L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

venerdì 3 agosto 2007

Di Tigre in Tigri (e viva la "Guerra Francese"!)

L'ho rifatto.
^__^

Ancora una volta, sulla metropolitana affollata salgo e capito in mezzo a un gruppo di ragazze tedesche.
Ridono, perché forse il mio braccio dà fastidio ad una di loro. Parlano, e quelle opposte a me ogni tanto mi gettano occhiate.
Stavolta non pensavo minimamente di far parte della conversazione. Mi sposto, in cerca di una posizione più comoda e, già che ci sto, svento un furto con due leggere pacche della mano su quella del borseggiatore, già quasi infilata in tasca a un tizio.
A differenza delle altre volte, questo borbotta, dice qualcosa come "non si fa" (!!!) e poi aggiunge qualcosa come che se borseggia i giapponesi però io mi devo fare i fatti miei, perché quelli i soldi ce li hanno.
Scende alla fermata successiva e rientra alla porta dopo, certamente appresso a qualche straniero.
Lo perdo di vista, ma nel frattempo riesco a mettermi spalle alla porta di entrata.
La tedesca di prima si gira, mi vede, ha un lampo negli occhi e si avvicina.
Devono scendere, infatti: è Termini.
Giuro che lei se la rideva mentre ci guardavamo negli occhi sorridendoci, e si reggeva al braccio dell'amica che era tutt'altro che stabile. Aveva gli occhi verdi e i capelli biondi, era bassina e un po' tondetta, troppo giovane per me, forse.
Peccato che da Repubblica a Termini la strada sia poca e dritta. ^_-
Fatto sta che al momento della discesa, io mi faccio da parte e proprio quando il suo orecchio è davanti alla mia bocca dico
"Aufwiedersen"
con voce chiara, ma bassa.
Sente, si gira, sgrana gli occhi. Afferra l'amica cui si reggeva e le parla concitata.
La perdo di vista per un attimo, ma quando la rivedo è rossa come un peperone, ha le mani a coppa davanti alla faccia e mi cerca con lo sguardo. La metà dei suoi amici ridono.
L'altra metà è di schiena e non la vedo.
^___-

Molti di voi stanno aspettando che vi racconti di mercoledì mattina, quando ai miei ho detto che andavo a lavoro e invece sono andato a fare un provino.
Sissignore, un provino da attore.
Si trattava di una parte in una miniserie fiction destinata a internet, "Tigri di Carta".
Si tratta di 7 episodi divisi in 14 puntate da tre minuti l'una, e l'audizione era per il ruolo di coprotagonista in una di queste.
Le audizioni sono aperte a tutti, come potete vedere sul sito, quindi potete andare a concorrere anche voi. Pure adesso.
E non solo come attori/attrici, ma anche come sceneggiatori: infatti chi ha sviluppato meglio la trama da loro proposta verrà chiamato a scrivere la sceneggiatura assieme a Lorenzo Bartoli - che tra l'altro conosco di nome perché è l'autore di John Doe, un fumetto che ho letto e apprezzato grazie allo scrocco sistematico nei confronti della collezione di Erika.
In entrambi i casi, però, dovrete battere la mia concorrenza!
^__^

Eh eh eh... già vedo due o tre persone che solo all'idea di vedersi scelti al posto mio, e di potermelo rinfacciare a vita, si addannano sulla tastiera a elaborare trame...
Riprese video no, non sono i tipi.
=P
Già, perché potete mandare le riprese fatte anche a casa vostra, o dove volete.
Io invece ho fatto il provino in uno studio con un angolo attrezzato, a Borgo Pio.

