L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

sabato 3 aprile 2010

Era da un po' che non mi capitava...

...di fare le 4.40 di mattina e di svegliarmi alle 15.46.
^_^

Galeotta è stata la decisione di andare comunque alla festa del CSC a Le Carrozzerie, locale di merda con musica conseguente.
Le feste del CSC fanno praticamente sempre cagare, si beve, in genere si chiacchiera fuori dal locale - perché dentro è impossibile - e si tappezzano di ormoni i vestitini eleganti di tutte le numerose belle figliole presenti; in generale, rimediando poi un mal di testa di discreta entità, un vuoto nel portafogli di cui avresti fatto volentieri a meno, e un eccesso di testosterone col quale si può rifoderare il cofano della macchina corazzando la testata.
Quindi, perché andare?
Non avevo voglia di ballare, né di bere, né di farmi il sangue amaro sulle giovani puledre che paccano con i tizi più insipidi su cui tu abbia mai posato gli occhi. Però...

Però Paolo L (la L sta per L'ennesimo, ma il soprannome è Pablito) e Andrea avevano già avuto una buca da me martedì per andare al cinema.
Però Pablito, Andrea e pure Michael avevano insistito, e, insomma, ci sarebbero andati non dico tutti, ma veramente tanti. E di sicuro non tutti per la musica.
Però Valentina, la mia collega, mi aveva chiesto se io andavo (poi non è venuta).
Però ci sarebbero stati un sacco di 'novellini' che non mi hanno mai visto fuori dal lavoro, e poteva essere l'occasione di togliermi l'etichetta di "quello che sta in videoteca".
Però tra loro ci sarebbe stata forse Chiara, bellissima ragazza acqua e sapone (che c'era - ma avvinghiata ad un tipo per tutta la sera), e forse Teresa che quest'anno finisce (che non c'era).
Però da quel giorno partivano tutti per le vacanze e non li avrei beccati per un mese.
Però non potevo continuare a dirmi che non li conosco e non li vedo fuori dal centro, se poi non vado nemmeno alle loro feste.
Però era veramente troppo tempo che il culo pesante mi teneva a casa senza farmi uscire. Ma proprio uscire di casa punto e basta.
Senza per forza dire "mi vado a divertire".

Insomma, vaffanculo - decido - stasera ci vado, e all'inferno tutte le remore su quello che devo ancora fare, oggi o domani!
E se è una festa di merda, non faccio un cazzo tutta la sera e mi sento pure male, pazienza!

Era proprio una festa di merda.
Iniziava alle 23, ma stavolta mi son ben guardato dall'arrivare in orario. Tra l'altro, ho traccheggiato tantissimo perché - giuro! - non avevo niente da mettermi.
Lo so, è allucinante, è tipicamente femminile, ma in fondo son convinto che in questo sia avvenuta la mia lotta col lato pesante di me stesso che voleva farmi rinunciare.
Quaranta minuti per scegliere un cazzo di vestito.
Vabbè.
A mezzanotte e mezza ero lì fuori, piuttosto deciso a non entrare: 'sti cazzi del bere e del rumore, tanto se resto fuori li becco tutti uguale.
E in effetti c'era un boato di gente fuori: arrivo, saluto, vengo salutato, combatto con me stesso sul se darmi un tono o fottermene allegramente - e grazie a dio vince la seconda.
C'è una chiazza di sbratto vicino al muro, e uno dei ragazzi di produzione - proprio il classico ritratto del bravo ragazzo educato, e anche un po' presuntuoso - appoggiato al muro con lo sguardo estraneo da sé, come se guardasse la Madonna senza capire chi lei sia. Dopo ho saputo che il rigurgito era suo, ma a priori sarà da me perculato a morte al suo rientro dalle vacanze! ^_^
Comunque, ce n'era più di uno decisamente alticcio. E fuori girava una boccia di buon Carrettiere.
La cosa più bella è stato un dialogo tra Pablito e una ragazza di fotografia di cui al momento mi sfugge il nome: lei si lamentava di una giornata, quella di giovedì, passata tutto il tempo a lavorare, poi la sera a casa sua c'era una festa che aveva giocoforza dovuto accettare e durante la quale aveva passato il tempo a reggere la testa dei vomitanti - ovunque in giro per casa. Tra l'altro, di 8 anni più piccoli, visto che lei ne ha 28 (considerata un'aggravante per quel che riguarda sia la capacità di reggere l'alcol che per quel che riguarda le sue scarse possibilità di divertimento). Tutto questo per alzarsi il giorno dopo presto a tornare al lavoro, per poi, al rientro a casa, essere accusata dai coinquilini di 'scarsa collaborazione' alle pulizie.
No dico, faceva lei, non volevo la festa e ve l'ho fatta fare. Ho passato il tempo a pulire gli sbratti. Ho delle giornate di merda e voi mi cazziate pure???
Non so da dove mi sia venuta:

"Ma di che ti preoccupi? Lo diceva pure Dante 'non ti curar di lor ma guarda e passa'... Se loro hanno una testa piccola così, il problema mica è tuo. Perché farti il sangue amaro?"
"Ma che cazzo" - risponde - "sono i miei coinquilini! Sono andata a vivere da sola..." - e aggiunge qualcosa sul vivere con la famiglia, che ora non ricordo bene.
"E perché, in famiglia non era lo stesso?" - ribatto, angelico. E mi godo lo spettacolo delle sinapsi che scattano e della sua espressione interdetta.
"Ottimo argomento!" - afferma Pablito, e mi godo soddisfatto il successo.

