L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

lunedì 26 maggio 2008

Cambio di stagione

Qui a casa è aria di cambio di stagione.
I vestiti invernali, con questo caldo torrido, sono tornati dentro gli armadi e quelli estivi sono ricicciati all'aperto. I primi ad essere stati fiocinati nel cesto dei panni da lavare sono stati quelli che avevo addosso: oggi a lavoro rischiavo il collasso! ^__^
Niente da fare, niet!
Ormai è la bella stagione, ed a parte l'ondata di freddo e maltempo che ci colpirà solo per le leggi di Murphy (farà improvvisamente freddo non appena avrai riposto i tuoi vestiti pesanti), bisogna adeguarsi. Comincia l'era dei calzoncini!
"Who like shorts, shorts..." come nella puntata dei Simpsons.
E ovviamente la fauna femminile si adegua.
Potete immaginare cosa gira per il mio ambiente di lavoro.
Oggi il mio senso di ragno ha vibrato facendomi voltare, con perfetto tempismo, mentre una collega - la più gnocca dell'edificio - si scopriva di più il petto per far vedere la scottatura a un altro collega. Subito dopo ci siamo guardati e lei è scoppiata a ridere, mentre io commentavo ad alta voce la mia fortuna.
E mi ritengo davvero fortunato. No, per il ritorno alla massima forma del mio senso di gnocca!
=)P
Che poi oggi c'era anche Chiara, la toscana. ...La ragazza-copertina, ricordate? M'è venuta a trovare sul lavoro. See, bello crederci: è che deve fare domanda per entrare al centro sperimentale, come anche il suo ragazzo, e infatti era con lui. E' che ha conosciuto alcuni degli studenti che frequentano il primo anno, quindi mi ha fatto l'improvvisata. Nel senso che comunque già una volta c'è venuta e non m'ha cercato, quindi oggi pagava pegno. ;)P
In un certo senso mi sa che l'ha pagato, perché al novanta per cento il ragazzo le ha fatto una brutta scenata, dopo. A giudicare dalla telefonata...
Poi dice che si sceglie sempre i ragazzi sbagliati. ...Mi ricorda qualcuno...
Beh, scherzi a parte stavolta aveva priorità trovarmi, e l'ha fatto. E s'è anche fermata a chiacchierare un'oretta in ufficio da me. Mi ha anche aiutato a ricollocare la bolgia di dvd fuori posto! Che carina!
Ma lo stress era al suo posto anche al ritorno: se di solito la notte mi sogno i numeri di collocazione, oggi pomeriggio al telefono stavo per rispondere "Videoteca?" a mia zia.
Poi uno dice che urge una vacanza... e dire che questa settimana l'ho fatta!
E le cose andranno sempre peggio.

Venerdì a pranzo invio in posta interna una email con il nuovo calendario delle lavorazioni del telecinema, riorganizzato in maniera da togliermi al più presto dalle palle un tipo petulante e anche con un filo di criterio in più, visto che spalmavo nel tempo le richieste di un singolo fruitore e ne avvicinavo altre che rischiavano di slittare alle calende greche.
Cosa buona e giusta, ma la mia responsabile - la solita - aveva da ridire e mi ha chiamato al telefono. L'aveva già fatto presente anche prima, e giustamente non le va proprio giù che si perda del tempo (questo è opinabile) e dei soldi (questo è sacrosanto) per portare da pellicola a digitale un film come "Arrapaho" per soddisfare le richieste di un utente... che... beh, è uno scroccone all'ennesima potenza, non so se per necessità o per abitudine. Mi sono anche tolto lo sfizio di guardare, quando si poteva, la sua dichiarazione di redditi del 2005: dichiarava un imponibile di 32 euro per il 2004. Ma non si può capire se è uno che va avanti coll'assegno di disoccupazione oppure un evasore fiscale. L'aspetto è quello della prima ipotesi, ma è comunque assai tirato. Basti dire che una volta ha chiesto se poteva visionare un film (si dovrebbe pagare 3 euro) coi 2,57 euro che aveva; li ha messi sul tavolo, li ha rimessi in tasca, s'è visto il film e poi ci ha detto che ce li aveva dati. Morale della favola, è passato in cavalleria. Vabbè...
Ad ogni modo, il film per di più è in commercio (e allora vattelo ad affittare, se non lo vuoi comprare) e, insomma, stavolta aveva ben più che ragione a dirmi che certe richieste le dobbiamo rifiutare.
Il problema non era quello, era la voce che sentivo alle sue spalle.
Il capo.
E diceva di andare a pranzo assieme.