Si chiama Studio-T, via degli Ombrellari 14.
Arrivo alle dieci di mattina dopo una notte quasi senza sonno: la sera prima avevo mandato un sms a Radio Rock dicendo che se era per cercare uno zombie, mi pigliavano di sicuro.
Qui, devo aprire una doverosa parentesi.
La sera prima ero a mangiare col Diggia e alcuni Elishiani a casa di Erika. Gran cena.
Avevo la panza gonfia quasi da rotolare, grande difficoltà di movimento e lucidità mentale: in pratica già cascavo dal sonno. Anche perché pure le sere prima...
Insomma, debito di sonno totale, ma non è per questo che ho aperto la parentesi.
L'ho aperta per ringraziare ancora una volta Gabriele.
Già, perché l'informazione su location e orario di questi provini me l'ha passata lui, rigirandomi una mail. Ma non è solo per questo: è che lui, su due giorni possibili per presentarsi, c'era già andato lunedì!!!
Quindi a cena m'ha spiegato tutto, e m'ha anche dato le due possibili parti da interpretare!
In pratica, è grazie a lui se non mi sono presentato completamente impreparato.
Ho avuto modo d'immaginarmi il personaggio, le caratteristiche, il movimento, la voce... Poi non ho fatto un cazzo di tutto questo, ma almeno non ho improvvisato a freddo! ^__-
L'unica cosa che ho fatto, però, è stato scegliere l'abbigliamento.

I personaggi possibili erano due, molto diversi tra loro.
Santo La Neve, glaciale collezionista di oggetti 'rari', furbo e calcolatore, pronto a battersi per il prezzo. E Morgan, pirata informatico e agente del gruppo Tigri, che si mette in contatto con le Entità grazie alla realtà virtuale.
Ah, già, che sono le entità?
Beh, la trama è pressappoco questa: nel mondo reale esistono anche le entità fantastiche, come l'Uomo Nero e la Fatina dei Denti, ed il gruppo Tigri, organismo paragovernativo, è lì per tenerle sotto controllo. Enea ed Ugo sono i due agenti che si troveranno a dover affrontare e risolvere il mistero della sparizione di numerose di queste entità. Il tutto con tocco un po' cyberpunk e un po' noir, illustrato visivamente da Daniel Zezelj.
Fumettista di spessore che ho avuto modo di conoscere di persona e... disprezzare nel profondo. Avete presente l'espressione "m'è caduto un mito"? Beh, io la posso applicare solo a una persona, ed è lui.
A uno che, a Romics, si rifiuta di farti un disegno dopo che sei in fila da ore perché non hai comprato il suo libro, beh, che je vòi dì? Mavvaccagare!
Però ad essere bravo è bravo assai.

Vabbé, ma queste sono continue digressioni.
Mi presento quasi in orario e capisco subito una cosa.
E' gonfio di gnocca.
Scusate mie care lettrici, ma quanno ce vò, ce vò.
E poi tutte acchittate in supertiro perché, cavolo, si tratta di un provino! Per il cinema! No, la tv! No, la rete! Vabbé un qualsiasi posto dove te vedono!
Senza contare che poi il tutto è organizzato a partire dalla Nokia, che sta commercializzando un videofonino davvero potente, e nulla vieta che questa simpatica serie possa effettivamente essere destinata a quel mercato!
Sennò, perché far durare tutto solo 3 minuti?...
E la Nokia ha scelto la Mikado, e assieme han creato PlayTheLab, che se questa cosa va in porto potrebbe benissimo essere l'inizio di una divisione di produzione di materiale specializzato...
...e l'intera vicenda essere invece una 'copertura' del miglior casting operato da talent-scout per scovare gente in grado di scrivere prodotti cine-tv di questo genere...
Pensateci un po': volti nuovi e nuovi autori a costo praticamente zero... scoperti così, come se fosse un caso... togliendosi dalle balle tutti quelli che - all'annuncio "stiamo cercando autori e attori per inaugurare un nuove genere video" - si sarebbero affollati per un posto al sole.
Invece così... piano piano... senza spargere troppo la voce...
Bravi.
Al limite del geniali.

Ma torniamo a noi.
Dunque, com'è che arrivo vestito?
Non potevo trovare un look buono per entrambi. Uno è una sorta di spietato killer, l'altro un fricchettone diciannovenne che sicuramente è iscritto a Greenpeace.
Nel dubbio, mi porto entrambi gli occhiali da sole (quelli tondi con lenti blu cielo e quelli sottili scuri alla Agente Smith), ma privilegio Morgan.
Mancandomi una maglietta da nerd dell'informatica (tipo: "Nel mondo ci sono 10 tipi di persone: quelli che capiscono il codice binario e quelli che no." - ok, lo so che dopo questa sicuramente mi arriva...), opto per una con su scritto New York. Pantaloni leggeri rossi slavati, pieni di tasche, il mio ormai inseparabile cappelletto verde tipo militare e... la mitica camicia cinese.
Tutta rosso arancio molto acceso con su figure di draghi multicolori.
E daje!

