L'artista mescola il sangue con la terra, per generare sempre nuova vita...

Sarà sicuramente potente, la vita. Piuttosto dolorosa, a mio avviso, a volte sorprendente, sicuramente intensa, vibrante, indubbiamente da vivere. Sempre e comunque.

Sara Tenaglia

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento

Terra, Pioggia, Fuoco & Vento
Fire cup

lunedì 21 maggio 2007

Uno spettacoloso weekend

(continua)

Così, venerdì sera riesco a ritornare a casa in uno stato piacevole, addormentandomi come un pupo, ma con una felpa per scacciare via qualsiasi ritorno di freddo - dentro e fuori.

Ah, una cosa che m'ero scordato: venerdì a pranzo, qui a mensa, c'era una delle ragazze davvero belle del Csc, Livia (tra l'altro nipote di un collega... no, non è proprio il caso di parlare di raccomandazioni... come se dicessero "è entrata perché l'ha raccomandata la donna delle pulizie"... noi si conta come il due di picche), ed era a tavola con altre due, diciamo un po' più mature.
E una delle due mi suonava nella memoria... come qualcuna cui si è voluto sinceramente del bene. E infatti era Paola Minaccioni, che ho adorato quando faceva il personaggio di Gioia, vittima del crudele e nazistoide centro dimagrante 'Il Macchinario', in un programma della Dandini...
Così, a fine pasto mi alzo, la guardo e le chiedo
"Scusa, ma sei tu che facevi quella de Il Macchinario, con la Dandini..."
E lei:
"Sì."
E io:
"Ti amo."

^__^
M'è uscito così, di un sincero disarmante, che sono sbottate a ridere tutte e tre. Ho sorriso garbato e son andato via.
Et voilà, oggi ci siamo fatti una chiacchierata, in cortile.
Starà qua a lungo, stanno preparando uno spettacolo per quest'estate...

Allora, da buon Dr. Divago, cerchiamo di tornare sui binari.
Non mi ricordo una ceppa di quello che ho fatto sabato mattina, perché dormivo. ^__-
Avrei dovuto andare in fila alle poste per una spedizione; e poi di nuovo in fila per stipulare la pensione BancoPosta integrativa; e poi cercare un elettrauto per mettere a posto la mia Bimba (la macchina), che è un po' che mi lascia a piedi. E altro ancora.
Invece mi sono sparato tutto il sonno che ho potuto, per annegare i rischi di fiacca da stanchezza = fragilità emotiva maggiore.
Poi, il pomeriggio, mi sono organizzato per andare la sera a cena a casa di Valerio, l'òmo di Erika.
Siccome che sta a Parco Leonardo, ch'è un po' in culo, o mi partiva la macchina, o stavo a casa.
In più, l'invito fatto da Sergio era sempre valido, e mi andava di recuperare la figura ameboide fatta la sera prima.
Mi chiama Erika, con la quale parlo un po' del mio spallamento, e mi precisa ch'è meglio stare da lei (vabbè, da Vale) per le sette e un quarto circa.
Un po' un'ammazzata, visto che ho appena iniziato a stirare, mi dico, ma si può fare. Nel frattempo, mi guardo il 4 a 1 di Luna Rossa alla Louis Vuitton Cup. Eh eh eh... adesso tifo come un addannato per Desafio, che i Kiwi sono duri da digerire...
Gabbiani.
Mi arriva un sms.
Emergenza spettatori a teatro, forse non c'è pubblico a vedere un laboratorio di Vania che arriva nientemeno che da Chieti.
Mannaggia, mi dico, ho già due impegni...
Gabbiani.
Altro sms.
E' Peppe, dell'università, che non vedo da secoli.
Stasera festa a casa mia in terrazza, porta chi vuoi basta che respira. Più o meno.
Cacchio. Peppe era quello delle sfide ai massaggi, che conosce un sacco di gnocca (è alla sua festa di laurea che ho ribeccato Florence, ma per fortuna ci sto pensando solo ora)... Vabbè, mica posso andare dappertutto!
Sms in risposta: Peppe, svegliarsi prima? Certo, da quale pulpito ti viene la predica...
Esco.
Penso: però, ma che gli è preso a tutti? Nessuno m'invita per seicento sere, si svegliano tutti questo sabato?!
Vado a giocare al superenalotto, 71 milioni di euro che si è vinto qualcun altro, poi a prendere i soldi, a fare benzina. Poi via verso Parco Leonardo.
Fortuna che ho un buon orientamento, e che provvidenzialmente Erika mi ha avvisato che sulla Roma-Fiumicino non c'è scritto "uscita Parco Leonardo", bensì "Portuense zona commerciale".
E ancora, fortuna che gli amici di Vale li conosco e li so prendere più o meno bene; di stare chiuso in una casa di sconosciuti in un momento in cui io per primo mi sento ostile, non mi andava proprio...
Arrivo.
Parcheggio.
Gabbiani.
Bestemmia.
Mi sono scordato del compleanno di mia cugina. LA cugina, quella del cuore. La prima volta che me lo scordo in un botto d'anni. Cavolo, cavolo, cavolo. E indovinate un po'?
M'invita alla sua festa.
Quella sera.
Perfetto, no?
La chiamo, mi scuso in ginocchio sui ceci, e mi sfogo un pochino anche con lei a proposito di mio fratello, che è anche suo cugino, ovviamente. Mi fa capire che ci tiene se passo, e che la festa andrà avanti a oltranza, quindi posso fare come cavolo mi pare.
Mollo la macchina, raggiungo a naso e ricordi casa di Vale, deduco dalla vicinanza con il cognome spagnolo (so che i suoi vicini di casa sono Andrea e Rossana la spagnola) e dalle iniziali P. e V. col medesimo cognome (Vale vive col fratello) quale sia il citofono, e chiedo il piano.
Questa cosa, che è applicare un minimo d'intuito, viene accolta in casa come l'ennesimo segno del mio mirabile ingegno: sono il cervellone.
Quello che a un tizio che attaccava pippa a Erika con un libro di Hubbard in mano (sempre a Parco Leonardo) l'ha liquidato con un "E' Scientology, no?".
(ed Erika: "andare in giro con te è un piacere, perché... ti viene da dire guardate questa persona con cui io vado in giro quanto è intelligente!" ^__^)

