L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

martedì 3 luglio 2007

Ludika 1243 - VII edizione

Sono andato a trovare mio fratello in ospedale, ma vi dovrò pur dire almeno quattro cose su com'è andata a Viterbo!

^__^

Questa VII edizione non resterà forse negli annali della storia, ma è stata una bella edizione.
Quattro giorni, gonfia di gente - e di gnocca come sempre, manco a dirlo - ma anche una delle edizioni più faticose che ricordi.
Sarà il caldo, sarà la fatica, sarà il caffè...
Domenica, ultima giornata, ho proprio 'collassato' su un divanetto: un'oretta o mezzo di stato comatoso, ma proprio in coincidenza con la permanenza viterbese di Fabrizio.
Voglio dire, s'è accollato tutto il viaggio da solo (Ostia-Viterbo-Ostia) per portarmi un ghiacciolo e vedermi cinque minuti in uno stato che se ero uno zombi ero più lucido! ...posso solo sperare che si sia girato un po' la fiera e che gli sia piaciuta...
Grazie di cuore, quindi, Fab: della presenza come del ghiacciolo, senza il quale sarei andato davvero in coma! ^_^ Fammi sapere postando un commento che cosa hai fatto poi durante la mia 'assenza', cioè da quando sei arrivato.

Un po' m'è dispiaciuto che di tutti quelli invitati, come al solito, se ne sian presentati due.
La prossima volta metto i volantini sul tavolo e mi sto zitto...
Sara - l'inglese - è salita con Roxy, che era proprio un bel po' che non vedevo. Ioana e la Blond son salite per un momento, a vedere il nostro spettacolo, per poi ritornare giù a Roma: ma han dovuto aspettare qualcuno... morale della favola la Blond s'è andata ad abbioccare in macchina.
Il resto, basta.
Non s'è visto nessuno.
Dovrei tirarvi/gli le orecchie, ma considerato quante energie mi ha succhiato questa Ludika (sto accusando i postumi da più di tre giorni) non so effettivamente quanto spazio e tempo avrei avuto per filarmeli...

Per darvi l'idea: normalmente almeno un paio di volte alle pozze d'acqua sulfurea ci si va.
Quest'anno sono l'unico di tutta la cricca ad essermele fatte tutte e due: venerdì tutti assieme e sabato - dico, sabato! - eravamo io, Gatto (un altro Gatto, fa il giocoliere, non è l'ihgger) e le due Federica che fanno i trampoli... più un loro amico, che nemmeno s'è onfilato in vasca.
Eppure... dopo una notte passata a chiacchierare con entrambe e, beh, a massaggiare quella più carina... fino alle cinque di mattina, concludendo il tutto con cornetto e cappuccino... il giorno dopo stavo male.
Ma proprio male: domenica fin dalla mattina non capivo un cazzo, avevo fiacca, mal di schiena (!)... tant'è che appunto, poco dopo l'arrivo di Fab mi sono andato ad abbioccare.
Sarà perché in quattro giorni non son mai andato a dormire prima delle cinque?

Che poi, domenica mattina Vania era già partito.
Per Bali.
E noi, noi si doveva andare in scena la sera con "L'Amore degli Zanni", lo spettacolo di due anni fa; quello in cui io ho un sacco di battute, un ruolo da narratore, delle parti di acrobatica tipo 'salgosudiunascalaapiolimentredellepersonelafannogirarecomesefossiuncricetonellaruota' che se non vengono provate possono pure essere pericolose.
E infatti quasi all'inizio dello spettacolo mi son chiuso il dito tra due sbarre di legno (a sangue), perché nessuno s'era ricordato (me compreso) che certe cose andavano posizionate per lasciarmi lo spazio proprio per non farmi male...

