L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 20 febbraio 2008

Un weekend in piacevole compagnia

Quante cose da raccontare, ragazzi!!!
Vengo adesso dalla rubiconda ragazza di Save The Children - che stanno infestando in questi giorni la metropolitana di Roma manco fossero un'epidemia - che vedendomi salir le scale ha timidamente accennato un 'ciao ciao' con la manina per cogliere la mia attenzione: è stata simpatica e dolce, ma non avevo proprio tempo, devo correre a laboratorio teatrale. Non so neanche se questo post riuscirò a finirlo adesso o stanotte, visto che in ufficio - ultimamente - non se ne parla proprio.

Quante cose, sono proprio gonfio di novità!
Non so da dove partire, ma devo vincere la tentazione di spararle a raffica. Tanto per cominciare, en passant, un'informazione per presa d'atto: ho mandato un soggetto che mi girava da un po' nella testa a un mio amico che vuol fare il regista, Nicola.
E' davvero un amico, perché era uno di quei famosi cinque che il 17 gennaio di due anni fa era a Villa Pamphili per la mia festa!
L'altro lato rimarchevole è che ho deciso di lavorarci in due su quel soggetto, assieme a lui, e che in esso viene citato un episodio realmente accaduto (e un po' l'intero cortometraggio lo è - ispirato - alla mia esperienza di vita) tra me e il Digia.
Ancora, proprio l'altra sera ho deciso una volta per tutte che solo un imbecille quale io sono possa, avendo IL più famoso sceneggiatore vivente in Italia come parente acquisito, evitare accuratamente di fargli leggere qualcosa di mio. Ha passato di molto gli ottanta e non mi pare il caso d'indugiare oltre. Così, cogliendo al balzo l'ipotesi ventilata (solo ventilata) di farlo venire a parlare di sceneggiatura al teatro Ygramul per un laboratorio/workshop gratuito che abbiam messo in piedi con la cricca di Elish (ve ne parlo più sotto), non solo vedrò se invitarlo a partecipare, ma in ogni caso gli farò leggere qualcuno dei miei racconti e, forse, soggetti o, ancora più in forse, l'unica sceneggiatura propriamente detta che abbia scritto.
Quindi, fine dell'imbecillità.

Adesso, facciamo un flashback bello grosso e torniamo alla motivazione del titolo.
Volevo rispondere al commento di Lyra con un altro commento, poi mi sono accorto che invece avrei scritto un post sullo stesso argomento... Infatti è stato proprio come dice lei: un weekend nella piacevole compagnia di me stesso.
L'evento cui mi riferisco è il weekend che ho passato a Ovindoli, in Abruzzo, a casa mia. Ce l'ho dal 1975, quando son nato, ed è una meraviglia: tre piani più la cantina, cui si accede con una botola nel pavimento, grande e tutta rustica. Fantastica, invidiatissima. Caretta Caretta, che è il nick di Simona, mi chiama 'maritino' da anni pur di millantare crediti sulla proprietà: io nego, ma la chiamo 'mogliettina' invocando la separazione dei beni. ^__^
Questo per dire quanto sia figa!
...la casa.
...beh, pure Simona non scherza. ^__- E' un bel tipo!
Ma torniamo a noi e al luogo di questa gita. Recentemente - parlo di un paio di mesi fa - mi è stato fatto pesare da Erika di non averla mai invitata su. Trattandosi di pura verità, e domandandomi come mai in effetti fosse trascorso così tanto tempo dall'ultima volta che ci avevo invitato qualcuno, ho provato a rimediare. Ma quel weekend lei lavorava. Così, quando è saltato fuori di farsi un weekend a sciare, mi è subito venuto in mente che si poteva andare da me; così ho esposto la proposta ed ho manovrato per farla conciliare col compleanno di Vania, che è stato l'11 febbraio.
Data nella quale io mi sono presentato a teatro come da accordi via email con gli altri, ed ho scoperto di essere solo perché tutti erano stati avvisati con un'altra email o sms, e io che avevo il pc rotto senza connessione a casa me la son presa... Non da solo, almeno. Ci son cascati anche Esther e l'altro Enrico.
Quella sera poi, visto che ero lì, avevo provato a sentire Federica (compagna di teatro) e Donata (amica di montagna) che abitano in zona. Buca da entrambe, più o meno, e peccato perché mi avrebbe proprio fatto piacere farmi una chiacchierata per conoscere meglio Federica e per raccontare gli ultimi anni a Donata.
Vabbè, pace, ad ogni modo si era organizzato il weekend sulla neve per lo scorso fine settimana. Gabriele non trova niente di meglio da fare che scordarselo e mettere per tutti una bella riunione del laboratorio/workshop per il 17. Maledizioni che s'è preso a parte, viene comunque stabilito che a sciare ci si va solo il 17 e si torna in tempo per la riunione (che tra l'altro viene spostata dall'Ygramul al Baffo della Gioconda, e anticipata di mezz'ora: ovviamente Gabriele è stato l'unico ad arrivare con più di un'ora di ritardo). Quindi, martedì scorso si fa il punto della situazione. Federica si dispiace di non poter venire perché lei va a sciare il sabato, con gli amici.
A Ovindoli.