Irene, seduta col ragazzo - lui veramente brillo - mi chiede a bruciapelo una barzelletta sconcia. Mi prende in contropiede. Davvero non me ne viene in mente nessuna, e sì che ne so.
Alla fine, racconto quella del bordello coi due "lo famo strano" e il passante.
Lei ridacchia - e ringrazio l'alcol che ha bevuto, perché l'ho raccontata malissimo - lui proprio si vede che sorride e non afferra, mentre ripete a bassa voce l'ultima parola, cercando di capire.

Dopo aver cincischiato ancora un po' fuori, Pablito mi convince ad entrare. Ero un po' preoccuopato perché i tizi all'ingresso avevano la lista degli invitati e io non avevo confermato; e siccome avevano tutta l'aria degli stronzi... Ma Pablito mi fa passare come "+1" dopo il suo nome.
Dentro, 8 euro con consumazione - prenderò un vodka lemon che mi durerà per la serata - e poi 3 euro di guardaroba per mollare la giacca.
Tra la cassa e il guardaroba, tre tizi sconosciuti mi mettono in mezzo scambiandomi, davvero o apposta, per qualcun altro: mi accerchiano, mi sciacciano tutti entusiasti e parzialmente bevuti, e alla fine uno di loro insiste pure a chiedermi com'è andato l'esame di statistica.
Vorrei cordialmente ucciderli.
Del tipo scusi-permesso-coltellata-c'era prima lei.
Sarebbe abbastanza per farmi prendere a male la serata, ma dalla mia c'è il vantaggio di non avere scientemente aspettative, a parte quella di farmi due chiacchiere se possibile.
Dentro, è impossibile.
La musica - di merda - è elettro-bombapesante-noise-swaap-accennodibranofamosodeturpatodalsequencer-friiz-bzooow sparata a volume allucinante. E dopo un po' scopro il criminale chi è, sempre il solito diplomato in regia del centro - con cui ho anche fatto uno dei miei corti migliori - ma che dal punto di vista musicale dista da me quanto il mio culo da Betelgeuse.
Quindi la chiacchiera, dentro, si riduce a commenti brevi urlati all'orecchio.
Ma c'è subito una nota positiva: c'è Tambu, amico e studente di regia, perennemente single per sfiga, direi, visto che ha un carattere dolcissimo. Certo, non è un Adone, ma ha il suo perché. E' un po' che cerco di presentarlo a Momo - non tanto per fare la mezzana, quanto perché gli piacerebbe sicuramente come persona. E poi c'è Valeria, Yael, Alessia, Mauro... insomma, la compagnia è buona.
Pablito e Andrea me li perdo quasi subito; invece becco Trotti e Trotti: la prima mi fa un sacco di feste, la seconda conferma di possedere ancora il più bel culo su cui abbia mai posato gli occhi. Un culo che, quando lei cammina, non parla: scrive encicliche.
E in quattro e quattr'otto, finisce che ballo pure.
Sapete com'è, quando non hai un cazzo da fare e c'è la musica - per quanto brutta...

E capita persino il momento del cerchio in cui si viene tirati a turno al centro - grazie a dio su di una tripletta di Fatboy Slim non remixato - e faccio i miei due passi senza nemmeno accusare troppo il fiatone.
E poi, le feste che mi fa Valentina la rossa che corre a buttarmi le braccia al collo, e non solo lei, che fa dire a qualcun'altra dietro di me (non ricordo chi fosse)
"Però. E' bello essere accolto così!"
"Bellissimo!" - rispondo sorridendo voltandomi un momento.
E in fondo, ma anche in superficie, sono contentissimo che mi vogliano bene. Magari non declinato al meglio, ma mi vogliono bene. ^_-

Insomma, alla fine mi diverto.
Nonostante la musica, l'orario, il costo, l'alcol, il ballo, mi diverto e non mi sento male.
E quando ci buttano fuori, ci buttano fuori. Carlo mi chiede di riportare a casa Valentina - un'altra ancora - e Antonio mi chiede uno strappo. Antonio prima o poi ruberà il posto a Ghezzi, lo so; se non si metterà a produrre cinema sperimentale di contenuto.
A me non andrebbe ancora di tornare a casa. Si staziona fuori, la gente è ormai poca, ci intimano di non far caciara.
Martina la bionda se n'è già andata, e un po' mi maledico chiedendomi perché non ci provo con un amore come lei - che tra l'altro mi fece un bel po' di fotografie che non mi ha mai fatto vedere - e che era anche il direttore della fotografia del penultimo corto (o l'ultimo?) che ho fatto.
Su Alessia, più o meno dovrei metterci una croce sopra, con rimpianto; mentre Ilaria, chiacchierandoci assieme a un altro, ha rivelato di trovarsi sentimentalmente libera. Persino Valentina la rossa sembra avere un mezzo qualcosa con Francesco, che è un amico e quindi piedi di piombo.
Insomma, tonnellate di donne e, sì. Come mi aspettavo ho corazzato la testata della macchina.

Riaccompagno a casa prima Antonio (Pigneto), poi Valentina (Subaugusta).
E lei mi sorprende. Mi chiede come va a teatro. Io non ricordavo di averglielo detto.
La chiacchierata è piacevole, resto a guardare che entri nel cancello senza pericolo. Una sana abitudine che ho preso e che mi fa sentire galante.
Poi torno tranquillo a casa, alle 4 e tre quarti.

Il giorno dopo mi sveglio alle 15.46, coll'urlo di quelli del piano superiore per il gol della Roma.
Mi ascolto a razzo il resto della partita, e già che ci sto controllo la posta e facebook.
Ho una richiesta di amicizia.
Valentina.


GrimFang

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