L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

martedì 10 luglio 2007

Nel frattempo

Prima o poi dovevo ritornare a raccontarvi di Granada.

Nel frattempo, imbelli presidenti americani credono di godersi abbracci di folla in Albania e invece si fanno inculare l'orologio, generando finalmente così quella sorta di umana simpatia e fratellanza tra il popolo italiano (in particolare napoletano) e quello albanese... Nel frattempo, uomini cui puzzano i piedi in maniera - non mi viene un termine adatto per dirlo - provocano irruzioni della polizia tedesca convinta di trovare un cadavere... Nel frattempo, a Pescara si è chiusa iLudiamoci, dove mi son divertito come un picchio, ho conosciuto Angelo Porazzi e ho subito comprato il suo gioco "Love Pigs" grazie al quale ho scoperto molte compatibilità con Arianna, mi son fatto fare un grandioso massaggio da Lyra, e mi son perso nel decolleté di Crizia (ma anche sul volto adornato da un piccolo piercing che sembrava un neo)... Nel frattempo, un romeno sotto cocaina ha fatto inversione a U sull'Olimpica in mezzo a Villa Pamphili prendendo in pieno un albero e facendo volare un motociclista quarantenne contro un palo, spezzandolo letteralmente in tre; e tutto questo è avvenuto praticamente dietro casa mia... Nel frattempo fra tre giorni Corinna si laurea... Nel frattempo i ragazzi di recitazione qui han fatto una prova aperta adesso adesso, da "La signorina Julie" di Strindberg.

Nel frattempo tutto scorre.

Sto cercando disperatamente di riprendere il romanzo, ma arrivo a casa sempre troppo stanco.
Sto informandomi pian piano per produrre il cd dell'Anonima Armonisti, che è stata in concerto venerdì scorso.
Sto cercando di ultimare quelle due minchiate che mancano e fare il playtesting di Arkipélagon, e di lavorare invece su Escondida.
Ho mandato un testo musicale ("L'Alchimista") a Filippo Gatti, ex voce degli Elettrojoyce e adesso in proprio.
E ho un bordello di altre cose da fare, da D.N.H. a stirare i panni, a mettere a posto la stanza.

Ma devo ancora rccontarvi almeno un paio di cose di Granada.
Ad esempio, devo parlarvi dello spettacolo a El Apeadero.
In calle Ave Maria n. 2, a Granada, c'è il teatro El Apeadero. Messo su da una compagnia che voleva far teatro, all'interno di un ex-garage. Ricorda qualcosa, no? ^__-
Riguardo al civico, me lo ricordo bene perché il giorno dopo a Granada arrivò anche Federicone (Fefé), e - visto che era il giorno in cui lì avrebbero fatto lo spettacolo i gruppi Yogurt e Saltymbanco, mentre noi avremmo fatto parata pubblicitaria in giro - lui coniò per l'occasione una canzoncina, sulla musica delle nostre 'Osterie':

"A la calle Ave Mariaaaaaa
'ndo se toma la sangriaaaaaa"

