L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

domenica 18 febbraio 2007

Cronaca di un sabato

Come potete vedere, in alto a destra è comparsa una nuova finestrella, dal titolo "Promemoria T.P.F.&V." che starebbe - ovviamente - per "Promemoria Terra, Pioggia, Fuoco & Vento". Sarà uno spazio dedicato a tutte le nìuvz relative ai miei spettacoli, i miei lavori e tutto quello che capiterà che abbia una data fissa e un orario cui invitarvi.
Controllatela sempre, perché metterò lì, proprio come ho fatto adesso, i riferimenti necessari per intervenire - evitando così che, come in questo caso, possano andare persi nel fluire dei post. (mica posso smettere di postare fino a quando non arriva il giorno dello spettacolo, oppure continuare a ripetervelo fino alla nausea! E poi, così evito che qualcuno di voi possa non leggerlo perché troppo pigro per leggersi tutti i post arretrati, oppure perché sinceramente convinto di averli già letti... vi conosco mascherine!)

Veniamo ai 'miei ragguardevoli sabati sera'.
Gli eventi principali della mia giornata del 17 erano principalmente tre, considerando che a uno dei due non sarei intervenuto.
Partiamo da questo: com'è possibile che io possa considerare un evento principale della mia giornata qualcosa a cui sapevo che non sarei intervenuto?
Semplice.
Si tratta del matrimonio di un vecchio amico, Angelo, con cui negli anni ho un po' perso i contatti. Come capita sempre: si fanno via via saltuari, spariscono, e poi sta a noi recuperarli, se ci va. Così è successo con Angelo, con qualche email spedita ogni tanto, quei cinque minuti di tempo ritagliati ogni tanto nelle nostre giornate (soprattutto in orario di lavoro, dall'ufficio) per riscoprire che fine ha fatto tizio, come sta caio e tutti i compagni di quell'epoca che abbiamo passato insieme - che nel caso di Angelo sono gli anni del liceo, nonostante non studiassimo nemmeno nella medesima scuola, che io andavo al Mamiani.
Ma gli anni sono passati, e di quella scompaginata compagnia di stralunati, una vera truppa che in un modo o nell'altro tra le altre cose ha visto i natali di Elish, i contatti sono rimasti pochi. Qualche notizia si sa, qualcos'altro no o lo si scopre in ritardo... che Simone ha una bellissima bimba di nome Margherita, ad esempio. O che Cesare continua a crescere Kariya, che ormai ha chissà quanti anni, dev'esser diventato un teenager... o che Sacconi/Baggins non s'è ancora laureato, come me (una notizia che duole, ma che almeno fa compagnia). Mentre altre cose si sanno, da tanto o da poco tempo. Marcolone è morto, e Fabio, il fratello, l'ha raggiunto poco dopo. Ma all'epoca eravamo ancora tutti insieme. Che Emiliano fa doppiaggio e televisione, ma soprattutto teatro. Stesse cose Taiyo, con la musica al posto del doppiaggio, credo (fico l'album di Justin/Jesto! Leggetevi qualche testo ^__^). Vania che un teatro l'ha aperto. Io che scrivo, invento e, almeno adesso, mi muovo. Mario che lavora coi computer e che, causa Martin, prima o poi riprenderà i suoi progetti da regista. Simoncione che fa l'attore, e cerca di farlo a tempo pieno... e gli altri un po' più dispersi rispetto alla mia strada, di cui mi arrivano notizie frammentarie o non mi arriva proprio niente... Federico. Stefano, che aveva l'agenzia di grafica. L'altro Stefano di cui dopo millenni ho rimediato il numero di telefono, ma che non ha risposto al mio sms... e Guido, e Rafael, e quanti altri...
Chissà se un giorno si parlerà di noi, e ci saranno persone che si stupiranno all'idea che ci conoscevamo da giovani. Non eravamo una comitiva, ma amici. Nella libertà più piena del termine, quella che esce dagli schemi. Amici che si son persi nel chiedersi se e quanto erano veramente amici.
E Angelo è uno di loro. Uno di quelli con cui ho condiviso così tanto di un periodo così bello (un mitico Interrail, di quelli che con 300 mila lire ci siamo girati l'Europa; per non tacere della volta del 'je parto de boràccia' a casa mia in montagna, quando li buttai fuori casa alle cinque di mattina...^__^) che basta ritrovarci dopo anni per ricostruire l'atmosfera di sempre. Come a Natale 2006, quando ci siamo rifatti una delle nostre sacrosante partite a poker di un tempo... con Cesare e Emiliano... una di quelle partite solite in cui io perdo come un addannato, ma alla fine riesco sempre a pareggiare i conti!!! (per la cronaca ho perso un euro, ne perdevo circa 90)
^__^
E lì mi ha fatto davvero piacere sapere che si sposava. Mi ha spiazzato.
Già, perché, vedete, il fatto è che si sposava in chiesa.
Lui, che per me era la foto che illustrava il dizionario alla voce anticlericale.
Lo è tuttora, per carità, ma deve anche essere innamorato sul serio. Non conosco questa Veronica - almeno, non bene, credo me l'abbia presentata una volta - ma dev'essere un bel piperino, per averlo convinto! Lui, quello che si fece il servizio civile dai preti sfoggiando una folta capigliatura riccia da metallaro, ed il giorno dopo il congendo tornò da loro rasato a zero... così, solo per il gusto di sbattergli in faccia che faceva, ed avrebbe sempre fatto, come cazzo gli pare. Che rinfacciava al clero tutta la sua ipocrisia.
Che si è sposato in chiesa.
Mi tornano in mente Peppone e Don Camillo, due divisi su tutto ma che si vogliono un gran bene, senza mai dirlo. Che si riconoscono comunque la dignità di anime umane, e si accapigliano con tutte le ragioni sul piano della dialettica, ma si rispettano. Ecco, pensare a Angelo che si sposa in chiesa mi fa piacere anche perché mi riempie il cuore sapere che esiste sempre un terreno d'incontro, di dialogo, fatto della nostra natura umana: lui l'ha fatto per amore, umanissimo amore. Semplice, senza troppi perché. E non c'è nessun tipo di conflitto o di incoerenza, perché si tratta di rispetto. Comunque, di rispetto. Ma per gli uomini, non per le istituzioni.
Non per il clero, la famiglia o il matrimonio.
Per sé. Perché è bello fare piacere alla persona che si ama.
E so che continua e continuerà ad essere un mangiapreti. Proprio l'opposto della sorella, mi pare di ricordare.
Quindi ecco perché sono stato contento di non essere invitato al suo matrimonio, com'era giusto, ma di avergli mandato un sms con Arianna, che tra l'altro è stata una sua ex, verso mezzanotte.