Ora: proprio quella sera - non so davvero come spiegarmi il fatto che IO (!!!!) non l'abbia notato prima - ero rimasto esterrefatto dalla scoperta che Federica ha un gran bel culo.
Su, su, non fate quelle facce: non solo Federica possiede l'indirizzo di questo blog, ma ho anche avuto modo di scoprire che certe cose, per quanto difettino nella forma, a una donna fanno piacere! In fondo anche a noi non dispiacerebbe sentirci dire che abbiamo un bel culo.
A me, anni fa, quando me l'hanno detto, mi ha fatto piacere! ^__^
Così, salto su, piglio le chiavi di casa dalla giacca e le faccio leggere 'Ovindoli'. Restiamo a parlare un po' e si rimane che forse ci si becca su sabato.
Ora, l'idea di beccarla con un gruppo di amici - per me perfetti sconosciuti - e di sentirmi a disagio non mi sconfinferava neanche un po'. Anche perché l'unico aspetto che mi blocca, con lei, è di sentirla ancora come appartenente a un mondo veramente distante dal mio. Non so che amici ha: e se mi ritrovo in mezzo a una manica di coatti? Certo, da quel che conosco di lei non credo frequenti quel tipo di gente. Ma non si sa mai...
Così, è capitato che quella sera sia rimasto a fare due chiacchiere (proprio due) con Vania. Un po' come facevamo un tempo. Così, oltre a scoprire un paio di forchettate di cazzi suoi - cosa che non capitava da molto - abbiamo parlato anche dei casi miei, di Federica e della decisione da prendere se andare in affitto dividendo un appartamento con Erika.
Già, perché c'è anche questa novità, Erika me l'ha chiesto un po' di tempo fa. Ed io poi son giunto a una decisione, ma ne parliamo poi.
Ad ogni modo, dopo la chiacchierata con Vania - ed avendo appurato durante la serata che del laboratorio di teatro nessuno sarebbe venuto a farsi il w.e. - ripigliavo il cammino un po' rinfrancato, e deciso in fondo a salire comunque in montagna. Nei giorni seguenti, allargavo ad altri amici (Deso, Digia, Maria...) l'ipotesi di salire con me, ma la declinavano tutti. Avrei scoperto mentre ero già in viaggio che il Deso, l'unico disposto a venire, quel messaggio non l'aveva letto. Pazienza, si è poi organizzato diversamente.
Venerdì mattina mi chiama Erika per sapere che ho deciso e, mentre parlavo con lei in ufficio, la mia nuova collega mi sente parlare di fine settimana a Ovindoli. Pazzesco: si scopre che ci va anche lei col ragazzo (ed è così che ho appreso che ne ha uno). Così, se salgo (ma oramai la decisione era presa e già ero d'accordo per far accendere i riscaldamenti), mi dico, posso beccare Federica e Francesca!