^__^
Comprenderete che, visto il mix romanespagnolo, che io me la ricordi! =)P
Bene, dopo la gran parata che vi ho raccontato l'ultima volta, siamo finiti in quel teatro. Lì, ci attendeva la visione collettiva del loro spettacolo - ovviamente in spagnolo - che, a quanto mi avrebbero spiegato a posteriori altri che c'avevano capito di più, riguardava gli sforzi, le emozioni e le pulsioni che avevano avuto nel metter su proprio El Apeadero.
Visto che avevo un piede in fuorigioco ed ero alla ricerca di un posto dove collassare e santìare a mezza voce (perché proprio non riuscivo a farlo in silenzio), io ero sdraiato davanti alle poltrone, assieme ad altri di Ludyka. Sicuramente avevo a destra Sara. E - la scelta non era stata fatta a caso - dietro la schiena avevo la sedia di qualche yogurtina (e che c'ho scritto 'fesso' sul davanti? ^__^), credo Cristina.
In scena (niente palco, come a Ygramul) davanti a noi, un attaccapanni e una panca contro il muro con su gli attori: quattro ragazze e un ragazzo. Sorridenti e in paziente attesa.
La ragazza, moretta, con le frezze grigie, che avevamo conosciuto fuori poco prima - e che sembrava la coordinatrice di tutto, un po' il Vania della situazione e con il tipico fascino di alcune delle sue ex (occhi intelligenti, capelli scuri, occhi nocciola, magra, look 'sinistrorso'... davo un po' per scontato che facesse breccia sul nostro regista) - era sulla panca. Accanto a lei una roscia bella ceciona, una bionda che non ricordo troppo bene ma sul tipo tedesca, una mora dallo sguardo allegro e pazzo al tempo stesso (una piperina, insomma) e lui: magro, volto simpatico, aria furbetta.
Frezze grigie ha cominciato lo spettacolo, con una introduzione, una spiegazione narrata e recitata dello spettacolo, durante la quale ha anche tirato fuori il cellulare ordinando delle pizze. Per me, che non capivo molto, era difficile afferrare il senso di quella scena e dell'argomento dello spettacolo - che, come vi ho detto, mi sarebbe stato spiegato dopo.
Però, quella scena in particolare l'avrei capita verso la fine dello spettacolo: siamo lì, che guardiamo l'evolversi della situazione quando, dal corridoio che porta al foyer (tiè, quanto sono fine! ^_^) emerge un tizio con il giubbotto catarifrangente arancione, il casco in testa e cinque pizze in mano.
L'avevano ordinata sul serio!!!
Il tizio è rimasto totalmente interdetto: credeva che stessero facendo delle prove, ma quando è arrivato a bordo sala, ha scoperto che c'erano minimo sessanta persone, e TUTTE con lo sguardo fisso su di lui!
C'è rimasto di merda, ovviamente, anche perché frezza grigia - parlava proprio lei in quel momento - s'è interrotta e lo ha pubblicamente ringraziato, andando a prendere le pizze, poi saldando il conto, chiedendo gli spicci agli altri e infine invitandolo a rimanere in sala a godersi la fine dello spettacolo.
Che è pure un gesto carino. ^__^
Il ragazzotto, a metà arrossito e a metà gongolante per la storia che avrebbe potuto raccontare da lì a breve, ha cortesemente declinato adducendo il lavoro come scusa e si è defilato.
A pensarci adesso, è stato proprio un bel modo di narrare come loro siano andati avanti a pizza nel tirar su il teatro.
Peccato che poi si siano messi a mangiare davanti a noi, che eravamo digiuni dal pomeriggio! ^__^

Tornando indietro, lo spettacolo comincia e mette in scena un'intervista esilarante - in perfetto stile televisivo - tra il ragazzo e la bionda, durante la quale lui ogni tanto si alza, fa "Ahora!" ammiccando al pubblico (ammiccava di continuo) e salta col corpo perfettamente a squadra, toccandosi le punte dei piedi con le mani. Così, a buffo.
Matti, matti come cavalli.
Lo avremmo capito di lì a poco, quando, come ipotizzato in seguito, hanno mostrato la parte relativa alle "reciproche attrazioni scattate tra di loro durante la costruzione del teatro".

Sono tutti seduti sulla panca.
Lui è all'estrema sinistra, seguono le altre. C'è una musica di sfondo.
Improvvisamente, cominciano a diventare languidi, a strusciarsi, a guardarsi infoiati e... a toccarsi.
Vi ho detto che il maschio era a un'estremità, quindi...
...c'erano quattro donne che limonavano tra di loro, palpandosi le tette, infilandosi le mani tra le gambe, una con l'altra.