E domenica era anche il giorno della battaglia campale.
E' ormai dalla II o III edizione che io faccio il portastendardo ghibellino... avendo poi la sera lo spettacolo per me più impegnativo - ed essendo in quello stato - quest'anno ne avrei fatto volentieri a meno.
Per chi non sa cosa sia la battaglia campale di cui parlo, si tratta del momento clou della manifestazione: dal primo pomeriggio tutti coloro che si sono segnati ricevono un vestito ed un'arma (se non ce l'hanno già) e poi partecipano alla sfilata 'storica' per le vie di Viterbo antica, fino a giungere a valle Faul, dove, proprio nel 1243, si svolse una battaglia tra i guelfi di Raniero Capocci, fedelissimi al papa, e le truppe ghibelline di Federico II di Hoenstaufen, l'Imperatore. In quell'anno lì vinsero i guelfi, ma in realtà di scontri guelfi/ghibellini e di assedi Viterbo ne ha visti molti, e nella gran parte vinsero i ghibellini. Proprio come nel computo delle varie edizioni di questa 'rievocazione storica'... ghibellini battono guelfi 4 a 3 (di cui una STRARUBATISSIMA... maledetti guelfi ladri e bari!).
Quest'anno, abbiamo perso. Ed ho fatto il portastendardo nonostante tutto.
Sì, è facile dire che abbiamo perso perché stavo male, ma non è che sia proprio proprio così. E' che i guelfi non andavano mai giù mentre i nostri sì, e quando mi son visto davanti una quindicina di guelfi che si riorganizzavano, mentre io ero rimasto con due sole guardie ghibelline... beh, ho preferito la carica suicida verso lo stendardo avversario. Almeno mi menano in pochi, mi son detto.
Sì, perché lo scopo della battaglia è la conquista dello stendardo avversario! Quindi, se io sono il portastendardo e i partecipanti son cento, equamente divisi (ma non capita mai, i guelfi son sempre di più! ^__-), vuol dire che per tutta la durata della battaglia io ho quarantanove persone che mi danno la caccia. Comprenderete perché preferissi esser menato da due invece che da quindici.
Quindi mi son andato a cercare la morte eroica e... m'ha detto male: Stefano, capo della guardia allo stendardo guelfo, che conosco bene, s'è fatto prendere la mano e, nonostante contassi i miei punti ad alta voce (a 5 colpi ricevuti si andava giù) me n'ha dati un paio di troppo, di cui l'ultimo una gran botta con il taglio della spada (chiaro che si tratta di spade finte... la sua era in lattice) in pieno sul muscolo teso del braccio che reggeva lo stendardo: la botta l'ho presa domenica alle 18, c'ho ancora il braccio giallo e dolorante.
Forse erano meglio i quindici pischelli.

Ad ogni modo, fare la battaglia e poi lo spettacolo non è stato un problema.
M'ero già un po' svegliato con il fatto che eran partiti per il corteo scordandosi lo stendardo ghibellino... son tornato io a riprenderlo, visto che ero rimasto indietro, e poi ho tagliato per le scorciatoie riuscendo ad arrivare in valle Faul in contemporanea all'esercito... Come se lo stendardo aspettasse me, ora che ci penso. ^__-
Psicomagia, psicomagia! =)P
E poi, il ritorno me lo son fatto molto lentamente, chiacchierando di storia con una bambina biondina, adorabile quanto curiosa, Arianna, che dopo avermi chiesto da cosa ero vestito mi fa
"Ma è vero che se vincevate voi ci prendevate tutte le nostre case?"
Ah!
Potenza dei proclami ad alta voce!
^_____^

La sera, durante lo spettacolo, mi vado ad accoccolare in un angolo di pubblico e... voilà, Arianna, esattamente come l'avevo lasciata cinque ore prima, con ancora su le orecchie finte da elfa. Mi fa
"Ma io ti conosco!"
^__^
So' soddisfazioni, ahò!

Quasi quanto quella accaduta la sera prima, sempre al nostro spettacolo...
Noi si è fatto tre spettacoli diversi in quattro giorni.
Al giovedì, "I segreti di Viterbo", lo spettacolo dell'anno scorso.
Venerdì e sabato, "I giullari della vita rotonda", quello di quest'anno, che abbiam fatto anche in Spagna.
E domenica, come vi dicevo, "L'amore degli Zanni", quello di due anni fa.