Ok.
Arrivo, faccio finalmente conoscenza con Andrea, ragazzo di Rossana, e della loro casa da fa-vo-la. Minchia. Una casa così puoi darci il sangue. Proprio bella.
Poi m'intrattengo un po' con gli altri e con Erika, si cena, sono seduto tra Cicalone (Tonino) e suo fratello mai visto prima, la conversazione è gradevole, scopro che a Mandrake piace da matti il gioco del vocabolario...
E soprattutto si mangia. Anzi, se magna, perché durante tutta la cena ho dato fondo al mio accento romanesco e slangato. ^__^
E ccuanto se magna!
Antipasto: prosciutto e melone, pomodori pachino, melanzane grigliate, peperoni arrostiti con olio e sale, bruschettone al forno, uova sode, insalata... e poi le penne all'arrabbiata, il pollo al forno con le patate, le fragole zucchero e limone, la torta di frutta senza gelatina (Tonino imperat) e il caffè.
Sontuosa.
Poi chiacchiera lunghissima con Erika sul nuovo spettacolo di Ludika che sto scrivendo, controllo delle schedine superenalotto e poi... poi due conti in tasca: erano le undici, forse ce la facevo ad agganciare Sergio.
Con la panza gonfia, e commettendo l'errore di non usufruire del cesso, mi metto in marcia verso la capitale.
Chiamo Sergio. Una, due, tre volte.
Non risponde.
Sono già a mezza strada quando mi ricordo che andavano in scena per ultimi: se inizi alle 21 e ci sono quattro corti da venti minuti prima di te, più dieci minuti di cambio scena tra uno e l'altro... vai in scena alle 23. Cioè allora. Stavo chiamando la gente durante la rappresentazione, e squillava pure!
Cazzo.
Vabbé, punto verso il teatro, allora, così li becco all'uscita.
Puntuale: a mezzanotte fermo la macchina davanti all'ingresso e loro sono appena usciti.
Il programma è bersi una birra là, al massimo spostandosi di venti metri.
Vado a parcheggiare.
Dove?
Ovvio, dove l'avevo messa la sera prima.
Li raggiungo a piedi e c'imbuchiamo in un pub di quelli che scendi una valanga di gradini per arrivare sottoterra, abbastanza ampio, chiuso da tutti i pizzi. La mia necessità di cesso che si era fatta impellente mi conduce alle toilets, dove curiosamente osservo che, di due cessi, uno è lindo e pinto, l'altro è coperto di scritte.
In quello lindo e pinto, quando chiudo la porta, sopra la maniglia c'è un adesivo rosso di quelli per gli avvisi importanti:
"Attenzione: dispositivo di emergenza. Per uscire, girare la maniglia e tirare."
...più o meno è geniale quanto la maglietta che ho visto venerdì mattina. Tutta nera, con la scritta a caratteri dorati
"Briatore me $piccia casa"
^__^

Vabbé.
Le note caratteristiche di quella serata sono state la televisione fissa sul canale FashionTv, ovvero maremoti di sorca 24h su 24, la chiacchierata col mio vicino, che aveva una benda sull'occhio - proprio quello dal mio lato - perché, come diceva lui, aveva "dato un'occhiata a un gancio di ferro". Dove? A lavoro. Che lavoro fa? Il compositore. No, l'altro lavoro: l'attrezzista per riprese cinematografiche. E infine, lo scazzo inesploso tra Simone e il cameriere, dovuto a una paradossale serie d'incomprensioni montati uno sull'altro a partire da un "ci puoi portare i pistacchi fintanto che non ci portate i panini" detto però con un pelino di acido che non ci doveva essere e terminato con un "...no, no, ti servo, basta che nun fai lo stronzo" o giù di lì.
=)P
Vabbé, telo anche da lì, lasciando un bicchiere di limoncello mezzo pieno, e vado a raggiungere mia cugina, che fortunatamente è anche da quelle parti.
Una volta sotto casa sua, però, non trovo parcheggio, e girando la mia Bimba si accascia tre volte. Spenta. In mezzo alla strada. Non regge il minimo, maledizione. Così, opto per fermarmi un attimo sotto casa e farla scendere, anche perché oramai, alle 2, stavo crollando dal sonno.
Scende, radiosa come l'aria al sole d'estate (tié! ^__^) e reca seco una busta aranciata (ari-tié! ^__^).
Cos'era?
Ma era il regalo per il MIO compleanno, a gennaio!!! Gh! ^__^
Me l'ha consegnato con tanti mesi di ritardo perché l'ha fatto lei, la mia Nocciolina, con le sue manine!!!
Trattasi di sciarpa morbida, dai bei colori e fichissima, che ho immediatamente indossato - senza peraltro accusare mai il caldo, datosi che freschettava non poco, e che mi sono tolto solo la mattina successiva, visto che ci sono andato a dormire!
E' una sciarpa bellissimaaaaa, grazie QG!!!
Siamo rimasti un po' sotto casa a parlare, mentre regolarmente il portone s'apriva e vomitava via transfughi dalla sua festa (una quarantina di persone in una casa piccolina - e due di loro le hanno persino improvvisato un concerto pianola e congas, se ricordo bene) per cui dopo poco ci siamo salutati.
Rosicando non poco di non esser potuto salire nemmeno un momento alla festa (al telefono con lei il pomeriggio:
Io: "E poi c'è un amico dell'università che m'ha invitato a una festa ch'è gonfia di donne..."
Lei: "Ah, anche la mia! Se questo argomento vale..."
^__^) mi sono diretto a casa, dove sono andato dritto a dormire come un pupo fanciullo...

E per il Bertani Dai, mannaggia, mi serve un altro post!
^__^


GrimFang

2 commenti:

Neo ha detto...

Piacere di conoscerti!
Certo scrivi tanto.. però è interessante, mi piace.
Mi ha colpito il titolo, bella l'idea degli elementi.. fai un salto da me (copia il link) forse ti piace anche una mia vecchia idea sull'argomento.

Beh, a presto!
Istanbul

vero... l'indirizzo:

http://allebasiistanbul.blogspot.com/2006/08/four-elements.html


baci

GrimFang ha detto...

"...lasciando perdere le cazzate, mi sembra di capire che i 4 elementi siano le differenti forme che nascono da un'unica fonte, il principio di tutto che assume immagini diverse per poi tornare inevitabilmente all'origine.
un vortice continuo al quale è impossibile sfuggire, ma all'interno del quale possiamo assumere la forma che preferiamo: una specie di allegoria della libertà."

Molto, molto interessante.
Grazie, Istambul