Ovviamente, potete immaginare come mi sentivo in mezzo a tutta quella gnocca vestita bene e ai signori sobriamente casual, se non in giacca e cravatta.

Mi segno, sono dodicesimo.
Che faccio?
Si libera un posto vicino a una gran gnocca e ovviamente mi siedo.
Ma sono nervoso, mi devo alzare.
Sì, perché notte di sonno a parte (ma nel conto), c'è un certo nervosismo ad affrontare queste situazioni.
Prima motivazione: la prima e ultima volta che ho fatto un provino per una cosa del genere (puntata pilota di una fiction mai fatta) è andata così (stringatamente).
Cercavano gente per fare o i tossici o i poliziotti.
Siamo tutti in fila già da un po' quando esce uno del casting e ci fa mettere in riga.
Parte dal primo e fa "tu, poliziotto" e così risale la fila.
Due prima di me: "poliziotto".
Uno prima di me: "tossico".
Uno dopo di me: "tossico".
^__^
Per farmi almeno registrare in video dopo una giornata buttata a cazzo ho praticamente fatto irruzione nello studio prima di andare via.
Non è stata una bella esperienza (che se avessi avuta, appena il tipo mi ha saltato avrei preso e me ne sarei andato).
Ma la più importante è la seconda motivazione.
Non avevo detto a nessuno che lo avrei fatto.
Appena letta la mail di Gabriele in cinque minuti avevo stabilito che avrei seguito il precetto del Tao di cui vi ho parlato nel precedente post: la Tigre scatta quand'è sicura di prendere la preda.
Comunque vada, agisce.
E il nome del progetto, Tigri di Carta, non può essere una coincidenza.
Il fatto che mi sia letto John Doe, che mi dà un'idea sulla mentalità dello sceneggiatore, che ci sia di mezzo Zezelj, che parli di sognatori e di favole, di fantasia, che... ci recitino nei ruoli principali Alessandro Haber (che tra l'altro è un Capricorno del 19 gennaio) che stimo e Rocco Papaleo.

Ecco perché non volevo dirlo, ecco la seconda motivazione.
Io somiglio davvero a Rocco Papaleo. Sono un incrocio tra lui e Dario Vergassola.
Lui lo sa, perché gliel'ho detto.
L'ho incontrato nel foyer del Brancaccio e gli dico
"Rocco, ciao! Mi dicono che ti somiglio!"
E lui, subito
"Oddio, mi dispiace!"

...nemmeno il miglior Ortolani riesce a far dire a Ratman queste cose.
^___^
Ma, visto che mi piaceva anche prima, che lo reputo un bravo attore, fin da quando vedevo "Classe di Ferro", visto che gli somiglio...
...ho sempre sognato di recitare con lui in un film, nella parte di suo fratello.
Sì, lo ammetto, è un piccolo sogno nel cassetto, che non sarà questo qui, ma... vuoi mettere lavorarci comunque assieme? Togliersi questa porca soddisfazione?
E poi, hai visto mai che qualche produttore noti la somiglianza...
Quindi, per pura scaramanzia decido di non dir niente a nessuno.
E invece, cominciano ad arrivarmi mail di altri che han letto quella di Gabriele e che mi fanno "ma perché non ci vai tu?", "perché non ci provi?", "dai, che ti costa?"...
Incredibile.
Ci sono tre pagine di iniziative e di provini là dentro, e tutti i miei compagni di teatro mi spingono per quello.
Eh, no. Le coincidenze sono troppe: qui è tutto il waerltirith (questa la capiscono solo i veri nerd) che mi spinge a farlo, e se non l'ascolto sono un cretino.
Così, ammetto baracca e burattini: non solo che ci vado, ma che avevo già mandato la mail per partecipare.