Se il venerdì m'era capitato, diciamo così, l'incidente di percorso, il sabato invece mi son proprio spaccato.
Per dire in due parole di venerdì, c'è una scena in cui io e gli altri siamo tutti fermi sul posto in posizione a uovo, viso rivolto verso terra, e ci si muove lentamente e di poco. Io sono quello che dice la battuta: una battuta lunga e detta lentamente. E' importante che la mia voce si senta, quindi non posso chiudermi a riccio in un angolo, devo un po' cercarmi il posto in cui 'crollare' rannicchiandomi a uovo: già, perché non si può sceglierlo più di tanto, visto che viene in parte 'scelto' da un'altra persona. Vabbè, fatto sta che venerdì mi rannicchio e mi sposto in un posto migliore con una capriola; mi sistemo, inspiro e...
...mi rendo conto che ho la faccia a un centimetro d'altezza sopra una lastra di pietra totalmente impregnata di piscio di cane.
L'odore di ammoniaca è devastante, e non posso nemmeno spostarmi perché oramai è troppo tardi, tutti si sono fermati, è il momento della mia battuta!
Con estrema sofferenza, mia e altrui (perché la battuta si è allungata anche all'inverosimile, visto che cercavo di trovare il modo di respirare), son riuscito a terminare il tutto, e finalmente a tirarmi su ed a potermi ossigenare!
Ah, il teatro di piazza! Che ti può capitare...
Il giorno dopo è toccato a Sara (Ludyka), ma su di un altro lastrone. ^__^

Ma il pezzo forte... ah, quello è capitato sabato.
Per farvelo capire meglio, però, vi devo dire che quest'anno Vania ha tenuto DUE laboratori di teatro medievale di piazza per Ludika: il nostro, Ludyka, al terzo anno di attività (in realtà il quarto, ma il primo non si conta) e quello con sede proprio a Viterbo, con ragazzi di lì, età media intorno ai sedici, credo, i Ludykantes.
I Ludykantes, da definizione di Vania che loro amano citare, sono "l'ultimo anello della catena alimentare dei giullari". Sono cioè i pivelli, i novellini, al loro debutto quest'anno. E, sebbene su qualche piccolo specifico campo abbiano addirittura qualcosa da insegnare (a noi), vivono un po' col nostro mito, perché è vedendo noi che gli è nata la voglia di partecipare ad un simile laboratorio teatrale.
Bene.
Sabato sera vado in scena, non mi ricordo il momento in particolare, quando in un momento praticamente di silenzio una dei Ludykantes grida a squarciagola, fortissimo

"Marco sei bellissimo!"

Non c'è nessuno di noi che si chiama Marco.
Gelo.
Tutti fermi.
Siccome l'ultimo ad aver parlato, quello che stava al centro della scena insomma, beh, ero io, credo di aver timidamente indicato me stesso.
Lei ha annuito vigorosamente. #^__^'#
Con un filo di voce ribatto "Ma io non mi chiamo Marco..." e subito (figurati!) tutti i miei compagni in coro

"Ma lui non si chiama Marco!"

Lei è diventata paonazza, mentre io, colto da ispirazione, concludevo

"Però a me chiamarmi Marco per questa sera mi sta benissimo!!!"

Risate generali.
Non so perché, ma io a lei più tardi la sera e il giorno dopo non l'ho mica vista... ^__^