Sabato mattina mi sveglio presto (strano!) e parto, con assoluta tranquillità e la sensazione che nessuno mi corre appresso. Ed è con questa sensazione che ho fatto l'intero fine settimana. Vacanza. Puro stare nullafacente che mi ha rimesso in piedi da tutto lo stress accumulato in Videoteca in una settimana e mezza, grazie a Dio.
Preparato all'idea di un vento di tramontana freddo e tagliente, ma impreparato a com'era poi realmente (lacrimazione istantanea dopo cinque secondi, congelamento della mano per aver tenuto il telefonino per dieci), arrivo su, e la prima cosa che faccio è avvisare Federica che ci sono. Poche chiacchiere e capisco che no, non la vedrò in montagna: è a rimorchio degli amici e non gli va di imporgli programmi. Niente, sono messo da parte, peccato.
Mando un sms a Francesca (che avrebbe passato il w.e. anche lei lì), ma da come risponde capisco che la sera non ci saremmo visti - e il giorno dopo io andavo a sciare a Campo Felice... Pazienza anche lì.
Meglio, non ci tenevo troppo a incontrare il suo ragazzo.

Così, nonostante da Roma mi fossi portato il portatile (dopo averci caricato su anche un po' di film porno ^__-) e il faldone coi miei racconti ed i progetti di giochi da tavola da completare, sabato ho passato il pomeriggio a rilassarmi senza fare un cazzo, parcheggiato davanti alla televisione. Trattandosi di una scelta, non è capitato - come a volte capita - che abbia vissuto quel fancazzismo con un certo senso di colpa perché potevo fare altro: l'unica cosa che mi pesava, in effetti, era il pensiero che a una certa i negozi chiudevano, e se non volevo morire di fame mi toccava uscire al freddo e al gelo.
Così, con molto dispiacere, ho mollato "In fuga per tre" nel momento più bello (ma tanto lo so a memoria) e mi sono dato alla spesa.

Per cena invece, tanto per farmela andare di traverso, ho ascoltato la Gialappa's commentare la partita Juve-Roma. Vista la noia e l'umore scuro, dopo aver fatto un altro po' di zapping in tv, ho preso e sono uscito. Passeggiata delle undici e passa, per andarmi a prendere qualcosa al bar (che chiude più o meno a quell'ora quando ci sono i turisti), le sigarette in macchina e un po' d'aria.
Anche a quell'ora un vento della madonna, ovviamente.
Vento che ho provato a registrare, ottenendo come risultato il parziale congelamento della mano sinistra, impegnata a reggere il telefonino senza guanto. ^_^
Ragazzi, faceva così freddo che non sono riuscito ad articolarla bene per almeno cinque minuti, dopo averla infilata a fatica prima nel guanto e poi nella tasca.
Ho girato ancora, cercando almeno la compagnia di un cane randagio, come spesso faccio nelle mie passeggiate notturne ovindolesi, ma quando l'ho trovati dopo un minutino e mezzo di giochi e di coccole hanno deciso che era tardi e si sono dati lungo un pendio.

Così, quando la mattina dopo alle otto e mezza è suonata la sveglia per raggiungere gli altri di teatro per sciare a Campo Felice i pensieri che mi hanno attraversato la mente sono stati, in ordine sparso: ma chi me lo fa fare co' sto freddo; non ho neanche controllato se ho la tuta; mi devo affittare tutto; mi devo sciroppare tutta la strada fin lì e ritorno; devo chiudere casa; non posso andare dopo perché devo tornare a casa per chiudere tutto; ho un gomito che fa contatto col piede.
L'ultima argomentazione è stata definitiva.
Sms di scuse e torno a dormire!