E veniamo così all'altro grande evento, ovvero la festa di compleanno di Arianna.
A parte il fatto che dopo sette anni sono rientrato in possesso del vhs de I soliti sospetti che le avevo prestato, sono stato contento di rivederla - adesso che è andata a vivere a Bologna - e di riavere, anche se per qualche momento, il piacere di essere il suo compagno di ballo.
Allora, giusto per chiarire a quanti di voi l'hanno visto, Arianna è la ragazza che faceva la parte di Ambra Saponetti ne il "Nerchiopiteko's Massacre Day". Quella che viene praticamente sgozzata con le ante della finestra. Quella che stesa sul letto leggeva, facendo pubblicità occulta, il manuale di Elish.
Beh, io e lei - sempre alle sue feste, mai altrove, mi pare - quando balliamo insieme ci troviamo. Ed è una piacevolissima sensazione; qualcosa che Donata, la mia amica maestra di ballo che vive anche lei su a Bologna adesso (ma quante amiche carissime ho a Bologna? Lei, Sara, Anastasia, Arianna, Anna...), più di una volta ha provato a spiegarmi (l'affaire compagni di ballo/compagni di vita o no?), ma che in realtà so benissimo.
Qualcosa che invece la sua migliore amica - di Arianna, intendo - non sapeva affatto, cioé che io e Arianna sono più di dieci anni che quando ci capita, poche volte in verità, balliamo insieme. E che siamo affiatati, e ci si può prendere anche una certa libertà senza per questo essere equivocati. Così, scherzando su di una battuta di Ari, quando io e lei ci siamo quasi avvinghiati, è stata solo l'amica ad aver equivocato; e quando immediatamente dopo, sapendo che era la sua migliore amica io le ho messo una mano su di un fianco - gesto certamente poco simpatico visto da parte sua, ma assolutamente tranquillo da parte mia - beh, deve essersi risentita. E siccome è una persona fondamentalmente, beh... non so, la mia visione è stata successivamente distorta dall'aver scoperto che è di Alleanza Nazionale... insomma, morale della favola mi son beccato un discretissimo (non l'ha visto nessuno) ma piuttosto violento cazzottone nello stomaco. ^__^
E poi dicono il sesso debole...
Come dite? Ehm, sì, era caruccia...
Ho spalancato gli occhi e gonfiato le guance, accusando il colpo, e con un filo di voce ho mormorato
"Mi sa che Arianna non ti ha detto che sono più di dieci anni che balliamo insieme, vero?"
La cosa deve averla un po' colpita, perché ha risposto "No, non mi ha detto nulla" eppure quando le stavo per appoggiare la mano sulla spalla nel tentativo di tranquillizzarla e spiegarmi, beh, aveva ancora gli occhi da assassina, da bestia che non si fida; al che ho congelato il mio movimento e ho fatto "Tranquilla che non ti tocco, non ti tocco più!"
Non so, forse questo un po' l'ha colpita, mi ha dato l'idea di una persona che si era accorta di esagerare, ed ha provato un po' a correre ai ripari, chiedendomi di darle una mano in cucina. Ma visto che non mi facevo problemi a risponderle di sì - e che quindi da parte mia la cosa doveva, come era in effetti, essere finita lì - ha cambiato idea ed ha preferito portarsi appresso il cugino di Ari.
inutile dire che per il resto della serata l'ho evitata. Quanta gente ferita dalla vita c'è in giro...
E a proposito, a quella festa ho fatto colpo.
A un certo punto la festa era divisa in due, la parte di quelli che ballavano e quella di quelli che parlavano. A proposito: ha avuto perfettamente ragione Arianna, quando diceva che gli italiani se non è buio non ballano. Con tutte le luci accese eravamo disposti a ballare solo in tre - gli altri, paralizzati. Rendendo le luci più soffuse, alla fine eravamo in otto, più o meno. Mi piacerebbe riportare alla lettera l'anedotto con cui Arianna ha scoperto questa verità, ma non lo ricordo perfettamente. Chiaro, non vale per tutti.
