L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 12 settembre 2007

Il Tempo del Giusto Mix

Non so se vi ricordate del "Tempo delle Mele".
Mi fa un po' specie domandarlo, ma chissà se fra i miei lettori c'è qualcuno che in quei mitici (ma solo a posteriori) anni '80 ancora gattonava carponi...
All'epoca io quel film lo detestavo.Mi sembrava insulso, melenso, e tuttora - ammetto - non è che mi diverta poi tanto, a parte quel carico nostalgico che si porta appresso, assieme al tempo in cui ero bambino...

Io sono della generazione che, al Tempo delle Mele, faceva tappezzeria alle feste della scuola media.
Quelli che stavano sempre contro al muro, col bicchiere di Fanta in mano, mentre gli altri ballavano i lenti con le ragazze.
Noi no, tutti convinti di non saperli ballare. Di non sapere ballare in genere.
Consapevoli del nostro essere irrimediabilmente delle frane con le ragazze - e in realtà non lo eravamo affatto, come avrebbero 'dolorosamente' fatto scoprire anni più tardi inaspettate rivelazioni.
Ero uno di quelli che beveva la Fanta, tratteneva i rutti lasciando sibilare pian piano il gas fuori dalla bocca, e moriva d'invidia a vedere quelli che in realtà avevano solo il vantaggio di essere più spigliati, di farsi meno problemi.
Ancora adesso, non ho smesso di farmi problemi con le ragazze - ieri sera stavo per vomitare a teatro per quanto ero nervoso di stare con Camilla - ma in parte mi sono sbloccato, imparando un po' a fregarmene del giudizio della gente.
E forse lo devo proprio a quelle feste delle medie - proprio quelle che canta Elio, col gioco della bottiglia e tutto il resto - e in particolare ad una persona.

Non ho mai fatto, in questo blog, nomi e cognomi. Ho sempre preservato un mezzo anonimato, qualche volta ho anche cambiato i nomi oppure ho usato sempre e soltanto soprannomi, tant'è che non vi ho mai detto il mio.
Ma in questo caso voglio fare un'eccezione.
Il mio primo atto di pura libertà a quelle feste si deve alla spinta vitale e al genio di Gianluca Carnicelli, che un bel giorno si stancò di far tappezzeria assieme a me e agli altri. Fece un passo avanti, si girò, e con gli occhi che gli brillavano disse qualcosa come:
"Se noi ci buttiamo tutti insieme nella mischia nessuno potrà dire che non sappiamo ballare"
Non smetterò mai nella vita di volergli bene per questo.
Tutta la frustrazione accumulata e messa via, tutta l'invidia esigevano di pagare questo prezzo, e visto che l'età si faceva meno problemi di quella di adesso ci buttammo tutti a ballare, e fu bellissimo.
Fu bellissimo scoprire che sapevamo ballare.
Che conoscevamo il ritmo, il tempo musicale. Che non ce ne fotteva più niente dopo i primi passi e che, invece di ballare i lenti con le ragazze, ci dava parecchio più gusto fare il molleggiato, ballare il rock, fare gli scemi e divertirsi, divertirsi, divertirsi.
Fino a scoprire che la musica ce l'avevamo nel sangue, scolpita a forza di desiderarla senza poterla avere.
Devo a Gianluca Carnicelli il piacere di ballare e di essere stato definito, a una festa ai tempi dell'università - di quelle organizzate nei capannoni di un qualche centro sociale, con almeno un centinaio di persone che conosci - e proprio da parte della festeggiata, "er mejo tacco d'aa festa".
Grazie Già.

Il Tempo delle Mele, con le sue illusioni romantiche di trovare l'altrà metà e possibilmente infilarle una mano nel reggiseno, finisce con le medie.
E se all'epoca avessi saputo che le chances di limonare con una caruccia invece che con la più carina della classe - cui andavano tutti dietro - erano infinitamente più alte chissà, forse avrei avuto una vita diversa.
Almeno quella sentimentale.
Ma correre appresso a una donna che non prenderò mai, tranne l'unica volta in cui mi sarà dato prenderla e proprio allora la cederò a un amico, è la storia della mia vita.
E vi assicuro che non si è verificato una volta sola.