La giornata l'ho passata a passeggiare, a prendere il sole al belvedere ed a svolgere tutte le piccole incombenze relative al chiudere una casa di montagna.
Quindi, ritorno a casa.
Viaggio estremamente piacevole, anche perché m'ero portato un po' di cassette che non sentivo da tempo: mi chiedo ancora come mai all'epoca non abbia mai fatto una partita di ruolo con colonna sonora degli Skyclad o dei Velvet Viper... ^__-
Al casello di Roma mi si affianca il pullman del Partito Democratico, di ritorno da Pescara dove Veltroni ha inaugurato la campagna elettorale.
Piccolo excursus politico: io sono di sinistra, progressista. Sono stato iscritto prima alla F.G.C.I., poi alla Sinistra Giovanile, poi ai Ds. Ho votato per Di Pietro un paio di volte e adesso aspetto di vedere come si comporta il PD prima di aderire. Ma in tutto questo, sono sempre stato un utopista anarchico di fondo! Strano, eh?
Ma in realtà molto meno di quanto potrebbe sembrare.
E poi dalle chiacchierate con Edo mi trovo concorde anche con alcuni punti dei radicali. Ma forse è più corretto dire che mi trovo concorde con Edo. ^__-
Ad ogni modo, quel che volevo dire è che è notizia recente che Berlusconi abbia detto "gli italiani non saranno così ingenui da votare la sinistra per la seconda volta".
Questo, a mio modo di vedere, significa tre cose:
1) se gli italiani sono stati così ingenui da votare lui due volte, allora vuoi vedere che abbiamo davvero qualche chance di vincere?
2) se questo è il miglior argomento politico che gli è venuto in mente di scegliere per iniziare la campagna elettorale, abbiamo serie possibilità di vincere.
3) infine: se se ne esce con una frase così, di certo non ostenta più quella sicumera che aveva dopo la caduta del governo. Questo significa solo una cosa: in meno di due settimane, Berlusconi è passato dal sentire la vittoria in tasca all'aver paura di perdere.
Adesso: io mi sto zitto per scaramanzia...
^___^

Tornando a noi, la giornata mi aveva talmente messo di buon umore che sorridevo così, senza motivo, per la sensazione di piena felicità che mi pervadeva. E mi spizzavo la vicina di macchina nella coda al casello.
Quindi, dovevo passare a prendere Erika alla stazione Tiburtina per andare poi insieme alla riunione.
E con Erika, con estrema tranquillità, ho affrontato il discorso sull'andare in affitto. Discorso che si è protratto poi nei giorni seguenti in modo forse un po ' più doloroso.

