L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

mercoledì 9 aprile 2008

Ho sbagliato tutto


Dovevo nascere Hugh Hefner.
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I risultati delle lastre di due settimane fa sono confortanti. Non ho il cancro, ed ho esaudito l'unica richiesta che mi abbia fatto mia zia dopo avere scoperto il suo.
Però dalle lastre si vede anche una certa qual scoliosi, che dovrò curarmi con un po' di ginnastica correttiva se non voglio smadonnare in più tarda età.
Dovevo nascere Hugh Hefner, e non mi sarei certo preoccupato della ginnastica.
Siamo alla chiusura della campagna elettorale, dicono.
Dicono, perché già so che il volantinaggio, il passaparola, le pressioni, i colpi bassi della politica continueranno fino a dentro i seggi, fin dentro le urne.
Però, capita alle volte di trovarsi a fare dei bei discorsi, con gli amici.
L'altra sera ne discutevo con Federichino, fuori dal teatro.
L'Italia è un paese da bar, e la politica - come il calcio - è di diffusa competenza. Tutti sanno dirti, soprattutto col senno di poi, che avrebbero tolto Taddei per mettere Aquilani, per fare un esempio. Ed è per questo che per noi risulta geniale l'idea di una tv danese di intervistare la gente nei saloni di bellezza per capire se davvero, e quanto, conta l'immagine nella politica.
Ma la tv danese non è un paese di politica da bar. In Danimarca non si entra dal pizzicagnolo e si sente litigare le persone sull'ultima esternazione di Mastella o chi per lui.
Se da noi una televisione entra nel salone di bellezza, chiede direttamente l'opinione politica del parrucchiere, non un opinione sull'immagine. Che ce ne frega dell'immagine, se sappiamo che al posto di Mastella avremmo fatto entrare Totti? Invece in Danimarca, l'idea è che il cittadino è politicamente povero o modestamente sobrio: in entrambi i casi non gli si va certo a chiedere un'opinione politica.
Da noi, invece, analisi politiche a go-go agli angoli delle strade, che sfociano persino in vere scommesse. Io, ad esempio, accetto di giocarmi un caffè con chi, postando un commento, fornirà stime diverse dalle mie: chi va più vicino, vince.
La mia personale convinzione è che AN avrà una leggera flessione, circa l'1%, a favore de La Destra, ed una più consistente verso Forza Italia - diciamo anche il 3% abbondante. Forza Italia, però, la avrà altrettanto consistente verso Casini, quindi sarà difficile poi giudicare se questa migrazione del voto è avvenuta davvero; ci penseranno i numerosi talk-show successivi a dirimere le questioni dell'analisi del voto, faremo affidamento su di loro. E' uno dei rari casi di 'sciacallaggio' mediatico degli eventi che non mi dà affatto fastidio. E' la differenza tra il termine 'approfondimento' e l'espressione 'sovraesposizione morbosa'.
Eppure, con tutto l'ottimismo di questo mondo, non ce la faccio a sentirmi nelle ossa un PD vincente.
Sarà che noi di sinistra abbiamo questa sorta di sfiducia genetica - l'abbiamo preso in culo troppe volte - o sarà che non vedo le risposte geniali che mi aspetterei.
Saranno forse le belle mosse elettorali di questa campagna strisciante, sottopelle come ci ha abituato il Cavaliere, come ad esempio il volumetto che mi è arrivato a casa - non so se anche a voi - che, solo tramite titoli di giornali soprattutto di sinistra, dipinge l'amministrazione romana di questi anni come un disastro. Un colpo gobbo da maestro, con duplice effetto: comunale, invitando a voltar pagina con Alemanno; nazionale, indicando in Veltroni il malgoverno di una città, figuriamoci di un paese. Geniale. Una mossa di marketing vincente.
Certo, se solo gli italiani facessero un minimo di mente locale, o ricordassero le cose, molti di quei titoli ne richiamerebbero altri di tenore opposto - di come l'amministrazione comunale riuscì a fronteggiare le emergenze, di come gestì il giubileo o altri simili casini - e potrebbe notare come, scientificamente, manchino tante e tante altre cose positive fatte dal comune. Tipo lo 060606, mi pare, ed altre. O anche se si limitassero a tener presente che quel buffo individuo che parla e il giorno dopo nega, accompagnato da quello col fazzoletto verde al collo che parla di fucili e di canaglia romana, è lo stesso che ha scritto quel libercolo, forse gli fischierebbero le orecchie.