Quindi, ero nervoso.
Avevo pure infranto l'intenzione di non dirlo, tanto che - essendo oramai rotto l'intento - l'ho detto pure in ufficio.
E quindi stavo lì, in piedi, a cercare di gestire una più che problematica secchezza delle fauci che quasi mi spingeva a rimettere. Niente poi, che non avevo fatto colazione.
E...
Giuro.
Ecco che noto, quando ero seduto, una dall'altro lato che mi spizza. E poi quando sono in piedi mi viene vicina.
E' piccolina, minuta, caruccia, sembra alla mano e attacca bottone.
Non credevo ai miei occhi: pensavo "sono in uno stato di chiavica, nervoso, non riesco a parlare e mi sento un pesce fuor d'acqua, e tu proprio adesso mi devi venire a battere i pezzi?!? Ma dove sei quando sto bene?!"
Ah, destino cinico e beffardo!
Ma tanto non credo al destino.
Bisogna vedere se lui crede in me.
^__^
Ad ogni modo, ci pensa il mio sesto senso ingrippato, il mio superio controllore razionale o più probabilmente il mio es bastardo dentro: per tutto il tempo che ce l'ho vicino mi sembra che da lei provenga una certa aura di... disagio mentale. Non so, avverto il bisogno. Il richiamo con una nota di disperazione.
Adesso, può tranquillamente essere che me lo sia immaginato perché stavo male io, e volevo troncare la discussione.
Ma in culo a tutto questo, invece, ho attaccato bottone a mia volta, ci siamo aiutati a ripassare la parte (capirai, una battuta), ci siam detti due stronzate e ci siamo scambiati i numeri di telefono. E la mail.
Sissignore.

Poi la chiamano lei va, poi esce, saluta.
Ciao ciao e concentrati che mi chiamano.
Lei era quarta, io sono troppo distante. Dice che mi avrebbe aspettato se non ero così lontano.
Se ne va. Restiamo d'accordo che chi sa qualcosa per primo avverte l'altro.
Comunque, non erano tutte carine, ce n'erano due... uh, mitili.
Proprio prima di me, e di una che mi sembrava d'aver già visto.
...orca l'oca... no, maledetta immaginazione, solo una coincidenza di nomi...
0__0 (paiùra, questa che ho conosciuto si chiama Francesca... proprio come una ragazza del mio passato che io NON ricordo... gh!)
Vabbé, tornando a noi, alla fine conosco un ragazzo alla mano, Alessandro, chiacchiero con lui, poi mi chiamano e entro.

Vado da loro con la gola secca. Sono due, Domenico e Barbara (credo), c'è il fondale su cui sarò ripreso (un pezzo di moquette attaccato al muro) e... basta.
Nel senso, la stanza è piena, pure ingombra, ma non c'è molto da fare: vado lì, poggio la roba, ripasso le battute - perché ho deciso di provare entrambi - e poi... Poi devo scegliere da quale cominciare.
Col senno di poi avrei dovuto fare la scelta diversa.
Perché quando ho fatto Morgan, per secondo, mi son fatto dare una scaletta di metallo su cui sedermi, mi son messo gli occhiali da sole tondi blu, il cappelletto e... son partito a razzo, come una fucilata.
E' venuto così, perché ho scaricato tutta la tensione.
Ho parlato piuttosto a manetta e ho fatto quello che avevo preventivato.
La battuta era una cosa tipo
"Violare una banca dati è una scommessa, aggirare una protezione un azzardo... ma sfidare un'entità...è come andare bendati in autostrada"
Io ci ho aggiunto di mio qualcosa, tipo che violare una banca dati è come segare le sbarre di una prigione e liberare le informazioni. E ci ho messo la pausa ad effetto del togliermi gli occhiali sulla battuta clou.
Però, in entrambi i casi, ero troppo nervoso.
Col senno di poi, di cui sono pieni gli armadi, non sono entrato troppo nei personaggi.
Santo La Neve l'ho proprio sprecato.
L'unica variante che ho aggiunto "Ah-ha! ...Lei così offende la mia intelligenza", è uscita piatta come il Tavoliere delle Puglie.
Peccato.

Però, in compenso - soprattutto nel caso in cui non piacciano variazioni sulle battute, cosa che non ho verificato guardando i vincitori degli episodi precedenti - ho scritto una trama del 5 episodio da pajùra.
Solo che, una volta innamorato dell'idea che avevo, non l'ho voluta cambiare - anche per scelta morale... Il fatto è che il personaggio maschile da inserire nell'episodio è solo uno su due: o Morgan o Santo La Neve.
Se vinco come Morgan, ma poi il personaggio non viene inserito, mi attacco arcà e tiro forte.
E la mia trama vede la partecipazione di Santo La Neve...
E' giusto che partecipino tutti, no?