C'è un tempo per vivere ed uno per morire, si dice...
Oltre al Tempo delle Mele, quanti altri Tempi ci sono?
L'elenco, anche solo a pigliar spunto da canzoni e cinema, potrebbe essere infinito.
Il Tempo Delle Favole, di Massimo Ranieri, oppure Il Tempo Delle Scelte, di Luigi Zampa o ancora Il Tempo Di Morire, chiaro, Lucio Battisti... E il Tempo di Vivere, il Tempo di Uccidere, il Tempo d'Estate, il Tempo di Riscatto, il Tempo di Credere... il Tempo delle Cattedrali.
Lascio a voi lo scovare da dove son stati presi.
E poi, ovviamente, c'è il Tempo della Raccolta, citato in un post precedente, come il Tempo della Vendemmia Facile.
Il Tempo della Raccolta forse è un po' diverso. E' quello in cui speri che finalmente tutto venga chiarito, e che tutti i tuoi titanici sforzi, figli ed artefici di strategie complessissime e perverse giungano finalmente a stringere i nodi al pettine verso l'inevitabile (per te) conclusione del "finalmente me la darà" (espresso però nei termini "finalmente ci metteremo assieme" o, più generalmente, "finalmente capirà che la amo"). E' figlio anche del livoroso "perché a tutti gli altri sì e a me no", che ti spinge a pensare che i tuoi 'sforzi' siano stati sufficenti visto che gli altri hanno quello che a te manca, e che semplicemente "sia arrivato il tuo turno".
Povero imbecille.
Non c'è un turno; e i 'titanici sforzi' in realtà son solo ragionamenti egoistici che non riescono a comunicare nulla all'altra persona. Proprio perché non è questo l'intento.
Il bisogno d'amore parla solo a te stesso.
E' il desiderio quello che parla con l'altro.
Non è quasi mai tempo di vendemmia facile, in amore.
Per fortuna, questo atteggiamento tende a passare crescendo. Soprattutto se trovi veramente qualcosa che desideri, e non che vuoi. Che pretendi.
Come se nella vita potesse esserci mai qualcosa che ti è dovuto.

Se ve lo ricordate, e vi è capitato, è il motivo alla base del successo dello Stronzo.
Ricordate quella vacanza, voi che partite in tre/quattro e c'è lei, e voi volete provarci da una vita e avete costruito la vacanza apposta per provarci e cinque minuti dopo la partenza lei si mette (o si scopre che è già) con un vostro amico?
O i vostri titanici sforzi di rimorchiare una parlandoci tutta la notte, cercando di scoprire la sua anima interna, la sua bellezza pura, e poi passa uno col fisico da bagnino che le fa "Scopiamo?" e lei, candida, risponde ""?
O ancora l'Abisso Infernale dell'Eterno Amico... AIEA, che rende anche bene il suono del singulto doloroso che si emette quando ti dicono "Oddio, scusami, non pensavo... tu per me sei un caro amico... non voglio perderti..." e grazie al cazzo che non vuoi perdermi!!!
Sono la spalla su cui piangi, l'unico che ti capisce, l'unico in grado di saperti consolare e fare ridere quando le cose vanno male... per quale motivo dovresti rischiare di mettere a repentaglio questa comodità esistenziale imbarcandoti in una relazione?!? Perché dovresti rischiare il tuo confessore, poi dove lo trovi un altro?
Già...
Le probabilità di mettersi con un'amica sono più o meno quelle che ha l'Albinoleffe di salire in serie A. Scarseggiano, ma ci sono.
E tu continuerai ad essere usato e a disposizione.
Dio benedica chi ha la forza di chiudere.
Di dire "o così, o pomì". Di far capire che comunque vada ti perde, quindi... o se la rischia o si attacca.
Ma è la tua paura di perdere lei, che ti frega.

Chissà se ancora adesso ci sono persone a far da tappezzeria alle feste delle medie...

Il Tempo dei Gitani.
Il sogno di libertà che è dentro ciascuno e che ti salta addosso e ti prende soprattutto intorno a quando hai diciott'anni.
La voglia di viaggiare, fuggire dalla casa, dalla famiglia, persino dalla ragazza se ne hai una.
Di rimorchiarti la straniera all'estero. O quella che è in Italia in vacanza.
I mitici obbiettivi di sesso, di farlo con più donne possibile in un dato arco di tempo.
Le scommesse, persino.
E la voglia di avventura, di esplorazione.
Posti nuovi, vacanze con gli amici o addirittura in solitaria.
Tutto, pur di crescere e cambiare.
il Tempo dei Gitani, quando il vento ti chiama, e tu osservi, davanti a te, infiniti orizzonti. Persino quando pisci contro un muro. Sesso e Libertà. Quando il futuro ti appartiene.
Il tempo in cui l'ipotesi migliore di viaggio è l'Inter-Rail.
Zaino in spalla, sacco a pelo e "bene, dove cazzo dormo stanotte?".
Dio, quanto amo quel viaggio.
Io ne ho fatti tre.
Pieni di aneddoti e scene mitiche, e posti incredibili da vedere.