Il fatto è che, mentre ero in montagna, l'ipotesi dell'affitto congiunto si era trasformata in alcune chiare, semplici e ferme certezze. Roba rara, conoscendomi.
Semplicemente sentivo, e sento tuttora, che l'affitto/convivenza in due con lei non mi andava bene.
I motivi sono tanti, alcuni più chiari altri meno, ma tutti talmente limpidi nel loro insieme da rendere questa certezza una scelta tranquilla. Pur consapevole di andare un po' a ferire Erika, che su simili questioni è molto sensibile (anche perché sembra un rifiuto, ed i rifiuti son sempre duri da digerire), ho cercato con tono pacato ed i miei argomenti di farle capire perché io adesso come adesso senta il bisogno di condividere casa in tre.
Il primo, imprescindibile motivo, è quello di evitare, come qualcuno ha detto, le "dinamiche di coppia senza i vantaggi della coppia". Dividere la vita in due, adagiarsi/adeguarsi sui ritmi e le idiosincrasie dell'altro è uno svantaggio enorme - a mio giudizio - se non è poi nemmeno finalizzato all'idea di compiere un percorso di vita insieme. Ogni presenza estranea all'altro diventa immediatamente un'invasione, cosa che ovviamente non capita se si è in tre poiché ci si pone comunque in un'ottica diversa: per quanto si possa essere amici, in tre si è comunque un nucleo non assimilabile a una famiglia e questo comporta la piena coscienza, in ogni momento, del fatto che si condivide uno spazio, insieme, non una vita.
Sembra troppo filosofico/psicologico?
Ad Erika sì, a me assolutamente no.
Io esco da una situazione familiare, ed ho il dannato bisogno di sentirmi extra-famiglia, non di passare da un tetto all'altro, da un'ala materna a un'altra. So perfettamente che io mi adagierei su alcune cose di me che lei conosce e lascerebbe tranquillamente correre, e viceversa. Instaureremmo una vera e propria dinamica familiare. Ci conosciamo troppo bene. E dopo un paio di mesi la mia casa mi sembrerebbe una gabbia.
No, ho bisogno anche di un qualcuno/a, una terza persona, in grado d'incasinare e di rimettere in gioco tutti i meccanismi. Una persona che magari faccia un cazziatone quando serve, un'alterità in più con cui relazionarsi. Anche per fare in modo che, se a uno gli rode il culo e non vuole parlare, l'altro non si ritrovi improvvisamente solo/a. Se si è in tre, almeno si è sempre minimo in due a poter condividere la voglia di stare assieme.
Erika ha, ovviamente, più esperienza di vita in comune, anche se le sue sono state convivenze.
Ma ha anche un carattere un po' protagonista, ed è difficile che abbia voglia di condividere i suoi spazi con 'estranei'.
Sa che con si potrebbe permettere certe confidenze, libertà dovute ad un condiviso e non sessuato senso d'intimità. E sotto certi versi sbaglia, anche.
Di certo non se le potrebbe permettere con altri.
Ma, ed è in questa la grande differenza, Erika - per sua stessa ammissione - in realtà cerca una casa da sola; ed io sono un'aggiunta, una comoda variante cui appoggiarsi per raggiungere meglio quello che è comunque la sua meta: l'indipendenza.
E cosa c'è di meglio di avere anche un confidente/consigliere a portata di mano?
Ma io non cerco quell'indipendenza, né mi va di dividere quella che è una meta sua. Io cerco un'indipendenza diversa, fatta della libertà e della gioia di condividere e confrontare i miei spazi con quella degli altri. Quasi una casa dello studente.
E voglio assolutamente evitare di sentirmi in gabbia, catturato come un canarino consulente cui rivolgersi ogni volta che si ha un tiramento di corda giusto perché sono lì sottomano. E' brutale, se volete, ma so che Erika mi legge quindi me ne carico le conseguenze.
Così, nell'inconciliabilità dei nostri punti di vista (cui tra l'altro io metto dentro anche fattori di affidabilità/abbordabilità economica, tipo che se uno dei due se ne va lascia nella merda l'altro), per ora sembra che o troviamo un terzo compatibile con entrambi o ciascuno per la sua strada. Il che vuol dire che invece di trovarmene uno, di coinquilino, ne dovrò trovare due.
Pace.

La riunione, non sto a raccontarvela: i punti curiosi salienti sono il fatto che da oggi Vania, Mauro, Massimo e Roberto sono proprietari di un'edicola in zona San Cleto (e a loro lascerò - credo - la mia lunga lista di acquisti in edicola, con una punta di rammarico per il mio edicolante, di cui ero cliente affezionato) e che l'argomento del laboratorio/workshop (al di là degli interessanti incontri con alcuni relatori esterni - domenica 24 alle 16:00 al teatro Ygramul viene un esperto a parlarci di rebus ed enigmi) ha in fondo un possibile, per quanto remoto, sbocco pratico. Si tratta, infatti, della stesura di alcuni soggetti (otto più la puntata pilota) per una serie televisiva per il Giappone commissionata dal produttore di una cosina chiamata "Ghost in the Shell", notizia che a qualcuno di voi farà mancare qualche battito cardiaco.
Il metodo, è costruirli giocando. Prendere i ruoli dei protagonisti della serie, approfondirli nel gioco legandoli alla tematica 'fantasmatica' della serie. Che si potrebbe riassumere con un 'fantasmi giapponesi a Roma'.

