L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 3 settembre 2008

La dimenticata arte dell'abbordaggio

C'ho preso gusto col dizionario!

Abbordàre [abbor'dare]
v.tr., v.intr.
1 vtr
accostare una nave al bordo di un'altra per cattiva manovra o con intento aggressivo
2 vtr
[in senso figurato] avvicinare qualcuno per parlargli o proporgli qualcosa
3 vtr
iniziare a parlare di qualcosa, di un argomento

Non è un gran dizionario, ma - esclusa la terza definizione - fornisce il conquibus!
"Accostare una nave" in realtà è molto più generico di quel che si necessita, quindi cerco sul De Mauro:

ab|bor|dàg|gio
s.m.
1 TS mar., affiancamento di due imbarcazioni, spec. come atto ostile | estens., urto, collisione
2 CO fig., l’avvicinare, il fermare qcn. in modo deciso o importuno: tentare l’a. di una ragazza | il ricercare, il tendere a qcs. in modo risoluto e deciso: andare all’a. del successo


dove c'è uno 'specificatamente' che chiarisce meglio l'idea: se una motovedetta affianca una nave di profughi clandestini, non ci vedo molto bene il termine abbordaggio. Resta, almeno nei termini della marina, l'intento ostile.
Non può esserci sempre intento ostile per quel che riguarda l'abbordare una ragazza, ovviamente (e notare che il De Mauro fa esplicito riferimento, l'altro no). Al massimo, dice il De Mauro, 'in modo deciso o importuno'.

Che nell'abbordaggio ci sia una fondante componente di decisione, che sia il "o la va o la spacca" o il "quella me la porto a letto in cinque minuti", è assolutamente fuor di questione.
L'essere inopportuni, o importuni (da cui importunare, cioè dare fastidio, scassare il cazzo), invece è tutt'altra materia. Per due motivi: il primo, è che negli anni l'uso di questo termine, abbordaggio, è diventato un po' all'acqua di rose, come l'accostamento della motovedetta di cui sopra. Il secondo, è che nessuno ha stabilito che, nell'abbordare una ragazza, lei non voglia essere importunata!

Stavo salendo le scale mobili della metro, dopo aver visto sparire deitro le porte del veicolo un metro e ottanta di creatura bruna con vestitino più che scollato e pocce clamorose, quando mi son trovato bloccato da famigliola di turisti (forse) con passeggino e intralci vari che ostruiva il passaggio.
Bloccato, mezzo gradino più su di una ragazza, solo intravista, che era intenta ad evidenziare passaggi di un articolo su cui spiccava gigante un'immagine di Hellboy. A parte che 'nerd chiama nerd' e questo m'ha subito ravvivato l'attenzione, non ho - come si potrebbe pensare - spizzato subito chi era (o magari la sua immagine nella folla di poco prima era rimasta tranquillizzante nel mio inconscio) bensì mi sono messo a sbirciare l'articolo per vedere che parti aveva sottolineato.
Parlava di italiani che avevano messo su un programma o un sito, chiamato Scaipe.
E quindi, senza ancora sollevare lo sguardo le ho chiesto
"Scusa, è un articolo di Metro?"
Et voilà, ho attaccato bottone.
Scaipe è un sito da cui si possono vedere i film senza scaricarli, l'han messo su due italiani, dice che è gratis, ma avranno i diritti, Mediaset gli fa causa, ah allora bisogna sbrigarsi, buono a sapersi che devo scaricarmi "La mia vita a Garden State" da Emule, il suo Emule non funziona gli chiede di accreditarsi, strano non dovrebbe, non è che sono un esperto, a me lo faceva con l'antivirus, Avg, mi chiedeva di registrarmi, ho Norton che occupa un sacco di spazio, io sono arrivata, dovresti scaricarti Avg, sì lo conosco, e anche Tweak Now, aspetta te lo scrivo, ho solo un evidenziatore, vabbé
"...andiamo al bar e ci facciamo prestare una penna!"
E lì che lavoro fai, a proposito come ti chiami, Antonella, eccetera eccetera eccetera.
Numero di telefono: no.
Ma stavolta va più che bene: quanto detto sopra si è svolto nell'arco di quindici metri, e dieci minuti. Mi ha salutato dicendo "magari ci rivediamo in metro", le ho detto "o magari mi vieni a trovare dove lavoro, tanto siamo sulle pagine gialle!".
Non c'è che dire, come abbordaggio, quando mi lascio andare, sono ancora da dieci e lode.
Adesso c'è solo il panico di non ricordarmi la sua faccia. ^__^'
=)P

Ma veniamo ora al nodo intrinseco a questo racconto. Quello del controllo.