Temperatura improvvisa della sala: 8 milioni di gradi Fahrenheit.
La mia fantasia sessuale preferita è una qualsiasi forma geometrica dal triangolo in su con me come unico maschio. Quindi...
Non capisco più un c... di niente. I miei ormoni ululanti sguazzano per tutta la sala, mentre io con uno sforzo stoico cerco quantomeno di metterli in ordine, visto che è evidente che non li posso fermare.
E sul più bello, proprio mentre cerco un modo di far defluire il sangue dal mio cervello per evitare epistassi (sangue dal naso) come il Maestro Muten, si alzano pian piano verso la panca e vengono verso di noi.
Lo sguardo che hanno non lascia adito a dubbi: è pura lussuria.
I loro occhi percorrono i nostri volti alla chiara ricerca della preda.
La rossa ceciona è al centro, forse troppo distante da me (è stato il mio primo pensiero) e io...

...io stavo dalla parte del maschio, porca puttana!!!
^_______^

Grazie al cielo punta Sara - ecco perché ricordo bene che era vicino a me! ^_^ - la quale, però, è letteralmente terrorizzata. Il simpaticone, quindi, dopo esserle arrivato a circa dieci centimetri sventolando la lingua come un biglietto da visita, ha la geniale trovata di girarsi verso di me.
Credo anche che Sara, nel suo deliquio, gli abbia anche detto qualcosa tipo "và da lui, và da lui!" indicando me, ma col passare del tempo non posso più esserne tanto sicuro.
A questo punto, devo scoattarmela.
Il primo pensiero dopo il panico iniziale è che se il suo gioco è quello di provocare, anche in maniera pesante, se io mi ritraggo sono condannato. Se non me lo cago, ho qualche chance.
Sudore freddo, ma massimo controllo.
Se fossi stato un pneumatico, sarei stato vincente anche in condizioni di pioggia. ^___^
Il tipo si avvicina con la lingua di fuori, io sorrido e non mi scosto di un millimetro, e lui torna a tormentare Sara. Matematico.
Il teatro è così: anche nel nostro laboratorio, quando si tratta di affrontare o coinvolgere la gente nello spettacolo ci sono delle regole e dei meccanismi da applicare. Io ho avuto abbastanza lucidità e me lo sono ricordato.
Sara no.
...ma poi lui non ne ha approfittato.

Ritornati ai loro posti, lo spettacolo continua e alcuni - solo alcuni - sono invitati a unirsi a loro.
Sette, per la precisione.
Nel frattempo, una di loro (la mora pazza) va a preparare la stanza in cui entreranno. Si tratta di una porta verso il fondo della scena, forse un ingresso alle quinte, che ci viene spiegato essere il luogo più importante di tutto il teatro. E questo luogo, con tutto quello che contiene, verrà mostrato solo a quei sette.
Intimamente, desidero che la rosciona dalle belle bocce venga a scegliere me, maalla fine molti vengono presi dal pubblico (perché c'era pubblico oltre a noi 45!) e solo due dei nostri, Ester (Saltymbanco) e Alessio (Yogurt e Ludyka), vengono presi.

Ora tenete a mente questo: Ester è al primo anno di teatro con Vania, sta ancora al liceo, è una mia giocatrice di ruolo, ed è una tipa allegra, un po' spigliata e all'apparenza molto acqua e sapone. Alessio è decisamente timido, balbetta un poco, è molto rigido nei movimenti, è un tipo da collettivo politico di sinistra, è impacciato e un po' introverso e... insomma... il perché è un grande lo capirete poi.
I sette fanno una passeggiata tipo trenino delle feste lungo la scena e poi s'infilano nella porta dalla quale la mora pazza NON riemerge. In scena restano dunque in quattro: lui, la frezze grigie, la rosciona e la tedesca.