In fondo, basterebbe rammentare i significati del termine 'democrazia', laddove riguardano il senso dello stato e il rispetto degli avversari, implicano la coerenza e rimandano al concetto della res publica, per essere naturalmente spinti lontano da quelle sponde politiche. Per essere tratti fuori dalle 'logiche di partito', dal 'voto di appartenenza', dai concetti stessi di 'destra' e 'sinistra'.
Destra e sinistra sono concezioni che mantengono ancora un senso, ma è ineccepibile che - davanti ad un problema - esse cedano il passo.
Una buca per strada non è né di destra né di sinistra. E' una buca e basta. La crisi di Alitalia non è, in sé, né di sinistra né di destra. Poi magari può esistere un approccio di destra o sinistra, ma per Alitalia, non certo per le buche!
Ecco qual'è il senso delle liste di Beppe Grillo. Lui diceva che non aveva senso candidarsi alle nazionali, ed aveva ragione. Cosa si può fare se si resta prigionieri come Franca Rame di un sistema affollato di 'venditori di aria fritta'? I veri problemi, quelli che quando li si affrontano lasciano dietro di sé la prova tangibile dei provvedimenti presi, quelli che riguardano direttamente la vita dei singoli cittadini, quelli cui la gente tiene, sono nei comuni.
Sono i comuni la chiave per riappropriarsi di una politica della res publica, e non di quella delle parole o delle buone intenzioni. E dai comuni si può far partire anche l'esempio virtuoso da allargare al territorio nazionale. Si può andare verso l'ecologico, il razionale, la sperimentazione, il risparmio dell'energia. Si possono mandare segnali, che saranno colti, perché dall'altra parte non c'è solo quella manica di imbecilli che troppo spesso ci viene comodo credere.
A chi mi parla di Veltrusconi, io non credo, anzi, penso procuri danni.
Alimenta la concezione - sbagliata - che l'una o l'altra parte siano indifferenti.
Nel seicento si diceva, a proposito degli occupanti stranieri, "Franza o Spagna, purché se magna". Il Veltrusconi nasce esattamente da questa radice, e non fa bene nemmeno a chi lo propugna. E' il seme del disinteresse, di quel letargo della coscienza di cui dicevo prima. E' una teoria per l'anestesia letale.
Ognuno curi il suo orticello, e siate tutti contenti, finché il popolino mangia. Così si potranno portare le cose al punto che non ci sarà più da mangiare per nessuno, perché "quando vennero per me, non era rimasto più nessuno a difendermi". Dormite, così potremo portare il paese alla deriva ed ignorare le vostre deboli proteste.
Tutto è uguale, non cambia mai nulla, Veltrusconi. Stessa linea di pensiero. Andate avanti per inerzia.
E se qualcuno vagheggia la rivolta armata per porre fine all'inerzia, non è che un altro modo per sposare lo stesso meccanismo, la stessa linea di pensiero. Non se ne esce cambiando il paese a fucilate, anche se ne verrebbe una gran voglia. Non ho ricette su come uscirne, ma so che è un fatto personale.
Siamo stati portati, da un eccesso di ridondanza mediatica, ad una convinzione irreale nella nostra percezione dello stato del paese.
Siamo scorati, sconfortati. Convinti che i cretini abbondino a destra e sinistra e che qualsiasi parte politica alla fine risulti con l'assomigliarsi nei fatti, nella completa inazione che da quasi un decennio paralizza il paese. E' qualcosa di più profondo della sola perdita dell'entusiasmo.
E' mancanza - anzi, letargo - della capacità critica.
Sottoposti in continuazione ai soliti quattro problemi, o a problemi praticamente identici tra loro come i vari omicidi di Cogne, Erba e cavoli vari, abbiamo l'immagine di un paese immobile. Che immobile non è stato, sia sotto la destra che sotto la sinistra! Abbiamo però, perché ci è stata fornita nel continuo battibecco tra gli uni e gli altri, nella polemica che alimenta se stessa diventando notizia quando - stringi, stringi - la notizia non c'è (che cazzo me ne frega a me della risposta di Bondi al commento di Mussi sull'esternazione di Bindi?), abbiamo la coscienza di quanto poteva muoversi. E questo ci sconforta.