Comunque, alla fine del provino, la cosa che mi ha fatto davvero piacere è stato che, appena finito Morgan, Domenico abbia continuato a riprendere, per un primo piano.
E che poi, prima di uscire, mi abbiano dato un modulo da compilare: Studio-T fa casting, e quella era una scheda per ricontattarmi ed avere qualche informazione 'professionale' da aggiungere al loro database.
Insomma, tanto schifo non devo aver fatto!
E la cosa mi riempie di piacere! ^____^
Nel frattempo Alessandro, che era dopo di me, è uscito con lo stesso modulo da compilare, e ci siamo fatti quattro chiacchiere ridendo, mentre ci davamo una mano nella compilazione.
Quindi, ci si avvicina una ragazza che... definire bòna è riduttivo, e ci chiede se quello era un altro modulo che pure lei doveva compilare.
Così, tra una cosa e l'altra, io faccio il simpatico e le dò piccoli pugni sulla spalla per darle supporto e caricarla, ci scherzo, lei sorride e poi viene chiamata dentro.
Io e Ale usciamo per strada, con l'intenzione di andare assieme a prendermi un caffè (lui aveva già fatto colazione) e... e che faccio, quella non l'aspetto?
^__^
Blocco Ale e gli dico "Aspetta! Aspettiamo che esce quella che è entrata adesso e chiediamo se viene al bar con noi" e lui "No, dai, ho smesso da tempo di farle 'ste cose..." io insisto, lui nicchia, ma alla fine restiamo ad aspettare, parlando a voce normale, vicino a un tizio tatuato su una moto.
Grazie a Dio non abbiamo fatto commenti pesanti.
Credo che in due abbiamo vinto in extremis la non eliminazione dal gioco della vita grazie a numeri spettacolari nell'arrampicata sugli specchi.
Già, perché come quella esce va dal suo ragazzo, quello tatuato sulla moto a mezzo metro da noi, che aveva sentito tutto, e noi - ad incastri perfetti, neanche avessimo studiato la tempistica - riusciamo a rimediare alla colossale figura di merda riuscendo a far passare tutto in cavalleria.
Due acrobati della stronzata.
Ovviamente, poi, ci siamo scambiati i numeri di telefono.
Con Ale, ovviamente.
^__^

E così è andato il provino.
Poi son tornato a casa dopo aver portato Ale in macchina fino a Termini e aver rifatto benzina, e lì mi son sdraiato a quattro di bastoni sul letto, senza riuscire a trovare sonno fino a un attimo prima che Erika mi facesse squillare il telefono per chiedermi com'era andata al provino.
E non l'avrei ripreso fino a sera.

Ma tanto anche la notte dopo l'ho perso: sono andato a giocare, dopo l'ultima partita di tre anni fa, a "guerra francese" davanti al carcere Mamertinum.
Si tratta di una sorta d'incrocio tra acchiapparella, rubabandiera e palla avvelenata: ci sono due squadre, due linee di fondo e due metà campo. Nella metà campo avversaria se vieni toccato devi restare immobile finché non ti libera un compagno. Lo scopo del gioco è oltrepassare il campo avversario, giungere nella zona neutra oltre la linea di fondo, raccogliere la bandiera e portarla nella tua metà campo.
Il carcere Mamertinum invece si trova sotto al Campidoglio, ai Fori Imperiali.
Ed è forse l'unico posto rimasto a Roma per giocare per strada, specie di notte. O comunque uno dei pochi.
Sono andato lì assai sfavato e pesante di stomaco dopo essermi ingozzato di patate lesse a cena, e invece, pian piano, mi sono ripreso. E c'ho preso gusto.
Ho perso sempre, e da capitano mi son anche fatto una squadra di sole donne (ma coi numeri giusti, solo che - santissimoiddio - le donne proprio non ce l'hanno fiducia in se stesse!!!), ma alla fine, quando dovevo andare, non volevo andare.
Perché oggi dovevo andare in ufficio.

Ma dalle 17.30 di oggi pomeriggio, per un po' l'ufficio non lo vedo più.
Viva le vacanzeeeeeeeeeeee!!!!


GrimFang

PS: tutto il post è stato scritto con la colonna sonora del sito www.playthelab.it nelle orecchie.
Come molti di voi possono intuire, darò il sangue per averla e giocarci sopra!!!

Nessun commento: