L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

sabato 24 febbraio 2007

Ma che splendida giornata!

^__^
Il 23 febbraio andrebbe ricordato come una delle migliori giornate della mia storia.

Tanto per cominciare, ho scoperto di avere dei lettori che non conosco: sono due colleghi del Deso, che ufficialmente saluto! ^__^
Fa strano scoprire quello che in un blog dovrebbe essere fisiologico, ovvero che ti possono leggere tutti. Ma dalla possibilità ad averne la certezza, beh, fa un certo effetto.
Inutile dire il piacere che mi fa sapere che vi divertite a leggermi, anche quando sono incazzato, come è capitato per la politica.

Ma veniamo al giorno 23/02/2007.
Una giornata cominciata come tante altre, in un alternarsi di nuvole e sole sui tetti ed i giardini dell'ufficio.
E con la - lieta - sorpresa di trovare il tecnico alla mia postazione, venuto a farmi l'allaccio del telefono, finalmente.
Questo però significa, oh che dolore, che pur essendo giunto alle dieci e un quarto - come dite? Eh, sì, sono i vantaggi del contratto a progetto, quando rispettano le regole... eh eh eh, scusate se vi rido in faccia, è un rigurgito bastardo... come? Quanto prendete al mese?! Ah, allora siete bastardi pure voi... - dicevo, pur essendo arrivato alle dieci e un quarto non potevo lavorare. Oh che disdetta!
Ergo, accendo il pc, tanto quello ci mette un'ora a carburare - c'ha l'etichetta che risale al mesozoico - e me ne vado ar bare (il bar, in dialetto csc). Lungo il tragitto colgo la voce del Landini, che nonostante il nome non è un trattore, e ci andiamo insieme.
Vabbé, morale della storia resto poi da solo a fumare nel giardinetto.
E' importante?
Beh, è per farvi sapere che lì, da solo a fumare ai raggi caldi del sole, m'è salita una malinconica tristezza, e mi sono messo a cantare. Non so se la conoscete, 'Vecchio nun piagne' cantata da Gigi Proietti. E' una canzone, romanesca, malinconica e triste. Perfetta per il momento, quindi; mi dev'essere venuta in mente per il finale,

"lo vedi er sole che graffia li vetri
un regazzino se mette a cantà
vecchio nun piagne, si no, nu' lo vedi
è 'n giorno bbono pe' ricomincià
".

Tanto triste che un collega, ch'è passato mentre stavo in silenzio (giuro, cantavo a voce bassissima! Figurati se voglio fare 'ste figure sul posto di lavoro!), m'ha fatto: 'su, nun ce pensà'.
^__^
E questa tristezza è importante da capire, perché alla pausa pranzo - cielo coperto e nuvoloso - ha fatto decisamente contrasto.
Già, perché ho cominciato a ridere come un cretino e non mi sono più fermato.
Oh, io non lo so: se la misura era colma, se mi sono rilassato, se è successo qualcosa veramente divertente... non mi ricordo nemmeno di preciso come è cominciato!
So solo che ho cominciato a ridacchiare, poi a ridere di gusto e di cuore, e più ridevo più non riuscivo a fermarmi. E ridendo contagiavo quelli che mi stavano attorno, il che ovviamente mi faceva piacere. Ma la cosa più fondamentale, era anche la più banale: mi piaceva ridere. Era un sacco di tempo che non mi capitava, che non lo facevo così. Senza scopo. Per il piacere di farlo. E già solo questo mi dava piacere, in un autoriferimento tautologico che non mi faceva smettere di ridere.
già una volta mi è successo, ed è stato di gran lunga più virulento, al liceo. Figuratevi che quella volta sono finito con l'autoesiliarmi dall'aula! Brevemente, leggevo ad alta voce per tutti un testo di biologia che parlava di humus e di vermi; una mia compagna appena sente la parola 'vermi' fa la faccia disgustata ed esclama 'che schifo!', prontamente rimbrottata da predicozzo educativo della prof - io, manco una piega, continuo a leggere, solo che, dopo tre righe rileggo 'vermi' e mi torna in mente la faccia di Alessandra (così si chiamava), e prendo a ridere come un deficiente, da solo. Tutti restano interdetti, mentre io me la sganascio di gran gusto: nel tentativo di farmi comprendere, cerco di spiegare tra una risata e l'altra. Ne esce più o meno una frase del genere:

"No HAHAHAHA perché HAHAHAHA i vermi HAHAHAHA mi ricordano HAHAHAHA Alessandra!"