Il Tempo dei Gitani è per Sesso e Libertà quello che il Tempo dei Cavalli Ubriachi è per le domande esistenzialiste e i massimi sistemi.
Il Tempo di quei giorni in cui davanti a una birra con gli amici si parlava non di figa, ma di donne e filosofia. Quello dei lampioni gialli e delle notti di Roma, dove tra un rudere antico e una bevanda straniera si cercava di capire che cazzo ci stiamo a fare su questa terra e dove stiamo andando, anche se effettivamente si parlava della ragazza che ci piaceva, della tipa che ci aveva lasciato, di cosa fare l'estate successiva...
Già, perché se il Tempo dei Gitani era questione di vacanze, il Tempo dei Cavalli Ubriachi era specularmente complementare.
Era il tempo di una giovinezza scalciante piena di domande e di voglia di trovare una risposta: domande di portata gigante vissute come se fossero una piccolezza, e voglia di trovare una risposta qualsiasi, anche non alla domanda che ci si era fatti.
A pensarci adesso, che ci facciamo domande piccole che sembrano giganti e che c'interessano solo le risposte esatte a ciò che cerchiamo, mentre averne altre passa inosservato o, al limite, dà pure fastidio...

...ma adesso ce ne andremmo tutti in vacanza a Cesenatico coi propri, barattando l'infinito con orizzonti più stinti, e una vacanza più tranquilla...
E mortale.
Passivo-soporifera.
La tranquillità del niente, di contro all'entusiasmo della partecipazione.
Di quando andavi sempre in giro, sempre ai pub, sempre a divertirti fino a collassare. Divertirti senza scopo, perché se ti poni lo scopo di divertirti poi finisce che non ti diverti!
No? Se uno si stressa con l'idea che non si deve stressare...
Ed ecco perché i cavalli ubriachi.
Ciondolanti, sclapitanti, scalmanati. Sempre in gruppo, quasi mai da soli...
Sempre pieni di buoni propositi e di distrazione, con buona pace dei buoni propositi. ^__^
Il Tempo matto, ribelle, in cui rompevi la gabbia che pensavi ti si volesse imporre, e credvi pure di esserci riuscito!
Mi manca... mi manca molto.
Uscire dalla parte delle vittime del tran-tran per entrare in quella dei costruttori del mondo. Coloro che lo definiscono e lo interpretano e in questo modo lo fanno loro. Il Tempo dei Cavalli Ubriachi, il momento della liberazione.

Ma il Tempo del Giusto Mix, quello è un Tempo speciale.
Ed è quello che mi manca di più.
Circa un mesetto fa era il momento giusto, celebrativo della ricorrenza della genesi di questa espressione. Ovvero quando una ragazza, in Francia, credo, definì il Digia
"il giusto mix tra fascino, simpatia e mistero".

Adesso, è chiaro che il Giusto Mix è solo lui.
Ma il Tempo del Giusto Mix è un Tempo per tutti.
E' il momento in cui le cose sembrano scivolare alla perfezione, e non ti viene nemmeno da preoccuparti per qualche cosa, perché in qualche modo sai che se si presentano nubi all'orizzonte sono solo passeggere. Perché ti senti immerso nel flusso della vita e non hai la benché minima idea di cambiare direzione, di deviare dalla corrente.
Quei momenti in cui tutto ti sembra così semplice, così intuitivo, immediato...
Cacchio se mi manca stare così.
A differenza di altri Tempi che ho citato, questo Tempo è più uno stato dell'anima.
E' il momento in cui le persone che ti circondano si accorgono del tuo stato di grazia: equilibrio tra fascino, simpatia e mistero. Chi vorrebbe di più?
Certo, al Digia poi non è andata così bene con quella tipa, ma questo è irrilevante.
Essere definiti così, almeno una volta nella vita, è quasi una fantasia proibita.
Esserlo, poi, non ne parliamo.
E' un po' lo stato d'animo di Rat-Man quando ordina dell'acqua al ristorante.
Quando sorridi alla vita, e lei sorride a te.
Il tempo in cui - allora sì - la vendemmia è sempre facile. O così sembra.
Quando puoi raccogliere messi di frutti senza avere, ma solo in apparenza, seminato.
Possiate trovare tutti il Tempo del Giusto Mix al più presto.
E il bello è che non va cercato.


GrimFang

1 commento:

Anonimo ha detto...

ricorda...di giusto mix ce ne è solo uno.....