Io ero convinto che entrare in quella stanza fosse assistere a uno spettacolo esclusivo. Sinceramente. E forse era realmente così, ma fatto sta che appena si chiude la porta alle loro spalle, tutti quelli rimasti in scena si spogliano e restano in mutande.
Tutte bocce al vento.
Io così. A bocca aperta.
Esattamente il contrario di quello che pensavo.
E la rosciona era fuori!!! ^_^
Parte una musica quasi industrial, le luci si fanno blu elettrico e scende la penombra comunque rotta da lampi di luce costanti e, mentre la moretta rimasta legge a torso nudo una serie di proclami gli altri raccolgono una serie di strumenti tipo trapani Black&Decker e roba simile e cominciano una danza sul posto pure pericolosetta, visto che - ad esempio - la bionda fa girare vorticosamente sulla sua testa un punzonatore da più di un kilo tenendolo per il filo come se fosse un lazo.
Comunque, una scena potente. Sudando come addannati, puro sforzo fisico, pura materia. Tette al vento, era un momento quasi animale, bellissimo da vedere.
Talmente tanto riuscito, a mio giudizio, che a differenza del precedente stato di "onda anomala ormonale", stavolta sento che quello che vedo è teatro, buon teatro. E mi eccito un po' meno.
Però decido che la rosciona è una con cui ci dovrei provare! ^_-
Passa questa sudata collettiva su di una bella musica, frezze grigie ha finito di leggere quelli che non erano proclami ma pagine di diario relative al bucio di culo che si son fatti a tirar su la sala, a fare gli impianti, a mettere in funzione gli scarichi, e alla fine si rivestono.
Appena rivestiti si sente un grido collettivo dalla stanzetta e poi la porta si apre e i sette escono in fila indiana come sono entrati, ma stavolta ballando.
Come dite?
Cosa c'era nella stanza?

Quella stanza l'avremmo conosciuta il giorno dopo, quando sarebbe toccato a Yogurt e Saltymbanco andare in scena.
Dentro c'era uno stanzino/attrezzeria, due cessi con le porte a soffietto - di cui uno fuori uso - e un piccolo camerino. Niente di speciale.
Tranne quello che c'era quella sera, quando ci sono entrato Ester e Alessio.
Ovvero la porta a soffietto del cesso funzionate completamente spalancata e dentro la mora pazza completamente nuda che pisciava. E che li ha intrattenuti con un discorso sulla naturalezza delle cose e dei gesti eccetera eccetera.
Ora capite perché - pur conscio di sbagliare e generalizzare - per identificarla dico 'pazza'. ^__^
E adesso capirete perché Alessio è un grande: poteva chiudersi, sentirsi offeso, deriso, incazzarsi. Al posto suo tonnellate di gente l'avrebbero fatto.
Invece se l'è scialata.
E' uscito tutto contento, come se fosse clamorosamente tutto normale.
Il bello del teatro! ^__^
Ester invece, un po' ha accusato.

Insomma, alla fine lo spettacolo è andato a chiudere. Mentre la pazza faceva la malta in scena e le altre mimavano altri lavori, il tipo leggeva tutta una serie di regolamentazioni cavillose del municipio di Granada sul teatro e i finanziamenti eccetera, in cui la morale della favola più o meno era "se fate un sacco di soldi con gli spettacoli e di conseguenza investite parecchio, noi del comune vi diamo il culo e siete i benvenuti; altrimenti attaccatevi al cazzo".
Poi è arrivato quello delle pizze e loro si son messi a mangiare in scena - la mora con tutte le mani impastate di malta.
Fine dello spettacolo.

Il giorno dopo ci saremmo andati per due nostri spettacoli, e ci saremmo aspettati che, per questa sorta di scambio di teatro, ci fossero anche quelli che avevamo visto la sera prima. Non è stato così.
C'erano solo frezze grigie e la regista. Non c'era nemmeno la rosciona, sigh.
Senza contare che noi, per il loro spettacolo, abbiam comunque pagato un simbolico biglietto. Certo, saremo stati 45 sfiatati che puzzavano come mufloni, una manica di sciamannati stragonfi di sudore e dalle ascelle pezzate, ma almeno io me lo sarei aspettato uno scambio di cortesia.
Non potevano essere più lontani da quella che invece sarebbe stata la gioia di conoscere i ragazzi del 5° Espiral...
Ma questa è un'altra storia.


GrimFang

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