Tornato a casa pieno e felice, mi aspettava una notizia/mannaja, come quella che hanno trovato a mia zia un grosso tumore maligno in mezzo ai polmoni.
Per ora, credo di non averci fatto ancora i conti, ma lì per lì nemmeno questa pessima nuova è riuscita del tutto a togliermi il buonumore.
Atteggiamento positivo che è continuato lunedì, quando sono andato dallo psicologo, e poi lunedì sera a casa, quando - presenti per coincidenza anche la sister Sabrina, il piccolo Bussolotto Niccolò e il papà Matteo - ho finalmente detto ai miei che sono tre anni che faccio teatro e ho comunicato anche la mia intenzione di provare ad andare in affitto (non in quest'ordine ^__-).
Sembra che l'abbiano presa bene. Su entrambe.
Poi, capita che un'amica ti inoltri anche un link che ti spedisce in un altro mondo.Quando ti prende un tuffo al cuore e ti ritornano su immagini di un passato in fondo recente, che ha tutto il sapore degli anni verdi, dei rimpianti, degli amici lasciati indietro... Com'è successo a me, guardando qui. Il filmato è fatto da Cesare.
E, a parte che mi si vede solo in un momento in cui, col senno di oggi, solo io potevo essere quello che faceva quella cosa lì (curiosi, eh? Andatevelo a vedere), è pieno di facce con cui i contatti si sono diradati, o persi. L'effetto magone era garantito, ma in più c'era una sorta di matura consapevolezza che mi rendeva orgoglioso di quel passato, continuando a farmelo sentire vicino, presente. Non distaccato da me.
Bello.

Poi, ieri, andando a lavoro, ho beccato Sharom e Serena.
Coincidenza pazzesca, che mi ha fatto molto felice, riportandomi improvvisamente un po' in Umbria, ai giorni di quel weekend così recente.
Bello anche questo.

E ieri sera, al laboratorio teatrale, abbiamo affrontato tre cose importanti e ricche di spunti e novità, e Federica ha tenuto a scusarsi per non esserci incontrati sabato, addossando le responsabilità agli amici (che in parte si confermano un gruppo un po' esclusivo), cosa che ovviamente mi ha fatto piacere.
Ma quando poco dopo - dopo aver un po' scherzato in maniera fisica e molto rilassata - mi sono trovato a farle un massaggino, qualcosa non ha fuunzionato. Non so, la chimica non è scattata (anche se tenevo le reazioni sotto controllo) e lei s'è anche dimostrata molto scettica sulle mie capacità tattili, nonché ha mostrato molta paura che le potessi in qualche modo far male.
E lì s'è chiusa come una saracinesca.
In parte, peccato.
Con questo, si chiude il rapido resoconto di questi giorni in mia assenza dal blog.
Stasera vado a casa di Viviana per una birra dopo cena: ci rivedremo dopo anni, nonostante lei sia tuttora - non so più quanto realmente o nominalmente, sono cambiate molte cose - la mia migliore amica.
Coincidenza assurda, Davide - uno dei quattro autori della sceneggiatura di "Appuntamento al buio" - un paio di giorni fa era a cena a casa sua, perché conosce la coinquilina.
Chissà cosa mi riserva la serata...
Baci ai pupi,


GrimFang

2 commenti:

Anonimo ha detto...

manco un citazione. tsk.

GrimFang ha detto...

^__^
Ah ah ah!
Ma come, ti offendi per una mancata citazione?!
Ma se ti voglio bene anche senza citarti dovresti essere contento no? Ah, l'Ego!
Chi era costui!
=)P

Un abbraccio,

GrimFang