Dovrebbe bastarci pensare a quella ditta che ha brevettato la plastica biodegradabile dai semi di girasole.
Ma siamo un paese diviso. Non è una questione di qualità della campagna elettorale. E' una questione di attenzione, orgoglio e lucidità critica. Se tutti i giorni abbiamo notizia di un operaio che muore, questo non vuol dire che tutti gli operai sono a rischio di morte. Segna, certo, un'emergenza; segna la giusta indignazione della popolazione; ma dovrebbe anche segnare che un'altra Italia è possibile.
L'obiettivo è là: maggiore sicurezza sul lavoro. Che vuol dire solo maggiori controlli, e volendo inasprimento delle pene, ma quest'ultima non è nemmeno così necessaria. Tenta più la carota che la minaccia del bastone; il bastone funziona meglio se minaccia sempre meno carote.
E allora, perché non andare a votare?
Perché, soprattutto, dire che nessuno ci rappresenta?
Sì, è una sensazione che ho anch'io, che mi riconosco sempre meno nelle parole dei leader o portavoce di partito, che aspetto davanti alla televisione che vengano dette quelle quattro parole in croce in grado di riportare ogni volta il dibattito nei termini di una dialettica politica, e non di parole.
Ma so che la politica è un fatto di compromessi, perché nasce per mediare.
L'unico in grado di rappresentare il mio pensiero sono io, e per sentirmi rappresentato mi dovrei candidare e votarmi. La politica non è questo: è scegliere tra i candidati quello che meglio mi rappresenta, anche se poco.
Che debbano cambiare le regole, il modo di scegliere i candidati, è un'altra questione.
Io vado a votare per scegliere colui che mi rappresenta di più, non quello che può battere colui che mi rappresenta di meno. Deve finire la viscida pratica dell'abdicazione in favore del candidato che 'può vincere'. Se la penso come un partito che al massimo prenderà lo 0,4%, perché mai al mondo dovrei votarne un altro? Così condanno da solo le mie idee a restare allo 0,4%, a non essere mai rappresentate! Ma cos'è questa sorta di masochismo?
Rutelli è un candidato che non mi piace, e non lo andrò a votare. Voterò la lista di Beppe Grillo, perché la candidata è un architetto, e ci capirà sicuramente di più di urbanistica di quanto un giurista possa fare.
Zingaretti sì, perché lo conosco personalmente. Veltroni anche, per quanto non mi rappresenti che in parte. Ma certamente è tra tutti quello che mi rappresenta di più. Altri candidati non ce ne sono, quindi non è che posso scegliere di votare qualcuno che non c'è. Se avessi voluto, avrei dovuto darmi da fare io stesso per convincerlo a candidarsi, prima.
Quindi è inutile prendersela coi partiti che scelgono i candidati, o col fatto che non ci si sente rappresentati. Non lo sei? Non ti ci senti? Bravo cazzone, dovevi pensarci prima. Adesso vai, esercita il tuo sacrosanto e sommo diritto e vota tra quelli che ci sono. oppure astientiti, annulla, fai scheda bianca: perché sei libero, e libero è il tuo voto.
Ma questo non cambia il fatto che si va a votare chi ci rappresenta di più.
La politica è compromesso, riconoscimento di un bene comune, di una via per perseguirlo. Non mastichiamo tanta buona politica, ultimamente, ma ciò non toglie che si debba smettere di fare le pecore, di fare calcoli elettorali prima per decidere chi si vota.
Si vota chi ci rappresenta, al di là di chi è possibile che vinca.
Finiamola con l'Italia masochista!

Io farò così, ed è per questo che raccomanderò a mio zio, adesso candidato nell'UdC di Casini, di votare Gabriele al I municipio. Sarò io garante della sua capacità, serietà e voglia di fare.
Ecco perché posso chiedergli di votare Gabriele, e non come favore personale.
Perché, almeno per i comuni e i municipi la politica si fa eminentemente per risolvere i problemi, e serve gente che sia seria, non di destra o sinistra.


GrimFang

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