Chiaramente a questo punto sbotta a ridere tutta la classe. Appurato che a leggere io non posso certamente andare avanti cambiano lettore. Le fasi seguenti mi vedono ridere continuamente a bassa voce. Poi più forte piegato sul banco. Poi a crepapelle sul pavimento (giuro!), mentre gli altri tentano di proseguire la lezione, infine al mio autoesilio fuori della porta del laboratorio di scienze, da cui tutti hanno sentito le mie risate perdurare fino alla fine dell'ora.
Totale, un'ora di risata compulsiva. Irrefrenabile.
Nemmeno pensando a qualcosa di triste (perché proprio non può venirti in mente qualcosa di triste).
Auguro a tutti di provare questa cosa pazzesca almeno una volta nella vita; fa bene alla salute.

Tornando a noi, l'effetto risata è andato via via dilagando, e si è moltiplicato quando Marco Tempéra si è messo a fare l'imitazione di 'Trotti/Momi' che mi sedeva vicino, a proposito di quella mattina quando lei aveva scoperto che nella doccia non c'era abbastanza bagnoschiuma: sono due studenti attori, e lei è marchigiana - quando perde la calma o è sovrappensiero le scatta fuori il dialetto, e Marco l'ha imitata benissimo. La cosa era particolarmente divertente perché 1) anche lei rideva ma cercava di chiarire le cose perché 2) buona parte riguardava l'abluzione delle parti intime. E' finita che l'allegria contagiava talmente le persone che Trotti /Momi è finita con l'asserire
"Mi sono lavata solo le parti intime, come le ascelle..."
Al che siamo caracollati a terra dalle risate.
E anche con Veronica è scattato un superbo discorso nonsense con marcato accento inglese a proposito di una tisana che aveva preso al posto del caffé...
Vabbé, non posso raccontarvi tutto, anche perché non lo ricordo bene, ma persino Magali, una mia amica francese, che stamattina aveva tre o quattro angeli di traverso, è stata contagiata in parte dalle mie risate. Le ho raccontato - a lei che ha la sua nonna italiana che sta male - la poesia che ho scritto nel mio ultimo post: non la voleva sentire, ma ho fatto bene a insistere. A 'sarà scappata all'estero con la refurtiva' le ho strappato un sorriso.
"Que con." - mi ha detto. E lo ha ripetuto sorridendo, diverse volte.
E io il francese lo so. ^__-
Infine, all'ennesimo sbotto di ridarella senza motivo, Erica ha scosso la testa guardandomi, ed ha mormorato "Tu sei l'uomo della mia vita".

Quindi, una volta uscito, ho perso tempo per non prendere la metropolitana subito (avevo i miei buoni motivi: visto che so che non leggerà mai questo blog lo posso dire, era per evitare un collega) e infine diciamo che mi sono un po' messo a vagabondare senza scopo. Grande cosa. Tra l'altro mi sono trovato a leggere un cartello che parlava del mio posto di lavoro: non so se avete visto come hanno attrezzato l'ultima parte della Tuscolana, verso Subaugusta. Ci sono panchine a forma di pellicola e cartelli sulla storia del cinema. Beh, l'unico su cui m'è venuto da alzare lo sguardo, buttando una sigaretta, era proprio quello.

Infine, la cena fuori per festeggiare Paolo che il primo marzo parte per la Cina, per tre mesi (studia lingue orientali).
Le ipotesi erano cena dal cinese o avventura gdr (giochi di ruolo).
[sì, per chi non lo dovesse sapere sono un decennale master di giochi di ruolo]
Risultato?
Pizzeria, e poi a casa del Deso giusto il tempo di fare un paio di test per stabilire l'età mentale. I cui risultati sono che io ho la mente di un quarantenne. Meglio di Paolo e del Deso che sono arrivati ai 70 anni! E sul giochino del conteggio di persone che entrano ed escono da una casa, sono anche andato meglio! E' uscito il risultato 'Sei stato un razzo', cinque risposte su cinque date velocemente.
Adesso che sono qui ve lo posso anche dire: su quello dei colori associati alle parole ho mandato fuori fuoco gli occhi per non leggere le lettere, mentre su quello del contapersone quando andava veloce tenevo a mente il numero dentro e lo modificavo con la differenza di quelle che entravano e uscivano! Cioé, invece di aggiungere 3 persone che entrano e togliere 5 che escono, ne levavo subito 2... ^__^
Ad ogni modo, grande la scelta di uscire, perché, proprio visto che Paolo partiva s'è potuto chiacchierare, senza chiuderci in una storia (ecco perché m'ero portato i giochi da tavola!). E farci una bella serata, più ricca sul livello umano. Però la prossima volta si gioca! ^__-
E poi, se non avessimo parlato, non avremmo mai scoperto la NOTIZIONA.