Pranzo di lavoro.

Deglutivo a stento.
Emozionato in positivo, per carità, perché s'affacciava anche un'ipotesi tutt'altro che malvagia: quella di cominciare ad avere delle responsabilità aggiuntive - il che, per uno che ha un contratto a progetto, suona sempre come preallarme dell'assunzione. Ma anche emozionato in negativo, perché comunque c'era un'aria di critica al mio operato, in partenza.
Così, deglutisco, guardo il collega e gli comunico quanto mi sta per accadere. Grazie al cielo mi fa un sorriso e me la butta in positivo. Esco, non ci sono, ci ripenso, non mi va di aspettarli, voglio fare la figura di quello che sta incollato al lavoro, giro i tacchi e rientro. Qualche momento dopo si affacciano e vengono a prendermi.
Siamo in cinque.
Il capo, la responsabile, il collega della responsabile, la segretaria del capo e io.
Meno male che mi stanno tutti simpatici.
Così, stile codazzo di fantozziana memoria, seguiamo il capo a mensa. Mensa che era già in balia degli studenti, quindi un caos. Il capo, detto fatto - è il caso di dirlo - ci piazza a mangiare nella saletta riservata ai dirigenti.
Nessuno di noi altri quattro era mai stato lì dentro a mangiare.
Facciamo la fila, prendiamo le cose, le mettiamo sul vassoio - e anche stavolta Grazia non m'ha fatto pagare (che donna!) - e ci dirigiamo alla saletta. Io sono il primo ad entrare: tavolo rettangolare, quattro posti sui lati lunghi apparecchiati ed uno a capotavola sulla destra, semiapparecchiato.
Ovviamente, mi piazzo lontano sulla sinistra.
La responsabile si siede accanto a me.
Problema: i vassoi non c'entrano, bisogna tirar giù i piatti. Nel frattempo il capo è impegnato in una conversazione al cellulare, all'esterno. E poi i vassoi dove li mettiamo? Servizievole - o in cerca di una via di fuga - li porto io indietro. Quando torno, però, la mia responsabile sta facendo una cosa che mi diverte tanto.
Sta spostando il posto apparecchiato a capotavola dalla destra (vicino a lei) alla sinistra. Sono seduto a pranzo a fianco al capo.
Grazie al cielo il pranzo è stato veloce e gradevole.
Ci sono stati un sacco di discorsi cinematografici che non ho colto, e sono rimasto saggiamente a bocca sigillata. Se qualcuno sapesse quanto sono ignorante in questo campo, quanti e quali capisaldi mi mancano e soprattutto quale volume colossale di nomi mi scordo anche dopo averli letti, potrei a buon diritto essere silurato all'istante! ^__^
Gli appunti che mi sono stati mossi non sono stati dei veri e propri appunti, ma delle direttive operative, del tipo "da adesso in poi si fa così". Anche perché se uno prima non me lo dice come devo fare le cose, la vedo poco professionale muovermi degli appunti dopo. No?
Quindi, ad esempio, da adesso in poi a chi mi chiede di vedere un film che in videoteca non c'è devo rispondere "se lo compri"; e solo se insistono rispondendomi "non è in commercio" posso prendere in considerazione l'idea. Così le sfoltiamo un po' queste piattole universitarie che non hanno nient'altro da fare che scrivere tesi di cinema, o in cui trattano argomenti come "Casanova" o il pugilato nelle Belle Arti (giuro) tirando fuori dal cappello a cilindro improbabili film degli anni venti!
^__^
Ovviamente sto brutalizzando, ma il concetto è quello.
I film stranieri, scordateveli.
Altre cose erano che so, il problema degli spazi. In ufficio sembriamo dei baraccati, teniamo i film negli scatoloni, che gli armadi sono pieni. Ottime condizioni di conservazione che mantiene, il cartone. Abbiamo dunque ricevuto il via libera per spedire i materiali doppi - o addirittura tripli! - alle sedi di Torino e Milano.
Peccato sia stato solo un via libera vocale. E senza il nulla osta dell'altro dirigente da cui dipendiamo...
Beh, perlomeno è un segno positivo.
Ma la notizia bomba, quella che rende felice il sottoscritto come una Pasqua, è la decisione di affidare finalmente di nuovo la responsabilità di acquisto. Noi da dicembre 2007 non compriamo più nulla. La scusa ufficiale è che il budget mensile a disposizione della videoteca per l'acquisto di dvd commerciali non ha un referente cui venire assegnata. In pratica, non c'è una persona cui dire "Toh! Questa è una manciata di euro, vammi a comprare dei film in edicola o dovunque sia!".
Ufficiosamente è che non s'è voluto trovarla.
E a chi va a finire il citriolo?
Ta-dah!
Al sottoscritto!
Ovviamente, solo il lato migliore (spero): cioè la selezione e la scelta dei dvd. La creazione di una lista dei desiderata, il fine lavoro di setaccio che deve e può includere motivazioni personali, ma anche filmiche...
In breve, godo.
E il versante dei contatti con case di produzione e distribuzione di dvd se lo sciroppi pure qualcun altro!
Adesso, non cominciamo a fare che non avete mai scritto commenti ai post e vi svegliate adesso con "compra questo", "prendi quello", eh?
E insomma, quest'è stato.
Il capo ha persino chiamato il responsabile di un altro settore invitandolo a raggiungerci per trovare il modo di superare alcune impasse tecniche, tra cui quella di sveltire il processo di trasferimento da dvd a vhs e viceversa, o la duplicazione di dvd. ...Per motivi interni, ovviamente!
E' stato allora che ho notato una cosa divertente...