Per il resto, gli spettacoli son andati bene se non benissimo.
A parte il primo, che uscito fuori una sorta di Frankenstein/patchwork perché nessuno - VANIA in testa - se lo ricordava bene, ed abbiamo abbiamo mischiato, tagliato, miscelato, giustapposto, anticipato, posticipato, inventato... talmente tanto che a) nessuno c'ha capito un cazzo, ma b) si son tutti divertiti perché era impossibile ricollegarlo a quello dell'anno scorso! ^_^
Ci son state scene rimesse a forza dopo che erano saltate, anticipi di trama, salti spaziotemporali della trama, pujacche completamente inventate, pezzi lanciati a caso... ci siam divertiti, però!
E niente panico!
A me, che di solito mi prende il coccolone pre-andata in scena, m'è salito un po' di nervosismo solo la domenica.
Ma, capirete, dopo una giornata passata con due di pressione e la presenza intellettiva di un criceto narcotizzato... senza contare che non c'era Vania!
No, perché lui è partito domenica mattina per Bali, dove con Ygramul son andati a studiare il teatro balinese ed a compiere azioni di disturbo/sensibilizzazione sul tema della pedofilia... e la stragrande maggioranza delle donne del gruppo Ludyka è un po' preoccupata... Lalla ha continuato a chiamare Vania per un paio di giorni dopo che se n'era andato.
Anche perché gli abbiam fatto un paio di regali: beh, il primo erano gli arretrati di molte mensilità del laboratorio mai pagate. Avere soldi è sempre schifosamente utile.
Ma gli altri due erano una scatola di regali da regalare (volendo) a sua volta a chi avesse incontrato lì, a sua discrezione, ed una scatola con su Il Piccolo Principe, da aprirsi e 'pescare' in caso di emergenza. Si tratta di una scatola che contiene tutti biglietti scritti da noi con delle frasi/consigli da pescare a casaccio in caso di emergenza.
Tipo: t'hanno arrestato, messo in carcere e sodomizzato?
Apri la scatola, ne peschi uno e leggi, che so, "Vai a destra".
Io trovo che sia spassoso.
^__^

Ad ogni modo, il sostituto di Vania è stato Gabrivania Casteltacchi; grazie al cielo non ero io.
E se l'è anche cavata: era possibile che, essendo uno di noi, degli attori del gruppo, fosse assai più facile metterlo in discussione, contestarne l'autorità.
Qualche borbottìo a parte, non è stato così.
L'unica, forse, è stato che nell'abituale riunione POST-spettacolo praticamente nessuno se l'è filato. Come autorità coordinatrice, almeno.
E non se l'è cavata male nemmeno con gli interventi di 'supporto' quando c'era da 'salvare' un po' la situazione (grazie al cielo non l'ha fatto sul mio inizio lento - che quelli sotto al telone dove si schiattava dal caldo m'avrebbero fatto volentieri la pelle! - dove mi son preso il gusto di provare un ingresso in scena diverso dal solito), né col coordinare la musica dei musici coi momenti giusti dello spettacolo.
Ah, sì, perché per due tre giorni abbiamo avuto anche la musica di accompagnamento da parte di un ensemble di tutto rispetto! ^__^
I quali tra l'altro ci han chiesto di andar su in Val d'Aosta il 4 agosto, che c'è una specie di festival... =)P
Io prendo le ferie proprio il 4, ma non avendo capacità giocolaresche a parte un pizzico di spericolatezza acrobatica e qualche dote d'attore, non credo di salire. Quest'anno il rimborso spese che garantiscono è talmente esiguo che tocca mandar su i migliori.
E se c'è da far fiamme, tocca che sale su Federichino...
Quando sputavano fuoco lui e Omar sembrava di vedere il manuale di D&D sulla distinzione tra i diversi soffi di drago: a raggio, a cono... ^__^


Quindi, volendo tirar le somme di questa Ludika, è stata bella e massacrante.
Al di là di qualsiasi evento ulteriore che mi ha pur spinto alla riflessione ed alla crescita attoriale e no, se c'è una lezione di cui s'è preso atto quest'anno è che bisogna riuscire a conciliare l'organizzare e il gestire la manifestazione con il godersela.
Noi, da un paio d'anni, non ce la godiamo più.
Sono distanti i tempi in cui il caravanserraglio elishiano si occupava, sì, in parte, di gestire i giochi e la piazza e di far anche qualche spettacolo la sera... Ora, il Laboratorio Ludyka s'è mangiato il tempo e lo spazio di Elish e non solo: quello delle pause, delle chiacchierate... delle partite di Elish come di quelle a Skullball, a Roverino, delle cacce al tesoro e dei live in generale, di tutte le attività organizzate che noi stessi magari abbiamo contribuito a organizzare, o a rendere possibili.
Non ce la godiamo più.
E quando le cose cominciano così, secondo me una manifestazione del genere muore. Schiacciata sotto il peso dello stress che induce.
Il teatro e le giullarate mi/ci divertono (credo), sì, ma forse non bastano. Non possono bastare o finiranno col trasformare Ludika in un festival di teatro. Come alla fin fine ha finito col proporre Federichino, quando ha proposto a Serenella di spargere la voce (ed aprire) agli artisti di strada. Per quanto la sua proposta fosse quella di chiamare gente motivata e soprattutto in tema, attratta dalla libertà di "far cappello" (cioè raccogliere le offerte nel berretto, come abbiam fatto anche noi per due sere), alla fine vuol dire possibile invasione delle strade e delle piazze non troppo vincolata ad un coordinamento e magari pure guerra al "far cappello" tra l'uno e l'altro, perché la gente mica può svuotarsi continuamente di spicci!
E addio atmosfera familiare di questa festa...