Ora, l'abbordaggio nautico è una manovra.
Troppo spesso anche quello sociale lo è, e invece preordinare le mosse di un simile abbordaggio è letale alla riuscita dello stesso! Abbordare è improvvisazione. Istinto.
Naturalezza.
Se pensi a cosa fare, sei finito. Anche perché ti prende lo stesso panico relativo al "e adesso, come si metteranno le cose", ovvero 'la prospettiva futura'.
Lo stesso panico, cioè, che ti prende quando esci e flirti con una tipa e ti poni interrogativi del tipo "ma vuole una storia?", "ma voglio una storia?", "ora dove andiamo con questa storia?".

Oggi sono stato dal mio psicologo.
A parte essermi accorto di dover uscire alle 19.29 per essere lì (San Pietro -> Nomentana) alle 19.30, averci messo solo 15 minuti, ed aver clamorosamente impattato con lo specchietto contro il cancello automatico che si chiudeva, uscendo dal garage - che è stato puntualmente recuperato solo al ritorno), a parte questo abbiamo anche affrontato proprio quest'argomento.
Ne è uscito il fatto che l'abbordaggio, benché finalizzato ad approcciare una ragazza è un atto molto narcisistico. E' il piacere della conquista. E' autoconferma del fascino, piacere del proprio sé che piace.
Immediatamente concluso l'abbordaggio però, scatta il panico. Perché ora si tratta di gestire, in qualche modo, ciò che si è conquistato.
Perché improvvisamente la prospettiva temporale si fa più lunga.
Perché si apre la strada a dubbi, ripensamenti e giudizi (altrui e non).
Non è dunque strano che per qualcuno possa essere facile approcciare e difficilissimo concludere.
Tanto più che
"...noi abbiamo aspettato per secoli di capire quei segnali che le donne ci mandavano, in attesa che loro capissero i nostri... E mentre noi aspettavamo, loro dicevano 'questo non si decide', e da possibile candidato si passava a possibile (forse) amico."
A noi, a quelli come me, "c'ha fregato il romanticismo; l'idea che 'la donna non si tocca neanche con un fiore'." (maledetti bastardi!!!), come si diceva ieri sera con Gabriele, ad un gradevolissimo drink del tipo bello-il-locale-bella-la-musica-dieci-euro-per-un-vodka-lemon all'isola Tiberina.
E allora, prendiamone atto che non ci capiamo un cazzo di segnaletica maschio-femmina, e proviamoci più spesso! Si tratta, in fondo, di stabilire un limite da non passare, e imparare a buttarsi senza remore. E facciamoci molti, molti meno problemi.
E scrupoli.
Pericolosamente, mi echeggia in mente la frase di un amico di Sergio a Grottammare
"Sulla mia Trombonave possono salire tutte: la felicità non si nega a nessuno!"

Abbordare, dunque, non è una manovra tecnica: è regolata dall'istinto pur muovendosi da una solida conquista teorica - la consapevolezza e l'accettazione del rischio fallimento. Il lavoro su se stessi che aiuta a sbloccarsi, lasciarsi andare - tanto più facile in estate - non è frutto di studio, né strategico. Se abbordare è un atto narcisista, è un lavoro che si fa su di sé per sé. Per ottenere la risolutezza necessaria: la decisione a farlo.

Per cui, non c'è niente di peggio per "l'abbordare" che smettere di esercitarlo, farlo a spizzichi e bocconi, lasciarlo perdere. Fa la ruggine.
Renderlo un'arte dimenticata è un gran peccato, se non un crimine.
Rinfacciatemelo ogni volta che desisterò davanti ai vostri occhi.
Ciurma, all'arrembaggio!!!


GrimFang

PS: credo proprio che Gabriele - guarda caso - sia stato il primo lettore del mio precdente post; l'ha letto dal telefonino, ad alta voce, seduto a un tavolino lungo il Tevere, all'isola Tiberina.
Fa strano sentirsi leggere, tanto più poche ore dopo aver postato.
^__^

1 commento:

mò... ha detto...

Bè...per uno che dice che il segreto dell'abbordaggio è agire e pensarci poco, scriverci addirittura un post forse non è del tutto un buon segno, no?
mumble mumble mumble...