^___________________^

Dai, su, non potevate davvero pensare che mi stessi zitto, no?
Diciamo che eravamo in sei, tre donne e tre uomini, e che doveva esserci solo una coppia, mentre abbiamo scoperto che ce n'erano due!!!
^_______^
Beh, ovviamente mi dovete scartare, magari una coppia già la sapete scartare... il resto, sul versante maschile è abbastanza plateale... un uomo che quando nuota a dorso può essere scambiato a distanza per la pinna di uno squalo... che in barca a vela può essere usato naturalmente come deriva... che nel suo campo è senza dubbio IL MIGLIORE... ^__^
E lei? Eh eh eh, certamente lei è una sorpresa più succosa, giusto perché non sapete chi c'era! Ma delle donne solo due sono quelle che senza di me non avrebbero conosciuto l'uomo in questione... Ed entrambe lo conoscono da un sacco di anni... Ed è l'altra che io ho riaccompagnato a casa, quindi... ^__^
Non dirò il suo nome.
Dirò solo che lavorerà prima o poi in televisione.
Quale? Non so se in quella italiana o in quella INGLESE. Eh eh eh...
Fa sempre piacere sapere che due amici si sono messi insieme - whoops, pardon, 'si sono cominciati a frequentare'. =)P
Soprattutto se si tratta di cosa inaspettata. Forse intuibile, ma si sa, viaggio con le fette di prsociutto sugli occhi con fede programmatica.
E così, è stata una magnifica serata, sono riuscito persino a finire la pizza bevendoci sopra la birra senza sentirmi male - ma quando stai troppo bene niente ti ferma!
Chiedo perdono per le mille battute che avrei volentieri trascritto, se non fossero le 3 e 25 e non avessi il lumicino dell'intelletto ridotto a uno straccio.
Però, c'è ancora qualcosa che, come promesso, ho da dire.
Quando ho accompagnato a casa ERIKA, siamo rimasti in macchina a parlare.
E' una cosa che mi piace tantissimo fare, e tempo fa avevo detto alla mia amica Sara del teatro (e taccio, taccio, taccio - e chi sa, si taja) che ogni tanto mi veniva la voglia, proprio in questo periodo, di passare con la macchina sotto casa di qualche amica per andarcene in giro la notte, a parlare. E' una cosa che mi piace tantissimo fare. La macchina ha quel che d'intimità fragile ma familiare, e protettiva come la bambagia, associata alla notte, alla libertà di movimento, di fumare, che consente magicamente alle parole di fluire, al cervello di funzionare, come non ti aspetteresti mai.
Così, a Sara le ho detto 'tu sei una papabile; ma di solito queste cose le faccio con Erika'.
Ed è successo. Così a breve è successo.
Per chiudere in bellezza una giornata estremamente piacevole.
Ci siamo ammazzati dalle risate, parlando di cose molto serie. Convenendo che devo scrivere un libro dal titolo '101 risposte folgoranti', assieme a Ste Starna - quello del mio compleanno - nel quale uno fa la domanda, e l'altro scrive la risposta. Parlando di fame compulsiva, di shopping, di ragazzi da mollare anche se le cose potrebbero andare bene senza aspettare che le storie ci trascinino sul fondo, di camere da mettere a posto, di viaggi in Spagna e comunioni di fratellini, di questa giornata spettacolare, di decisioni da prendere senza pensare solo perché s'intuisce che siano giuste, senza stare ad avvelenarsi procastinando le scelte, di comportamenti autopunitivi, di giovanissime vicine di casa spagnole che sono state miss Almeria e adesso convivono con pescaresi simpatici ma giocoforza assenti per lavoro, sole in un ambiente un pochino ostile, di sogni, di creatività intrinseca del leggere fumetti, di genitori, di litigi, di denaro, di viaggi fatti e interrotti per scelta, pur di asserire la propria libertà. Di piattezza che frena la vita.
Ma soprattutto d'entusiasmo.
Ed è per questo che so che Erika metterà a posto la sua stanza, libera di farlo.
E sarà una mattina. In cui sarà sveglia, e non a letto a poltrire. E non sarà a lavoro, ovviamente.
Forse una domenica.

Tuo,

GrimFang

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