Ad ogni modo, questa ragazza su cui ho la certezza matematica di aver fatto colpo era dalla parte di quelli che non ballavano. Io, come capita a volte, me ne sono fregato (del giudizio altrui) ed ho ballato come mi andava. (per chi non lo sa, ad un festone di quelli universitari una volta la festeggiata mi definì 'er mejo tacco d'a festa' ^__^)
Pensate che addirittura ero arrivato a quella festa che non mi andava proprio tanto di festeggiare. Non so, è un periodo che ho una cappa addosso per cui non mi riesco molto a divertire - quindi grazie tremilioni di volte Arianna per avermi fatto ballare, perché (cazzotto e quanto sto per raccontare a parte) mi sono divertito davvero.
Insomma, come faccio ad avere questa matematica certezza?
Semplice, appena smesso di ballare (era il momento della torta), questa ragazza mi arpiona e mi vincola ad una discussione sul mestiere di traduttore (il suo, laureata in lingue). In queste occasioni hai due opzioni: o fai discretamente 'velo' e scompari dalla circolazione con un pretesto qualsiasi, o da gentleman sorreggi la banalissima conversazione. Io, come un cretino qual sono, scelgo sempre la seconda. Anche perché sono piuttosto lento a trovarmi una scusa.
E quindi resto incastrato a parlare con lei, che parla a raffica, a manetta, a tremila, nel disperato tentativo di comunicarmi qualcosa della sua vita finendo però solo col sommergermi di banalità e cose di poco conto, del più o del meno, perché come tutti non vuole soffrire e quindi non vuole esporsi su di un qualsiasi terreno vero e...
Come dite?
...ehr... sì, non era carina.
Ma che manica di bastardi che siete, eh?
Ok, per farla breve la certezza si fa matematica quando
1) esco a fumare al freddo del balcone e lei trova un pretesto per seguirmi e
2) quando mentre ballo alzo lo sguardo, la tano ad osservarmi a occhi spalancati e appena la becco lei arrossisce e distoglie lo sguardo.
Quindi, credetemi se ve lo dico, nonostante appaia contrario alla mia natura (ma poi chi mi conosce bene sa che è vero): anche se fosse stata carina, avrebbe immediatamente perso il mio interesse mostrandomi un simile e tale stato di fragilità e insicurezza e, diciamolo, disperato bisogno di un compagno. Ne ho conosciute troppe, milioni come lei. Tutte con lo stesso sguardo disperato, che è stato anche il mio, anni fa.
Quando vomitavo per strada per la paura di essere uscito con una bella donna (scusami ancora, Anto, è stato un gran periodo di merda).
E, onestamente, sono stanco. E sto cercando di uccidere il mio istinto da crocerossino; perché a quanto pare non ci sono tagliato, almeno da partner, e si finisce con l'andare a fondo in due.
Però, lei mi ha dato da pensare. Non il fatto che non sia carina e che sia complessata, ma l'insieme. Il mio essere stanco di donne così. Così come le donne saranno stanche di uomini come me. Ma come cavolo facciamo a trovarci, allora? Mah... sembrerebbe proprio il caso di dire 'mistero della fede'...
Mi tornava alla mente Yeats che diceva che l'arte è una fata speciale, che ispira sì l'uomo, ma tormentandolo, ferendolo sadicamente, e privandolo della pace.
Dovesse essere veramente così, che sfiga pazzesca.
Infine, alla festa mi sono accorto di essere davvero terrorizzato all'idea di partire per la Spagna.