Così, alla fin fine, lo stand di Elish quest'anno ha praticamente solo rubato spazio alla piazza, ad un altro stand che avrebbe potuto essere posizionato lì.
E noi continuiamo a portarci comunque appresso l'iradiddio di materiale.
Voglio salutarvi dunque così, con l'inizio dell'odissea.

Teatro Ygramul, mercoledì 27 giugno pomeriggio.
Arrivo, e di fronte a me si staglia una parete (non sto scherzando!) di roba lasciata da Vania, da portare a Viterbo.
Siamo tre macchine e cinque persone. Qualcosa non quadra: tutta quella roba non c'entra!
Cerco di studiare una sistemazione razionale per dare una soluzione al problema, mentre Fefé (Federicone) la prende al suo solito modo
"Vabbè, la sistemiamo, c'entrerà, vedrai, che sarà mai..."
Detesto questo approccio facilone.
Detesto anche di più quando ha ragione.
Detesto ma proprprio detesto quando ha smaccatamente ragione.
Trovo insopportabile quando non solo ha smaccatamente ragione, ma quando mi dimostra per l'ennesima volta che ho sempre torto riguardo al caricare le macchine con le cose di teatro o di Elish (esiste una sorta di assurda legge della compressione della fuffa: "se serve ad Elish che essa sia trasportata, entrerà") o peggio - come in questo caso - quando dimostra che sono un miracolo d'imbecillità.
Già, perché erano mesi che non mi si apriva il portellone del bagagliaio e... beh, a quanto pare m'ero semplicemente scordato come si fa ad aprirlo.
-__-'
Quell'uomo comunque a forza di stare in Irlanda deve avere del quadrifoglio che gli cresce sul culo... ^__^

Vi spiego: immaginatevi due scatole di cartone enormi, tanto da essere ribattezzate 'le torri'. Immaginate Federico che riesce ad infilarne una DI SBIECO nel mio portabagagli vuoto.
CHIUNQUE avrebbe detto che stava stupidamente sprecando spazio!!!
E invece, una busta di qui, una scatola di là, una spintina, un calcio per smussare un angolo... il maledetto è riuscito a far entrare tutto, e da qualche parte avanzava persino spazio!!! 0__o

Persino 'il nano', un pupazzo di juta e tubi semirigidi di plastica, di quelli da hula hoop, che è ingombrante un casino, ha trovato sistemazione nella mia auto, al posto del passeggero...
Solo sul GRA, al momento d'imboccare lo svincolo per la Cassia Bis, mi sono accorto che mi ostruiva completamente la visuale!
^__^
Ma la cosa in assoluto più divertente del viaggio, è stato il traffico sul GRA.
Mi spizzo una tipa carina ferma due file di distanza da me, in macchina col ragazzo, e lei spizza verso di me.
Sposta la testa avanti, ma il ragazzo accelera, allora la sposta indietro, per vedere bene... non capisce. Ma quando ha ben libera la visuale...
Siamo sbottati a ridere insieme, a crepapelle. Lei a vedermi con la macchina in quello stato, io a immaginare lei come mi vedeva.
E quando un paio di minuti più tardi (dopo esser stati separati da un camion) ci siam trovati finestrino/finestrino, abbiam ripreso a ridere più di prima.
E così con la macchina con le due more...
E così con la macchina della biondina...
E così....
^____-


GrimFang

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