Tutti fissavamo l'altro responsabile, che giustamente si sentiva magari a disagio.
Ma allora ho fatto mente locale e mi sono accorto che tutti, per tutto il pranzo, abbiamo cercato di non guardare in faccia il capo, o di farlo il meno possibile. Ed è proprio con lui che è così: con l'altro sarebbe stato più facile; sarà che è romano, sarà che lo vedi spesso in abiti casual...
...sarà che non lo senti come la persona che ti può far passare pessimi quarti d'ora...
Fatto sta che l'ho trovato divertente: creava una certa qual solidarietà nel timore tra noi altri quattro.
Forse non è una bella cosa, non credo che lo sia; magari per me è la paura che ti legga negli occhi la tua incompetenza o gli sbagli che inevitabilmente hai fatto, e forse è lo stesso per gli altri. Eppure mi veniva da ridere sotto i baffi, perché sembrava proprio una cosa inevitabile: uno ci provava, ma poi finiva comunque a rimettere gli occhi sul piatto.
^__^

E poi, quando son tornato a casa, c'era già quel Piccolo Attila del mio nipote, che in camera mia adesso ha anche rotto quel coso di coccio che si mette sui termosifoni con l'acqua per umidificare l'aria, e che oggi spassosamente sbatteva un mio cd a destra e a manca...
Ma c'era poco tempo per stare a cincischiare, perché quella sera ci sarebbe stato l'addio al celibato del Deso.

Ma questo post è già troppo lungo, verremo ad affrontare le questioni matrimoniali nel prossimo!
^___-
Quello che vi DEVO anticipare, per ora, e vi saluto con questo, è

NON ANDATE A VEDERE INDIANA JONES!!!


GrimFang

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