E infatti, qui veniamo al terzo evento di sabato, cioé la seduta mattiniera del mio laboratorio teatrale, il gruppo di Ludyka, per la regia di Vania Castelfranchi.
Ormai sono tre anni che prepariamo gli spettacoli per Ludika 1243, la manifestazione medievale che c'è a Viterbo a cavallo tra giugno e luglio. Ed è capitato che, quest'anno, il nostro laboratorio teatrale con altri due/tre dello stesso regista, se ne vada per la prima volta in trasferta all'estero, in Spagna, per la precisione a Granada. Dove ci sarà un mese e passa di festival di teatro, sia al coperto che in strada.
I nostri spettacoli sono tutti nati per la piazza, ma prima di partire (e dopo tornati) metteremo comunque questo spettacolo in scena anche a teatro (sempre all'Ygramul). Lì in Spagna invece - a quanto pare - faremo un pout-pourri, credo molto improvvisato, di tutti e tre gli spettacoli che abbiamo in repertorio. Senza troppo tempo per preparare il tutto, visto che partiamo il 27 aprile.
E, beh, ecco cos'è che per ora mi terrorizza: non gli spettacoli, ma il viaggio.
Partire da Ciampino ad un orario antelucano (soprattutto per me, che so che non dormirò la notte prima di partire e che sono abituato a svegliarmi tardi) in aereo (e sono millenni che non lo prendo) fino a Madrid e di lì con una navetta fino alla stazione e poi in treno fino a Granada. Un'ammazzata. E so di non avere più il fisico per reggerla. Considerato che poi si va subito in scena, il giorno dopo. E caricandomi un pochino di più di ansia perché, oltre a quella per gli spettacoli che è fisiologica, ci saranno anche le ragazze del gruppo Yoghurt che vengono con noi, e parecchie di loro sono decisamente carine. E saremo in Spagna, a Granada, cazzo! Terra di donne meravigliose!
Agh!
Mi sento male solo al pensiero (dimostrando così di non aver ancora superato il mio panico da single! ^__-)...
Comunque sia, sabato mattina è stata una sessione dedicata alla costruzione dei costumi, senza la presenza della nostra amatissima costumista ufficiale Uànda (nonché attrice del gruppo, ma lei è costumista sul serio, come lavoro. Anzi, se a qualche grossa produzione che conoscete serve...).
Ed è... stato veramente fichissimo.
Signori, è ufficiale, ho imparato a usare (poco) una macchina da cucire!
^__^
Dovevamo fare una parte 'tonda' per i nostri costumi, e scegliere le stoffe per costruircela, riempiendola di carta o di gommapiuma. Non so perché, ma ho scelto lo spallaccio. E' da sempre che ho un debole per gli spallacci, che sono tra l'altro la parte che mi piace di più dell'armatura medievale. Inoltre, considerato che non mi doveva dar fastidio nei movimenti di scena, capriole e torri uno in piedi sull'altro comprese... beh, non poteva essere su una caviglia o su un piede. Specialmente considerato il pezzo da acrobatica mortale che faccio su una scala... Insomma, speriamo che lo spallaccio non mi faccia in qualche modo rompere l'osso del collo.
Ad ogni modo, non trovando colori caldi e accesi ho preferito uno sgargiante blu ed un altrettanto acceso verde. Ho avuto culo che le stoffe fossero in realtà già cucite a tubo, e le ho tagliate e piegate in maniera tale da avere una specie di sacco dentro la stoffa a tubo più esterna, che sarà poi da tagliare per mostrare il colore di quella più interna. Insomma, per farvela breve, l'ho progettata e cucita senza sbagliare - per ora - che una sola cosa, l'attaccatura dello strip-strap che poi mi ancorerà il tutto al vestito. Lì, quando l'ho attaccata l'ho messa al 70% a coprire lo spazio sbagliato, ma soprattutto... ehr... l'ho cucita unendo insieme due pezzi che non mi ero accorto c'erano finiti sotto. Il che poi non è proprio un male perché restringe lo spazio della manica e finisce cool non farmi sciaquare troppo il braccio all'interno, però...
Adesso, dobbiamo costruire a fondo i nani, ma di questa cosa magari ve ne parlerò dopo, o un'altra volta...
Eh eh eh.
Ma quanto è bello creare le cose con le mani.
Un bacio a tutti

GrimFang

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