartapesta, ribattezzati "Sale&Pepe" per la forma: due grosse bitte dalla testa argentata, il corpo nero e la scritta CO2 su ciascuna... e giuro, davvero non so che farne.
Ma la soddisfazione per una gran serata, beh, quella non me la toglie nessuno! ^_-
La morale di questa storia, comunque, è che l'anno prossimo o sono fuori concorso o sono in giuria o sono bandito dalle esibizioni! E che, ovviamente, se voglio vincere a San Cleto non devo prepararmi niente, ma andare allo sbaraglio!
;)P
Vostro,


GrimFang

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